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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

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Le poesie di Verrà la morte non attingono alla vena epica di Lavorare stanca. Dall'oggettivazione narrativa fanno ritorno al soggettivismo lirico, ma trascendono l'antico limite della confessione e dello sfogo, nella sottile sapienza d'un linguaggio poetico che si fa numero, immagine, valore musicale.

40 pages, Paperback

First published January 1, 1951

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About the author

Cesare Pavese

328 books1,161 followers
Cesare Pavese was born in a small town in which his father, an official, owned property. He attended school and later, university, in Turin. Denied an outlet for his creative powers by Fascist control of literature, Pavese translated many 20th-century American writers in the 1930s and '40s: Sherwood Anderson, Gertrude Stein, John Steinbeck, John Dos Passos, Ernest Hemingway, and William Faulkner; a 19th-century writer who influenced him profoundly, Herman Melville (one of his first translations was of Moby Dick); and the Irish novelist James Joyce. He also published criticism, posthumously collected in La letteratura americana e altri saggi (1951; American Literature, Essays and Opinions, 1970).
A founder and, until his death, an editor of the publishing house of Einaudi, Pavese also edited the anti-Fascist review La Cultura. His work led to his arrest and imprisonment by the government in 1935, an experience later recalled in “Il carcere” (published in Prima che il gallo canti, 1949; in The Political Prisoner, 1955) and the novella Il compagno (1947; The Comrade, 1959). His first volume of lyric poetry, Lavorare stanca (1936; Hard Labour, 1976), followed his release from prison. An initial novella, Paesi tuoi (1941; The Harvesters, 1961), recalled, as many of his works do, the sacred places of childhood. Between 1943 and 1945 he lived with partisans of the anti-Fascist Resistance in the hills of Piedmont.
The bulk of Pavese's work, mostly short stories and novellas, appeared between the end of the war and his death. Partly through the influence of Melville, Pavese became preoccupied with myth, symbol, and archetype. One of his most striking books is Dialoghi con Leucò (1947; Dialogues with Leucò, 1965), poetically written conversations about the human condition. The novel considered his best, La luna e i falò (1950; The Moon and the Bonfires, 1950), is a bleak, yet compassionate story of a hero who tries to find himself by visiting the place in which he grew up. Several other works are notable, especially La bella estate (1949; in The Political Prisoner, 1955).
Shortly after receiving the Strega Prize for it, Pavese took his own life in his hotel room by taking an overdose of pills.

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7 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 160 reviews
Profile Image for Carlo Mascellani.
Author 21 books286 followers
January 22, 2021
Liriche toccanti, intense, che nascono chiaramente dal bruciante dolore dell'abbandono. Desiderio, mancanza, speranze infrante si susseguono in versi dai quali traspare un'intensa malinconia di fondo: forse la condanna di una speranza sopravvissita alla disillusione, che riconduce il passato nel presente abbozzando ancora visioni di un possibile avvenire felice.
Profile Image for Paula Mota.
1,334 reviews456 followers
September 24, 2021
"O amor e a poesia estão misteriosamente ligados porque um e outro são desejo de exprimir, de dizer, de comunicar. Pouco importa com quem. Um desejo orgíaco, que não tem sucedâneos. O vinho provoca um estado fictício deste tipo e, efectivamente, o bêbedo fala, fala, fala."
- Cesare Pavese 12/08/1940 -

Esta obra de Cesare Pavese inclui duas recolhas de poemas, “A Terra e a Morte” e aquela que lhe dá título, “Virá a Morte e Terá os Teus Olhos”. Exprimindo a primeira a desilusão amorosa com uma “mulher de voz rouca” e a segunda o amor não correspondido por uma actriz americana, encantou-me mais aquela escrita no rescaldo da Segunda Guerra Mundial do que esta escrita pouco antes de ter posto termo à vida. Sobre a possível correlação entre o desgosto amoroso e o suicídio, é pertinente que Pavese tenha escrito no seu diário: “Ninguém se mata pelo amor de uma mulher, mas porque o amor – qualquer amor – nos revela a nossa nudez, a nossa miséria, a nossa vulnerabilidade, o nosso nada.”
Desta poesia vou guardar acima de tudo o aspecto telúrico e a luminosidade a contrastar com a escuridão da noite e da morte, mas a segunda pessoa do singular a quem ela é dirigida cria uma barreira intransponível para mim, como já me tinha apercebido noutras obras. Reconheço a beleza dos versos mas sinto-me apenas uma espectadora da dor alheia. O que neste caso é um privilégio, obviamente.

És a terra e a morte.
A tua estação é a treva
e o silêncio. Não há coisa
que viva mais do que tu
afastada da manhã.

Quando pareces despertar
toda tu és dor,
está-te no olhar e no sangue
mas não a sentes. Vives
como vive uma pedra,
como a terra dura.
E há sonhos que te vestem,
movimentos, soluços
que ignoras. A dor
como a água de um lago
estremece e envolve-te.
Há círculos à flor da água.
Deixas que se desvaneçam.
És a terra e a morte.

3 de Dezembro de 1945
Profile Image for Celeste   Corrêa .
373 reviews261 followers
January 14, 2024
Obrigada, Fátima, pelo livro e pelo postal que o acompanhava.

São dois livros mas o poema que dá título à colectânea foi o meu preferido - pela beleza do verso Virá a morte e terá os teus olhos, a imensidão do amor e o lamento de tudo que deixará ser possível voltar a dizer.

[...]

Para todos a morte tem um olhar.
Virá a morte e terá os teus olhos.
Será como abandonar um vício,
como ver no espelho
ressurgir um rosto morto,
como escutar lábios fechados.
Mudos, desceremos ao abismo.


Os olhos e a morte. A vida passa-nos à frente dos olhos no momento da morte?
Profile Image for Ilse.
522 reviews4,071 followers
July 4, 2021
In the Morning you Always come Back
Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.

(review under construction)
(****1/2)
Profile Image for Katarina.
135 reviews124 followers
March 21, 2017
Naslov je prvo što me je privuklo zbirci pesama, ime tj. prezime mi bi poznato pa reših da istu "ponesem kući". Kako ovih dana više otaljavam no što pažljivo i koncentrisano čitam, sedeći zagledana u police, zapitah se šta mi je činiti.. Zgrabih Pavezea i mogu reći da je ovo bila avantura o primalnom i mitskom koji kroz nagone žive u čoveku. Drugi deo zbirke tj. pesme pisane u pohvalu Konstanci Dauling su stilski u punom sjaju i oslikavaju sav Pavezeov talenat. Da sam znala šta kupujem ne mogu reći, ali drago mi je da sam se prepustila instinktu. Sam Paveze mi je dokazao da mi fali poezije.

Sad mogu da se vratim onom što sam poslednjih nedelja vukla za sobom kao kamen. :)

P.S. Srećan nam svima svetski dan poezije!
Profile Image for Evi *.
388 reviews278 followers
June 23, 2022
Qualcuno che scrive poesie per noi, poesie d'amore, di bellezza o gioia ma anche disperazione.
È un dono intimo e prezioso, quell'Oh Oh di stupore (ma proprio per me, sono le Mie poesie - da te a me - per me?) una fitta intensa e dolce, ma anche peso greve e importante a cui vorremmo sfuggire, nostalgia languida, mi è accaduto alcune volte, nella vita, è bello senz'altro ma molto impegnativo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
È una piccola racconta di liriche d'amore, otto in italiano e due in inglese, che Pavese scrive a Torino nella primavera del 1950, per l'attrice americana Constance Downling.
Poesie di delusione per un amore non pienamente corrisposto, come tutti gli amori non corrisposti si nutre di slanci di speranza, subito raffreddati dalla stretta del dolore del disincanto, dell'attesa che non trova il suo compimento desiderato.
In una lettera a Constance Downling Pavese scrive:

Carissima non sono più in animo di scrivere poesie. Le poesie sono venute con te e se ne vanno con te. Questa l'ho scritta qualche pomeriggio fa, durante le lunghe ore all'hotel in cui aspettavo, esitando, di chiamarti. Perdonane la tristezza, ma con te ero anche triste. C'è in esse tutta la bellezza di quel che ho sperimentato in questo mese: l'orrore e la meraviglia.

È un'opera postuma pubblicata nel 1951, l'anno seguente il suo suicidio.
E solo dopo la sua morte vengono trovate in un cassetto della scrivania, nel suo ufficio in Einaudi, alcune cartelle dattiloscritte con a margine ampie correzioni a inchiostro nero, con aggiunta di titoli e date autografi e manoscritte.
La fitta di dolore di scoprire e avere tra le mani cose, pensieri, parole scritte da chi ci ha lasciato, vieppiù quando lo ha fatto in maniera pervicacemente volontaria, andando incontro a braccia alzate, arreso alla vita, e reso a quel vizio assurdo della morte che accompagna come un rimorso dalla mattina alla sera, con un grido taciuto, in silenzio per entrare nel gorgo, muti, senza lo sguardo di chi vorremmo sul nostro sguardo, spento.
Gassman nella sua memorabile recitazione della poesia Verrà la morte e avrà i tuoi occhi si prende una piccola licenza e ripete due volte quella parola muti muti nell'ultima strofa, quando per Pavese una era sufficiente.
Fogli vergati della calligrafia conosciuta e amata di Pavese: la sua Emme come piccola ondina o serpentello che striscia, la sua Effe due occhielli che occhieggiano, la P severa e acuminata, una calligrafia nervosa, senza alcuna morbida rotondità, parole che sbarellano delicatamente verso destra.
Piccola (mia) passione per i segreti della grafologia che timidi possono dire a chi li interroga anche desideri, paure, attitudini svelate da come lo stilo lascia il suo segno fermo e immobile inciso sulla riga del foglio, oggi che ognuno scrive uguale su una stessa tastiera con gli stessi caratteri anonimi indistinguibili, muti che meno dicono di noi.

Cesare Pavese si uccise il 27 agosto del 1950 in una camera dell'albergo "Roma" di Torino.
Le sue ultime parole le lasciò scritte sul frontespizio del suo libro Dialoghi con Leucò, trovato su un comodino accanto al letto:
Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.

Va bene.

*****

VERRÀ LA MORTE E AVRÀ I TUOI OCCHI
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

I MATTINI PASSANO CHIARI E DESERTI
I mattini passano chiari
e deserti. Cosí i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
Profile Image for la poesie a fleur de peau.
479 reviews58 followers
May 3, 2021
"Virá a morte e terá os teus olhos —
esta morte que nos acompanha
de manhã até à noite, insone,
surda, como um remorso antigo
ou um vício absurdo. Os teus olhos
serão uma palavra inútil,
um grito reprimido, um silêncio.
Assim os vês todas as manhãs
quando sozinha te inclinas
diante do espelho. Ó cara esperança,
nesse dia saberemos nós também
que és a vida e és o nada.

Para todos a morte tem um olhar.
Virá a morte e terá os teus olhos.
Será como abandonar um vício,
como ver no espelho
ressurgir um rosto morto,
como escutar lábios fechados.
Mudos, desceremos ao abismo."

Cesare Pavese
22 de Março de 1950

***

É difícil fugir ao poema que dá nome ao livro, é mesmo muito difícil — outros tantos poderiam ser citados (d'"A Terra e a Morte" e do "Virá a morte e terá os teus olhos") e dados como exemplo da terrível beleza que se esconde neste precioso objecto trazido à vida pelas edições do Saguão: a minha atenção, no entanto, ficou indelevelmente presa ao começo deste poema, aos seus sons, a esta espécie de ondulação formada pelas palavras... "virá a morte" (e é como uma colina que se sobe num voo morno e rente às ervas amarelecidas) "e terá os teus olhos" (e é como um breve planalto que se alcança, que permite vislumbrar uma terra distante, mas que rapidamente se torna caminho descendente). Tenho-o lido ao longo destes dias e não me consigo desprender dele. Não me consigo desprender do facto de ter sido escrito cinco meses antes do suicídio de Pavese — não me consigo desprender do tom íntimo, confessional; da solidão, da aceitação pacífica da chegada da morte. Há uma beleza que só encontro na mais pura das solidões, no mais calado dos silêncios, e encontrei-a aqui, nas palavras que anunciam o fim...

Este veio para ficar junto a mim, para passar comigo as longas noites insones.
Profile Image for Ellis ♥.
952 reviews10 followers
December 3, 2018

Hai viso di pietra scolpita,
sangue di terra dura,
sei venuta dal mare.
Tutto accogli e scruti
e respingi da te
come il mare. Nel cuore
hai silenzio, hai parole
inghiottite. Sei buia.
Per te l’alba è silenzio. [...]

(5 novembre 1945)
Profile Image for Carlotta*.
55 reviews27 followers
April 10, 2012
L'ho trovato davvero criptico. Spesso tornavo sui miei passi, rileggevo, facevo risuonare le parole in silenzio. Splendido, ti riempie la bocca: una musica incalzante.
Le parole sono misurate ad incastro perfetto e sono fluide, scorrono ma restano in testa.

Sono lontanucci ormai i giorni passati a sudare sull'analisi del testo, ma devo menzionare i temi principali (amore, morte, terra, alba, notte) e l'abbondanza di figure retoriche presenti. Il componimento che dà il titolo alla raccolta - oltre a essere superbo - è esemplificativo.
Eccone la mia parte preferita, l'inizio:

«Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
[...]
»

Ed eccomi tornata a scuola! Se volete cimentarvi, ho messo la soluzione sotto spoiler:
- anastrofe:
- consonanza continua della 's' e anche assonanza in 'sorda - assurdo':
- similitudine:
- chiasmi sintattici (aggettivo-sostantivo, sostantivo-aggettivo):
- epifora:
- enjambement:

Per tornare seri, vi raccomando con entusiasmo la «dura e dolcissima / parola» di Pavese.
Profile Image for Iophil.
161 reviews63 followers
January 31, 2021
Sei la terra e la morte.
La tua stagione è il buio
e il silenzio. Non vive
cosa che più di te
sia remota dall'alba.
Quando sembri destarti
sei soltanto dolore,
l'hai negli occhi e nel sangue
ma tu non senti. Vivi
come vive una pietra,
come la terra dura.
E ti vestono sogni
movimenti singulti
che tu ignori. Il dolore
come l'acqua di un lago
trepida e ti circonda.
Sono cerchi sull'acqua.
Tu li lasci svanire.
Sei la terra e la morte.
Profile Image for Uroš Đurković.
806 reviews196 followers
May 1, 2019
Poezija koja miriše na apeninska sela; natopljena suncem i smrću.

Pejzaž nostalgije.

(Atmosferu nekoliko pesama ukrao Bertoluči za Novaćento.)
Profile Image for Vítor Leal.
114 reviews21 followers
August 21, 2021
Também a noite se parece contigo,
a noite longínqua que chora,
muda, no fundo do coração,
e as estrelas passam cansadas.
Uma face aflora uma face -
é um tremor frio, alguém
se agita e te suplica, só,
perdido em ti, na tua febre.
Profile Image for José Simões.
Author 1 book46 followers
June 10, 2021
Cesare Pavese tem um dos títulos mais honestos e verdadeiros que conheço: Trabalhar Cansa. Juntamente com esta, são as únicas recolhas de poesia que produziu. E mais tivesse escrito, mais nós líamos, porque Pavese é brilhante. Mesmo quando se afunda em remorsos e paixões sofridas. Como se nada estivesse aqui a mais, ou a menos, sempre numa justa medida quase de litania, de prece ao mundo. Ao contrário de Eliot, parece que ao renomado escritor italiano não lhe caía a sombra entre o pensamento e a mão.
Profile Image for Amaranta.
582 reviews244 followers
December 29, 2018
Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C’è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t’ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell’estate.

Profile Image for gaia ☆.
263 reviews13 followers
September 22, 2022
“è buio il mattino che passa senza la luce dei tuoi occhi”.
Profile Image for Silvia ❄️.
214 reviews30 followers
June 25, 2023
Ho sorseggiato piano piano questa piccola raccolta di poesie. Fisicamente piccola, ma immensa nel contenuto.
Qui, sono contenute le ultime poesie che Pavese scrisse prima di togliersi la vita: le pagine, le parole trasudano dolore, ma anche tutto l’amore disperato che il poeta non è riuscito a trasmettere a Constance Dowling, la donna amata.



In the Morning you Always come Back

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.

20 marzo 1950
Profile Image for Paula  Abreu Silva.
340 reviews94 followers
September 21, 2021
"IN THE MORNING YOU ALWAYS COME BACK

A fresta da manhã
respira pela tua boca
ao fim das ruas vazias.
Luz cinzenta os teus olhos,
doces gotas de aurora
nas colinas escuras.
O teu passo e o teu hálito
como o vento da aurora
submergem as casas.
A cidade estremece,
têm odor as pedras -
tu és a vida, o despertar.

Estrela perdida
na luz da aurora,
assobio do vento,
tepidez e hálito -
a noite chegou ao fim.

És a luz e a manhã."

✤✤✤✤✤✤

"AS MANHÃS PASSAM CLARAS

As manhãs passam claras
e desertas. Assim se abriam
os teus olhos dantes. A manhã
transcorria lenta, era um sorvedouro
de luz imóvel. Silenciava.
Tu viva calavas; as coisas
viviam sob o teu olhar
(nem pesar nem febre nem sombra)
como um mar pela manhã, claro.

Onde estás tu, luz, é a manhã.
Tu eras a vida e as coisas.
Em ti despertos respirávamos
sob o céu que ainda está em nós.
Nem pesar nem febre agora,
nem esta sombra opressiva do dia
atafulhado e desigual. Ó luz,
claridade distante, respirar
ofegante, restitui os olhares
imóveis e claros sobre nós.
É escura a manhã que passa
sem a luz dos teus olhos."
Profile Image for beesp.
386 reviews49 followers
January 19, 2018
“Ci saranno altri giorni, / altre voci e risvegli. / Soffriremo nell’alba, / viso di primavera”.

Prime poesie di Pavese che leggo (a parte quelle lette dalla professoressa di letteratura all’università). Le trovo incredibilmente belle e leggere, perché inevitabilmente le arti del nostro tempo ci arrivano più immediatamente, per quanto possano essere chiuse in se stesse. Le poesie di Cesare Pavese instaurano un legame con la natura, il “tu” a cui si rivolge è aria, acqua, terra, ma anche morte e malinconia e silenzio. È una storia che ricalca bellezza e morte, come nella migliore dicotomica fissa della cultura occidentale.
Profile Image for Marte.
57 reviews9 followers
December 1, 2020
Essenziale e toccante.

Ritroverai parole
oltre la vita breve
e notturna dei giochi,
oltre l'infanzia accesa.
Sarà dolce tacere.
Profile Image for Sofia Fresia.
1,214 reviews24 followers
March 25, 2016
Brevissima ma intensa raccolta di poesie, che ha saputo emozionarmi con quasi tutti i componimenti. L'opera si compone di due distinte mini raccolte: la prima - la terra e la morte - scritta a Roma negli ultimi mesi del 1945; la seconda - verrà la morte e avrà i tuoi occhi - scritta a Torino nel 1950, pochi mesi prima del suicidio dell'autore. Queste ultime mi hanno colpita particolarmente. Sono dedicate a un'attrice statunitense che Pavese aveva conosciuto e amato, ma che dopo poco l'aveva lasciato senza alcun motivo apparente. Pavese poeta trasmette il suo dolore per l'abbandono - ma anche la celebrazione della donna - in queste poesie, delle quali due completamente in inglese e altre due dal titolo inglese e i versi in italiano. I componimenti non sono particolarmente lunghi, ma alcuni sono piuttosto complessi per cui mi sono ritrovata a rileggere più volte alcuni versi, la cui musicalità è comunque innegabile e perfetta. Ho molto apprezzato l'uso da parte dell'autore di temi quali la terra, la vigna, la primavera, la campagna, il vento per riferirsi metaforicamente alla donna, alla vita e alla morte; si tratta infatti - per me che ho sempre vissuto tra Langhe e dintorni - di temi molto vicini alle mie corde e che riescono a trasmettermi emozioni non soltanto legate alle parole del poeta, ma anche alla mia personale esperienza e ai miei ricordi di bambina.
Profile Image for Aurora.
191 reviews45 followers
Read
November 13, 2010
...questa è une delle più perfette eccezioni.
innamorata del titolo che ricorre in testa e picchia forte, lo incroci in uno scaffale in una casa strana che non vedrai mai più. segno del destino che poi una mail che non pensavi sarebbe mai arrivata abbia il titolo del libro come tag nella firma.
dopo tanto cercare nelle librerie, eccolo. e lo compri. a occhi chiusi. e a occhi chiusi - quasi - lo leggi e ci piangi sopra un po' di quell'emotività che non sai nemmeno più come si chiama.
ma sai che esiste.

"stella sperduta
nella luce dell'alba
cigolio della brezza
tepore, respiro
è finita la notte.
sei la luce e il mattino."

Profile Image for Cristina.
97 reviews
June 8, 2024
Estrela perdida
na luz da aurora,
assobio do vento,
tepidez e hálito -
a noite chegou ao fim.

És a luz e a manhã.
Profile Image for Giulia.
414 reviews200 followers
November 3, 2021
Sono passati giorni
sotto cieli ardenti...

La mia preferita:
Come buoni nemici
che non s’odiano piú
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontati
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose –
combatteremo sempre.

Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.
Profile Image for Tyrone_Slothrop (ex-MB).
781 reviews99 followers
November 6, 2018
Not exactly there...

Devo concordare con chi considera Pavese un narratore piuttosto che un poeta: per quanto l'atmosfera di quieta malinconia e inestricabile sofferenza sia affascinante, in queste pagine manca originalità e novità di visione. A questa sensazione contribuisce uno stile totalmente convenzionale, elegiaco e sintatticamente regolarissimo.
I versi si basano su discorso diretto, sempre rivolto ad un tu (non sempre identificabile con l'amata) - sono parole antiche, rurali, terragne quelle che Pavese usa, restando ancorato ad una tradizione di poesia antica e (forse?) ormai passata. Ovviamente non si scade in una anacronistica nostalgia, ma rimane una filigrana pesante fatta di silenzi, fatiche antiche e dolori primordiali avvolti da una natura arida.
Sicuramente la migliore poesia è quella celeberrima che dà il titolo alla raccolta: cupa, ma con visioni originali, pregna di un senso di dolore e morte decisamente moderno e forte.
Da dimenticare, invece, i versi in inglese, probabilmente figli della necessità personale di connessione dell'autore con Constance Dowling, suo ultimo e sofferto amore.
Profile Image for MonicaVandina.
134 reviews17 followers
February 13, 2021
Piccola raccolta pubblicata postuma nel 1951. Una decina di poesie ritrovate tra le carte del poeta e scritte pochi mesi prima del suicido avvenuto nell���agosto del 1950. E’ stata un’ennesima rilettura e come tutte le altre volte mi ha emozionata e commossa.
Profile Image for Marta.
52 reviews27 followers
May 5, 2020
Come sempre, quando prendo in prestito un libro di poesia alla fine mi rammarico di non poterlo tenere. Ma visto che ormai mi devo rassegnare a dirgli addio, magari è il caso di buttar giù qualche appunto sulle cose che mi hanno più colpita.

La poesie in sé non mi sono piaciute particolarmente, troppe ridondanze; la musicalità, che pure c’è, non mi ha attratta particolarmente, come quando ascolti una canzone che non è nelle tue corde.

La prima raccolta, La terra e la morte, mi è parsa un po’ troppo criptica, anche se alcune immagini mi sono rimaste impresse. Ricorrono le figure della terra, del silenzio, delle colline, del mare, e altre che al momento non ricordo.

Nella seconda raccolta, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, pubblicata postuma, è facile riconoscere il tema della donna che è brezza e mattina, ma anche morte. Ho molto apprezzato le due composizioni in inglese, giustamente poste in apertura e chiusura della raccolta; credo che la lingua inglese si adatti meglio a uno stile così asciutto.

To C. form C.

 "You,
 dappled smile
on frozen snows-

wind of March,

ballet of boughs

sprung on the snow,

moaning and glowing

your little "ohs"-

white-limbed doe,

gracious,

would I could know

yet

the gliding grace

of all your days,

the foam-like lace

of all your ways-

to-morrow is frozen

down on the plain
-
you, dappled smile,

you, glowing laughter."

(Il secondo C. ovviamente sta per Cesare, il primo non saprei, forse Constance Dowling a cui secondo la prefazione doveva essere dedicata la raccolta.)

Ma è soprattutto la composizione posta in chiusura che mi ha stupita, perché, com’è giusto, sembra riassumere e concludere il percorso portato avanti nelle poesie precedenti, con una sintesi deliziosa, e un sapore finale di disillusione:

Last blues, to be read some day

"‘T was only a flirt

you sure did know-

some one was hurt

long time ago.

All is the same

time has gone by-

some day you came

some day you’ll die.

Some one has died

long time ago-

some one who tried

but didn’t know."

In “Hai un sangue, hai un respiro” viene definita l’identità donna-morte: 

"[…] come erba 
 vivi nell’aria,
rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.”

Subito dopo si inserisce Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.


In “You, wind of March” ho trovato i versi che ho trovato più toccanti:

“Il tuo passo leggero 

ha riaperto il dolore. 

Era fredda la terra 

sotto povero cielo, 

era immobile e chiusa 

in un torpido sogno, 

come chi più non soffre. 

Anche il gelo era dolce 

dentro il cuore profondo. 

Tra la vita e la morte 

la speranza taceva.
 
[…]È il mattino, è l'aurora, 
sangue di primavera, 
tu hai violato la terra. 
La speranza si torce, 
e ti attende ti chiama. 
Sei la vita e la morte. 
Il tuo passo è leggero.”

Altre immagini interessanti:

“Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce d’alba
sulle colline scure.”
(In the morning you always come back)(che è la seconda poesia, dopo To c. from C. e prima di Hai un sangue, un respiro)

“Sei distesa sotto la notte
come un chiuso orizzonte morto.
Povero cuore che sussulti,
un giorno lontano eri l’alba”
(The night you slept)

“Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.”
(The cats will know)


La terra e la morte mi è più difficile da interpretare, l’unica cosa che mi sento di dire è che i suoi testi hanno una carica più violenta. 

In Tu non sai le colline si richiama esplicitamente l’immaginario della battaglia (nella prima parte c’è anche il tema dello scudo gettato di memoria greca), e nelle due liriche successive, Di salmastro e di terra e Sempre vieni dal mare, la donna viene descritta come un essere inarrestabile, al pari di una fenomeno naturale o di un mostro mitologico. L’apice secondo me è nella seconda, in cui si rappresenta la lotta del poeta contro questa nemica, in una situazione che a me personalmente non ha potuto non ricordare la lotta contro un drago, per esempio Perseo contro il drago di Giaffa:

“Sempre vieni dal mare
e ne hai la voce roca,
sempre hai occhi segreti
d'acqua viva tra i rovi,
e fronte bassa, come
cielo basso di nubi.
Ogni volta rivivi
come una cosa antica
e selvaggia, che il cuore
già sapeva e si serra.

Ogni volta è uno strappo,
ogni volta è la morte.
Noi sempre combattemmo.
Chi si risolve nell'urto
ha gustato la morte
e la porta nel sangue.
Come buoni nemici
che non s'odiano più
noi abbiamo una stessa
voce, una stessa pena
e viviamo affrontato
sotto povero cielo.
Tra noi non insidie,
non inutili cose -
combatteremo sempre.

Combatteremo ancora,
combatteremo sempre,
perché cerchiamo il sonno
della morte affiancati,
e abbiamo voce roca
fronte bassa e selvaggia
e un identico cielo.

Fummo fatti per questo.
Se tu od io cede all'urto.
segue una notte lunga
che non è pace o tregua
e non è morte vera.
Tu non sei più. Le braccia
si dibattono invano.

Fin che ci trema il cuore.
Hanno detto un tuo nome.
Ricomincia la morte.
Cosa ignota e selvaggia
sei rinata dal mare.”

In E allora noi vili il poeta parla del dolore di abbandonare la propria battaglia, i propri desideri, e “non più servi, sapemmo di essere soli e vivi."

Infine, in Sei la terra e la morte, l’identità donna=terra=morte si fa definitiva, garantendo un finale deprimente come l’altro:

"[…]Vivi
come vive una pietra,
come la terra dura.
E ti vestono sogni
movimenti singulti
che tu ignori. Il dolore
come l’acqua di un lago
trepida e ti circonda.
Sono cerchi sull’acqua.
Tu li lasci svanire.
Sei la terra e la morte.”

Per consolarmi, mi rimangono poche immagine dolci dalle poesie precedenti: “le olive del tuo sguardo addolciscono il mare”, in Terra rossa terra nera, e il delicato “tu tremi nell’estate” in Tu sei come una terra.

Peccato che sia giunto il momento di restituire il libro.


INDICE

La terra e la morte:

 Terra rossa, terra nera,
 Tu sei come una terra
 Anche tu sei collina
 Hai viso di pietra scolpita,
 Tu non sai le colline
 Di salmastro e di terra
 Sempre vieni dal mare
 E allora noi vili
 Sei la terra e la morte

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi:

 To C. from C.
 In the morning, you always come back
 Hai un sangue, un respiro
 Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
 You, wind of March
 Passerò per piazza di Spagna
 I mattini passano chiari
 The night you slept
 The cats will know
 Last blues, to be read some day
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November 10, 2015
Sei la terra e la morte.
La tua stagione è il buio
e il silenzio. Non vive
cosa che più di te
sia remota dall'alba.

Quando sembri destarti
sei soltando dolore,
l'hai negli occhi e nel sangue
ma tu non senti. Vivi
come vive una pietra,
come la terra dura.
E ti vestono sogni
movimenti singulti
che tu ignori. Il dolore
come l'acqua di un lago
trepida e ti circonda.
Sono cerchi sull'acqua.
Tu li lasci svanire.
Sei la terra e la morte.
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