Scritto nel 1965, questo romanzo di ambientazione storica ha come centro un’indimenticabile storia d’amore: quella tra l’imperatore e la sua prima consorte, Teishi, la cui unione è minacciata da rivalità politiche e intrighi. La narrazione si costruisce intorno a un documento storico fittizio, così ben realizzato da esser stato inizialmente scambiato per un originale del periodo Heian. Fumiko Enchi mette in gioco tutte le sue abilità di tessitrice di trame, alternando immagini del Giapponese moderno e di quello classico e imprimendo per sempre nella memoria del lettore il ritratto di un Paese dal grande fascino. “Namamiko. L’inganno delle sciamane” è una lettura ipnotica, frutto della penna di una delle migliori autrici della letteratura giapponese contemporanea.
Fumiko Enchi was the pen name of the late Japanese Shōwa period playwright and novelist Fumiko Ueda.
The daughter of a linguist, Fumiko learned a lot about French, English, Japanese and Chinese literature through private tutorage.
Fumiko suffered from poor health as a child and spent most of her time at home. She was introduced to literature by her grandmother, who showed her to the likes of The Tale of Genji, as well as to Edo period gesaku novels and to the kabuki and bunraku theater. By 13 years old her reading list had grown to include works of the lights of Oscar Wilde, Edgar Allan Poe, Kyōka Izumi, Nagai Kafū, Ryūnosuke Akutagawa. She discovered a special interest in the sadomasochistic aestheticism style of Jun'ichirō Tanizaki,
She was inspired to write plays after attended lectures by the founder of modern Japanese drama, Kaoru Osanai.
First of all, let me just say I love entertaining thought exercises of counterfactual history. It's just so great to make the mental effort to plausibly imagine how things would have been if history took another turn.
But this book isn't that, it's actually more of an effort to re-interpret the facts we already have. An 11th-century account on the rivalry between two empresses already exists and is biased towards the second empress. Fumiko Enchi's modern novel, written like a journal that recounts another historical document of the same age (probably fictional), wants to reinterpret the facts in order to make posterity see that it was actually the first empress, Teishi, the one who should have our sympathies.
Second of all, I have to say this is the first time I read something about imperial persons of Japan's age of emperors. The novels I read so far written by Japanese authors focus on modernity instead, or on the life of commoners during imperial Japan. It was fascinating to get a glimpse into the splendid environment and culture of Japanese majesty.
Last, I will say that this novel is considered remarkable out of the author's other works, for its beautiful and poetic depiction of love. Critics tend to accuse her often of misandry, and her other works are characterized by a feeling of weariness and suspicion towards men.
Considering all this, A Tale of False Fortunes is all the more unique and touching. It's almost as if the author does have some deeply buried nostalgia for the idealized cultural expressions of love, but can only admit that such a thing is plausible if she places it in the distant past, in a heroic age in which such feelings as love, beauty, heroism, self-sacrifice etc. were still possible.
Questo libro mette in scena, nei palazzi splendidamente adornati e carichi di segreti della corte del periodo Heian, l'indimenticabile storia d'amore tra l'imperatore Ichijo (980-1011) e la sua prima consorte Teishi, e la sottile lotta politica messa in atto dal potente cancelliere Michinaga per dividerli. La strategia dell'alto funzionario passerà per il corpo e per le labbra di ingannevoli sciamane, due sorelle che loro malgrado diverranno potenti guardiane di verità e menzogne; cioè è legato alla credenza che lo spitito vendicativo di una persona potesse prendere possesso del corpo di un'altra (generalmente donne). Fumiko Enchi è riuscita, tramite vari artefici letterari, a narrare una storia vera unendola alla finzione facendoci riflettere sulla funzione delle donne del periodo intrappolate nella rete del dominio maschile e da essi controllate.
📍Tutti i personaggi del romanzo sono realmente esistiti tranne le due miko Kureha e Ayame. Ma definiamo cosa sono le міко: le miko, che oggi lavorano nei santuari con le mansioni di vendere omamori, omikuji e danzare in varie cerimonie, fungevano da medium invitando nel loro corpo lo spirito. La possessione avveniva con la trance sciamanica che è descritta come un vero e proprio atto sessuale in cui lo spirito entra nella miko. Kureaha infatti è caratterizzata da una forte passione carnale che non si vede negli altri personaggi, soprattutto nell'eterea Teishi, descritta con vari topoi della letteratura Heian. 📍Enchi fa spesso uso del soprannaturale collegandolo al desiderio erotico inespresso, ciò fa sì che la sua letteratura venga spesso messa sullo stesso piano di quella di Mishima. 📍Il libro tratta di tutti gli aspetti religiosi dell'epoca MA c'è un'inesattezza storica: Enchi fa cambiare voce alle miko quando sono possedute ma degli studi hanno dimostrato che non era così. 📍Mentre Shōshi è una figura femminile paralizzata dagli eventi, manipolata fin da piccola (paragonabile a Fujitsubo del Genji), Teishi ha un grande potere: è l'unica che riesce a controllare l'imperatore Ichijō che la ama incondizionatamente, infatti è così certa del suo amore che sfida Michinaga: il fatto di tagliarsi i capelli è un gesto di sfida, infatti ai tempi significava l'ingresso nella vita monastica e l'abbandono della vita mondana ma Teishi rientra comunque a Palazzo e Michinaga non può impedirglielo. 📍Nei testi di Enchi troviamo sempre una forte intertestualità: qua infatti lei si rifà allo Heike Monogatari e al fittizio Namamiko Monogatari. Nel testo in giapponese infatti sono presenti più livelli che passano da un stile pseudo classico a uno più moderno! Il lavoro di traduzione deve essere stato molto difficile anche perché Paola Scrolavezza ha deciso di inserire un glossario per mantere gli appellativi dei personaggi (es. Michinaga: Cancellerie, Gran Ministro, Sua Signoria...) mentre nella traduzione inglese si è usato un solo termine!
Ho trovato il testo molto scorrevole e interessante nonostante inizialmente sia un po' difficile da seguire in quando i nomi giapponesi si somigliano tutti e per la quantità di informazioni ricevute ma ci si abitua in fretta e si è curiosi di sapere cosa succederà.
Intrighi di corte nel Giappone imperiale, o dell'infinita capacità di litigare per il potere senza che per questo ci si spettini un solo capello
L'epoca Heian, sotto la prima consorte dell'imperatore Ichijō, Teishi, doveva essere un'eccezionale periodo per le arti se ben due dame di corte hanno sentito la necessità di narrare di quei giorni, la prima e più famosa è Murasaki Shikibu autrice del Genji Monogatari, la quale prestava servizio agli ordini della seconda consorte di Ichijō, Sōshi; l'altra è Sei Shōnagon autrice di Note del Guanciale.
Enchi Fumiko si rifà al lavoro di quest'ultima e immagina di aver trovato delle note del periodo e di averle riordinate sotto il titolo "L'inganno delle sciamane" col desiderio di fare chiarezza sulla congiura che mise in difficoltà la prima consorte e impedì ai suoi parenti di ricoprire alti incarichi a corte, come era usanza del tempo. Le macchinazioni erano opera del consigliere Michinaga, il quale introdusse a corte la seconda consorte con il deliberato intento di indebolire il potere della consorte imperiale e accaparrarsi il posto destinato allo zio di lei.
Gli intrighi di corte e le descrizioni hanno ovviamente un taglio classico, ma quello che trapela è il tratto abile di Enchi, scrittrice dell'epoca Shōwa particolarmente sensibile al tema della condizione della donna nella società giapponese, la quale, come già in Onnazaka, tratteggia figure di donne assai determinate e di rara forza d'animo, che in tema con lo spirito dei tempi, influenzano il corso degli eventi con pochi abili tocchi.
La costruzione è molto sottile e l'intrigo che lei immagina è assai probabile sia davvero avvenuto nel modo descritto e, anche se le cronache dei tempi l'hanno raccontato in maniera assai più velata, le conseguenze furono quelle tramandate storicamente: l'esclusione dei parenti di Teishi dalle cariche di corte e la sua prematura scomparsa.
Si legge velocemente e l'insieme ha un tocco di maturità assente nei precedenti lavori, dove il risentimento per le ingiustizie ai danni delle figure femminili è assai più marcato.
Interessante anche la postfazione che, seppur molto dettagliata e leggermente ridondante, ha il pregio di consentire anche al lettore non troppo erudito sui temi dell'epoca di comprendere il portato degli eventi narrati.
I love what Enchi does with language: what is ancient and what is modern, what is recorded and what is fabricated, what is real and what is imagined. I admire her relationship with Japanese literature and how she draws on it. At last I love her strange, living ghostly heroines.
Dopo la nostra ultima recensione di Onnazaka. Il sentiero nell'ombra, torniamo a parlare della magnifica Fumiko Enchi e di un altro dei suoi capolavori, Namamiko. L'inganno delle sciamane, pubblicato anch'esso da Safarà Editore nella traduzione della nostra Paola Scrolavezza e accompagnato da un'introduzione di Giorgio Amitrano e una postfazione di Daniela Moro.
Come Onnazaka, anche Namamiko è un romanzo sospeso fra l'epoca classica e quella contemporanea. Infatti, nonostante Enchi Fumiko lo abbia scritto nel 1965, la trama è ambientata nell'epoca Heian, l'epoca classica del Giappone per eccellenza.
In questo Namamiko monogatari (il titolo originale in giapponese), Enchi racconta di avere letto quando era bambina un antico testo nella sterminata biblioteca del padre, testo di cui adesso ha dei ricordi confusi, che poi è andato perduto e quindi non è mai più riuscita a leggere o ad avere fra le mani. Un testo che in particolare raccontava dei retroscena di un momento politico particolarmente delicato nella storia del Giappone classico.
Siamo in epoca Heian, sul trono è l’imperatore Ichijō, che sale al trono poco più che fanciullo e che sceglie come sua prima consorte la figlia di quello che era il più importante Ministro dell’epoca, cioè Fujiwara no Michitaka. La sua sposa, Teishi, è più grande di lui e all’inizio Ichijō è un po’ imbarazzato di fronte a lei, si sente quasi a disagio, ma gradatamente in realtà sviluppa nei confronti di Teishi un attaccamento e un amore profondo che viene pienamente ricambiato. Tuttavia, le nubi si addensano sul rapporto fra questi due giovani innamorati perché in realtà Michitaka è destinato a perdere la vita prematuramente e nel potere viene gradatamente sostituito dal fratello Fujiwara no Michinaga.
Fujiwara no Michinaga è passato alla storia come un grande statista e un grande uomo politico e di fatto è riuscito a tenere le redini del paese per lunghi anni. Questo romanzo ci racconta proprio gli anni in cui Michinaga gradatamente conquista il potere, facendosi strada fra una serie di potenziali rivali, primi fra tutti i figli del fratello Michitaka, cioè i fratelli di Teishi. Michinaga mette in atto tutta una serie di strategie per riuscire a ottenere il ruolo di Cancelliere e occupare una posizione che gli consentirà di fatto di governare il paese come consigliere principale e tutore di Ichijō.
I liked the way she wrote it, combining bits of the (false) tale, history and her own commentary. If you like Heian era literature like Genji Monogatari, the aristocratic diaries and such, you will enjoy this book.
“There was something both promising and endearing about her nature which, though exceedingly soft and yielding on the surface, had a tenacious pliancy within, like a twig of green willow that appears easily bent but is difficult to break.”
I've always admired the flowing prose of Fumiko Enchi, particularly her melodious, poetical depictions that create an atmosphere of delight although melancholy shadows are cast upon the luminous aura of her world. She creates an ambience filled with mysterious presences that intentionally keep their most potent feelings and passions as guarded secrets that eventually endure and overrule their dynamism and actions despite their very attempts towards secrecy.
Un metaracconto in cui una donna ricorda un libro letto da bambina, il Namamiko, che l'aveva colpita molto. Parlare di questa storia è difficile, perché è composta da tante sottotrame. Di sicuro, indiscusse protagoniste sono le donne, forti, fragili, vendicative, dolci.
Un must per chi ama la letteratura giapponese classica, anche se scritto in uno stile molto particolare.
Il libro di Fumiko Enchi è un testo raffinato sia nella composizione del romanzo che nella scrittura. Il romanzo si articola fin da subito su una molteplicità di livelli sia per quel che riguarda i di punti di vista che per lo stile. Partendo infatti dalla storia d'amore tra l'imperatore Ichijō e Teishi, sua prima consorte, nei tumulti per le lotte di potere a corte, l'autrice/narratrice informa il lettore che i fatti, storicamente accaduti, sono narrati in altri testi ormai divenuti classici nella letteratura giapponese. Il ritrovamento però di un manoscritto, appartenuto ad una collezioni di testi che il Prof. Chamberlain aveva lasciato a suo padre, getta nuova luce su quegli eventi, dandone una versione meno propagandistica. Il romanzo quindi diventa una tessitura tra testi diversi della tradizione giapponese, alcuni reali e altri fittizi, come il finto manoscritto, e una tessitura tra lingue e stili diversi. Ne emerge uno scenario complesso e intricato, attraverso il quale riusciamo a guardare tra le cortine e i panneggi di una corte imperiale dove si consumano macchinazioni, amori, rancori. Il libro, con una scrittura delicata e ricca, ci consente di capire alcuni aspetti della vita politica, sociale e culturale del Giappone, ponendo l'accento non solo sulle costrizioni di una ritualità che impone ai personaggi di comportarsi secondo protocolli ed etichette che quasi annullano la volontà individuale, ma soprattutto sul ruolo della donna nella società giapponese, relegata a figura marginale. Sono le possessioni e le arti sciamaniche, come i fenomeni del tarantismo del sud Italia, che consentono alle donne di liberarsi da questi vincoli stretti e mutilanti. Una lettura interessante e accattivante.
I read the original version, Fumiko Enchi is one of the greatest female Japanese writers. She is still a favourite of people today and was one of the most important writers of the Showa Period.
Namamiko monogatari significa letteralmente Storia delle sciamane false ed è un omaggio che Fumiko Enchi fa alla letteratura classica giapponese dell’epoca Heian, quindi a cavallo dell’anno mille, ma può essere considerata anche la narrazione del disagio delle donne dell’epoca, adombrate da una società maschilista e patriarcale. Del periodo Heian sono famosi il Genji monogatari (storia di Genji) di Murakami Shikibu e il Makura no sōshi (Note del guanciale) di Sei Shōnagon, due dame di corte rispettivamente a servizio delle due Consorti auguste dell’Imperatore Ichijō, Taishi e Shōshi. Politicamente parlando, il ruolo dell’imperatore era marginale, di fatto il personaggio politico di spicco, che conduceva l’impero, era il cancelliere, e durante il regno di Ichijō l’incarico era affidato a Michinaga. Tenete presente che il ruolo di cancelliere spettava di diritto ai familiari della moglie dell’imperatore. L’intento di Michinaga era quello di mantenere la sua posizione il più a lungo possibile e l’unico metodo era di introdurre a corte la propria figlia Shōshi nel ruolo di seconda consorte imperiale. Infatti, qualora la prima moglie Teishi - amata profondamente dall’imperatore che la considerava una donna impareggiabile sotto ogni punto di vista - avesse dato alla luce un figlio maschio prima di Shōshi, l’incarico politico sarebbe passato di diritto al fratello maggiore di Taishi, spodestando l’ambizioso Michinaga. L’unico modo per assicurarsi una certa stabilità era quello di allontanare l’imperatore dall’adorata Taishi, e per far ciò il cancelliere tira in ballo due sorelle, le false sciamane del titolo a loro volta figlie di una medium (miko), chiedendo loro di fingere di essere possedute dallo spirito vivente di Teishi, lanciando maledizioni sulla famiglia reale, in modo che l’immagine della consorte imperiale venisse sminuita agli occhi dell’imperatore, il quale si sarebbe così interessato alla seconda moglie, figlia di Michinaga.
Enchi si basa sui fatti storici dell’epoca riportati nell’Eiga monogatari, opera in cui vengono raccontati l’ascesa e il potere del cancelliere Michinaga alla corte dell’imperatore. Ma siccome qualsiasi testo con pretesa di veridicità storica è comunque viziato da interpretazioni soggettive, l’autrice usa un escamotage letterario, sostenendo di aver trovato durante la sua infanzia un volume inedito - e a distanza di anni irreperibile - che è una variante dell’Eiga, dal titolo Namamiko monogatari in cui, invece, sono raccontati gli inganni, il doppio gioco e le macchinazioni subdole architettate da Michinaga per mantenere il proprio potere, scritto (forse) tra la fine del periodo Heian e l’inizio del Kamakura. E così crea una fiction storica raffrontando i due testi e riportando in questo modo una visione più oggettiva delle figure vissute dell’epoca Heian. Espone i fatti e, in qualità di narratrice fittiziamente biografa, ci spiega le sostanziali differenze tra i due testi - quello vero e quello apocrifo.
Meno male che Daniela Moro, la curatrice della post fazione, approfondisce aspetti necessari a capire la complessità e la profondità di questo lavoro della Enchi. Si capisce, quindi, che il lavoro di riscrittura della Enchi sì rifà per stile al classicismo dei monogatari, descrivendo ampiamente gli abiti dei personaggi o dei dettagli necessari a ricostruire i costumi dell’epoca, con una scrittura delicata e raffinata, pur raggiungendo livelli di drammaticità che non si trovano nelle cronache dell’Eiga. La narrazione si focalizza sulle figure femminili, sui loro drammi e sulle loro sofferenze e Teishi, pur rimanendo sempre nell’ombra che si confà al suo ruolo, appare come il catalizzatore delle vicende, nonostante Moro sostenga il contrario. Concludendo, Enchi, in molte sue opere e anche in questa, denuncia l’impossibilità della donna di liberarsi con le sue sole forze dalla supremazia maschile, ricorrendo quindi a reali o fasulle capacità medianiche e pratiche esoteriche per trovare voce in una società che la opprimeva e le toglieva la possibilità di esprimersi.
Namamiko è stata una storia che mi ha intrattenuto e incuriosito, ma devo ammettere che ho fatto anche un bel po’ di fatica durante la lettura.
Pubblicato in Giappone per la prima volta del 1965, Namamiko – L’inganno delle sciamane racconta della storia d’amore, ambientata nel periodo Heian, tra l’imperatore Ichijō e la sua Prima Consorte Teishi, ma attenzione perché la trama non si focalizza sulla semplice relazione tra i due consorti, ma si evolve in uno scenario politico molto più ampio.
Tutto parte con l’imperatore Ichijō che sale al potere in età giovanissima e prende in sposa, come sua prima consorte, Teishi, figlia dell’importante Ministro Michitaka. Teishi è di qualche anno più grande di Ichijō e all’inizio il ragazzo si sente in imbarazzo dinanzi alla bellezza della sua consorte, ma mano, mano che il tempo passa, il rapporto si evolve tramutandosi in amore. Le cose cambiano quando muore Michitaka e cerca di prendere il potere suo fratello Michinaga. Da qui si innescano una serie di trame politiche, partendo dai fratelli di Teishi che cercano di contrastare l’avanzata dello zio, alle cospirazioni della madre dell’imperatore Ichijō che detesta Teishi.
Nella prima parte del romanzo Fumiko Enchi racconta di come si è avvicinata a questa storia e ai testi ai quali attinge per poi realizzare un romanzo che rappresenta alcuni fatti storici e altri un po’ romanzati. Per gran parte della lettura si ha più la sensazione di leggere un saggio che un classico romanzo di narrativa, proprio perché vengono anche trascritti alcuni passi presi da altri testi.
Ciò che mi ha creato un po’ di problemi durante la lettura non è tanto la struttura del libro, quanto la difficoltà nel fissare per bene i personaggi. Anche se all’inizio del testo vi è un piccolo elenco che riassume i personaggi, ma ho veramente fatto molta fatica nel seguire tutti gli sviluppi e soprattutto nel tenere bene a mente queste figure. Nonostante questo problema, che è ovviamente un aspetto molto soggettivo, devo dire che la storia è riuscita a tenermi incollata alle pagine.
Ammetto di non essere preparata da un punto di vista storico, però ho apprezzato molto gli intrighi politici, di come Michinaga tenta in tutti i modi di distruggere il rapporto d’amore tra Ichijō e Teishi per far entrare nelle grazie dell’imperatore sua figlia. E Michinaga è disposto a usare qualsiasi mezzo per raggiunge il suo obiettivo, anche utilizzare sciamene e finte possessioni. Il libro si sofferma molto sulle dinamiche della lotta al potere, questo è anche un aspetto che mi porta a dire che si tratta più di un saggio che di un romanzo.
Nel complesso se siete affascinati dalla storia classica giapponese e avete voglia di tuffarvi negli intrighi di corte, è un libro che vi appassionerà!
Se amate i romanzi storici "Namamiko. L'inganno delle sciamane" di Enchi Fumiko è una lettura che dovreste concedervi al più presto. Ci porta nella corte imperiale giapponese dell'XI secolo e racconta la storia di Teishi, figlia del reggente Fujiwara no Michitaka, che sposa il giovane imperatore Ichijo. Quando Michitaka muore, il potere all'interno della corte passa al fratello Fujiwara no Michinaga: Michinaga vuole fare di sua figlia l'imperatrice. Usa mezzi subdoli per cercare di minare la posizione dell'imperatrice Teishi, e la dama Kureha e il suo amante, il segretario di polizia Yukikuni, coinvolti nelle sue macchinazioni.
Enchi Fumiko in "Namamiko" ha deciso di dare voce e profondità all'imperatrice Teishi e mostrare la politica di potere di Fujiwara no Michinaga. Lo fa mescolando fatti reali e fittizi. L'autrice vuole reinterpretare i fatti per far vedere ai posteri che è stata proprio la prima imperatrice, Teishi, quella che avrebbe dovuto avere la nostra simpatia.
Es un libro muy bonito sobre el drama y la manipulación que ocurre en la alta sociedad del Japón del siglo XI. Se necesita algo de voluntad para terminarlo porque la historia afloja mucho a ratos, y el marco que la da la autora de manuscrito encontrado nos deja muy alejados de lo que esta pasando como para comprometernos realmente.
brilliant historical fiction by feminist enchi fumiko, by pretending to have found a forgotten ancient document she now recounts by memory about an empress whose legacy is in jeopardy.
Altro bellissimo romanzo storico, fedele specchio della mentalità e del gusto estetico dell’epoca Heian. Ti trasporta in quel mondo e percepisci quanto bello e raffinato è stato. Bravissima.
Un testo particolare già per come è composto, la scrittura rievoca quella del periodo Heian in cui le vicende narrate si collocano. È stato il primo libro di Enchi Fumiko che ho avuto il piacere di leggere. Ho trovato molto ben definita la caratterizzazione dei personaggi.