Glisând între dramă psihologică și satiră socială, sinuos și seducător, cel mai recent roman al lui Niccolò Ammaniti, Viața intimă, explorează temerile și dorințele profunde ale unei femei, propunându-ne să privim cu empatie lumea derutantă și provocatoare de astăzi.
Maria Cristina Palma duce o viață aparent perfectă. Considerată cea mai frumoasă femeie din lume, este căsătorită cu prim-ministrul Italiei, are o fiică minunată și tot ce își poate dori. Imaginea ei construită cu grijă ascunde însă un trecut traumatic și o criză de identitate incipientă, iar proiecțiile celor din jur asupra sa o însingurează. Până când, în urma unei întâlniri neașteptate, primește pe mobil un film erotic care i-ar putea distruge reputația. E nevoită să ia o decizie dramatică, să aleagă ce e dispusă să sacrifice și cu ce preț. Ajuns în acest punct, romanul pune întrebări esențiale pentru cititor: Nu cumva ar trebui să ne temem mai mult de propria privire decât de a celorlalți? Cât de departe suntem în stare să mergem în dorința noastră de apartenență și afecțiune?
Niccolò Ammaniti was born in Rome in 1966. He has written three novels and a collection of short stories. He won the prestigious Italian Viareggio-Repaci Prize for Fiction with his bestselling novel I'm Not Scared, which has been translated into thirty-five languages.
Solito Ammaniti che ci porta in posti dove siamo già stati ma in cui si torna volentieri.
La satira sull'Italietta a questo giro è meno ispirata, una Roma sorrentiniana con politici e super modelle in cui si fa presto a sbadigliare. Eppure, nonostante il contesto iper abusato, ritroviamo una narrazione "cannibale", in grado di divorare gli stereotipi dell'immaginario borghese, rimasticarli e risputarli fuori, esagerandoli, quasi dopandoli.
Un libro che ci regala molte situazioni comiche ma meno scene di autentica rivelazione, come invece siamo abituati a leggere tra le sue pagine. Quante volte ci è capitato con i suoi libri di veder emergere, in mezzo a tanto squallore, la persona che si libera dal bozzolo di convenienze e pregiudizi per mostrarsi in tutta la sua vulnerabile essenza. Qui succede ma succede meno e in maniera meno fantasiosa.
Di questa Carla Bruni non ci interessa poi molto e manca la zampata finale, quella che fa "crollare in testa tutto il teatrino del cazzo", per citare uno dei suoi romanzi più fulgidi.
Un Ammaniti assai poco ispirato. Un esempio tra tanti: nelle prime 50 pagine utilizza per due volte l’aggettivo “puntuto”, in due momenti differenti per caratterizzare due tra i personaggi principali.
Si appoggia molto sulle divagazioni e sulle digressioni per creare cornici e contesti (Darwin, gli studi sul cervello, l’ippocampo e la corteccia, i massaggi thailandesi). Ho avuto l’impressione, anche per questa abbondanza di divagazioni, che Ammaniti stia cercando di fare il verso a Houellebecq.
Un po’ ingenerose alcune critiche su Fb: trovo sbagliato aspettarsi che uno scrittore resti sempre uguale a se stesso. Cioè, è impossibile aspettarsi ancora l’Ammaniti di Branchie e di Fango. Probabilmente, oggi come oggi, li riscriverebbe da capo i suoi romanzi migliori perché li odia a morte, mentre noi li amiamo.
Però, la verità più intima qui va ribadita: poco ispirato. Gode di ottima stampa ovviamente, e se la merita di diritto, ha tanti amici che lo sostengono e spingono il libro, però di ciccia qui ce n’è davvero poca. Almeno a me, poca è sembrata.
Io ad Ammaniti voglio bene. "Ti prendo e ti porto via" è uno dei libri a cui sono sinceramente più affezionato, e "Il miracolo" è una delle serie tv italiane più interessanti. Quindi, nonostante l'Einaudi ce l'abbia messa tutta per smontare ogni possibile curiosità verso il suo nuovo libro ("Come un moderno alienista", dai santa Madonna), io un po' ci speravo. E invece. La trama di "La vita intima" è piuttosto semplice: Maria Cristina è la moglie del premier italiano, è una donna tanto bella quanto annoiata e abituata a essere umiliata e trattata come se fosse qualcosa meno che una persona e più una specie di statuina, a un certo punto incontra una sua vecchia fiamma, che le invia un video di loro che da ragazzi facevano l'amore. Tutto il romanzo ruota attorno alla domanda se il tizio vuole ricattarla o se è semplicemente uno stronzo. Una nota: è già la seconda storia che Ammaniti ambienta nella famiglia di un Primo Ministro, e mi ha incuriosito più sta fissa che il resto del romanzo. I temi non mancano assolutamente. Al centro sta il discorso su Maria Cristina, sulla sua presa di coscienza e sul risveglio della sua vita intima (che immagino sia dove dovesse emergere il "moderno alienista", ma insomma), caratterizzata da una vita di soprusi a ogni livello, da quello dei nonni a quelli proprio sessuali, Maria Cristina è come se non avesse mai avuto una vera e propria identità, se non fugacemente in adolescenza, ma essendo di volta in volta Maria Tristina, Secca, Maria Pompina e così via. I problemi di questa parte, per me, sono due: a) il fatto che di Maria Cristina non ce ne frega nulla e b), che è causa di a), paradossalmente Maria Cristina per noi non è mai una persona, tridimensionale o anche soltanto dotata di una propria volontà, la sua "vita intima" ci appare come una specie di trompe l'oeil fatto di parole. Il che dispiace perché i personaggi di Ammaniti, di norma, sono persone vive, a cui è facile affezionarsi, qua, invece, ci troviamo davanti al nulla. Il che sarebbe una satira molto interessante, ma non è voluta. Ma d'altronde, altro tasto dolente, "La vita intima", tranne qualche sprazzo qua e là, pare un libro che potrebbe essere stato scritto da letteralmente chiunque, non fosse per quest'assurda fissa di Ammaniti per il primo ministro. Se il tema principale è trattato in modo approssimativo, figurarsi i due di contorno, ovvero la politica e il revenge porn. La politica è, questa sì volutamente, una satira, una presa in giro della spettacolarizzazione della politica, dove tutto ormai è fatto in base ai consensi e dissensi social, dove ogni scelta d'azione è affidata a una specie di oracolo digital, il Bruco (che riprende la Bestia salviniana). Tutto si esaurisce qua, nella reiterazione di questo concetto. Tanto vero quanto, beh, innocuo. (Innocuo non il processo della spettacolarizzazione della politica, eh, quello è tragico, quanto il descriverlo come fa "La vita intima". Ma, ecco, poi ci torniamo, tutto "La vita intima" è innocuo, ed è forse la cosa peggiore che può essere un romanzo) Il tema del revenge porn, invece, è un po' l'emblema delle violenze che ha subito Maria Cristina, che hanno tutte in comune la sua spersonalizzazione. Mi rendo conto che è la terza volta che ripeto 'sto concetto, ma è perché è letteralmente l'unica cosa su cui batte il libro. E, per carità, non pretendo certo che ogni romanzo sia questo tassello fondamentale nel nostro scrutare all'interno di noi stessi e probabilmente sto facendo pure lo stronzo, ma il fatto è che tutto ne "La vita intima" appare annacquato, non è mai presente un vero e proprio conflitto degno di questo nome, ma anzi, quelli che dovrebbero esserlo, sappiamo non solo come andranno a concludersi, ma anche ogni singola svolta che prenderanno nella psiche di Maria Cristina. In non ricordo bene quale saggio, forse "Medusa", per parlare del cambiamento climatico si diceva che non servono a niente libri accomodanti, che ripetono cose che vogliamo sentirci dire e che non aprono, o per lo meno, mostrano delle crepe nella nostra percezione del mondo. "La vita intima" è proprio così: dice cose vere e sacrosante (il risveglio di Maria Cristina, la politica è una pagliacciata, il revenge porn è brutto), ma le dice in un modo così banale da farle diventare noiose. Tutto questo senza parlare delle svolte finali che sono semplicemente deliranti, e se prima il libro era innocuo, ma almeno godibile, dopo diventa innocuo e pure scemo.
Ci ho fatto un viaggio insieme, con questo romanzo di Ammaniti, ed è stato di buona compagnia. Ben scritto, teso come una corda di violino, leggero fino all’inconsistenza, ma con carattere, anche con eleganza; pieno di colpi di scena veri e di finte e controfinte. Insomma, divertente. Niente di più, ma neanche nulla di meno. Non ne avrei scritto se non mi avesse fin dall’inizio fatto venire in mente una cosa. E la riporto, mentre sto per arrivare, senza averla ben sviluppata. Quindi va presa come una sensazione. Ed è questa: il cinema e le serie tv hanno sempre ricavato soggetti e sceneggiature da romanzi e racconti più o meno importanti e con risultati più o meno buoni. Leggendo questo romanzo ho avuto la percezione che il rapporto si sta capovolgendo. Qui di sicuro si è capovolto. Ritmo, stile, personaggi, trama e linguaggio si ispirano, anzi vengono proprio mutuati dalle serie tv. Si, d’accordo, la cosiddetta “scrittura cinematografica” esiste da sempre. Ad esempio si dice di Fenoglio che ha avuto questa capacità di raccontare producendo immagini. Ma è un’altra cosa, un altro discorso. Qui c’è un romanzare secondo gli stilemi del cinema e più esattamente della fiction seriale. Al punto che si potrebbero mettere gli stacchi dove potrebbero finire gli “episodi” per incuriosire lo spettatore e spingerlo a vedersi il successivo. Poi nell’ultimo capitolo Ammanniti scrive rivolgendosi al lettore “lascerò che a parlare siano le immagini, come in un film.” Eh si, è proprio così. Può piacere o no, ma questo ha fatto.
Questo è l’agrodolce racconto di come una donna bellissima e scema sia in grado di diventare forse meno bellissima ma di certo più sveglia.
Come? Nel più classico dei modi attinenti al romanzo di formazione: affrontando le contingenze che mettono a nudo le sue più folli paure. Nella sua infinita scemenza infatti Maria Cristina può essere denominata di volta in volta Maria Cretina, Maria Tristina, Maria Pompina. Il che la dice lunga sulla considerazione che hanno di lei sia il grande pubblico sia chi l’ha conosciuta davvero. (Tra parentesi: solo uno la ama veramente, cioè la accetta così com’è, e si tratta ancora una volta del solito bestione brutto e infelice delle favole).
Dunque il più classico e durevole degli stereotipi (donna bella e stupida) viene rielaborato da Ammaniti in forma di prodotto narrativo di ambigua collocazione: si tratta di una fiaba allegorica e, come tutte le fiabe, dotata di morale buonista? O è invece una satira sociale/politica/morale di un certo ambiente italiano? È un romanzo grottesco? Una sorta di exemplum contemporaneo, dove la verosimiglianza è irrilevante e che mira a produrre una sintesi didascalica del nostro confuso presente?
Si potrebbe rispondere: è questo e niente di tutto questo. E a farlo diventare un prodotto narrativo indefinibile (azzardando pure il narratore onnisciente ottocentesco e raccontando nel poco accattivante tempo presente) bisogna dire che Ammaniti dimostra tutto il suo talento.
Dopo una prima parte abbastanza soporifera, infatti, il racconto si anima e acquista un certo ritmo, solleticando la curiosità di chi legge a seguire le improbabili disavventure di questa riluttante star del sistema (essendo contemporaneamente la donna più bella del mondo e la moglie del Presidente del Consiglio), e di tutti gli improbabili personaggi che ne ravvivano il contorno sociale.
Certo, di vita intima ce n’è ben poca. Tanta inconsapevolezza, tante (magari troppe?) ferite, eredità di un passato così tragico che avrebbe schiantato una creatura molto meno fragile della nostra eroina, e soprattutto paure, rabbie e desideri confusi che via via mostrano tutto il loro contenuto esplosivo. Manca la profondità, insomma.
Bisogna dire però che, lasciando da parte tutte le aspettative che autore e titolo suggerirebbero, si può leggere questo romanzo con animo lieve e così facendo si corre pure il rischio di divertirsi.
I've been wanting to read something by Ammaniti for a few years now and just got to him with this novel, his latest one, which, despite people saying is not his best, has truly delighted me. I fell in love with his gorgeous prose and the introspective nature of the novel. For people like me, who are not necessarily plot readers, "La vita intima" is pure enchantment.
The novel addresses an issue which, unfortunately, is more and more prevalent in today's very technologized, very lacking in empathy world: revenge p0rn. It follows Maria Cristina Palma, a prominent public figure, the wife of Italy's Prime Minister. She is celebrated for her beauty and elegance and has built a seemingly perfect life in her bubble populated by personal assistants, trainers and hairdressers. However, her immaculate public image begins to crumble after she accidentally meets an old lover, who still keeps a compromising video of herself.
The plot unfolds over the course of just a few days, during which Maria Cristina's life starts to spiral out of control, as societal expectations, media scrutiny and the political pressures over her husband weigh down on her. As he pendulates between her personal life and her public persona, the author captures the subtleties of the character's internal battles. It's a beautiful exploration of the tension between public perception and private suffering. We follow Maria Cristina on a brief, but impactful journey of self-discovery and confrontation with the facades she’s created over the years - the perfect wife, the perfect mother, the most beautiful woman in the world.
I absolutely adored Ammaniti's prose, the way he carefully constructs his phrases with elegance, fluidity, without it weighing down the plot. While not a fast-paced narrative, the tension gradually builds to a high point towards the end. The novel is purely introspective, it's a very intimate image of this character, who becomes almost a symbol of womanhood. The author explores, here, the objectification of women, as Maria Cristina is shown to be a real person struggling with personal desires and fears, behind the ideal created by the media. It's also an alarm signal, one related to the omnipresence of media in contemporary life. Ammaniti discusses how modern technology and the public's growing hunger for scandal can strip people of their privacy, leaving them vulnerable and exposed.
I loved this novel up until the last third. I didn't understand the author's choice of ending, which came out of nowhere. The whole "Cleopatra" subplot came out of the blue and left me baffled and unsatisfied with the way Maria Cristina's tale developed, although I appreciated the closure she got.
In the end, I was pleasantly surprised by the force of Ammaniti's prose and he became an author on my "to be read more" list. I am slowly discovering contemporary Italian literature and loving it.
Ritorna Niccolò Ammaniti con una nuova storia, scritta con gli occhi, la mente e le emozioni di una donna. Per tutta la lettura di questo romanzo che scorre molto facilmente, avevo ancora vivide le emozioni forti provate con Anna e per tutta la lettura mi aspettavo di trovare qualcosa di simile.
La protagonista, da quanto scritto, è una donna, una bella donna, Maria Cristina Palma, moglie del premier. Durante l'evolversi del romanzo, Maria Cristina acquista spessore e da ombra del marito, diventa sempre più protagonista della propria vita. E lo farà “maneggiando” ciò che ha che fare con la sua “vita intima”:
“Il secondo, quello della memoria a lungo termine, trattiene le cose profonde, essenziali, che ci toccano e ci determinano in quanto individui e hanno a che fare con le emozioni: lo scodinzolare festoso del nostro cane, la morte di una persona cara. Queste due categorie di ricordi vengono elaborate in parti diverse del nostro encefalo. Nell’ippocampo memorizziamo le password, nella corteccia imprimiamo il primo bacio.”
Per un po' pensavo che sarebbero arrivati i brividi (per esempio legati all'intervista) e invece questi brividi non sono mai davvero arrivati. Mi hanno fatta sorridere le previsioni fatte da Ammaniti sul premier donna:
“Io però spero con tutto il cuore che in Italia, prima o poi, ci sia una donna come premier, cosí il marito scoprirà cosa vuol dire essere… come si dirà? First gentleman. Quest’uomo capirà cosa vuol dire fare la spalla silenziosa. Essere sempre gentili, belli ed eleganti, vivere nell’ansia di dire cose inappropriate o sconvenienti, in definitiva capirà cosa significa essere la moglie di un marito troppo ingombrante –.”
Alla fine Maria Cristina uscirà allo scoperto “Del resto, dicono che sono frivola. Ora basta, però. È stato bello, ma è sufficiente cosí. Maria Cristina ha dimenticato di essere in diretta nazionale. Quel diavolo di Nicola Sarti le ha regalato il coraggio.”
Ritroverà il senso della sua vita intima e sarà finalmente vita piena.
Ho dato ⭐⭐⭐ solo perché ad Ammaniti voglio bene, in generale, e poi perché lo stile del romanzo ha un suo perché, indubbiamente sa scrivere, e bene.
Ma la valutazione corretta sarebbe 2. La storia narrata è insipida, banalissima, per utilizzare qualche eufemismo. Leggevo, andavo avanti spedita, mi dicevo adesso arriva la vera storia...e non potevo credere di leggere tanta insipienza in un autore che ho stimato nei romanzi precedenti, i primi, a dire il vero.
“Tutto passa. Le cose, pure le peggiori, si superano e prendono il posto che meritano nel nostro passato.”
I retroscena e i fallimenti della politica e del potere, la giovinezza e la bellezza, la doppia vita a cui ci costringono i social media Ammaniti sviscera tutto questo attraverso il personaggio di Maria Cristina Palma, moglie del premier Domenico Mascagni e considerata la donna più bella del mondo.
Oltre ad essere ricca,invidiata e famosa Maria Cristina è, almeno nella prima metà del libro, anche insopportabile e frustrante nella sua passività.
Suo marito e l’assistente gestiscono la sua agenda quotidiana, mentre il social media manager Bruco, si occupa della sua presenza online: un basso profilo ma istituzionale, scelto dopo che su Maria Cristina si era riversato l’odio di un’umanità inferocita.
Nonostante alcuni passaggi surreali e grotteschi (Maria Cristina che rimane bloccata in una canna fumaria per recuperare il telefono. Maria Cristina che scappa dal salone del parrucchiere con la tinta in testa ), Ammaniti è riuscito con sarcasmo e ironia a creare un personaggio femminile a suo modo interessante e stratificato.
La protagonista è la donna altezzosa che non si sente abbastanza intelligente né divertente È la moglie di un uomo ingombrante, costretta ad annuire a mettersi in posa, che alla fine ha perso di vista sé stessa e sua figlia Irene Vive nel terrore di essere maltrattata e insultata sui social Dietro l’apparente superficialità patinata, Maria Cristina porta con sé il trauma della morte del fratello e del primo marito, e la consapevolezza ora di essere più un trofeo che una moglie.
“Maria Cristina Palma è un vaso vuoto riempito di nulla, un mezzuccio patetico per guadagnare consenso.”
Due sono i fili conduttori de La vita intima: l'intervista televisiva che la donna sta pensando di rilasciare alla temuta giornalista Reitner e il ricatto legato a un video compromettente di tanto tempo fa L'autore intreccia entrambi in una tragicommedia che diventa uno specchio e che costringerà suo malgrado la protagonista ad uscire dal suo guscio e agire, dribblando manie, fragilità e angosce
Maria Cristina, adorata ma anche vituperata, forse non è poi così lontana da tutti noi. E come tutti noi, nei nostri errori nelle cadute e negli sforzi, cerca solo di essere capita e possibilmente, perdonata
La vita intima è uno di quei romanzi che non avrei terminato se non fosse stato per la versione Audible. Grazie a Lorenza Indovina la cui voce ed interpretazione mi hanno permesso di non arrendermi davanti ai momenti meno convincenti della trama
Settimana scorsa, febbraio 2023, è comparsa una scritta su un muro della mia città: "Mario Monti rovina dell'Italia" (parafrasando). Al netto del concetto espresso, la sensazione che mi ha lasciato addosso questo anacronistico graffito amatoriale è stata quella del viaggio indietro nel tempo più deludente della storia. Con "La vita intima" ho provato una percezione simile.
Partiamo dalle certezze: questo romanzo è scritto molto bene. Ammaniti non è compiaciuto della sua abilità, perciò non sbrodola mai, ma delinea con precisione e maestria ogni frase; non c'è troppo né troppo poco, e quello che c'è sembra suonare. L'unico aspetto che a me non convince è la gestione del narratore, con le sue incursioni gratuite, di cui non ho affatto compreso il senso.
Per quanto riguarda il contenuto, sicuramente scorrevole, ma privo di una vera sostanza: è soltanto intrattenimento, neanche particolarmente brillante (non che ci sia niente di male, per carità, però mi è sembrato tutto particolarmente vuoto). Non è così comico, anche se credo che l'intento fosse quello, più che altro perché fa una feroce satira sociale, con almeno 5 anni di ritardo: la Roma politica che delinea è già stata ben rappresentata da molti altri autori/registi/comici, senza essere, come in questo caso, fuori tempo massimo (Giacomo papi, con la vicenda tirata all'estremo de "Il censimento dei radical chic", nel 2019, ha trovato un espediente, peraltro, molto più originale, o anche i vari film del filone de "La grande bellezza", senza contare la satira televisiva e sui social; "Cartoni morti" > Ammaniti, prove me wrong). Nel contesto, secondo me, non funzionano i personaggi di cui vuole fare una parodia, perché sono esattamente identici ai corrispettivi reali: per fare una caricatura non basta cambiare qualche lettera del cognome e bon, come ad esempio Mariella Reitner, che è esattamente Lilli Gruber, e così per tutti gli altri, dal secondario parrucchiere cociaro delle star, al Capo del Governo, comprimario, versione quasi identica di Conte. "La vita intima" è un romanzo che gira principalmente attorno alle personalità, alle relazioni che si instaurano ed ai dialoghi, più che attorno ad eventi che concretamente accadono, quindi la debolezza dei soggetti può diventare un bel problema.
Poi, c'è la questione Maria Cristina; l'idea centrale della rappresentazione potrebbe essere molto valida: è un personaggio senza carattere, passivo e demotivato, non ha interessi o passioni, non è intelligente. E va benissimo, meno male che nei libri compaiono anche individui, soprattutto femminili, che non siano eroi speciali unici nell'universo. Però, la protagonista manca proprio di anima, inteso proprio come il soffio vitale che fa iniziare Pinocchio a muoversi: lei non balla senza fili. Anche lo sguardo maschile, filtro di ogni scena (nonostante il punto di vista dovesse essere, ipotizzo, di una donna), avrebbe potuto avere un suo senso, dato che la signora Palma, in Mascagni, ha trascorso tutta la sua esistenza a osservarsi attraverso gli occhi degli uomini che la circondavano, senza avere una forza sufficiente da sfrancarsi. Tuttavia, le sovrastrutture nelle quali Maria Cristina perde sé stessa incastrano forse anche l'autore: sembra che Ammaniti non riesca mai veramente a liberarsi da questi stereotipi, lasciandola sempre un po' bidimensionale.
È la regia occulta e glamour del super io freudiano che la dirige anche quando, disperata in un bosco, cerca di trasformarsi in un anacoreta e che le rammenta di restare composta e strizzare le chiappe per gli spettatori invisibili che assistono allo svolgersi del suo arco vitale. Maria Cristina è solo l’attrice della sua esistenza, nel teatrino della sua mente interpreta tutti i ruoli.
Il finale contribuisce alla mia delusione: non che fosse necessario terminare con il botto, anche se magari aumentare il ritmo avrebbe potuto dare una svolta alla vicenda, ma trovo controintuitivo lasciar andare piano piano la tensione proprio sul più bello. Il momento che avrebbe dovuto essere topico e che viene preparato lungo tutto il romanzo è completamente smorzato, e il finale langue. Le scene post-credit, poi, hanno peggiorato il contesto, a mio gusto.
Dopo tanto tempo riprendo a leggere un libro di Ammaniti. Che dire: interessante il personaggio della protagonista e di tutta la galassia politica che le gira attorno. Migliore degli ultimi che avevo letto e che mi avevano infastidito. Però non lo stesso Ammaniti che raccontava di bambini e adolescenti disagiati. Lì era bravo davvero. Qui tre stelle, ma più in là non vado.
5.2023 Nicolò Ammaniti - La Vita Intima Suppongo che questo sarà il romanzo più recensito dell'anno,per cui sorvolo sulla trama per andare dritta alle opinioni, se non addirittura alle emozioni,visto che ho spento la luce all'ultima pagina e all'una di notte, coincidenza che non capitava da un bel po'. Ed è da stamattina che penso che, a farla breve, alla mia età - che è quella in cui puoi permetterti di non arrivare in fondo a quello che non ti piace - le letture si dividono in quelle che concludi per sapere come andrà a finire e quelle che, invece, vorresti non finissero mai. Quelle in cui il piacere di leggere va oltre tutto il resto, in cui i periodi si succhiano come caramelle al miele e che ti concedonk il lusso di tornare indietro, per riassaporare descrizioni, situazioni, emozioni, a dispetto di una storia che pure reclama di andare avanti, avvincente e coinvolgente com'è. La Vita Intima di Ammaniti sta in questa categoria e ci sta pure comodo, visto che dalle mie parti, ultimamente, è quasi vuota. L'occhio critico registra qualcosa che non va (la delusione per la banalità del finale su tutte), ma è niente in confronto all'aver risvegliato quella passione per la lettura che credevo addormentata, sotto cumuli di "capolavori" pronti a scivolare via dalla memoria, poco dopo la parola fine. Io non lo so se questo romanzo sarà il più bello del 2023, come è stato detto: voglio essere ottimista e fare le mie classifiche alla fine. Quello che so, per certo, è che Ammaniti è tornato, in tutto il suo splendore. E Dio sa quanto ne avessimo bisogno. Consigliatissimo
Doamne...sunt fiartă pe Ammaniti 🥰...și nu înțeleg cum de nu l-am citit mai devreme 🤷🏻♀️🤦🏻♀️.
Maria Cristina Palma este cea mai frumoasă femeie de pe pământ (conform unui sondaj de opinie din Italia), mama unei fetițe de zece ani și soția premierului în exercițiu. Duce o viață privilegiată, cu petreceri și fotografii perfecte, dar totul se năruie ca un turn de cărți de joc, atunci când în viața Mariei Cristina se strecoară o iubire din tinerețe alături de un filmuleț deocheat. Incidentul are puterea de a șterge traseul existențial al Mariei Cristina bine marcat de alții, lăsând-o fără repere interioare sau vreun manual de ghidare în noua realitate impusă femeii.
Demult nu am mai citit o carte atât de fluidă, intriga mustind cinematografic intimitatea unei femei trecute de prima tinerețe, înfășurată până la sufocare de o societate etanș, lipsită aparent de evacuări de urgență. Această poveste trasează exact angoasa care poate asfixia pe oricine atunci când nu se permite să fii tu însuți, ci doar ceea ce alții doresc.
Dinamica socială a personajelor este creionată cu un realism absolut, devoalând meschinăriile și cavitățile întunecate ale indivizilor presupuși importanți pentru Maria Cristina. Ammaniti își provoacă voit cititorul de a se sustrage întunecimii interioare generatoare de tristețe și de a realiza că starea de biniște este o opțiune verosimilă, alternativă care este adoptată la finalul cărții de către Maria Cristina.
"Frica încetează acolo unde începe adevărul."
"- Nu vreau decât să găsesc puțină liniște. - Trebuie s-o găsești pe cea potrivită pentru tine. Fiecare o are pe a lui."
"Totul trece. Chiar și lucrurile cele mai rele, care ocupă apoi locul pe care-l merită în trecutul nostru."
Dan schrijf ik mijn bedenkingen neer, hiér, voor mezelf en voor wie het (eventueel) interesseert.
Pas daarna lees ik (eventueel) wat anderen ervan denken.
In dit geval zal dat nodig zijn.
Deze roman is er namelijk een die je/mij achterlaat met meer vragen dan antwoorden.
Zoals: wàt wil Ammaniti hier vertellen?
Wist hij op voorhand waar naartoe?
En wat doet die teen er in godsnaam toe?
De teen behoort toe aan Marie Christina, de echtgenote van de Italiaanse premier, tevens de mooiste vrouw van de wereld, die worstelt met haar zelfbeeld en algehele zijn.
Het ene ogenblik zet de auteur ze neer als tragische heldin, het volgende moment is ze een ruggengraatloze schim. Complex, dat zeker, maar niet altijd even consequent.
Het maakt het (nodeloos) moeilijk om haar te omarmen. Teveel details - haar borsten bijvoorbeeld, 100% vals - zitten dat in de weg.
En dat is niet alles dat wringt.
Waar Ammaniti’s boeken in het verleden vaak schreeuwden om verfilmd te worden, lijkt dit boek geschreven met de verfilming al in gedachten. Dat resulteert iets te vaak in scènes die weliswaar beeldrijk, maar in de flow eerder overbodig lijken, met de schoorsteenveegsequentie als hoogte/dieptepunt.
En is die Belgische minister die pizza komt eten écht alleen maar nodig als madeleinekoekje dat een (overbodig) misbruikverhaal triggert?
Ik vrees het wel.
Allemaal niet erg, mochten deze typische Ammaniti-capriolen naar een overweldigende plot toewerken, maar ook dié laat je - Cleopatra nog aan toe! - met vele vragen achter.
Hace poco fue el día de la Mujer, y este libro bien puede ser uno de esos para habar de una gran protagonista. María Cristina se ve obligada por la gran sociedad a tener que esforzarse el doble para demostrar que vale tanto como los hombres. María Cristina es la esposa del Primer Ministro, asique es “prisionera” de este rol, de su belleza, se encuentra rodeade de gente que le dice como tiene que vestirse o peinarse, que debe decir y que debe hacer. Vive a la sombre de su marido, y vive insegura, con miles de complejos y delirios. Por casualidad, se encuentra con un amigo, un amigo que conserva un video sexual de ambos . En este momento cuando la vida de María, lleva a un punto de inflexión y tendrá que tomar sus propias decisiones. Es un libro con una trama sencilla pero diferente que a mi me ha mantenido enganchada, una historia feminista pero a la vez misógina, que contiene todos esos procesos mentales que nos hacen vivir, equivocarnos, volver a equivocarnos, cambiar…
Non sono mai stata una grande amante di Ammaniti però ho deciso di dare una possibilità a questo libro perché era la lettura scelta del book club che seguo. Ho trovato “la vita intima” estremamente banale e a tratti noioso. Già dai primi capitoli ho cominciato a provare un senso di irritazione nei confronti dei personaggi e della storia in generale. L’unico personaggio che salvo è Stefania, la parrucchiera. Il libro di per se non è neanche scritto male, ma la storia e i personaggi sono davvero irritanti, piatti e soprattutto stereotipati al massimo. L’ennesimo libro scritto da un uomo che pensa di poter riuscire a spiegare la natura, i sogni, la sensibilità di una donna, ma che alla fine risulta solo in un grande cliché.
Un'altra occasione persa di star zitti e non raccontare le donne come uno stereotipo. Povera la frivola Maria Cristina Palma descritta in tutta la sua banalità.
Un libro ben scritto non sopperisce a una trama banale.
È ben scritto. È scorrevole. Ti porta fino alla fine perché sì, vuoi sapere come va a finire. Ma una donna frivola, bella e stupida raccontata da un uomo, mi fa incazzare.
Certo, non ogni di libro di Ammaniti potrà essere Come Dio comanda o Io non ho paura, ma per me La vita intima è un ottimo libro di Ammaniti: sempre ironico e pungente, a tratti spassoso come solo lo scrittore romano sa essere (la scena del cellulare caduto nella cappa del camino vale da sola il prezzo del libro), e pure in grado di sfociare nelle tinte del drammatico e dell’angoscioso.
Ammaniti inventa e disegna un personaggio (volutamente?) piatto che dentro di sé cela e nasconde un mondo fatto di morte e tristezza, con un vissuto tragico all’apparenza sepolto sotto un cumulo di perfezione: non solo, infatti, Maria Cristina è la donna più bella del mondo costretta a convivere con uno status che non la rende mai libera, ma è anche la moglie del premier ingabbiata in una vita monotona e priva di guizzi.
La vita intima è un romanzo maturo che sfida il lettore a empatizzare con la sua protagonista e lo porta a fare il tifo per lei quando le cose sembrano volgere al peggio: non è facile restare agganciati a quello che le capita, anche perché spesso sfocia nel grottesco, ma se si ha la caparbietà di non lasciarsi andare a (facili) pregiudizi, allora sarà valso il viaggio.
Ci ricorderemo di Maria Cristina Palma? Delle sue ansie, della sua vita vuota, delle sue paure, della sua pochezza? No, credo proprio di no. Ed è un peccato perché l'idea di un libro con protagonista "la moglie di" avrebbe potuto essere molto interessante se l'autore non avesse scelto la facile via del gossip. Ma si sa, quello vende di più.