Anno Domini 476. El Imperio romano está llegando a su fin. Dividido en dos partes y devastado por las invasiones de los bárbaros, son ya pocos los territorios donde se mantiene el dominio de aquel Estado que gobernó el mundo durante tantos siglos. Rómulo Augusto, con trece años, es el emperador de Occidente tras haber sobrevivido a la aniquilación de su familia. El general germánico Wulfila lo hace prisionero y lo lleva a la isla de Capri junto con su preceptor Ambrosino. Sin embargo, no todos se han rendido a las fuerzas bárbaras: un grupo de valientes soldados leales a Roma le rescatan e inician un viaje a través de toda Europa, huyendo de sus enemigos, hasta llegar a los confines del imperio, al territorio de los druidas, Britania, donde encontrarán un destino inesperado.
Valerio Massimo Manfredi is an Italian historian, writer, archaeologist and journalist. He was born in Piumazzo di Castelfranco Emilia, province of Modena and is married to Christine Fedderson Manfredi, who translates his published works from Italian to English. They have two children and live in a small town near Bologna. Valerio Massimo Manfredi defines himself as an "Ancient World Topographer". Since 1978 he spends his time teaching in several European universities, digging ruins in the Mediterranean and in the Middle East, and writing novels. The Professor of Classical Archaeology in the "Luigi Bocconi" University of Milan and a familiar face on European television, he has led scientific expeditions, excavations and explorations in Italy and overseas. In addition to this, he has published a number of scientific articles and essays as well as thirteen novels, including the Alexander trilogy and The Last Legion. Alexander was published in thirty-six languages in fifty-five countries and The Last Legion was sold for a major film production in the USA. The Last Legion film was released in 2007.
La gocé leyendo esta de romanos ambientada en el 476 en la que un legionario de la última legión romana va a rescatar al secuestrado emperador de 13 años, Rómulo Augústulo, de las manos de general germano Wulfila.
Ya lo he dicho en otras reviews, Manfredi me gusta, y esta novela está muy muy divertida. No se cómo va de rigor histórico, una de las cosas que le suelen afear al autor.
Un po' storia, un po' leggenda, questo romanzo unisce gli ultimi giorni dell'Impero Romano d'Occidente - e la conquista da parte degli Eruli e di Odoacre - al mito di re Artù e della spada Excalibur, cosa che non è poi così campata in aria come sembra, solo dal punto di vista storico, certo. Partendo dal fatto che Odoacre risparmiò l'ultimo imperatore, il giovanissimo Romolo Augustolo, mandandolo in esilio in Campania (nel libro - e nel film - si parla di Capri, ma L'Anonimo Valesiano afferma che Odoacre lo abbia esiliato a Napoli nel Castellum Lucullanum, l'antica villa di Lucullo, attuale Castel dell'Ovo) con un vitalizio - dopodiché di lui non si è saputo più niente - Manfredi decide di organizzare per lui un salvataggio da parte dei pochi superstiti di un'ultima legione, la Legio Nova Invicta (creata ad hoc dal padre del piccolo imperatore, Flavio Oreste), di cui fa parte il protagonista effettivo del romanzo, Aureliano Ambrosio Ventidio, detto Aurelio. Questo gruppo eterogeneo attraverserà tutta l'Italia e poi l'Europa per approdare in Britannia, la patria del precettore di Romolo, Meridius Ambrosinus (poi conosciuto come Merlino), un britannico che vede nel suo pupillo colui che compirà la profezia, quella di un giovane sovrano che verrà dall'altra parte del mare e porterà la pace in Britannia, con la spada appartenuta a Giulio Cesare, forgiata dai calibi, Caliburn. Rileggo questo romanzo dopo aver visto il film del 2007, voluto fortemente da Raffaella De Laurentiis, figlia di Dino, anche se non ho compreso perché mai affiancare a Colin Firth una coprotagonista femminile straniera, Mira, interpretata da Aishwarya Rai (che tra l'altro è stata Lalita-Elizabeth in Matrimoni e pregiudizi - Bride and Prejudice, la versione Bollywood di Orgoglio e pregiudizio), piuttosto che mettergli accanto una italianissima Livia. Sembra quasi un dispettuccio geloso di una fan dell'attore inglese, visto che all'epoca Colin Firth era da poco sposato con l'italiana Livia Giuggioli. Per giunta, il personaggio di Livia Prisca nel libro è molto interessante, perché fa numerosi riferimenti alla conquista di Aquileia da parte degli unni e alla sua evacuazione, in seguito alla quale gli abitanti si insediarono nella Laguna, con la nascita di una città destinata a diventare grandissima, ovvero una Venezia agli albori. Pertanto è storicamente molto più credibile di Mira, una giovane mercenaria indiana versata nelle arti marziali che sembra un autentico pesce fuor d'acqua in questo contesto. Il film cambia anche altri episodi del romanzo, privilegiando il periodo che la piccola compagnia che accompagna l'ultimo imperatore romano d'Occidente trascorre in Britannia, mentre nel libro la situazione riguarda solo l'ultimo quarto del libro; e anche Ben Kingsley come Ambrosinus è un po' fuori ruolo con le sue caratteristiche etniche, per quanto sia un personaggio molto carismatico, come si addice a Merlino.
I romanzi di Manfredi mi piacciono, permettono al profano di vivere e conoscere alcuni angoli della nostra storia, a me poco importa che si faccia magari l'eccezione che potrebbe essere fantasia (che ne sappiamo di quanta verità ci sia nella storia ufficiale), l'importante è potersi immaginare modi di vivere, mentalità e culture del nostro passato (nostro intendo quello italiano), spesso leggiamo, e mi viene in mente Wilbur Smith, che ci immerge in un mondo estremamente fantastico e fuori dai nostri luoghi. Alcuni passaggi di questo romanzo mi hanno fatto immaginare e capire certi collocamenti dei paesi della Carnia (Friuli) e delle loro Pievi (che è certo che fossero precedentemente postazioni celtiche e poi romane), Manfredi ci fa scoprire la nostra storia volando con la fantasia e ciò gli fa grande merito, ci rende più colti divertendoci, se fosse stato un saggione pieno di citazioni non lo avrebbero letto in massa, fatto così può accendere interessi e desideri di approfondire svariate tematiche, un grande complimento a chi si eleva dai saggi e articoli di nicchia e parla un po' a tutti con un bel linguaggio. Un grazie a Manfredi.
So much better than the movie! I really liked reading this book. It took some time to get into it because I was a little confused about the start due to seeing the movie before I read the book. However, not too long into the story it picked up and I found myself captivated by the characters and rooting for them all the way through. Luckily, because it was so different from the movie, I didn’t know exactly what was going to happen and who would live or die. It’s an interesting take on the Arthurian legend and so well-written. I found it hard to put down!
Very enjoyable read. My first Roman genre for a while. This one set at the end of the Empire. I remember the film version but think it was loosely based on the book.
Story of a Roman soldier from the Last Legion rescuing the last Roman emperor- a young boy. Together with a bunch of interesting characters. The story also links the Arthurian legend - Merlin, the sword etc. I will look out for the Author who had a good writing style. The story ended relatively quickly in the last pages. One you wanted to go on and for a book 2.
There are things I really liked about the book and things I didn't. What I WILL say for potential readers is that the film they made from it bears virtually no resemblance to the book, so you can be happy about that before reading.
The characters are quite well-defined and the heroes likeable. The fact that the story is set at the end of the western Empire gives it a fresh interest for me. There are fewer stories of the era than the high principate.
I feel that the plot, as it unravels, is often too far-fetched to believe and the book borders more on fantasy than historical fiction.
For a late-Roman read I'd go more with Wallace Breem's Eagle in the Snow, or Gordon Doherty's Legionary
-Más ficción que historia, más aventurillas que eventos.-
Género. Novela histórica.
Lo que nos cuenta. Un anciano druida echa la vista atrás y recuerda otros tiempos, cuando la Antigua Roma se hundía sin remedio y en el trono del Imperio moribundo se encuentra un niño de trece años que no es más que la extensión de la voluntad de su padre, pero los bárbaros están por todas partes y capturan al joven dirigente y sólo un pequeño grupo de legionarios puede intentar cambiar la situación.
I absolutely loved this book!!! This is the prequel to the King Arthur legend. It tells of how Arthur's father was originally Ceasar Romulus Augustus, who was desposed when rival barbarian chief Odoacer killed his parents. Romulus' tutor, Ambrosius (otherwise known as Merlyn!) kept him safe with the help of a band of misfit Roman legionaires (since there were no more Roman Legions, these legionaires wanted to help the young Ceasar to keep his life). They go through many trials and tribulations, and are hunted incessantly by Wulfila, a hired mercenary of Odoacer, who plans to kill Romulus and take his revenge on Aurelius, Romulus' main protector.
This story fully ties together the Celtic and Roman inspirations of the King Arthur legend, as well as gives the reader much action, adventure, and even a little romance. This book is well-worth the read!
The book that got me hooked on historical novels. I really admire Manfredi's writing, especially knowing that he has extensive expertise in ancient history. Further reading his books, this author made me want to become his epigone by writing my own ancient history themed novel.
Un libro más interesante de lo que creía, con grandes personajes que te llegan y una aventura que atraviesa todo lo que era un increíble imperio. Hacía mucho que no leía una novela historica y la verdad, no estoy para nada decepcionada.
There aren't many books that I'll stop reading. I hate that feeling of a lack of accomplishment. But honestly, there are too many good, fun and/or interesting books to read rather than slogging through some simply unacceptable writing.
Manfredi's "The Last Legion" has a pretty solid story - in broad strokes it paints a picture of the very last days of the Western Roman Empire, the kidnapping of the Last Emperor - Romulus Agustus, and his rescue. I can't tell you more of the plot because I couldn't finish the book.
I got almost halfway through and came upon this gem: Romulus Augustus to Livia (one of his saviors), discussing the strong silent hero: Are you Aurelius's girlfriend? Livia: No, I'm not RA: Would you like to be? Livia: I don't think it concerns you.
Really? RA sounds like a 5 year old whose parents have recently gone through a divorce and mommy is now starting to date...
Romulus's character ranges from strong-budding-emperor, to mentally challenged half-wit, to brooding insolent teenager. It was all over the place.
It occurred to me, as it did to another reviewer, that the problem may simply be the translation. If that's the case, then the translation needs a decent edit. I've not read any of Manfredi's other work, but it's wildly popular. If it's not the translation, then no need for me to add his Alexander series to my Wishlist.
If you're looking for a fun Roman Military read, go with Scarrow's Eagle series, or Michael Curtis Ford's "The Fall of Rome" which addresses the same time period and ends with the fall of Romulus Augustus. If you want something deeper that touches on the end of the Empire, go with Breem's "Eagle in the Snow".
Analisi grammaticale: Direi buona, anche se non eccelsa quanto il mio nome è nessuno. Ho notato nel romanzo solo un errore di un tempo verbale. Non amo molto il narratore onnisciente e all'inizio si è un po' spazzati, ma si fa presto l'abitudine. Ambientazione: L’Italia da Capri a Ravenna, fino all'attraversamento delle Alpi e arrivo in Britannia. A mio avviso, Manfredi è un maestro nel descrivere le strade romane, i luoghi di posta per la sosta dei cavalli, le valli e le campagne dell’Italia di fine impero. Amo anche le sue descrizioni delle battaglie tra i soldati romani e i barbari. Personaggi molto ben descritti sono: Aurelio e la sua lealtà, amore e desiderio di libertà. Cerca in tutti i modi di proteggere l’ultimo baluardo di Roma, con la sua cultura, arte e bellezza proteggendo Romolo. Livia Prisca con il suo amore non molto celato verso il soldato Aurelio, che non ricorda il suo passato, è la mia preferita. Una donna forte, combattiva, che non si lascia scoraggiare da nulla e da nessuno. Ambrosine, il precettore di Romolo. In realtà si scopre essere un druido britanno giunto in italia anni prima per richiedere aiuto al vecchio imperatore. Un uomo astuto, intelligentissimo e ricco di risorse. Molte volte nel romanzo il gruppetto riesce a sfuggire dalle grinfie del persecutore grazie a lui e alla forza dei soldati romani. Wulfila, il generale barbaro al soldo di Odoacre che deve scovare Romolo Augusto e imprigionarlo in Italia e uccidere i suoi sostenitori. Giudizio personale: bel libro. Manfredi ha avuto una buona idea nel creare sia la figura di Ambrosine sia di far fuggire Romolo Augusto in Britannia. Da leggere, lo consiglio!
De las mejores novelas de ficción histórica que he leído. Aunque hayan pasado más de 10 años sigo acordándome de escenas o detalles. Totalmente recomendable.
This is the first book I've read that was originally published in a different language, translated into English for this edition. Therefore I'm no expert when it comes to publishing what counts as a foreign language version, I still believe one of the basic requirements is that you employ a translator who actually speaks the secondary language fluently, not just give your new wife preferential treatment.
At first, you naturally blame yourself for being common and not posh enough to know certain English words but then as it happens again and again you realise that the supposed translator is just making a wild stab at the words he or she wants. If they're not completely mixing words up - such as drowsed instead of dozed, escaped instead of evaded - they're just plain making words up. Among the ones I found in the first chapter alone were relict - presumably an attempt at the word derelict, and hie which I haven't a clue what word it's meant to be. Add into that the fact that the story feels very much more than individual strands stitched together rather than one weaving story taking you on a magical carpet ride, thanks again to the ropey translation.
This is all before you even get to any quibbles with the story. With a situation as unique as state of the Western Roman Empire in the fifth century CE, it would have been wise to include at least some kind of background history or an idea of what the build up to the events in the book were. As it is, Flavius Orestes' own colubrine rise to power is not mentioned nor is the fact that the Western Emperor, Nepos, is actually still alive and in another province... All elements which could have formed a really good story in and of itself. Oreste's involvement in this book stretches little further than holding a dinner party before his villa is invaded and he is killed in defence of his home. In reality, Orestes actually scraped together an army and met Odoacer in the field of battle before his side lost and he was executed. But then what's the truth when it comes to a bit of historical fiction, especially one which, to all intents & purposes, seems to have been written for a Hollywood movie.
This actually had the making of what could have been a good story, if distinctly middling. The remarkably poor amateurish translation work not only ruins any headway you try to make with the story but actually begins to grate and prevents you immersing yourself in it.
Next time you decide to have your books translated into English, Signor Manfredi, do the wise thing and either ditch the preferential treatment you've shown your wife & get someone who is actually fluent in English to translate it, or at the very least get someone to proof read the final draft.
this book. this book fucked me up. why don't people read this, again? it had everything you could possibly wish for: roman culture, mostly accurate historical background, psychological conflict, amazing character development, inspiring quotes who make you re-think your existence, consistent plot, bamf female characters, tear-jerking love story, sword fights, cultural conflicts and last, but not least, that writing style, you know which one, the one making readers eat the goddamn pages and cry at the end. it was one of my reading highlights of this year. it changed me somewhat. it made me more optimistic, it gave me hope that, no matter what, the world (Rome, if I am to quote the book), is not represented by one people or by one race; "Rome is an ideal. And ideals may never die." Please, just go ahead and do yourself a favour and read this book. You're not going to be sorry.
La Última Legión, de Valerio Massimo Manfredi fue la primera novela histórica que me leí. "Una de romanos", como se diría en términos cinematográficos, que me dejó cautivado.
La novela está cargada de acción y persigue la aventura por encima de todo.
El contexto histórico es circunstancial ya que lo que verdaderamente interesa de la novela es la acción y lo que les ocurre a los personajes.
La lectura es sencilla y adictiva, lo cual lo convierte en un libro que devorarás rápidamente.
Si no te gustan los libros de historia, no te preocupes, ya que esto es ficción histórica. Nadie viene a darte clases de nada, sino a que disfrutes de la gesta de un grupo de legionarios.
Años más tarde (2007) sacaron una película basada en la novela. Ésta, pese a ser entretenida, dista mucho de la calidad del libro.
Esta vez me tomó 19½ horas. (Lo leí en sotto voce, haciendo voces diferentes para los personajes)
Debo decir que es un libro bastante fácil de leer (especialmente si acabas de leer el Silmarillion haha) Ayuda mucho que sean lugares reales y no ficticios. Así te concentras mas en la trama que en dónde están.
No voy a negar que tiene unas dos que tres pasadas bien Conveniently-Cringy que me hicieron rodar los ojos...
Así, también tuvo otras bien emocionantes, que hasta se agüitan los ojos, sobretodo acercándome al final.
Pero el epílogo es lo mejor! Especialmente, si eres de Slytherin.
⭐️⭐️⭐️⭐️ Un piacevole e scorrevole romanzo storico ambientato nella tarda antichità, che fornisce qualche sprazzo di Storia sullo sfondo storico dell'anno 476 d.C. La miscela fra storia, leggenda e avventura si legge con piacere. Il punto di vista ("lealista" e in parte ancora pagano) romano sulla lunga fase di trasformazione dell'impero verso l'alto medioevo offre spunti interessanti, nonostante sia la visione più nota sul crollo dell'impero d'Occidente e sul significato ancora attuale di "barbaro", ma le osservazioni più interessanti sulle scelte dell'autore e sul periodo trattato sono quelle proposte nella nota dell'autore.
Gostei bastante, como é aliás normal em romances históricos de Valerio Massimo Manfredi! A mistura entre factos históricos e fantasia é muito bem conseguida!
E o livro é sem dúvida nenhuma bem melhor que o filme!!
Tra i più famosi e i più riusciti di Manfredi. Personaggi ben delineati, le contrapposizioni fra di loro tengono col fiato sospetto. Elementi storici che si fondono perfettamente con elementi fantasy con il risultato di tenerti con il naso incollato alle pagine
The story, the setting and the ending are 4 stars for me, the writing is probably 3. But I'm happy to be generous with a good book if it captures my imagination
mi nota es un 7/10 La última legión es una novela histórica que me sorprendió gratamente por su capacidad de mezclar hechos históricos con una narrativa aventurera y ágil. Valerio Massimo Manfredi, conocido por su capacidad de traer a la vida épocas pasadas, nos transporta al colapso del Imperio Romano en el año 476 d.C., justo cuando el último emperador, Rómulo Augústulo, cae prisionero.
Lo que más me atrajo del libro es la habilidad de Valerio Massimo Manfredi para captar el ambiente de una Roma en decadencia y a la vez crear personajes entrañables que se embarcan en una aventura épica. La trama sigue a un pequeño grupo de legionarios que, fieles a su emperador niño, emprenden un peligroso viaje para rescatarlo y restaurar el imperio. Este grupo se siente como una versión romana de los clásicos "héroes de equipo", donde cada personaje tiene sus propias fortalezas y debilidades.
La forma en que la novela fusiona lo histórico con lo legendario es uno de sus grandes aciertos. Si bien la historia tiene un pie firme en los hechos, también da lugar a interpretaciones más románticas y míticas de la caída de Roma, lo cual añade un elemento de aventura muy entretenido. Además, la insinuación sobre la conexión entre Roma y la futura leyenda del Rey Arturo le da un giro inesperado, que disfruté mucho.
En cuanto al ritmo, Valerio Massimo Manfredi sabe cómo mantener la atención del lector con capítulos llenos de acción, pero también con momentos más reflexivos sobre la lealtad, el honor y la lucha por sobrevivir en un mundo en ruinas. Aunque en algunos momentos la trama puede sentirse un poco predecible, el estilo narrativo del autor es lo suficientemente dinámico para mantener el interés.
En resumen, La última legión es una novela ideal para quienes disfrutan de la historia antigua, las aventuras épicas y las novelas con una pizca de mitología. Aunque no sea una obra profundamente histórica en cada detalle, Valerio Massimo Manfredi sabe cómo contar una buena historia, y eso es lo que me dejó más satisfecho al final.
Stranamente questo è uno di quei casi in cui il film è centomila volte meglio del libro. Sono 448 pagine che nessuno mi restituirà più, sprecate per un libro non brutto ma assolutamente noioso e scritto male.
Partiamo dall'inizio. Siamo alla fine dell'Impero romano, i barbari hanno praticamente il possesso della penisola, poiché sono loro a fornire le forze militari, ma nominalmente l'imperatore è quel ragazzetto viziato di Romolo Augustolo. Se all'inizio avevo compassione di lui, perchè poverino non l'aveva chiesto lui di ricoprire quella posizione, dopo un po' ogni sentimento di questo genere verso di lui è svanito completamente perchè è insoffribile, oltre che noioso da morire. Ma questo è un tratto comune a tutti i personaggi visto che non ce n'è uno che abbia un briciolo di personalità. La situazione, come già accennato, non è delle più tranquilla e la Nona Invicta (hahah! Che ironia -.-) viene sconfitta da barbari e solo pochissimi si salvano. Aurelio è tra questi e cerca di avvisare il padre di Romolo, che però viene ammazzato dai suoi alleati barbari (ma che sorpresa!) perchè secondo loro non è stato ai patti. Seguono varie avventure di cui francamente non mi ricordo essendo emozionanti come un cetriolo e si arriva a Capri, dove Romolo e il suo maestro sono imprigionati e dove vengono salvati in fretta dopo che oh là là si ritrova la spada di Giulio Cesare. Perché Augustolo è il legittimo erede, ovviamente, altrimenti col piffero che una spada del genere si sarebbe mostrata a lui. Altre avventure in giro per la penisola e finalmente si arriva in Britannia, dove viene ricostruita la legione e viene sconfitto quel povero cristo di Wulfia a cui va sempre tutto male.
Il difetto di questo libro è che è carta sprecata. Non entusiasma, non scandalizza, annoia solamente e tutto (eventi storici, avventure, personaggi, ecc) è buttato lì. La storia d'"amore" tra Livia Prisca e il legionario è terrificante, sembra sbocciare da non si sa dove e i sentimenti sono inesistenti, non si capisce perchè i due dovrebbero amarsi. Inoltre il "misterioso" passato di Aurelio è stato inventato apposta per dare un'aurea di mistero al personaggio e per salvare capre e cavoli. Sul serio, 'sto qui non si ricorda non si sa quanti anni del suo passato e non ci ha mai pensato prima di incontrare Livia Prisca? Davvero? Io sarei preoccupata se mi accorgessi che non so cosa ho fatto cinque anni fa. Poi la super rivelazione finale che serve a scusare il povero piccino che altrimenti si sarebbe incolpato a morte per la sua scelta è stato l'espediente più imbarazzante di sempre.
Il libro poteva risultare interessante se fosse stato più corto di trecento pagine, se ci fossero state meno avventure inutili con conseguenti descrizioni, e se ci fosse stato un approfondimento psicologico dei personaggi, senza tagliare né inventare cose all'improvviso. Non credo che leggerò nulla dell'autore perchè, a quanto pare, becco sempre i suoi peggiori e non ho nessuna voglia di continuare a fissare le pagine sperando che finisca tutto in fretta.
manfredi's Alexandrian trilogy will remain for the rest of my days worthy of admiration and a magnificent bounty of inspiration and adventure. Perhaps its unfair to judge those tomes, individually or collectively, against Legion, yet I must. for a writer must be judged on not solely what he can produce but also his capabilities... manfredi had set the bar so much higher than this book reaches, with his other offerings, that its surely either laziness or the first strong signs of a descent into dementia to find such abject failure attached to his name.
only a child could enjoy and endure the impossible providence of the heroes. chapter after chapter reveals miraculous escape from the jaws of defeat and demise. with the finale confirming everything wrong about the book. the most fierce barbarian of the novelscape bested by a child...
I'd strongly advise delving into Spartan, Tyrant and the aforementioned Alexander series, as forcefully as I'd demand avoiding this stale yarn.