La parabola della casa editrice Archie Comics dagli anni quaranta ai 2000 è una storia di evoluzione e adattamento, riuscendo a trasformarsi per rispondere alle esigenze di diverse generazioni di lettori. Dalla rappresentazione idealizzata della gioventù americana nel personaggio di Archie, passando attraverso ai cambiamenti sociali e culturali, fino al declino degli anni novanta e alla reinvenzione nei primi anni 2000. Nonostante i momenti di crisi, la sua casa editrice ha dimostrato una notevole capacità di reinventarsi abbracciando nuovi generi e formati. Questo percorso ha permesso alla Archie Comics di rimanere rilevante per oltre sette decenni. Archie negli anni quaranta Creato nel 1941 da John L. Goldwater (editore), Vic Bloom (sceneggiatore) e Bob Montana (disegnatore), Archie fece la sua prima apparizione nel dicembre 1941 nel numero 22 di Pep Comics, una serie antologica della M.L.J. Magazines che pubblicava i supereroi The Shield e The Hangman. Nelle intenzioni dell’editore, Archie doveva essere poco più di un riempitivo tra una storia di supereroi e l’altra, ma il tono leggero e umoristico, in evidente contrasto con i seriosi fumetti di supereroi che dominavano il mercato, lo resero fin da subito un prodotto fresco, nuovo e ben identificabile nel panorama dei fumetti americani dell’epoca. La prima storia, intitolata “Introducing Archie”, presentava un adolescente goffo e spensierato coinvolto in situazioni comiche tipiche della adolescenza. Il personaggio principale è Archie Andrews, un adolescente carismatico ma maldestro, sempre diviso tra il desiderio di farsi notare e quello di passare inosservato. Nella prima storia facciamo anche la conoscenza della bionda Betty Cooper, la classica ragazza della porta accanto, dolce e altruista, con una cotta per Archie. Qualche numero dopo arriva sulla scena la mora Veronica Lodge, la ricca e sofisticata figlia di un magnate, che compete con Betty per l’attenzione di Archie. Nasceva così uno dei triangoli amorosi più memorabili della storia dal fumetto. Nel 1942, il successo delle apparizioni di Archie negli albi di Pep Comics portò alla creazione di una serie autonoma, intitolata semplicemente Archie Comics, nome che verrà dato anche all’intera casa editrice. Il fumetto si concentrava su situazioni comiche e sentimentali ispirate alle commedie radiofoniche e ai film di successo dell’epoca, come Andy Hardy con Mickey Rooney. Questo lo rese un prodotto immediatamente riconoscibile nel panorama fumettistico dell’epoca dominato dai supereroi. Archie Comics catturò l’immaginazione degli adolescenti e divenne rapidamente un simbolo della gioventù americana. Negli anni quaranta Archie era uno dei fumetti più venduti negli Stati Uniti. Bob Montana, il primo disegnatore di Archie, sviluppò l’estetica del personaggio e della città di Riverdale, che sarebbero rimasti punti di riferimento per decenni. Il suo stile era pulito, semplice, perfetto per raccontare commedie. Negli anni successivi altri disegnatori contribuirono a perfezionare l’aspetto di Archie, ma lo stile rimase sempre fedele alle radici stabilite da Montana. L’albo di Archie Comics dimostrò che c’era un mercato per fumetti che non fossero di supereroi, aprendo la strada a un nuovo genere. Archie negli anni cinquanta Negli anni cinquanta, Archie Comics consolidò il suo successo e si affermò come una delle pubblicazioni più popolari del periodo. Questa decade fu fondamentale per lo sviluppo del marchio, grazie all’espansione delle storie e alla crescente influenza della cultura giovanile del dopoguerra. Gli anni cinquanta furono un periodo di prosperità economica e di rapidi cambiamenti sociali. La cultura giovanile emerse come fenomeno distintivo con l’arrivo del rock ‘n’ roll, il boom della televisione e l’attenzione ai temi adolescenziali. I fumetti erano ancora uno dei principali mezzi di intrattenimento per bambini e adolescenti, almeno nei primi anni del decennio, e Archie rappresentava un’alternativa leggera e divertente ai fumetti di genere horror che spopolavano. La popolarità dei personaggi di Riverdale aumentò, i temi ruotavano attorno a competizioni scolastiche, amicizie e gag comiche. Furono introdotti nuovi personaggi e sottotrame per ampliare l’universo narrativo: Cheryl Blossom, una ricca ragazza che aggiunse una nuova dinamica alle storie romantiche; Dilton Doiley, il “cervellone” della scuola, portò una dimensione nerd/comica; personaggi come Moose Mason (il forzuto gentile) e Midge Klump (la sua fidanzata) divennero parte integrante del gruppo. Gli anni cinquanta videro una nuova standardizzazione dello stile grafico dei personaggi, grazie a Dan DeCarlo, che definì l’aspetto che sarebbe diventato il marchio di fabbrica di Archie Comics. Il design dei personaggi era vivace e facilmente riconoscibile, con colori brillanti. Le storie divennero più complesse, mantenendo però il tono leggero e comico. Gli intrecci amorosi, le competizioni sportive e i tentativi di Archie di impressionare Veronica o Betty erano al centro della narrazione. Archie Comics, con il suo tono pulito e le storie adatte a tutte le età, risenti meno di altre pubblicazioni dell’entrata in vigore del Comics Code Authority (CCA), l’organo censorio che nel 1954 determinò la scomparsa dei fumetti horror e una gravissima crisi dell’intero settore degli albi a fumetti che non si riprese mai più completamente. Gli anni cinquanta sono considerati l’età d’oro di Archie. Il fumetto incarnava il sogno americano adolescenziale, con i suoi personaggi che vivevano in una cittadina idilliaca e affrontavano problemi relativamente leggeri. Riverdale era un microcosmo della vita americana ideale, senza grandi conflitti, ma pieno di situazioni quotidiane in cui il pubblico poteva identificarsi. I personaggi di Archie Comics iniziarono ad apparire in programmi radiofonici, raggiungendo un pubblico ancora più vasto. Furono prodotti giocattoli, album e altri articoli ispirati ad Archie, cementando il marchio come parte della cultura popolare americana Archie negli anni sessanta Negli anni sessanta, Archie raggiunse l’apice della sua popolarità. Durante questa decade, la casa editrice ampliò il proprio universo narrativo, introdusse nuovi personaggi e affrontò con successo l’evoluzione della cultura giovanile, riflettendo su temi come la musica, la moda e la ribellione tipica dei teenager degli anni sessanta. La musica rock, i Beatles e il movimento hippie ebbero un’enorme influenza sulla cultura e sullo stile di vita. I personaggi di Archie furono adattati per rispecchiare lo stile dei giovani dell’epoca, con vestiti alla moda, capelli più lunghi e riferimenti alle tendenze musicali. Archie Comics comunque continuò a essere un fumetto per famiglie, mantenendo il suo tono spensierato. Nel 1962 fece il suo debutto Sabrina Spellman, la strega adolescente. Il personaggio esordì nel n. 22 dell’albo Archie’s Mad House. Era destinata a non apparire più ma ai lettori piacque moltissimo e perciò fece ritorno qualche numero dopo. Fece poi regolari apparizioni nella serie a fumetti di Archie, per poi arrivare ad avere un albo dedicato, Sabrina, The Teenage Witch, a partire dal 1971. Nel 1963 apparve She’s Josie, una nuova serie di Dan DeCarlo che ha come protagonista un gruppo musicale femminile: Josie and the Pussycats, che entrerà a far parte dell’universo dei personaggi di Archie Comics. La popolarità del fumetto generò nel 1968 una serie televisiva di cartoni animati chiamata The Archie Show (noto anche come The Archies). The Archie Show andava in onda il sabato mattina sulla rete Cbs dal settembre 1968 al 1969. C’erano i personaggi principali della serie, tra cui Archie Andrews, Betty Cooper e Veronica Lodge. Nel 1969, lo spettacolo fu esteso a un’ora e ribattezzato The Archie Comedy Hour, che includeva una mezz’ora con il nuovo personaggio di Sabrina the Teenage Witch, una ragazza alta e slanciata, con i capelli bianchi e le lentiggini. Nel 1970, lo spettacolo divenne Archie’s Funhouse e presentava segmenti live-action. Dopo tre stagioni, The Archie Show smise di essere trasmesso nel 1971. Uno dei fenomeni più importanti degli anni sessanta fu il legame di Archie con la musica. Nell’ambito dell’Archie Show i personaggi di Riverdale formarono una band musicale di bubblegum pop chiamata The Archies. Questa idea fu ispirata dalla popolarità delle band dei Beatles e dei Monkees. La musica del gruppo immaginario fu registrata da alcuni musicisti fra cui Ron Dante, e pubblicata in una serie di singoli e album. Il loro principale successo fu il singolo Sugar Sugar, che nel 1969 arrivò al primo posto della Billboard Hot 100 e vi rimase per quattro settimane. Archie negli anni settanta e ottanta Negli anni settanta, Archie continuò ad adattarsi ai cambiamenti sociali, rimanendo un punto di riferimento per i lettori giovani, ma affrontò anche sfide legate alla competizione nel mercato del fumetto e al mutare dei gusti del pubblico. Questo decennio vide una diversificazione delle storie, esperimenti stilistici e la necessità di mantenere rilevanza in un panorama sociale in evoluzione. Furono un periodo di transizione. Sebbene la casa editrice facesse il possibile per mantenere i lettori e ottenesse successo attraverso spin-off e nuove pubblicazioni, iniziò a sentire il peso della competizione in un mercato dei fumetti sempre più frammentato e vide il numero di copie vendute diminuire da 500mila a 120.000 al mese nel 1979. Negli anni ottanta, sebbene le classiche dinamiche tra Archie, Betty e Veronica rimanessero centrali, le storie iniziarono a includere riferimenti a temi come l’ecologia, la moda e lo stile di vita emergente dei teenager. Per restare al passo con i tempi, alcune storie introdussero riferimenti alla cultura pop degli anni ottanta, come la musica rock, i videogiochi e i primi computer. Nonostante tutto questo risultò impossibile fermare l’emorragia di lettori che portò il numero di copie vendute al mese a 67mila nel 1989. Archie negli anni novanta e duemila Le vendite continuarono a calare per tutti gli anni novanta e la situazione non cambiò con l’ingresso nel nuovo millennio. Nel 2015 Archie ormai vendeva meno di 10mila copie al mese! Ciò portò la casa editrice a intraprendere una significativa trasformazione del marchio, che portò alla sospensione di alcune pubblicazioni classiche per fare spazio a nuove serie e approcci narrativi più moderni. Nel 2015 chiuse la serie principale pubblicata dal 1942. Il numero conclusivo, Archie n. 666, uscì nel giugno 2015 e rappresentò la fine di un’era per il fumetto classico. Subito dopo, la Archie Comics lanciò un nuovo fumetto principale, Archie n. 1, scritto da Mark Waid e disegnato da Fiona Staples. Questa nuova serie introdusse un nuovo stile grafico, più realistico di quello di Dan DeCarlo e trame più mature. Nel 2015, la Archie Comics iniziò a gettare le basi per la serie televisiva Riverdale, che avrebbe debuttato nel 2017 sulla rete CW. La serie tv Riverdale e il fumetto Archie Comics condividono gli stessi personaggi principali, ma si distinguono nettamente per tono, stile e pubblico di riferimento. Mentre i fumetti sono tradizionalmente caratterizzati da storie leggere e umoristiche ambientate nella cittadina immaginaria di Riverdale, la serie tv ha trasformato questo mondo in un dramma più oscuro e complesso, adatto a un pubblico giovane-adulto. Creata da Roberto Aguirre-Sacasa, che è anche Chief Creative Officer della Archie Comics, la serie tv rielabora le tematiche dei fumetti di Archie in chiave mystery e thriller. Riverdale è stata accolta bene dai fan più giovani e ha raggiunto un pubblico globale grazie a Netflix. Navigazione articoli LA SOCIETÀ AMERICANA MESSA IN RIDICOLO DA MAD