Are houses machines for living in?
Prima del 2021, quando è stato introdotto un tetto massimo di 140 milioni di dollari al annuale, la Ferrari era solita giustificare l’enorme investimento legato alla produzione dei componenti necessari ad assemblare due macchine per ogni gara del campionato di Formula Uno – fino a 400 milioni di dollari – citando i benefici che ne derivavano per tutti gli automobilisti. Le sue macchine, che sono in grado di sostenere velocità di 400 km/h per un massimo di 80 minuti, ma altrimenti del tutto inutili per qualsiasi scopo pratico, dipendano da materiali esotici, carburanti ad alte prestazioni, tecniche di progettazione aerodinamica digitale e nuovi sistemi di sospensione che, presumibilmente, potrebbero passare dalle competizioni alla produzione di serie. Amedeo Visconti, responsabile del trasferimento tecnologico della Ferrari, ha suggerito che questo è lo scopo primario della produzione dell’azienda: “La Formula Uno serve come laboratorio di ricerca per sviluppare nuove soluzioni e mostrare al mondo ciò che è possibile”. Se Visconti avesse ragione, Olivetti e Polaroid, con analoghe strategie di investimento, dovrebbero ancora essere le aziende enormemente rispettate di un tempo. In un’annata positiva, Fiat Chrysler costruisce quattro milioni di auto e ha una capitalizzazione di mercato di 30 miliardi di dollari. La Ferrari costruisce solo 8.500 automobili all’anno, più quei due bolidi di Formula Uno che, per dirla schietta, costavano all’azienda fino a 200 milioni di dollari l’uno. Tuttavia, è valutata 39,8 miliardi di dollari, il 25 per cento in più della ben più grande casa madre, e questo suggerisce che i laboratori di ricerca siano davvero preziosi. La possibilità di attirare un simile livello d’investimenti nella ricerca di design ha sempre affascinato il mondo dell’architettura. Già nel 1923, in , Le Corbusier sosteneva che “se le case fossero costruite industrialmente in serie, come i telai delle automobili, si vedrebbero sorgere forme inattese, ma sane e difendibili, e