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Sullo Sciasciario dialettale di Roberto Sottile

Il Sole-24ore, 26 giugno 2022

26/06/2022 19:09 Il Sole 24 Ore Domenica 26 GIUGNO 2022 LETTERATURA Il siciliano Depurato di Leonardo SciasciA Dialetti d’autore. L’idioma usato dallo scrittore di Racalmuto appare stilisticamente alleggerito d’ogni tratto locale. Ma l’esame di Roberto Sottile ha messo in luce aspetti poco noti Lorenzo Tomasin  Sicilia profonda. Un avventore al Bar Vitelli di Savoca (Messina) A un pubblico che autori di grande successo anche commerciale hanno ormai abituato a gradazioni piuttosto alte di sicilianità dell’italiano, la prosa di un Leonardo Sciascia potrebbe sembrare – ed è in effetti, almeno a un primo esame – la meno adatta a far sentire il sapore del dialetto siciliano. Un dialetto che nella maggior parte delle pagine dello scrittore di Racalmuto sembra in pratica assente. L’impressione è largamente fondata, nel senso che ciò che di più profondamente siciliano vi è nelle pagine di Sciascia riguarda soprattutto i fatti e i luoghi narrati, e ancor più la vertiginosa attitudine raziocinante tipica della sua pagina, ma non – ecco – la lingua, che appare complessivamente una delle più nette e neutre della letteratura prodotta in Sicilia, una delle più stilisticamente depurate di ogni tratto locale. Le cose non stanno esattamente così, se uno dei migliori studiosi del dialetto siciliano ha affidato a un elegante volumetto uscito purtroppo poco dopo la sua morte prematura la documentazione relativa a un’inattesa ma anche inequivocabile sicilianità linguistica della scrittura di Sciascia. Partendo soprattutto dalle Parrocchie di Regalpetra, sorta di documentario storico-sociale (e politico) pubblicato nel 1956, ma guardando anche alle altre opere dello stesso autore, Roberto Sottile ha allestito uno Sciasciario dialettale, cioè una raccolta di varie decine di parole siciliane (talvolta dissimulate nell’aspetto, tanto da sembrare insospettabilmente italiane, seppure ignote nel significato al lettore continentale). Esse mostrano come la dimensione dialettale, ovviamente presente nel mondo in cui Sciascia parla e vive, è pronta ad entrare con giudizio anche in ciò che https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&issue=20220626&edition=DOMENICA&startpage=1&displaypages=2 1/3 26/06/2022 19:09 Il Sole 24 Ore egli scrive, assolvendo a una funzione diversa da quella, saporosamente espressiva e sovraccarica, a cui spesso l’hanno adibita altri autori. Quando Sciascia, ritraendo nelle Parrocchie il mondo di Regalpetra/Racalmuto, scrive che «nei campi vicino alle zolfare le spighe non granivano per il fiato dei calcheroni» (nome dei tipici forni per lo zolfo), o quando evoca il « tabuti e carro funebre» predisposti per i poveri; quando parla degli «asini dei vurdunari» e chiosa «(approssimativamente rigattieri)», o quando spiega che i domestici «li chiamavano con parola spagnola criati; ora tende a essere sostituita da carusu, ragazzo», egli ricorre in varie forme e in gradazioni tipiche a parole dialettali che possono passare quasi inosservate (come quei tabuti “casse da morto”) o suscitare la puntuale annotazione dell’autore. Un po’ come succedeva quando Sciascia parlava in pubblico: normalmente in un perfetto italiano, pur venato di un accento inconfondibile come il profumo dei fiori di gelsomino ch’egli amava tenere accanto alla macchina da scrivere quando lavorava. In tutti i casi, queste parole aprono uno spiraglio su un universo – quello linguistico, letterario e culturale siciliano – che il dialettologo Sottile sa raccontare in tutta la sua complessità storica e geografica. Originario delle Madonie, spentosi improvvisamente mentre ancora si dedicava attivamente all’insegnamento e alla ricerca all’Università di Palermo, Roberto Sottile (1970-2021) era un linguista partito studiando mondi lontani (a malnote lingue africane erano stati dedicati i suoi studi giovanili, che lo avevano portato a lunghi e perigliosi viaggi in Etiopia) e poi avvicinatosi progressivamente alla sua Sicilia, al cui Atlante linguistico egli lavorava da molti anni come uno dei collaboratori più attivi. Proprio al territorio di confine tra il siciliano e l’italiano erano dedicate alcune delle ricerche più recenti di Sottile: è il territorio in cui si situa, di fatto, anche la scrittura di Sciascia, nella quale l’elemento siciliano risponde di solito a un’esigenza di precisione documentaria, di inevitabile puntualizzazione, oppure di chiosa estemporanea. Uno degl’insiemi più tipici delle parole siciliane raccolte e commentate da Sottile riguarda il lessico degli emigranti: sono parole inglesi – anzi americane – adattate al siciliano, e perciò sbarcate sull’isola attraverso il linguaggio misto e rappezzato di chi va e viene dall’America. Sono parole che abbondano, ovviamente, ne Gli zii di Sicilia e in particolare ne La Zia d’America che di fatto s’incentra sul rapporto tra Sicilia e America nella doppia chiave dell’emigrazione e dell’incontro con gli americani durante l’ultima fase della guerra mondiale: orràit, cioè all right, sciaràp per shut up, scioppa per shop. Siamo ai limiti della compostezza assoluta della pagina di Sciascia, in un territorio di confine aperto dall’incontro – di fatto – di tre lingue, italiano inglese e siciliano. Leggere le pagine di Sottile fa venir voglia di tornare a quelle di Sciascia, autore di cui è appena ricorso il centenario della nascita e attorno al quale fioriscono negli ultimi tempi iniziative scientifiche e editoriali: dallo Sciascia Archive Project dell’Università di Toronto, di cui ha parlato recentemente (19 dicembre scorso) sulla «Domenica» Eloisa Morra, all’edizione integrale delle opere sciasciane curata impeccabilmente da Paolo Squillacioti per Adelphi, conclusasi già nel 2019: ma https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&issue=20220626&edition=DOMENICA&startpage=1&displaypages=2 2/3 26/06/2022 19:09 Il Sole 24 Ore ancora l’anno scorso è uscita una raccolta degli scritti per il cinema e sul cinema, Questo non è un racconto, che gli appassionati (a Sciascia si dedicano costantemente in tutta Italia non solo lettori isolati, ma vari affezionati gruppi di lettura) non si potranno perdere. @lorenzotomasin © RIPRODUZIONE RISERVATA Sciasciario dialettale. 67 parole dalle «Parrocchie» Roberto Sottile Cesati, pagg. 192, € 23 https://www.quotidiano.ilsole24ore.com/sfoglio/aviator.php?newspaper=S24&issue=20220626&edition=DOMENICA&startpage=1&displaypages=2 3/3