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Equivalenze toponomastiche diacroniche nell'antico Egitto

2022, Festschrift Francesco Aspesi

The millennial evidence from Pharaonic Egypt shows that a number of place names, inside and outside that country, either changed their names or the way to write them.

Studi Camito-Semitici “Suadìti?” Scritti di amici e colleghi in memoria di Francesco Aspesi a cura di Vermondo Brugnatelli e Leonardo Magini Milano - Centro Studi Camito-Semitici - 2022 9 Questo libro è pubblicato con il contributo del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università degli Studi di Milano Studi Camito-Semitici Collana diretta da: Francesco Aspesi† e Vermondo Brugnatelli Collana pubblicata da: Centro Studi Camito-Semitici di Milano c/o segreteria Sodalizio Glottologico Milanese via Festa del Perdono, 7 I - 20122 MILANO https://sites.unimi.it/cuscus – [email protected] ISBN 978-88-901537-3-0 ISSN 2035-5068 © The Editor(s) (if applicable) and The Author(s) 2022. This book is an open access publication. Open Access This book is licensed under the terms of the Creative Commons AttributionNonCommercial 4.0 (CC BY-NC 4.0), which permits use, distribution, modification, and reproduction in any medium and format, provided that the work is properly cited, that it is not used for commercial purposes, and that indications are given for any changes made. To view a copy of this licence, visit http://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ Finito di stampare nel mese di aprile 1922 da Arti Grafiche Tibiletti - Azzate (Varese) Copertina: Disegno ispirato alla tavoletta PY Cn 1287 (Prima pubblicazione della tavoletta: C. W. Blegen & M. Lang “The Palace of Nestor Excavations of 1957: Part I”, AJA 62.2 (Apr. 1958), pp. 175-191). Indice Tabula gratulatoria Suadìti ? (V. Brugnatelli) Il fratello che non ho avuto (L. Magini) BIBLIOGRAFIA DI FRANCESCO ASPESI Francesco Aspesi “Overall” Phonemic System and “Morphological” Phonemic Systems. An Interpretation of some Semitic Linguistic Facts vii ix xiii xix 1 Anna Angelini Sabbia, palma o fenice? su alcune metafore di lunga vita nel libro di Giobbe (Giobbe 29, 18) 11 Emanuele Banfi Su arzanà, un arabismo nella Divina Commedia 23 Erica Baricci Il Siddur giudeo-provenzale: lingua, stile e metodo di traduzione tra ebraico e idiomi giudeo-romanzi 41 Maria Patrizia Bologna, Francesco Dedè Un’analisi contrastiva nella Zergliederung di Franz Bopp: la radice tra indoeuropeo e semitico 57 Guido Borghi, Vittorio Dell’Aquila,Gabriele Iannaccaro Nel labirinto del sostrato egeo-cananaico 67 Vermondo Brugnatelli *Babai: sulle tracce di un arcaico nome di divinità mediterraneo 99 Anna Linda Callow Un maestro e un compagno 117 Gioachino Chiarini Discorrendo con Franco di labirinti cretesi 119 Carlo Consani Divagazioni su labirinto 131 Mario Enrietti Il toponimo greco di origine slava Γαρζενῖκος (Arcadia) e passioni nazionalistiche 143 Frederick Mario Fales Su un passo di Sargon e la “Torre di Babele” Sara Ferrari Binyamin di Tudela, un viaggiatore del XII secolo nella poesia di Yehuda Amichai Stefano Franchini The Pain Suffered by the Queen of Heaven. A Non-Jahwistic Childbirth Ritual in the Jerusalem Tophet Renato Gendre Ancora su f nelle lingue indoeuropee e non Leonardo Magini I riti sciamanici della caccia nella reggia di Itaca Maria Mayer Modena Daniele Volterra e la contemporaneità del giudeo-romanesco Mario Negri Uncle Scrooge in ‘The Labyrinth Fresco’: archeologia, mitologia e cultura nei fumetti di Carl Barks Erika Notti Osservazioni intorno all’etimologia del gr. λαβύρινθος Fabrizio A. Pennacchietti Rivisitando Viggo Brøndal Massimo Poetto Recovering a “bellicose” Latin-Tocharian comparison Sergio Ribichini La règle et son contexte. Soph. fr. 126 Radt et le sacrifice punique d’enfants Alessandro Roccati Equivalenze toponomastiche diacroniche nell’Egitto antico Claudia Rosenzweig Quando a Venezia si parlava yiddish (secc. XV–XVII) Alberto Moshe Somekh Rugiada di luce – Un’esegesi rabbinica fra filologia e teologia Stefano Struffolino P.Cair.Zen.5, 59835: ancora sull’introduzione e l’utilizzo del dromedario in Africa settentrionale Massimo Vai Problemi di (non) configurazionalità in vedico Giuseppe Zanetto Lezioni di anatomia: il romanzo di Achille Tazio 149 167 181 197 225 237 245 253 275 285 293 305 311 323 327 341 355 Equivalenze toponomastiche diacroniche nell’Egitto antico Alessandro ROCCATI (Università di Torino) Nel Tardo Bronzo, durante l’era del Nuovo Regno, con quello che si suole designare “periodo ramesside” (XIX-XX dinastia), in Egitto si affermò una nuova lingua, i cui prodromi affioravano fin dal dominio degli Hyksos (stele di Kamosi) e soprattutto durante la cosiddetta riforma di Amarna (seconda metà del XIV sec. a.C.). Il “neoegizio” (Late Egyptian), come si suole designare attualmente in mancanza di una specifica definizione d’epoca, costituì una tipologia linguistica innovativa rispetto alla lingua precedentemente scritta in Egitto, avvicinandosi al modello delle lingue flessive.1 Anche la fonetica e il lessico furono rinnovati, sia mediante trasformazioni dei vocaboli anteriori nella pronuncia e nel significato, sia mediante l’aggiunta di termini allogeni. La scrittura stessa subì modificazioni, pur intervenendo nel sistema già precostituito, adatte soprattutto ad esser rappresentate nella variante aniconica (cosiddetto “ieratico” dai greci per l’uso che se ne faceva al loro tempo nei templi). La consapevolezza degli egizi di tali cambiamenti è data dalle modificazioni sopra descritte, ma soprattutto dal confronto, tramite l’apprendimento, con opere letterarie nella lingua anteriore che furono oggetto di studio. Un caso particolare è dato da alcuni termini geografici, che furono in parte trasposti in nuove vesti grafiche, in parte invece sostituiti (tradotti) da termini nuovi: a) mutamenti grafici b) mutamenti dei termini. Nel caso si possano attuare verifiche con altri sistemi di scrittura, come quello cuneiforme (A), si nota l’accuratezza e la ricerca di precisione perseguite dagli egizi. 1 Roccati 2020. V. Brugnatelli - L. Magini (a cura di) “Suadìti?” Scritti di amici e colleghi in memoria di Francesco Aspesi Milano: Centro Studi Camito-Semitici 2022 - p. 305-309. 306 ALESSANDRO ROCCATI A) Mutamenti grafici: egiziano antico 1. ȝwsy 2. 3. neoegizio identificazione Lis2 rwys iȝzy iwȝ irs Alasia (Cipro) irn Ura (Ula)3 4. iwȝṯi inrṯy Ullaza4 5. ʿȝqti ʿrqti Irqata5 6. pȝws 7. ḥḏȝ 8. kftȝw pȝrws(!) ḥḏr kftw Purrus(khanda)6 Hazor7 Kaftaru (Creta). I toponimi, riferiti tutti agli stessi luoghi fuori d’Egitto, restano gli stessi, ma cambia la grafia in funzione sia di una pronuncia modificata da mutamenti fonetici, sia per adeguarsi a nuove strutture grafiche che notano gli stessi suoni. Ciò sembra alludere ad un contatto costante, indipendente dalla tradizione, con i luoghi ricordati. D’altronde anche termini apparentemente inalterati nella grafia originale eran divenuti quasi irriconoscibili nella pronuncia reale, come dimostra il nome della capitale amarniana, letto Akhetaten dagli egittologi (ȝḫt-itn) ma pronunciato Tahda (Tàkhta) secondo la scrittura cuneiforme del coevo archivio diplomatico,8 in un ambito che evidentemente non era più consapevole del significato etimologico nella lingua egizia (“L’orizzonte dell’Aten”), ma ne adottava la pronuncia popolare e corrente. 2 3 4 5 6 7 8 Posener 1940, p. 92. Odierna Silifke in Cilicia. Quack 1996. Cfr. Quack 1992. Posener 1940, 96 F 2; Abo-Eleaz 2017, p. 27. Posener 1940, p. 93. In Anatolia, forse Ocem Hüyük. Roccati 2015 (aggiungi altro riferimento a pBeatty IX vs 18, 8-9). Posener 1940, p. 73. Liverani 2016, p. 92. Equivalenze toponomastiche diacroniche nell’Egitto antico 307 B) Mutamenti dei termini All’interno dell’Egitto fin dall’antichità subentrarono denominazioni diverse per ciascuna delle maggiori città, che conservarono nel tempo la loro preminenza. Anche se parecchi tra i toponimi più antichi si sono mantenuti fino ad oggi, seppure con pronuncia modificata, nondimeno determinate mode affiancarono talora designazioni diverse per lo stesso luogo in momenti specifici. Osservazioni pertinenti si evincono da un confronto tra la lista di città egizie incisa su una coppa bronzea (n. 615) rinvenuta presso il Gebel Barkal9 e sulla coeva statua cubo di Wn-nfr,10 in cui si menzionano “tutte le feste del cielo e della terra (occorrenze mensili)” celebrate in: Statua (egiziano antico) Coppa (neoegizio) 1. Iwnw-šmʿ 2. Iwnw-mḥ 3. Inb-ḥḏ 4. Wnw 5. Tȝ-wr Wȝst11 Iwnw Ḥwt-kȝ-Ptḥ12 Ḫmnw Sp(w?)t-nḥḥ13 identificazione Tebe Eliopoli Menfi Ermopoli Abido (nomo tinita) Le innovazioni si possono giustificare con i mutamenti intervenuti nel tempo, delle realtà topografiche designate, ma soprattutto con la volontà di opporre due serie omologhe benché differenziate (B), dove il testo sulla statua sembra tratto da un modello più antico. La stessa equivalenza toponomastica per Tebe si riscontra su uno dei due leoni Prudhoe nei nomi di Amenhotep III (ḥqȝ Wȝst) e Tutankhamon (ḥqȝ Iwn-šmʿ ): qui la prima menzione, anteriore, usa il termine classificato come seriore, e viceversa. Indipendentemente dalla effettiva antichità percepita dei toponimi contrapposti, è da notare come le due liste furono avvertite come serie organiche, simili ma distinte, appartenenti ciascuna ad un registro appropriato di lingua. Nel caso di tutte e due si osserva tra le città un identico ordine misto, gerarchico e topografico.14 9 Vincentelli 2006, p. 179-181. KRI III 292 [147] = Copenhagen AEIN 662: BAE VI 11. 11 Originariamente nome della regione (nomo). 12 Greco Aἴγυπτος, designazione antonomastica dell’Egitto (e del Nilo) nel Mediterraneo orientale. 13 Ai riferimenti dati nell’edizione si aggiunga Rosati 2014, p. 635 (f). 10 308 ALESSANDRO ROCCATI La polionimia non è rara nella civiltà egizia anche per designare luoghi, e singole città o regioni, all’interno e all’esterno dell’Egitto, furono appellate secondo l’uso grafico dei diversi periodi, fuorché si volesse deliberatamente riprendere modelli recuperati da fonti più antiche. Liste di città e paesi si trovano negli Onomastica come negli inventari del mondo soggetto al faraone, ma l’attenzione è solitamente rivolta alla posizione topografica, e raramente capita di osservare contrapposizioni di ordine temporale. Naturalmente la mutevole situazione geopolitica, tanto all’interno quanto all’esterno dell’Egitto durante la sua lunga storia, provocò la sparizione di determinate designazioni e la comparsa di altre che si riferivano a realtà diverse e non rappresentavano semplici sostituzioni. Vale l’esempio del porto sul ramo di Damietta, che prese i nomi di Rahat (VI dinastia), Hawari (capitale Hyksos), Perunefer (XVIII dinastia), Piramesse (capitale ramesside), Tani (capitale di dinastie libiche), tutte località vicine nello spazio ma differenziate nel tempo; oppure il caso di Rakoti che divenne Alessandria (la metropoli, capitale macedone). Peraltro s’ignora l’origine della designazione greca “Tebe” per “la città di Amon”, che gli Egizi chiamavano in altri modi come si è visto sopra. Parallelamente termini più longevi furono adoperati nel tempo per indicare cose diverse e che non esistevano inizialmente. Ad esempio le popolazioni di lingua greca, che arriveranno a dominare l’Egitto con la dinastia macedone solo dopo una lunga frequentazione, non sono identificabili come tali al momento della loro apparizione sulla scena egizia. Nondimeno gli esempi riportati concorrono a manifestare la maturazione della coscienza di una lingua parlata che non era più quella della tradizione. Dedico queste modeste riflessioni al caro Amico, sempre sollecito nel porgere il suo discreto ma efficace aiuto nel labirinto linguistico dove ci siamo perduti. Riferimenti bibliografici Abo-Eleaz M. 2017, “The Egyptian Role in Ullaza during the Second Millennium B.C.”, Egyptian Journal of Archaeological and Restoration Studies 7.1, 27-37Grandet, P. 1994, Le papyrus Harris I (BM 9999), BdE CIX, Cairo: IFAO. 14 Lo stesso ordine di successione Tebe-Eliopoli-Menfi si osserva nel pHarris I (Grandet 1994) e in genere negli atti (Helck 1974, p. 67). Equivalenze toponomastiche diacroniche nell’Egitto antico 309 Helck, W. 1974, Altägyptische Aktenkunde des 3. und 2. Jahrtausends v.Chr. (MÄS 31), Berlin. Liverani, M. 2016, “Toponymy Riddles”, in (L. Spanò, Ch. Peri, J. West eds.) Finding Myth and History in the Bible. Scholarship, Scholars and Errors, Sheffield: Equinox, 96-102. Posener, G. 1940, Princes et Pays d’Asie et de Nubie, Bruxelles: Fondation égyptologique Reine Elisabeth. Quack, J. Fr. (1992), Eine Erwähnung des Reiches von Aleppo in den Ächtungstexten ?, Göttinger Miszellen 130, 75-78. Quack, J. Fr. (1996), “Kftȝw und Iȝzy”, Ägypten und Levante VI, 75-81. Roccati A. (2015), “Iny’s travels”, Isimu 13 (2011), Omaggio a Mario Liverani, fondatore di una nuova scienza (Biga, Cordoba, del Cerro, Torres eds.), II, Madrid 2015, 225-229. Roccati A. (2020), Introduzione allo studio dell’egiziano2, Roma: Salerno. Rosati G. (2014), “The Stela of the ‘Master-Sculptor’ Shen-Setji: A Review”, in Linguistic, Oriental and Ethiopian Studies in the memory of Paolo Marrassini (A. Bausi, A. Gori, G. Lusini eds.), Wiesbaden: Harrassowitz. Vincentelli I. (2006), Hillat el-Arab. The Joint Sudanese-Italian Expedition in the Napatan Region, Sudan, London: Sudan Archaeological Research Society.