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2022, Festschrift Francesco Aspesi
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The millennial evidence from Pharaonic Egypt shows that a number of place names, inside and outside that country, either changed their names or the way to write them.
Name and Naming. Proceedings of the Fourth International Conference on Onomastics "Sacred and Profane in Onomastics" (Baia Mare, September 5-7, 2017), edited by Oliviu Felecan, Cluj Napoca: Editura Mega / Editura Argonaut, 2017
The papyri from Graeco-Roman Egypt provide, among numerous historical and social data, invaluable information about the linguistic context of a deeply multilingual society, where especially Egyptian (Demotic) and Greek (Hellenistic Koine of everyday use) intertwine to each other in a dialectic relationship rich of interesting causes for reflection. Papyrological sources offer indeed an interesting bulk of information related to local place names, which show sacred (connected to the Egyptian gods) and profane elements, often varying according to the Greek or Egyptian utterance of the same name. The paper outlines some general trends by presenting a selection of relevant cases.
"La città e le sue metamorfosi. Atti del convegno (Parma, 7 maggio 2019)", a cura di Stefania Voce, Bologna: Pàtron, 2020
Figura 1: I figli di Ramesse II presentano al tempio bouquets di fiori di loto Tempio di Luxor, prima corte. XIX dinastia. (Foto di Costanza Ficorella)
La percezione del territorio nell'Egitto del I millennio a.C.: divisioni amministrative, geografiche e religiose. Uno studio lessicografico." Candidata: Jessica PROCACCIO Matricola: 809655 Relatore: Prof. Paolo GALLO Anno Accademico 2016/2017 4 Una delle prime attestazioni risale già all'età amarniana nella stele di Nakhtmin (v. scheda 16,, nel quale viene usato il lemma qaH(t) con il senso di "area distrettuale". 5
Actual problems of ancient egyptian etymology
Studi Cattolici 590 (2010)
The importance of oratory in ancient Egyptian literature
2015
This was my bachelor thesis (2015) and it has to do with the religion under the Roman Empire, seen from Diodoro's and Plutarch's points of view.
Vorrei ringraziare le Professoresse Marcella Frangipane e Francesca Balossi, correlatrice e relatrice di questa tesi di laurea triennale, per la disponibilità e l'aiuto concessomi durante il periodo di stesura.
Il presente contributo nasce nel quadro più ampio di un progetto di traduzione e commento della recensione lunga dell'Apocrifo di Giovanni (d'ora in poi AG), e intende proporsi come tentativo di ricostruire la complessità culturale in cui lo scritto o quantomeno il suo redattore vanno collocati. L'impulso iniziale e decisivo è venuto dal mio sconcerto di lettore -e non sono il solo ad averlo provato, almeno da Ireneo in poi -di fronte al dispiegarsi barocco e apparentemente assurdo della teogonia di AG (4,2-7,32), così diversa dall'esposizione più riflessiva e per noi meno estraniante di un Origene (Prin I,1-4), e dalla conseguente curiosità -o necessità intellettuale -di trovarvi un senso e capire da dove il nostro redattore potesse aver attinto il suo immaginario mitologico, piuttosto che le sue nozioni di filosofia 1 . L'esigenza si è fatta tanto più impellente, quanto più maturavano due convinzioni: la prima, che sia Origene sia l'anonimo redattore di AG si fossero formati nell'Alessandria cristiana di fine II, al massimo inizi del III sec.d.C. 2 ; la seconda, che gli ambienti più specifici che hanno prodotto la versione lunga di AG fossero familiari con i testi ermetici e avessero sviluppato stretti contatti con i gruppi che li hanno redatti: in alcuni punti del nostro testo sembra quasi di poter leggere allusioni dirette al Poimandrēs 3 . Vale quindi la pena chiedersi se il contesto egiziano di origine non abbia lasciato tracce profonde sul testo, e in particolare, sulla sua ossatura teogonica, prima ancora che sulle concezioni cosmogoniche o antropologiche 4 . Vedo in particolare due scogli da evitare nell'analisi: il primo, una sorta di tendenza all'egittomania, a forzare cioè la comparazione e vedere tradizioni egiziane dove non necessariamente ve ne siano, ovvero dove non siano qualificabili come specificatamente egiziane; il secondo, non disgiunto, una parallelomania senza filtro che raccolga e accosti indiscriminatamente e artificiosamente testi prodotti a secoli, se non millenni di distanza, e che non sia capace di spiegare come ed in che forma il materiale possa essere stato trasmesso, rielaborato e attualizzato nel tempo, fino all'epoca di *Desidero ringraziare il prof. A. Camplani e la prof.ssa P. Buzi per le critiche, le osservazioni e i suggerimenti che mi hanno rivolto al termine dell'intervento, contribuendo così, in maniera decisiva, a guidare la revisione e il miglioramento del testo nell'ottica della pubblicazione. 1 Per una ricostruzione attenta e precisa della 'teologia' del nostro 'autore', rimando alle dense pagine di A. MAGRIS, La logica del pensiero gnostico, Brescia 2012, 67-165. 2 Con K. KING, The Secret Revelation of John, Cambridge-London 2006, 16, di cui seguo, come sempre, la divisione in capitoli e versi del testo per le citazioni. M. SIMONETTI, Teologia e cristologia nell'Egitto cristiano, in L'Egitto cristiano. Aspetti e problemi in età tardo-antica, a c. di A. CAMPLANI, Roma 1997, 11-38, in particolare, 12-15 e 22-24, ha fornito le coordinate fondamentali per inquadrare AG nel contesto teologico alessandrino a cavallo fra i due secoli. 3 Mi riferisco, in particolare, alla cornice narrativa speculare dei due testi, ma il confronto potrebbe sicuramente essere esteso ad altri dettagli, letterari e tematici, che spero di aver modo di enucleare nel commentario. Mi conforta in questa opinione il giudizio che A. Camplani mi ha comunicato di persona, per quanto poi, fatto salvo tale punto, le nostre idee divergano radicalmente: egli sostiene che Corp. Herm. I dipenda da AG, io invece propendo per l'ipotesi contraria. 4 A queste si limitano le annotazioni di KING, cit., 16, che rimanda alla dettagliata analisi di J.F. QUACK, Dekane und Gliedervergottung. Altägyptische Traditionen im Apokryphon Johannis, JAC 38 (1995) 97-122. 2. DA AMON ALLA MONADE: NOTE PER UNA STORIA DEGLI INNI AL DIO UNO E SOLO Ha osservato M. Waldstein, uno degli editori della sinossi di AG: «The little treatise in negative theology which opens Jesus' secret revelation (Ap. John 5.3-9.6) is a sophisticated and disciplined piece of philosophic writing in the mainstream of Middle-Platonic philosophy.
isara solutions, 2021
Science of the Total Environment, 2019
Polymer Testing, 2010
Mobilities, 2021
Kutlu yayınevi, 2015
Revista de História da Sociedade e da Cultura, 2014
Matéria (Rio de Janeiro), 2015
Clinical Nutrition, 2018
Jurnal IMPACT: Implementation and Action, 2020
CGIAR Research Program on Climate Change, Agriculture and Food Security, 2020
Lecture Notes in Computer Science, 2012
2008 3rd IEEE Conference on Industrial Electronics and Applications, 2008
Revista Brasileira De Farmacognosia-Brazilian Journal of Pharmacognosy, 2013