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2011, « Il mito di Foscolo e il modello dell’Ortis », in Il Romanzo del Risorgimento, C. Gigante et D. Vanden Berghe (dir.), Bruxelles, Peter Lang, 2011, p. 13-28
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Il mito di Foscolo fu probabilmente tra i meno consensuali del Risorgimento. Esso si rivelò infatti meno federatore di quello di Dante al quale, ironia della sorte, proprio l'autore dell'Ortis aveva dato un contributo fondamentale: in occasione del centenario del 1865, infatti, nel «Gran Padre Alighier» avrebbero finito col riconoscersi facilmente sia i cattolici integralisti, per cui era il grande poeta della cristianità medievale; sia i moderati, che leggevano nell'oscura profezia del Veltro quella ben più luminosa e concreta dell'unificazione della penisola sotto la guida di Vittorio Emanuele II; sia, infine, gli esponenti della Sinistra Storica, che attraverso Mazzini avevano ereditato proprio l'interpretazione foscoliana, di gusto machiavelliano, del «ghibellin fuggiasco» 1 . Al contrario, il mito del primo patriota esule del Risorgimento, consacrato da Cattaneo in quell'autunno del 1860 che vedeva infine realizzato il sogno di un'intera generazione che per l'unificazione della penisola aveva lottato e sofferto («E così Ugo Foscolo diede alla nuova Italia una nuova istituzione: l'esilio!») 2 , non fu mai condiviso pacificamente e si trasformò nel terreno di una battaglia ideale che oltrepassò il mero contesto letterario 3 . 1 Si veda C. Dionisotti, «Varia fortuna di Dante», in Id., Geografia e storia della letteratura italiana, Torino, Einaudi, 1977, pp. 255-303, in particolare le pp. 278-286, e, per una sintesi, E. Irace, Itale glorie, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 150-164. 2 C. Cattaneo, U. Foscolo e l'Italia, Milano, Edizioni del Politecnico, 1861. La chiosa di Cattaneo, posta a commento della scelta di Foscolo di abbandonare l'Italia nel marzo del 1815 e divenuta rapidamente proverbiale, si legge a p. 34. 3
Studi E Problemi Di Critica Testuale, 2016
L'edizione delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis" del 1816, stampata a Zurigo, era corredata da una "Notizia bibliografica" in cui Ugo Foscolo affrontava una serie di temi letterari facendo riferimento al panorama storico-culturale sia italiano che europeo. Concordemente con altri studi, l'A. ribadisce la 'straordinaria importanza' della "Notizia" 'quale singolare esempio di autorecensione, di alta autocoscienza teorica e storica di storia e cronistoria interna del proprio romanzo epistolare e delle sue strategie narrative a un ventennio dalla sua prima ideazione (1796)'. Secondo l'A, la "Notizia" accoglie un 'mirabile bilacio' in cui Foscolo realizza una 'legittima difesa delle proprie scelte narrative e dei suoi fondamenti teorici'. 'L'apologia del proprio romanzo', realizzata da Foscolo in appendice all'edizione zurighese dell'"Ortis", e, per lo studioso, preannunciat...
"Foscolo critico", a cura di C. Berra, P. Borsa e G. Ravera, Quaderni di Gargnano, 2017
Il saggio costituisce una prima versione della seconda parte del I capitolo del mio libro: "Il dialogo dei tre massimi sistemi. Le Ultime lettere di Jacopo Ortis fra il Werther e la Nuova Eloisa. Esso costituisce un'analisi della Notizia bibliografia annessa da Foscolo all'edizione zurighese delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, e spiega che Foscolo ha concepito il proprio romanzo come il perfezionamento di un nuovo “genere” romanzesco, inventato da Rousseau con la "Nouvelle Héloïse" e da Goethe col "Werther". La nascente poetica dell’originalità e dell’espressività impedisce a Foscolo di ammettere pienamente questo debito. Ma questa stessa poetica lo spinge a evidenziare la novità del suo impegno politico e del suo pessimismo ontologico e a sottolineare la grandezza morale del suo personaggio. The essay shows that Foscolo has conceived his only novel (Ultime lettere di Jacopo Ortis) as an improved example of a new novelistic genre, that has come to the fore with Rousseau’s Nouvelle Héloïse and Goethe’s Werther. The rising poetics of expressivism and originality prevents Foscolo from fully recognizing his debt towards these two writers. This very poetics leads him, however, to underline the novelty of his political engagement and ontological pessimism, as well as the moral superiority of his hero, when compared to the main characters of his forerunners.
L’Ortis e la Francia. Approcci e prospettive, 2014
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis sono una delle testimonianze più emblematiche del rapporto tra Foscolo, la Francia e la Rivoluzione, fin dalla celebre lettera proemiale, che colloca subito al centro della vicenda gli avvenimenti contemporanei:
Italianistica, 2009
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1. Lavorando alle Ultime lettere di Jacopo Ortis, Foscolo arriva a confrontarsi, in maniera sistematica, con l'identità del romanzo moderno. La comparazione che egli opera è duplice. Da una parte, ci sono gli esempi del romanzo italiano, che costituiscono i prodotti offerti al consumo dei lettori nazionali; dall'altra si presentano i modelli riconosciuti e celebri del romanzo europeo. Foscolo analizza, sul piano storico e critico, entrambe le soluzioni. Le valuta riguardo al senso stesso del genere romanzo e ne giudica il valore estetico. La sua opera trova la propria autonomia contrapponendosi all'eredità italiana e immettendosi, risolutamente, nella grande corrente delle letterature coeve.
"Neoclassicism: what is that?, ed. H. C. Guenther, 2019
Ugo Foscolo è riconosciuto uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo italiano nella sua fase finale, quella dell'epoca napoleonica, quando con l'età delle rivoluzioni tramontava anche Gandini 390 proliferavano le traduzioni in italiano dei poemi omerici. Non mancò di cimentarsi in questa impresa anche Foscolo, che, in virtù delle sue origini, rivendicava una dimestichezza tanto con la cultura quanto con la lingua di Omero superiore a quella che potessero vantare tanti dotti del suo tempo 6 . Nel 1807 vide la luce un Esperimento di traduzione dalla Iliade di Omero di Ugo 6 Incerta è, in verità, l'effettiva conoscenza del greco antico da parte di Foscolo. A Zante, egli ebbe modo di frequentare buone scuole ma, in seguito al trasferimento in Italia, non è nei rapporti con la madrepatria che va cercata traccia dei suoi studi di greco. Ciò vale, in particolare, per il contatto con il più giovane poeta conterraneo A. Kalvos (1792-1869), segretario di Foscolo dal 1812 e fino ai primi anni dell'esilio inglese. Kalvos era giunto in Italia bambino e il suo apprendistato poetico si compì in italiano e sotto l'egida di Foscolo, dalla cui poesia indirettamente trae i riferimenti ai classici, specie greci, presenti nella sua opera. Significativo ciò che questi scrive del giovane allievo a un corrispondente poco dopo l'inizio della loro collaborazione: «questo Calbo scrive di elegante carattere, sa un po' di francese e di greco, ma moltissimo di italiano (corsivo mio)» (lettera a M. Ciciliani del 1° ottobre 1813, EN XVII 377-378). Quando Kalvos invia a Foscolo la prima composizione poetica in greco, l'Ode agli Ioni, si vede rispondere di lasciar perdere «il sonnettare, e inneggiare, e rimare» se non vuole scadere nella mediocrità; piuttosto, prima di scrivere altri versi, dovrebbe dedicarsi a uno studio più accurato dei classici. Ancora nelle opere successive, tuttavia, a differenza di quanto si è a lungo creduto, Kalvos continuerà a mostrare scarsa conoscenza della lingua e della letteratura greca antica, una forte influenza linguistica dell'italiano e assai poca competenza in materia di filologia e cultura classica. Vd. Paschalis (2017) e, più diffusamente, Paschalis (2013) 87-199, 263-286. Foscolo potrebbe, piuttosto, avere approfondito la propria conoscenza del greco nei collegi che frequentò a Venezia e, negli anni successivi, da autodidatta. Tra i libri in suo possesso a Firenze si trovavano diverse edizioni di classici, anche greci, ma la maggior parte è in traduzione italiana o francese, o reca almeno un testo latino a fronte. Assai più complessa la ricostruzione della biblioteca personale di Foscolo a Milano e, soprattutto, delle sue letture negli anni londinesi, ancora in buona parte un desideratum. Cf. Piola Caselli , .
La biografia d'artista tra arte e letteratura. Seminari di letteratura artistica, a cura di Monica Visioli , 2014
14) « Russo lettore di Foscolo tra Salvatorelli e Gramsci », dans La vie intellectuelle entre fascisme et République (1940-1948), A. Bechelloni, Ch. Del Vento et X. Tabet (dir.), Lyon, ENS Éditions (Laboratoire Italien, 12), 2012, p. 233-246., 2012
"Rivista di letterature moderne e comparate", pp. 357-378, 1995
L'autobiografismo di Foscolo è precoce e subito assume una delle forme che lo caratterizzeranno con più costanza: l'autoritratto. 1 In un'elegia del 1794, intitolata appunto Il ritratto, e che fa parte di una silloge inviata in quell'anno a Costantino Naranzi, Foscolo si rivolge a un'amica e le chiede:
"Circolazione e trasformazione dei saperi letterari nel Sette-Ottocento", a cura di H. Meter e F. Brugnolo, Berlin/Boston, De Gruyter, 2011, pp. 130-143
Alle origini del nichilismo italiano: Foscolo e Leopardi lettori del Werther di Goethe La critica recente si è a lungo soffermata sul nichilismo di Leopardi e, indirettamente, su quello di Foscolo. Come noto, le opere di questi due straordinari scrittori spiccano in netto contrasto non solo con la cultura cattolica più conservatrice, ma anche con le filosofie della storia e le teorie del progresso, di ispirazione in parte idealista, che ritroviamo nelle principali correnti del pensiero risorgimentale. Sembra dunque logico interrogarsi sulle origini del loro pensiero.
Abant Sosyal Bilimler Dergisi
Volume 3 of 1, January , 2022
Penn Museum Expedition Magazine, Vol. 56, No. 1, 2014
Medical Science and Discovery, 2021
Education Sciences , 2024
Das Questões, 2020
Nature Plants, 2015
Journal of Inorganic and Organometallic Polymers and Materials, 2010
e-cadernos ces, 2008
International Journal of Linguistics and Translation Studies, 2024
Cancer Epidemiology Biomarkers & Prevention, 2009
Australian and New Zealand Journal of Psychiatry, 2005
International Journal of Computing and Digital Systems, 2022