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2021, Groen, vakblad voor ruimte in stad en landschap
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Een opinie stuk over een nieuwe definiering van erfgoed met een ontwerp van Simon van Soolingen als voorbeeld (Zuiderwaterlinie).
La pubblicazione del presente volume è stata realizzata con il contributo di:
Il Capitale Culturale: Studies on the Value of Cultural Heritage, 2013
Il saggio propone una riflessione sui processi di inserimento del brigantaggio, e in particolare di alcuni suoi celebri protagonisti, nel concetto di patrimonio culturale delle comunita che furono teatro degli eventi di fine Settecento-inizio Ottocento (insorgenze antifrancesi) e degli anni Sessanta-Settanta del XIX secolo, e a volte anche oltre, per quanto riguarda il grande brigantaggio postunitario. Viene discusso il rapporto spesso difficile tra risultati acquisiti dalla ricerca storica e applicazioni didattiche concrete in occasione di ricostruzioni storiche nella forma del cinespettacolo ( La storia bandita in scena al Parco della Grancia in Basilicata) o della recente istituzione di musei del brigantaggio nella Regione Lazio. Il rischio denunciato e quello di trasformare il brigantaggio nel suo insieme in tratto antropologico-culturale distintivo di una intera comunita, anche in virtu di logiche politiche, turistiche e in senso lato di mercato dirette in tal senso, poco inter...
Doppiozero, 2019
(Italian) Review on the group exhibition "Utrecht, Caravaggio, Europa" at the Alte Pinakothek in Munich, April-July 2019
in «Varchi e altro Rinascimento». Studi offerti a Vanni Bramanti, a cura di S. Lo Re e F. Tomasi, Manziana, Vecchiarelli , 2013
In virtù dell'analisi dei testi linguistici di Benedetto Varchi, rimasti manoscritti fino all'Otto e al Novecento, si individuano le tappe in cui, in concomitanza con gli studi di testi aristotelici (la logica al primo posto), nell'autore dell'«Ercolano» prendevano corpo una solida definizione della natura del linguaggio e la determinazione delle strutture di una lingua. Applicata alla situazione linguistica coeva, l’analisi scaturita dallo studio delle lingue e dei testi classici ha portato Varchi a riflettere sulla complessità della lingua volgare e dei suoi registri, nonché a reinterpretare le teorie di Pietro Bembo. Il punto di svolta nella formazione del pensiero linguistico varchiano è rappresentato dagli studi filosofici all’Università di Padova (1537-1541) e dalla riflessione sulla «Poetica», sulla poesia e sui generi letterari all’interno dell’Accademia degli Infiammati (1540-41). Cruciale (si sottolinea) è stato il momento degli interventi nel cenacolo patavino di Lombardi e di Maggi che leggevano la «Poetica». Il pensiero linguistico di Varchi che aveva preso avvio dal passo del «De interpretatione» di Aristotele (16a 3-4) si consolidava in forza della lettura del capitolo linguistico della «Poetica», commentato da Vincenzo Maggi, il quale nell’"explanatio" del brano aveva accentuato il criterio scrupolosamente grammaticale dell’esame condotto dal filosofo greco. Negli scritti di Varchi, che risalgono a quel periodo, molto prima dell'«Ercolano» (grammatiche del latino e del toscano, nonché gli abbozzi di un nuovo alfabeto per il volgare), si osserva una coerenza teorica nel porre in rilievo il fatto che le lingue sono prima di tutto parlate e l’uso corretto della lingua volgare si fonda sulla capacità di ben parlare. Da questo presupposto il Varchi muove nella sua teorrizzazione sul linguaggio, sul volgare letterario e sulla lingua d’uso.
A partire dalla pace di Vestfalia (1648) si stabilizzava un equilibrio internazionale in base al quale gli Stati, ciascun con la propria sovranità erano gli unici soggetti del diritto internazionale e non in base ad un riconoscimento internazionale, ma in base ad una propria auto-legittimazione correlata alla loro potestà esperita su un dato territorio. Secondo tale modello, in mancanza di un legislatore internazionale, fonte del diritto risultavano essere gli Stati in virtù di trattati bilaterali e multilaterali.
Genere pluriadattabile fin dalle sue origini, superata la fase celebrativa, il western è il teatro di tutte le umane passioni 1 . Nel suo passaggio, dalla terra originaria del Sudovest americano a quella eletta del mediterraneo latino, Italia e Spagna su tutte, il genere epico-moderno per definizione si risemantizza. Il valore costituente della Nazione sparisce dal campo tematico e nerrativo, e lascia spazio ad affondi di vario genere: i già citati valori estrinsechi. Il western, da mito celebrativo di un popolo alla ricerca di un Io Nazionale, diventa mitologia dell'uomo moderno occidentale, del maschio fuggiasco, segretamente irrisolto. Violenza, amicizie virili, ambigue e mortali, il Messico e il biotipo ispanico, la vendetta, l'avidità, il cinismo, l'antinarrazione, il linguaggio visivo, la rimitizzazione controculturale, diventano i termini di una risemantizzazione che vuole puntare il dito sull'inquietudine e lo smarrimento tipici dell'epoca moderna. Società capitalistiche, consumistiche, disfunzionali, finto-democratiche, marziali, poliziesche, dogmatiche: sono i bersagli impliciti di una ridefinizione della 1 La citazione è presa dalla quarta di copertina di .
2019
In copertina: L'immagine è una libera elaborazione grafica della testa della statua di Apollo del I sec. d.c. (Civitavecchia, Museo Nazionale), copia da un originale greco avvicinabile all'Apollo di Leochares (IV sec. a.c.
APSAT 7. Conoscenza e valorizzazione dei paesaggi trentini, 2013
Se si dovesse proporre una distinzione tra centri e periferie in termini di produzione culturale e di dotazione di risorse culturali, il territorio trentino sarebbe probabilmente considerato un'area "marginale". Il patrimonio culturale, infatti, è spesso associato a edifici, manufatti e collezioni presenti nelle città d'arte, dove ad esso si attribuiscono caratteristiche di presunta universalità che in realtà definiscono solo in parte la nozione di cultural heritage. L'Italia è notoriamente considerata una destinazione di primaria importanza per l'arte e la cultura: nel 2010 su circa 100 milioni di turisti presenti nel nostro paese, circa il 35% ha scelto di passare le vacanze presso località d'interesse storico-artistico (tab. 1). Rispetto al 2005, sebbene le presenze siano rimaste pressoché stabili, gli arrivi ascrivibili al cosiddetto turismo culturale sono cresciuti di quasi 5 milioni di unità. opere architettoniche, musei, monumenti e centri storici rappresentano la dimensione tangibile del patrimonio, rimandano alla monumentalità, sono le vestigia della "grande narrazione storica" e, tendenzialmente, sono concentrati in un'area urbana. Questi elementi contribuiscono a spiegare l'elevato numero di siti italiani compresi nella nota lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità (uNeSCo 1972).
La città - VI Seminario Interdisciplinare dei Dottorandi, Dottori di ricerca e Ricercatori - 5-7 giugno 2014, 2014
Monumentale e pittoresco, il piano di espansione di Hilversum considera la crescita della città coerente con il suo sviluppo, le sue forme e la sua storia. Questa impresa dal carattere esemplare dimostra che non c’è bisogno di dichiararsi estranei alla città storica per essere moderni. In questo senso la posizione di Dudok all’interno del dibattito del Movimento Moderno acquista una sua straordinaria autenticità quando, nell’elaborazione del piano di espansione di Hilversum, propone un’invenzione formale lontana dalle posizioni radicali delle mitologie del nuovo e interpreta le istanze di novità in continuità con le energie e forze vitali della tradizione. Vero è che il piano di Hilversum non può fare a meno di confrontarsi con le preesistenze ambientali e storiche che costituiscono il tratto distintivo della città e del suo territorio. Ma è altrettanto chiaro che il progetto non può sottrarsi dal bisogno di misurarsi con le pretese di novità avanzate da un processo di modernizzazione che ha interessato la città di Hilversum in modo lento, ma inesorabile. Frutto del progresso che coincide con l’arrivo della ferrovia, con il nuovo che avanza e irrompe nella vita della città, influenzandone la forma e le dinamiche di crescita. Da questo momento in poi l’industria e con essa l’abitazione di massa entrano a far parte del processo evolutivo della città accelerandone le dinamiche di trasformazione. Non si può negare che i mutamenti sociali, alla base delle nuove richieste della comunità costituiscono un fattore significativo nel processo di produzione della forma. Anche se il movente essenziale sta nel perseguire il monumentale. Ovvero nella caratterizzazione della forma a partire dal suo valore culturale.
Quando Ezzelino III da Romano entra pacificamente in Padova il 25 febbraio 1237 insieme al nunzio imperiale Gaboardo di Arnstein bacia la porta della cinta muraria. Molti sperano che il gesto sia il segnale della fine di almeno un trentennio di scontri più o meno cruenti tra le grandi famiglie di domini loci fra di loro, con e tra i comuni della Marca Trevigiana. Il comune più ricco e più importante si è consegnato, non tanto al potente di una famiglia egemone che molte rocche e castelli possiede ai confini del districtus, quanto all'Impero e a Federico II. Ma le speranze altro non sono che illusioni: dapprima il più possibile mascherata con maliziosa cautela, poi spacciata come giusta punizione per i traditori dell'impero e infine esibita, enfatizzata ed applicata anche a quelli che erano un tempo sostenitori, la violenza cresce progressivamente fino ad un parossismo di terrore brutale e indiscriminato. Ezzelino morirà, sconfitto, nel 1259 e suo fratello Alberico verrà spazzato via l'anno successivo: sui potenti da Romano, eredi di Ecelo, miles ab uno equo 1 , cala il sipario. Quali sono state le tappe dall'inizio del secolo alla presa di Padova da parte dei crociati nel 1256 di questo progressivo incremento della violenza nella Marca? A quali logiche si ispira, con quali modalità e per quali scopi l'uso della violenza e del terrore si fa strumento nelle mani di Ezzelino? Quale è la reazione, anche ideologica, e quali le riflessioni il tiranno sanguinario susciterà ben oltre la sua morte?