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1 Sulla diffusione ottocentesca dei keepsake in ambito francese, cfr. Carol Rifelj, Ces tableaux du monde. Keepsakes in Madame Bovary, in "Nineteenth-Century French Studies", 1997, pp. 362-387. A titolo di curiosità riporto la voce "Keepsake" del Dizionario delle idee correnti dello stesso Flaubert: "Non può mancare sul tavolo di un salotto".
Questo volume racchiude gli Atti del convegno italo-croato "Marino Darsa e il suo tempo / Marin Držić i njegovo vrijeme", tenutosi il 3 novembre 2008 a Roma, sala Odeion del Museo dell'Arte classica, ex Palazzo di Lettere, ed organizzato dalla "Sapienza" Università di Roma e dal Centro studi mediterranei dell'Università di Zagabria con sede a Dubrovnik, con i contributi della Città di Dubrovnik, l'antica Ragusa patria di Marino Darsa, e della locale sezione dell'associazione Matica hrvatska e con il patrocinio del Dipartimento di storia moderna e contemporanea della Sapienza e della Facoltà di Scienze umanistiche. A tali organismi, il cui apporto è stato essenziale, vanno i più sentiti ringraziamenti delle organizzatrici del convegno Rita Tolomeo e Ivana Burdelez che indirizzano il loro sentito grazie anche agli Ambasciatori di Croazia presso lo Stato italiano, S. E. Tomislav Vidošević, e presso la Santa Sede, S. E. Emilio Marin, ai Rettori della Sapienza, Luigi Frati e dell'Università di Zagabria, Aleksa Bjeliš, nonché al Sindaco di Dubrovnik, Dubravka Šuica, che con la loro presenza hanno testimoniato la partecipazione e l'interesse delle alte istituzioni scientifiche o politiche che rappresentano. Per motivi contingenti il volume non comprende i testi di due relazioni svolte al convegno, che potranno forse venir edite prossimamente, e comprende invece un contributo non presentato al momento, quello della dottoressa Paola Pinelli, che si ringrazia per la disponibilità, e la cui affinità di tema rende naturale l'inserimento fra queste pagine.
«Dizionario Biografico degli Italiani», Istituto della Enciclopedia italiana, vol. XCIX , 2020
A differenza del fratello maggiore Carlo Alberto, in seguito presidente della Federazione sionistica italiana, Dario mantenne un atteggiamento distaccato rispetto alla propria cultura familiare e alla religione ebraica. A quattordici anni rivelò invece un talento artistico fuori dal comune, dando prova di saper ricopiare con estrema precisione un ritratto di mano di Élisabeth Vigée Lebrun (Viterbo, 1981, pp. 10, 12). Per volontà del padre s'iscrisse al liceo classico Michelangiolo di Firenze, dove conseguì la maturità nel 1909. Soltanto l'anno successivo inseguì la propria reale vocazione al Regio istituto di belle arti del capoluogo toscano. Lo finì in soli due anni, ottenendo il diploma del corso speciale di figura già nel 1912. Artista a tutto tondo, sin dal periodo liceale si dedicò anche allo studio del pianoforte, facendo la conoscenza di personalità come il compositore Mario Castelnuovo-Tedesco. Nel vivace clima secessionista della Firenze di primo Novecento trovò stimoli nei ritratti pittorici di Giovanni Papini, sui quali si esercitò in una serie di disegni del 1913 (Toti, 2019, p. 19). Nel giro di pochi anni, però, comprese di volersi dedicare soprattutto alla scultura: andò quindi a imparare i primi rudimenti del mestiere nello studio di Augusto Rivalta, scultore d'impostazione realistica allora in voga sulla scena fiorentina. Sin da subito sperimentò materiali e tecniche diverse, affinando in particolare una lavorazione finissima del marmo. Distaccatosi presto dagli insegnamenti del maestro di origine piemontese, ricercò altrove spunti per il proprio lavoro. Alla mostra romana Amatori e cultori di belle arti (1915) si ravvisarono i primi sintomi di una rilettura personale della plastica di Medardo Rosso, in opere come la bronzea Maschera che ride e la Bimba in cera, dai contorni delicatamente smussati e dalla vibrante resa delle superfici. Nello stesso anno venne chiamato alle armi per combattere nella Grande Guerra in seno al reggimento Cavalleggeri, prima di Alessandria, poi di Saluzzo e infine di Treviso, dove raggiunse il grado di tenente mitragliere di cavalleria. Durante un congedo a Milano, conobbe per la prima volta Ada Vera Bernstein, sua cugina di secondo grado allora tredicenne, e in seguito modista di successo. Tra i due nacque una profonda amicizia, mantenuta viva negli anni seguenti grazie a un fitto scambio epistolare. Nel 1919 Viterbo fece ritorno a Firenze, dove riprese la propria attività artistica, non immemore dell'esperienza bellica (di cui rimane traccia nel Ragazzo prigioniero, 1920, in legno di fico patinato). Iniziò in questo periodo a intessere rapporti col pittore Giovanni Costetti, che divenne per lui una guida spirituale, incitandolo a coltivare l'arte come «armonia emotiva» (Costetti, 1924, p. 113). Sotto il suo influsso Viterbo si avvicinò all'universo delle moderne danze non accademiche, cui rese omaggio raffigurando in pose nervose e scattanti ballerine come Anna Pavlova, nella bronzea Danza del 1914, e Isadora Duncan, nell'omonimo legno di fico del 1920 (A passi di danza, 2019). Non trascurò però nemmeno la parallela attività di orefice, che inizialmente incontrò soprattutto il gusto di esponenti della ricca borghesia milanese, come l'elegante dama di mondo Jenny Mazloum Barmé (Mannini, 2019). Al contempo fu impegnato in progetti per tombe e cappelle di famiglia all'interno del cimitero ebraico di via di Caciolle a Firenze. Lavori come la tomba dei coniugi Padova Levi (1922) o la cappella Coen (1926-1928) costituirono esercitazioni originali, in bassissimo rilievo, sull'aniconismo ebraico (Francalanci, 2018, pp. 75-84). Nel 1922 ebbero luogo le prime importanti occasioni espositive di Viterbo, nelle quali presentò una vasta selezione di opere di scultura, oreficeria e grafica. Da aprile a luglio la Primaverile fiorentina mise per la prima volta in luce l'ampiezza della sua cultura visiva, che spaziava dal Quattrocento toscano alla scultura luministica di Auguste Rodin e di Rosso, con una padronanza non comune di diverse materie scultoree (dal legno Finale di danza tragica ai due marmi Riposo tragico e l'Anima tra le dita, fino alle due cere Sorriso e Ritratto di signora). In autunno la
Roberto Fassone Quasi tutti i racconti di Saverio Verini postmedia books ottobre 2018 isbn 9788874902163
ATTI DELL'ACCADEMIA DI SCIENZE MORALI E POLITICHE, 2012
As happened to other authors, Jeremy Bentham, the father of modern utilitarianism, focused his attention on religious matters in the last years of his life. However, the interest of the late Bentham in religious matters did not take the usual form of a prudential devotion of the last hour; it was instead a way to make explicit the consequences of his intellectual itinerary, which presented from the beginning a systematically immanent and secular version of a doctrine – utilitarianism – which was born in a religious atmosphere. This article concentrates on the latest and most ambitious text of religious criticism written by Bentham, Not Paul, but Jesus (published in 1823, under the pseudonym of Gamaliel Smith). This book was a reasoned demolition of Paul’s teachings and works, in contrast with what Bentham saw as the genuine teachings of Jesus, which were corrupted and distorted by the influence that Paul soon acquired, taking the position of head of the original church, despite the long and ultimately unsuccessful resistance of the apostles.
Biografia di Aldo Bruschi ingegnere Italiano, che dopo aver combattuto la prime e la seconda guerra mondiale ed insegnato a Firenze, dove ha diretto anche il Laboratorio regionale sulle prove dei materiali dell'Istituto tecnico Galileo Galilei, decide di emigrare in Argentina dove contribuisce in modo importante alla crescita dell'ingegneria sismica di quel paese.
Dizionario Biografico degli Italiani, 82, 420-422, 2015
Biography of the italian philologist Alessandro Perosa (1910-1998)
pp 54, edizione 2012 - AlbineaLibri Era il tempo del II Triunvirato, quando Ottaviano, Antonio e Lepido si battevano, senza esclusione di colpi, per il possesso di Roma e, quindi, del mondo intero...
Dizionario Biografico degli Italiani, 2013
Girolamo Orsi è un medico attivo ad Ancona nella seconda metà dell'Ottocento, protagonista dell'assistenza, della sanità e dell'igiene in città e provincia, impegnato nella lotto contro il colera e il vaiolo.
Antrocom J. of Anthropology, 2018
Studi storici, 2022
Proceedings of the twenty-sixth ACM SIGMOD-SIGACT-SIGART symposium on Principles of database systems, 2007
The Canadian and American Constitutions in Comparative Perspective , 1993
Journal of Computer Applications in Archaeology, 2021
«Ridurre li drammi all'esigenza». I libretti, fonti per il modello performativo dell'opera in musica (XVII-XVIII sec.), 2023
Upravlenets / The Manager, vol. 14, no. 3, pp. 17–29., 2023
Psychotherapy and Psychosomatics, 2000
Proceedings of the Combustion Institute, 2018
Scientific reports, 2017
Journal of Nervous & Mental Disease, 2005
Journal of Modern Rehabilitation, 2025
Acta otorhinolaryngologica Italica : organo ufficiale della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale, 2004
Obstetrics & Gynecology, 2007
International Journal of Computer Applications, 2013