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La potenza del Giallo-Sole. "We lying by seasand" di Dylan Thomas, in «Il Pequod», II, vol. 3, giugno 2021, pp. 38-43, ISSN: 2724-0738
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Il testo tenta una lettura della poesia di Dylan Thomas in quanto coglimento dell'attimo estatico di dissolvenza e sospensione immediatamente precedente al tramonto.
https://tremolardellamarina.wordpress.com/, 2020
Recensione spettacolo teatrale
in Lapislazzuli magia del blu, catalogo della mostra, a cura di M. Sframeli, V. Conticelli, R. Gennaioli e G. C. Parodi, Firenze 2015, pp. 123-133
Il colore non è solo un fenomeno naturale, ma una costruzione culturale complessa (Michel Pastoureau) Una riconsiderazione dell'utilizzo del pigmento blu ricavato dal lapislazzuli, chiamato lungo la storia dell'arte occidentale anche oltremare o, più limitatamente, Lazur, necessita di alcune preliminari considerazioni circa le motivazioni dell'utilizzo del prezioso materiale. Non si può, infatti, non partire da una storia, per quanto schematica, della sua diffusione e da considerazioni circa la percezione e la valutazione di questo pigmento che lo fecero scegliere e utilizzare, anche a discapito di considerazioni economiche e di reperibilità, in base ad un apprezzamento artistico ed estetico, certo, ma forse anche simbolico e contenutistico. Ci è di aiuto, in questo campo, appoggiarci ad un esame delle parole che nelle diverse lingue hanno descritto e connotato il colore stesso, l'azzurro, prima ancora che il materiale. Questo approccio può aiutarci a ricostruire una storia quando manchino i dati materiali che la possano supportare 1 . La connotazione del vocabolario del colore risulta ad una analisi sistematica, sia geografica che diacronica, strettamente legata alle evoluzioni sociali ed ai meccanismi di produzione. Le parole che definiscono i colori non sembrano infatti tanto venire coniate per servire alla funzione descrittiva quanto a quella legata alla capacità tecnica di produrli e utilizzarli 2 . La concatenazione fra il termine descrittivo del colore 'azzurro' e il materiale lapislazzuli è attestata, in area occidentale, fin dal mondo greco, poiché uno dei tre termini usati per descrivere il colore è appunto κυάνεος, una parola che indica anche il lapislazzuli come pietra 3 . A questa interpretazione, in passato ostavano da una parte considerazioni legate alla collocazione remota delle miniere di lapislazzuli, dall'altra la valutazione che il processo complesso per l'estrazione del pigmento dalla pietra ne avessero limitato l'uso all'area strettamente persiana per il periodo antico; e che il suo impiego sistematico in occidente si fosse avuto solo a partire dal tardo XII o XIV secolo. Ugualmente la sua presenza nel mondo classico veniva ritenuta limitata alla pietra ed esclusivamente legata a decorazioni preziose. La sempre maggiore possibilità di indagare analiticamente sopravvivenze materiali ha invece permesso di rintracciare l'uso di lapislazzuli come pigmento in decorazioni dipinte, sia murali che di oggetti, in periodi sempre più antichi 4 . Allargandosi poi a considerare i paesi del Mediterraneo orientale, sempre per l'epoca antica, incontriamo una notevole attestazione di uso del blu di lapislazzuli, in ambito privilegiato, in Egitto. Il blu abbinato al bianco, per la rappresentazione degli dèi e della famiglia del faraone, è ben noto. Ad esempio i faraoni usavano barbe posticce, di colore azzurro-lapislazzuli, che voleva evidentemente creare un collegamento diretto fra la figura imperiale e il dio Ra dal colore dei capelli blu-azzurro. Anche per le popolazioni babilonesi e quelle ebraiche, il lapislazzuli era un colore sacrale, in combinazione spesso con l'altro grande materiale-colore connesso alla rappresentazione del divino: l'oro. In particolare si può citare come nel libro dell'Esodo, quando Mosè, Aronne e gli anziani salirono sul Sinai, "videro il Dio d'Israele. Sotto i suoi piedi c'era come un pavimento lavorato in trasparente zaffiro e simile per chiarezza al cielo stesso" (Esodo XXIV, 10). Anche gli dei indù delle popolazioni di ceppo indoeuropeo, Vishnu, Krishna e Shiva, hanno la pelle blu o talvolta nera, con un abbinamento, comune al mondo antico, tra blu e colore della notte 5 . Il colore azzurro, in generale, non entrò comunque nel novero di quelli più comunemente usati nell'area occidentale del Mediterraneo, in epoca antica, come elemento di illustrazione di una simbologia; e questo nonostante la disponibilità di molti altri possibili pigmenti che potevano sostituire il lapislazzuli, come il blu egizio (dai Romani definito caeruleum 6 ) o l'azzurrite; e, tra i coloranti, l'indaco e il guado (quest'ultimo in latino tradotto come vitrum o glastum). Questo nonostante si trattasse di materiali meno costosi, ma soprattutto le cui materie prime erano di più facile reperibilità e la cui fabbricazione più facile. Oltretutto, nel caso del guado e dell'indaco, i due coloranti erano anche utilizzabili come tintura per stoffe e quindi potenzialmente si presentavano come più convenienti dal punto di vista economico, in quanto polivalenti. È infatti assai importante sottolineare la valenza sociale del colore, non solo del blu, ma di ogni colore, concetto ormai approfonditamente sviscerato e sistematizzato, sia in chiave di storia delle idee che in chiave di storia sociale, grazie ai numerosi studi di Michael Pastoureau 7 . Particolarmente interessante e convincente è la trama di motivazioni che Pastoureau traccia, legando all'evoluzione della sensibilità ai colori nella civiltà occidentale il trasformarsi delle istanze ideologiche, i cambiamenti dei flussi commerciali e produttivi, le modificazioni dell'organizzazione della società e della produzione delle merci. Leggendo le serrate analisi di Pastoureau, che spaziano attraverso i secoli, si può riconoscere come il colore abbia acquistato, nelle diverse culture, un ruolo pubblico, civile, identitario. Per cui, ad esempio, le percezioni psicologiche e sociali del colore si sostanziarono nelle scelte araldiche, di bandiere e stemmi, tanto da identificarsi con una casa regnante e, per traslato, con un'intera popolazione. D'altro canto, anche il fatto che certi colori divengano discriminatori sociali (ad esempio il giallo, abbinato agli ebrei e percepito in molte epoche storiche come colore 'negativo', del tradimento) fa parte dello stesso sistema di attribuzione di motivazioni ideologiche e culturali ad un colore, senza alcuna possibile relazione con la fisica né del materiale che produce, per così dire, il colore, né con la percezione fisiologica di esso da parte dell'uomo.
In questo lavoro si delineano in primo luogo i caratteri salienti della più conosciuta delle opere di Campanella, la Città del Sole, per poi proseguire con una sintetica ma meditata ricognizione sul tema delle utopie, categoria in cui la Città del Sole rientra a pieno titolo. Nel primo capitolo si tratta del modello utopico dalle sue origini fino a Campanella, passando per alcuni degli esemplari più celebri del genere, come l’Utopia di Tommaso Moro o la Nuova Atlantide di Francesco Bacone. Il lavoro prosegue poi, nel secondo capitolo, con l’esposizione del motivo solare nella cultura di diverse civiltà, con particolare riguardo al periodo umanistico e rinascimentale. Il sole ha sempre affascinato l’uomo fin dalle origini dell’umanità stessa e lega le antiche civiltà ai grandi pensatori dell’Umanesimo e del Rinascimento, ricoprendo un ruolo centrale anche nelle opere e nella riflessione di Campanella.
© 2014 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione dell'autore e dell'editore. Città di Piano di Sorrento INDICE IntroduzIone dI Carlo Pepe p. IV FelIce Senatore, Le Sirene, il mito e la Penisola Sorrentina 1 Odisseo e le Sirene (e il loro mito oltre l'Odissea) 3 Il suicidio delle Sirene 22 Le Sirene in Occidente e la Penisola Sorrentina 29 Il culto delle Sirene in Penisola Sorrentina 45 Il santuario delle Sirene in Penisola Sorrentina 53 Appendice. Il Culto di Atena a Punta della Campanella 85 Bibliografia 88 GaSpare adInolFI, Usque ad finem. Norman Douglas nella "Terra delle Sirene" 95 Referenti bibliografici orientativi 110 GaSpare adInolFI, A passeggio col mito. Itinerari tematici in Penisola sorrentina 115 Introduzione alle escursioni. Nota corografica 117 Itinerari 119 Referenti bibliografici orientativi 132 Usque ad finem. Norman Douglas nella "Terra delle Sirene" di Gaspare Adinolfi Se le Sirene siano potenze dell'anima o forze della natura, non è chiaro. I greci non si preoccuparono di definire la loro appartenenza all'Olimpo o all'Ade; né le fonti superstiti precisano la specie, solare o sotterranea, del loro culto. Unico dato certo, oltre "al canto voce di miele", è che, migrate dall'Anatolia, ebbero stanza qui, tra l'umbratile intimità di Crapolla e la folgorante evidenza dei Galli, umbratili e folgoranti anch'esse. Parola di Omero; anzi, di Victor Bérard: sebbene qui giurano di averle viste ed udite anche Norman Douglas ed Ernle Bradford. (Benito Iezzi, 1982)
Black Code, Slavery, American French Colonies, Francophone Literatures The colonies created by the French, in America and elsewhere, had from the late 17th Century to 1848 a principle that governed slavery, meaning the colonies’ fundamental social, political and economic aspects. The Law, the so-called Code Noir, laid down the principles to be followed – but how far was it followed in reality? Literary testimonies coming from of the ‘black’ colonial side make clear that the law was enforced in a one-way manner: the interests of the master settlers and their nations were always protected most rigorously, while the meagre rights that were granted in theory to slaves were largely, if not systematically, disregarded. We will compare therefore what the law stipulates with what was passed down by colonial and post-colonial literature.
Dante, l'italiano, 2021
Capitolo pubblicato nel volume "Dante, l'italiano" a cura di Giovanna Frosini e Giuseppe Polimeni, Firenze, Ministero degli Esteri-Accademia della Crusca, 2021, pp. 99-106.
Un mondo poco silenzioso Le monde du silence: mai titolo fu più approssimativo. Imperdonabile considerato il regista (Louis Malle), il protagonista nonché co-regista (Jacques-Yves Cousteau), l'accoglienza critica (Palma d'oro a Cannes nel 1956, preferito a Le Mystère Picasso di Henri-Georges Clouzot, L'uomo che sapeva troppo di Hitchcock e Sorrisi di una notte d'estate di Bergman), la critica (la recensione elogiativa di André Bazin). Comprensibile tuttavia se pensiamo alle conoscenze allora disponibilil'oceano "mondo del silenzio". Certo, nel decennio precedente, durante la Seconda guerra mondiale, l'oceano era rumoroso a causa di "sonar, radar, ecoscandagli e altre tecnologie di rilevamento", come ricorda John Durham Peters (The Marvelous Clouds. Toward a Philosophy of Elemental Media, University of Chicago Press 2015, p. 74). Tuttavia il titolo del film-documentario di Malle e Cousteau tiene se ci riferiamo all'oceano nel suo arco storico, perché per tre
Revista de Italianística, 2014
O lirismo cósmico de Sandro Penna está profundamente ligado à grande poesia antiga, grega mas também latina, e se inscreve numa linha de desenvolvimento da poesia italiana que vai de Leopardi a Pascoli, até Ungaretti e Quasimodo. Sua poesia recusa, como nas obras dos líricos gregos, a palavra magniloquente e retórica: por meio do canto, seu verso expressa os movimentos do coração, as errâncias , a solidão, a alegria e o desespero. Às vezes suspenso entre sentimentos antinômicos, o sujeito lírico de Penna constrói a cada instante o próprio equilíbrio precário e celebra a cada instante seu nascimento para o mundo
Editorial Cátedra, 2024
Mémoire présenté à la Faculté des études supérieures en vue de l'obtention du grade de Maître es sciences en sciences de la communication organisationnelle, 2004
Encyclopedia of Biblical Reception, 2017
Boletín Ex Officina Hispana 10, 2019
ПриPONTийский меняла: деньги местного рынка. XI Международный Нумизматический Симпозиум. Материалы научной конференции / Отв. ред. Н. А. Алексеенко. – Симферополь : ИТ «АРИАЛ», 2024.
El Estridentismo y otras expresiones literarias revolucionarias, , 2022
International Journal of Refrigeration, 2014
2020
Molecules, 2022
Current Anesthesiology Reports, 2013
Global Environmental Politics, 2010
IEEE Transactions on Wireless Communications, 2018