Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2021, Domenica– Il Sole 24 Ore - 11 Aprile 2021
…
1 page
1 file
Venezia. Un singolare itinerario tra gli spettacolari monumenti funebri dei governatori della Serenissima disseminati nelle chiese della città. Una magnificenza che fece dire a un viaggiatore straniero: «Qui si abita meglio da morti che da vivi»
Per un ermeneutica comparata del rapporto luce/ombra
MUGG - Geological Museum Sandra Forni is composed by a building and a garden were are collected rocks of Emilia Romagna Region. This paper describe plants and stones that populate the garden with a small history of geology of north Appennine and the description of the evolution of gardens in human history
Tutte le volte che siamo stati catturati dal fascino degli orologi solari, c'è sempre stata anche quella intricata ragnatela di linee orarie, spesso illeggibile e poco interpretabile per i semplici curiosi, che costituisce una sorta di mistero sul quadrante solare stesso. In realtà, tale profusione di linee è stata a volte una scelta necessaria nella rappresentazione dei principali sistemi orari usati dai popoli dall'antichità ad oggi. Brevemente ricordiamo che principalmente i sistemi orari più comuni utilizzati presso quasi tutti i popoli del mondo erano due:il sistema delle ore "Eguali" e quello delle re "Ineguali". Il sistema orario antico, delle ore cosiddette "Temporarie", "Giudaiche", "Ebraiche", "Naturali", "Ineguali", "Planetarie" e via dicendo, ha caratterizzato la base della misurazione del tempo civile per oltre un millennio. Queste furono adottate da S. Benedetto per l'esercizio degli Uffici religiosi della sua Regola, diventando così le "Ore Canoniche". Nel frattempo, le ore "Eguali" furono utilizzate dagli astronomi per i loro studi e da alcuni popoli, adottando però la numerazione delle ore del giorno chiaro e della notte in modi differenti, principalmente contando le ore dal sorgere del sole al suo tramonto da 1 a 24, le cosiddette "ore ab ortu Solis", note anche come "Babiloniche", e iniziando il computo dal tramonto del sole fino al suo sorgere, le cosiddette o"ore ab occasu solis", note come "Ore Italiche". Tra tutti i sistemi orari c'è quello adottato ed usato durante la Rinascenza specificamente nella città di Norimberga che divenne di uso comune, dette appunto "Ore di Norimberga". Tale sistema è caduto in disuso verso la fine del XVII secolo. Ovviamente non si conoscono esemplari di orologi solari italiani con questo sistema di ore che è una caratteristica locale della città di Norimberga, legato alla sua latitudine di 49° e alla lunghezza dei suoi giorni e delle sue notte durante l'anno solare. Forse proprio per queste peculiarità le ore di Norimberga sono rimaste poco note nella gnomonica, se non addirittura sconosciute in gran parte. E ciò si rende chiaro oggi per il fatto che esse ancora destano qualche perplessità nello gnomonista e per la rarità della documentazione letteraria. Ma vediamo più da vicino cosa sono queste "ore di Norimberga".
Narcomafie, 2014
Indagine su un caso emblematico di affari, finanza e politica nel Nord-Est.
Nel novembre del 2008 ho pubblicato su questo stesso sito un lungo articolo specifico sulle ore di Norimberga. Esso costituiva una summa di quanto si era potuto scoprire su questo antico computo del tempo nella città di Norimberga e nelle città vicine. Per la prima volta venivano spiegate in modo abbastanza completo, anche grazie alla collaborazione dello gnomonisti olandese Fer de Vries e l'interpretazione di alcuni passi latini da cui abbiamo supposto teorie che comunque erano dedotte in modo abbastanza indipendente dalle fonti stesse, rare e di difficile reperimento. Dell'orologio di Norimberga abbiamo avuto notizia da Sebastian Munster che però sembra abbia fatto un po' di confusione tra i vari sistemi orari; da Giovanni Schonero nella sua Gnomonice del 1572 e in alcuni altri stralci di opere gnomoniche e sul computo del tempo. Ma finora non si era mai trovato una trattazione approfondita delle Ore di Norimberga e del suo relativo orologio solare. Soprattutto un qualcosa che non fosse solo un accenno al sistema di computo e alla teoria dell'orologio, ma che ne parlasse in modo divulgativo, magari con qualche notizia storica utile. Sfogliando per caso l'opera Mathesis Juvenalis di Johannes Christophoro Sturm, sono rimasto meravigliato e contento di vedere che al suo interno era contenuto un vero e proprio trattato di gnomonica. Nel nuovo progetto dei links di rimando alle librerie digitali che hanno messo in linea libri digitalizzati di gnomonica, ho presentato un'edizione tedesca dell'opera "Mathesis Juvenilis" di Sturm. Ora già di per sé, tutte le opere di Sturm sono da considerarsi dei lavori fondamentali per la cultura scientifica del suo tempo. Tra l'altro egli tratta di gnomonica anche in altre sue pubblicazioni, ma questa si è rivelata una vera sorpresa per alcuni aspetti decisamente unici che ne caratterizzano l'approccio divulgativo, mai utilizzato da nessun altro nel campo della gnomonica fino ai nostri giorni, e per l'autorevolezza scientifica e storica. Le mia considerazione può sembrare esagerata, ma deve essere intesa per la novità che certamente caratterizza questo lavoro di Sturm. Il titolo è già abbastanza eloquente: "Mathesis Juvenilis, or a Corse of mathematicks for young students". La mia edizione, appartenne al giovane studente Thomas Wenthwort che la acquistò nel 1709, cioè l'anno successivo alla sua pubblicazione. Perché è un libro di gnomonica estremamente importante? Innanzitutto diciamo che l'edizione che ho inizialmente incluso nel progetto dei links era tedesca e quindi non si prestava proprio al meglio per essere letta e interpretata, almeno da chi come me il tedesco non lo conosce per niente. Questa, invece, è la prima traduzione ed edizione inglese della stessa ed è certamente molto più comprensibile! Inoltre è un volume raro ed introvabile su internet se non per accesso a pagamento e per abbonamento ad istituzioni quali EEBO, JSTOR ed altre. Il fatto di non essere un libro specifico di gnomonica, almeno a vederlo dal di fuori, e il fatto che l'edizione digitale inglese sia accessibile solo per abbonamento, ha fatto si che il suo contenuto gnomonico fosse rimasto abbastanza sconosciuto fino ad oggi. L'intento di Sturm fu quello di scrivere un libro per giovani studenti in un modo che riuscisse a catturare la loro attenzione non solo dal fascino stesso delle materie trattate, ma anche dal modo di interpretarle e di spiegarle. Egli scrive un trattato che è una via di mezzo tra un libro scolastico ed un libro di "recreations", con particolare attenzione ad alcuni contesti storici. Ma la cosa che lo rende unico è il fatto di spiegare la gnomonica con l'ormai consolidata pratica della "domanda e risposta" tra due personaggi immaginari, come il maestro e il suo allievo. Un po' come fece Galileo Galilei nel suo "Dialogo dei due sistemi". Il libro III sulla gnomonica di quest'opera di Sturm non è un semplice capitolo, ma un vero e proprio trattato sugli orologi solari, di circa 200 pagine, che potrebbe benissimo essere estrapolato e pubblicato a parte. Egli spiega tutto il sapere gnomonico acquisito fino alla sua epoca, cercando di fare riferimento a particolari argomenti, invenzioni e metodi di autori del passato che ritiene di grande importanza. Così, per esempio, egli riporta un metodo particolare e facile inventato da Cristoforo Clavio nella sua Gnomonices, per disegnare orologi
All'ombra di Murat. Studi e ricerche sul Decennio francese, 2007
Il grano sfamava il Regno, ma la lana pagava il conto» 1 . Niente è più efficace di questa immagine di John Marino per fotografare la situazione del Tavoliere, il granaio del Regno, «il luogo classi co dell'in cetta mercanti le» -secondo una vecchia ma sempre valida definizione di Paolo Macry 2 -ma anche il terminale della grande transumanza abruzzese, istituzionalizzata nella Dogana di Foggia. Caratteristica della storia di questa pianura, perciò, può essere considerata a buon diritto la lotta costante tra «pastori» 3 e agricoltori, entram bi alla ricerca di spazi da ritagliarsi all'interno di un sistema strettamente organizzato e regolamentato.
Si intende a un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo ed è significativo per la storia spagnola, in quanto comprende sia il Rinascimento che il Barocco. Esso è delimitato da due date importanti: 1492-> Considerato Annus MiIrabilis, in quanto viene pubblicata la prima grammatica della lingua castigliana da parte di Antonio de Nebrija, col quale si decide finalmente di studiare il castigliano come lingua; 1681-> morte Pedro Calderón de la Barca, grandissimo drammaturgo spagnolo, autore di "La vida es sueño". 1) DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA I testi stessi, sviluppati durante questo periodo, ci fanno comprendere il Barocco. Appunto, testo caratteristico è il Don Quijote. L'episodio che analizzeremo fa parte dell'ottavo capitolo e tratta del momento in cui il protagonista esce per la seconda volta dal villaggio (uscirà tre volte dopo essere impazzito per aver letto troppi libri di cavalleria) insieme al suo fedele scudiero Sancio Panza. Di cosa tratta l'episodio? Don Quijotte e Sancio Panza scoprono 30-40 mulini a vento nella campagna, ma Don Quijote crede siano giganti; pertanto, vuole affrontarli e sconfiggerli per arricchirsi privandoli dei soldi che hanno addosso. Crede che sia una guerra buona guerra, fatta per rendere servizio a Dio, togliendoli dalla faccia della Terra. Sancio Panza, che invece è dotato di saggezza e razionalità, lo mette in guardia dicendogli che quelle che lui crede braccia, sono le pale che, girate dal vento, alimentano il mulino. Mentre Sancio è l'emblema della razionalità, Don Quijote rivendica il suo stato di combattente, che chiaramente è dovuto alla sua pazzia, tanto da credere che il compagno non voglia combattere solo per paura. I due sono accompagnati dal cavallo, Ronzinante, il quale è il rovescio dello steriotipo del cavallo, a causa della sua magrezza del cavallo. Così come anche Panza, che dovrebbe essere il povero umile e lo stolto, ma in realtà dimostra una massima razionalità rispetto a Don Quijote, il quale invece appartiene ad una classe più elevata. Don Quijote, quindi, si scaglia contro i mulini senza far caso a ciò che gli gridava Sancio Panza. Soffiò un po' di vento e le pale cominciarono a girare. Prima di affrontare i mulini, seguendo quello che è il codice cavalleresco, si affida alle preghiere della sua dama Dulcinea per chiedere che lo soccorresse. Dulcinea è la dama di cui, secondo le sue fantasie, Don Quijotte è innamorato; ma in realtà si tratta di una popolata, una tale Aldonza che lui però, in preda a questa sua IPERTROFIA IMMAGINATIVA, considera una dama. Quindi, ben coperto con la rotella con la lancia in resta (puntata contro i mulini), andando a
Quella di Natale Pace, in lingua o in vernacolo, è poesia genuinamente lirica. In essa è narrato il mondo interiore del poeta, i suoi sentimenti, i suoi stati d’animo più profondi: l’amore è certo il tema dominane, ma vi trovano posto la gioia, il dolore, i sogni e le speranze, i ricordi e i rimpianti, le paure più profonde e le bellezza di una Calabria “Grande e amara” di cui il poeta si sente figlio legittimo.
Dodici anni dopo il rogo a Roma, il maestro di filosofia naturale e già medico di Giulio Antonio Santori - il grande inquisitore - in un opuscolo sui risultati delle osservazioni galileiane cita più volte Giordano Bruno. E' Giulio Cesare Lagalla (La Galla) nel suo De phaenomenis in orbe lunae, in uno di questi riferimenti a Bruno, il maestro aristotelico fa riferimento ad Elisabetta I di Inghilterra e al suo giudizio negativo su Bruno, considerato incredulo, blasfemo e ateo. Quali le ragioni di tale testimonianza, che riguardava un passaggio cruciale della biografia bruniana, quello che gli consentì la pubblicazione della 'Nolana philosofia'? E quanta la credibilità che possiamo attribuire alla testimonianza del medico privato del grande Inquisitore, il cardinale di Santa Severina? Il saggio - ricostruendo il contesto in cui si mosse Bruno nella Londra elisabettiana e nella Parigi di Enrico III, e il contesto in cui si mosse La Galla nella Roma di fine Cinquecento e inizi Seicento - fornisce delle risposte e ipotesi di lavoro. Si segnala pure l'individuazione del vero Henry Fagot, che soggiornò a Roma ed ebbe un ruolo preciso all'interno della famiglia pontificia, come dimostrano documenti romani.
The Bijago believe that if a man has accomplished his initiation, upon his death his soul (orebok) can get to anarebok (the world of ancestors), to return, at last, into the world, as a newborn. A bijagó male who has died before the end of his initiation, is unable to reach anarebok, and his orebok is destined to wonder and suffer. Only girls have the power to re-estabilish order, by allowing these arebok to possess thieir bodies in initiation ceremonies, called manras arebok. Through bijagó women, the deceased males experience initiation and gain the access to the anarebok and to the possibility to come to life again. The bijago woman is the necessary intermediary between the world of the living and that of the dead and allows the arebok's cycle between the two worlds, which is the life's cycle.
British journal of educational …, 2004
Ius pluribus modis dicitur - prawo rzymskie wciąż żywe, 2016
Writers Editors Critics (WEC), 2012
Medical & Biological Engineering & Computing, 1998
Revue De L Histoire Des Religions, 2011
Problems of Small Agricultural Holdings / Problemy Drobnych Gospodarstw Rolnych, 2017
Journal of Communication Therapy, 1982
Народна творчість та етнографія. – 2006. – № 3. – С. 93-95., 2006
Neuroscience …, 1995
Neuroscience Letters, 2000
IEEE Photonics Technology Letters, 2009
Journal of Philosophy, Culture and Religion, 2019
International Journal of Intelligent Transportation Systems Research, 2012
Academia Green Energy, 2024
Langmuir, 2010