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2020, Carocci, Roma
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L’economia del film è un’area di ricerca relativamente giovane e in espansione dedicata all’industria cinematografica e allo studio delle logiche che governano le sue attività. Il volume analizza i processi di finanziamento, produzione, distribuzione e circolazione dei film, il mercato cinematografico, i protagonisti tradizionali e di più recente comparsa che operano nel settore (come Netflix e Amazon), e la complessa rete di politiche europee, nazionali e locali che regolamentano e sostengono il sistema, soffermandosi di volta in volta a riflettere sulle diverse forme di valore che il film assume per gli stakeholder coinvolti. Il film è infatti un prodotto complesso, su cui convergono interessi pubblici e privati diversificati, istanze artistiche ed economiche, frutto di un processo che si declina in maniera differente a seconda della cultura produttiva di cui è espressione. Questa complessità da una parte articola il ruolo che il film ricopre all’interno del sistema economico e della società contemporanea; dall’altra rende più che mai complesso quantificare e determinare il suo successo.
Economia della cultura, 23(4): 475-488, 2013
Il cinepanettone ha sempre sollevato molte polemiche attorno a sé, ma non è mai stato oggetto di un’adeguata riflessione in ambito accademico. Solo di recente sono comparsi degli studi dedicati a questa tipologia di film che ormai ha alle proprie spalle una tradizione di più di trent’anni e 25 film all’attivo. Il presente articolo offre per la prima volta un’analisi economica del fenomeno dei cinepanettoni. In particolare il testo indaga in che misura il cinepanettone ha contribuito ad incrementare le quote di mercato del cinema italiano, a confermare la sala cinematografica quale luogo privilegiato per il consumo di film e a contenere il successo delle pellicole statunitensi (replicandone al contempo alcune strategie produttive e distributive). L’articolo si conclude analizzando il lascito del cinepanettone al cinema italiano in termini di principi economici che ne regolano il mercato e di industrializzazione del settore.
2017
Sul finire dell'estate 1914 una rivista torinese così commenta la drammatica situazione internazionale conseguente alla dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia: «la calamità della Guerra Europea distrugge uomini a migliaia e impoverisce popoli di ogni paese, annichilendo industrie fiorenti, ricacciando la civiltà indietro, ed arrestando il progresso evolutivo di ogni nazione» 2. Sono parole che esprimono una condanna senz'appello della violenza bellica, ispirate da un pacifismo molto risoluto. Il dato singolare, però, è che la citazione appena riportata non è tratta da una pubblicazione socialista o cattolica dell'epoca, ma da una rivista di cinema, «La vita cinematografica», forse la più prestigiosa tra le tante che affollavano allora il panorama editoriale torinese di settore 3. Alcune settimane dopo-siamo ora nell'autunno del 1914-il professor Arnaldo Monti, personalità non secondaria dell'interventismo torinese 4 , firma sulle pagine della stessa rivista un interminabile e infiammato appello alla guerra 5. I due interventi testé ricordati evidenziano un'evidente contraddizione interna al mondo del cinema torinese, che però non deve stupire. Da un lato, infatti, nell'industria cinematografica torinese, allora la più importante in Italia, ci sono non poche personalità e realtà favorevoli all'ingresso in guerra, mosse da sincero patriottismo o da ragioni magari più strategiche che tenteremo di chiarire a conclusione del presente contributo: si veda il caso ben noto di Nino Oxilia, che si arruola come volontario nel 1915 e muore il 18 novembre 1917 colpito da una granata sul Monte Tomba (sarà poi insignito di una laurea ad honorem postuma dall'Università di Torino nel 1918 6), o il caso del cinema Ambrosio (gestito 1 Il saggio è stato discusso, progettato e organizzato nella sua interezza da ambedue gli autori. In particolare il paragrafo 1 è opera di S. Alovisio, il paragrafo 3 è opera di G. Alonge, mentre il paragrafo 2 è stato redatto congiuntamente.
Contratto e Impresa, 2021
Il mercato cinematografico sta vivendo una radicale trasformazione, segnata da una sempre maggiore digitalizzazione delle modalità di distribuzione e fruizione dei prodotti audiovisivi. Il presente studio mira ad analizzare il settore cinematografico nelle sue differenti implicazioni, alla luce della normativa vi-gente, volgendo particolare attenzione agli aspetti di autonomia contrattuale connessi alla relazione, produzione e distribuzione del film. L’opera cinematografica, infatti, vive di differenti fasi nelle all’interno delle quali gli interessi dei singoli vengono definiti da una fitta rete di legami contrattuali. L’analisi dei contratti del settore cinematografico permette di avere una panoramica effettiva sulle dinamiche di un mercato, che presenta specifiche peculiarità anche sul lato dei soggetti coinvolti, specialmente nella fase della distribuzione. Lo studio, inoltre, intende mettere in evidenza l’unicità dell’opera cinematografica e della disciplina ad essa riservata, dettata da una struttura creativa ed imprenditoriale alquanto variegata e complessa.
In Armocida P., Minuz A. (a cura di) L'attore nel cinema italiano contemporaneo: storia, performance, immagine, 2017
dei festival" e la geografia della produzione a livello globale. [Nuova versione aggiornata con dati e capitoli aggiuntivi rispetto a quella originale pubblicata il 29 ottobre 2015] INDICE Hollywood: le sue origini e il suo attuale funzionamento Digitale, serialità e transnazionalità: l'importanza di un approccio non ideologico Le diverse tipologie di industria cinematografica a livello globale Un caso atipico: l'industria del cinema porno La geografia mondiale dell'industria e il dominio di Hollywood L'area dell'Asia Orientale: un sistema regionale complesso
Il capitale culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage, 2016
A partire dalla fine degli anni Novanta l’industria audiovisiva indiana ha intensificato il numero di riprese effettuate all’estero, in particolar modo nei paesi occidentali. Questa migrazione di riprese rappresenta una grande occasione per i paesi ospitanti. L’industria cinematografica indiana, infatti, è la più prolifica al mondo e i suoi film riscuotono un ampio successo nel mercato domestico, con una quota di mercato stimata attorno al 90-95%. Ma il cinema indiano sta raccogliendo consensi anche all’estero, e i suoi spettatori non appartengono più solo alle classi popolari della società indiana, ma anche a quelle più facoltose, e dunque sono potenzialmente in grado di intraprendere viaggi verso i luoghi visti sul grande schermo. In virtù di queste considerazioni, il saggio analizza innanzitutto le ragioni che hanno spinto i produttori indiani a delocalizzare le proprie riprese all’estero, in particolar modo in Italia. Solo alla luce di questa analisi della domanda, infatti, è poi possibile comprendere come i territori possono aver intercettato le necessità dell’industria del cinema (e di riflesso anche i desideri del suo pubblico) e divenire potenziali mete turistiche per gli spettatori indiani. Da un punto di vista metodologico, invece, il saggio ambisce a mostrare come gli studi condotti nell’ambito dell’economia dei media possano contribuire all’analisi dei fenomeni cineturistici e all’elaborazione di iniziative di successo in grado di intrecciare sviluppo territoriale e industrie creative. Since the end of the 1990s Indian producers have been outsourcing an increasing number of film productions to Western countries, and this trend represents an important opportunity for the hosting territories. The Indian film industry is the main film producer in the world, and its movies achieve a wide success in the domestic market (where they hold a market share of about 90-95%). Moreover, from few years Indian films are successful not only among a mass audience that belongs to the lower classes of Indian society, but also among affluent spectators who have the economic resources for visiting Indian films’ locations. Finally, Indian films are more and more released abroad, and not just within national borders. In the light of this trend, the article investigates the reasons that are pushing Indian producers to moving abroad their film shoots. In particular it analyses the phenomenon of Indian film shot in Italy explaining why Italy is currently so appealing for Indian producers, which is the first step for attracting shoots and reaching a wide audience of spectators/potential tourists. As regards methodology, the article aims to demonstrate how media economics studies can help in investigating film-induced tourism and in conceiving initiatives able to connect territorial development with creative industries.
2022
Recensione del volume "Italian Industrial Literature and Film. Perspectives on the Representation of Postwar Labor", a cura di Carlo Baghetti, Jim Carter e Lorenzo Marmo, edito all’interno della collana Italian Modernities, curata da Pierpaolo Antonello e Robert Gordon per i tipi di Peter Lang (Oxford, 2021). | Review of the book "Italian Industrial Literature and Film. Perspectives on the Representation of Postwar Labor", edited by Carlo Baghetti, Jim Carter and Lorenzo Marmo, a volume of the series Italian Modernities, curated by Pierpaolo Antonello and Robert Gordon (Peter Lang, Oxford, 2021).
Un estratto della mia tesi di laurea triennale
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Classical Continuum , 2023
Post-Global Aesthetics: Twenty-First Century Latin American Literatures and Cultures. Edited by Gesine Müller and Benjamin Loy, 2022
How the Hubble Parameter and Kappa Function Support Increasing Mass Energy in an Expanding Universe: Insights According to the Cosmic Influx Theory (CIT) Collaborating with ChatGPT, 2024
«Fontes Artis Musicae», LXXI n. 2, April-June 2024, pp. 63-84, 2024
Konya Kitabı, III, 2023
Desarrollo físico y cognoscitivo de la adultez emergente, 2015
Great Lakes Entomologist, 2021
Scripta Metallurgica et Materialia, 1994
Praxis der Kinderpsychologie und Kinderpsychiatrie, 2019
Scientific Reports, 2017
Journal of Immunological Methods, 2015
Neuro-oncology, 2022
Preventing Chronic Disease, 2017