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2020, LA STORIA DELL'ARCHITETTURA IN AMERICA LATINA
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European culture in Latin America has undoubtedly been fundamental to initiating innovative and technological transfer processes that have contributed to the progress of nations. This is especially evidenced by the many works carried out in the different fields of knowledge in which so many researchers and professionals have tried their hand at it, who for different reasons have had to leave their country to find acceptance in often very distant lands. However, the meeting of different cultures has fostered the development of new activities and encouraged the contribution of creativity in favor of unconventional training and production processes. In continuing the path initiated by the international research Italian Diaspora in the world, this volume is a new tribute to the many Italians who have distinguished themselves overseas, especially in Latin America, building extraordinary opportunities and opening up new professional perspectives. This is the case of the Italian architect Enrico Tedeschi (1910-1978) who left Italy in 1948 to reach Argentina in order to realize the expected academic dreams. A complex experience like many but from which began a new research path that focused a lot on the role of the history of architecture in the formation of the architect who, from the second half of the twentieth century, has obtained remarkable feedback throughout the Latin American area. The pages of this book, not exhaustive of a very interesting but broad theme, aim to open a dialogue on how the treatment of the history of architecture in Latin America is now more fundamental than ever to start new training paths and to stimulate knowledge of the past to better build the future.
Questo numero speciale accoglie studi vagliati dal Comitato scientifi co della Giornata di studi Per Giovanni Carbonara.
QUADERNI DELL'ISTITUTO DI STORIA DELL'ARCHITETTURA , 2020
Piero Barlozzini, Laura Carnevali, Fabio Lanfranchi La basilica di Santa Maria in Foro Claudio a Ventaroli: analisi e rilievo di un periferico' monumento medievale Benedetta Caglioti Palazzo Costabili e la "nuova" arte edificatoria a Ferrara tra la fine del Quattrocento e l' inizio del Cinquecento Maurizio Ricci Su una misconosciuta pianta per il tempio del Santissimo Crocifisso a Todi Rossana Ravesi I Teatini a Milano: la Chiesa e la Casa a Sant' Antonio e la nuova sede al Carrobbio. Disegni e documenti inediti Gilberto De Giusti, Marta Formosa Il palazzo Corsini e il suo giardino ad Albano Laziale nel contesto romano tra XVIII e XX secolo Livia Tanca Il Regio Ufficio Geologico di Raffaele Canevari: nuove acquisizioni su un originale' processo di trasformazione nella Roma tardo ottocentesca Flavia Colonna Enrico Del Debbio e Alberto Calza Bini ad Anagni: due interventi urbanistico-architettonici degli anni Venti del Novecento Anno di Edizione: 2020 Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura., 72 ISBN: 9788891320957 Rilegatura: Brossura Pagine: 138
ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO. 450 ANNI DI STORIA, a cura di L. Zangheri e Bert W. Meijer, 2015
L'Archivio di Stato fiorentino, fondato nella fabbrica degli Uffizi come Archivio Centrale di Stato nel 1852, fu diretto prima da Francesco Bonaini (1806Bonaini ( -1874, quindi da Cesare Guasti (1827-1889). A lui succedette Pietro Berti (1827-1914, 1 funzionario dalla lunga esperienza, che continuò, sulla linea del suo predecessore, la riorganizzazione delle carte. 2 Fin dai tempi di Francesco Bonaini nell'Archivio Centrale si erano conservate anche le carte prodotte dalle Arti, in una apposita sala costruita all'uopo e ornata da un balaustra sorretta da colonne decorate con i relativi stemmi. 3 Bonaini, nel 1864, descrisse il suo intento come diretta conseguenza di una visione avuta da Giorgio Vasari: «mi parve che il Vasari avesse pensato a me, o dirò meglio, agli Archivi nostri. [...] pensai che l'ordine delle sale avrebbe conferito all'ordine dei documenti: credetti che come nel corridore di sopra si va considerando sulle pareti la storia delle Arti, così in questo saremo andati leggendo la storia di una Repubblica illustre e di un Principato cittadino». 4 Ma quasi trenta anni dopo all'archivio fiorentino mancavano ancora la gran parte delle carte di quell'Accademia, poi Arte, voluta proprio dal Vasari, se si eccettuano le 38 unità legate al tribunale dell'Accademia scorporate dall'ar-* Si ringrazia per la preziosa collaborazione il prof. Luigi Zangheri, attento custode della memoria dell'Accademia, il dott. Piero Marchi, funzionario dell'Archivio di Stato di Firenze, la dott. ssa Monica Nocentini funzionaria della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, la prof.ssa Antonia Ida Fontana, responsabile della biblioteca dell'Accademia delle Arti del Disegno, la dott.ssa Monica Maffioli, responsabile dei fondi fotografici dell'Accademia delle Arti del Disegno, e la dott. ssa Giulia Coco paziente e indefessa ricercatrice, compagna di scorribande culturali. 1 Sul Berti cfr. MartElli e KlEin, 2006, p. 351. 2 Ad esempio richiedendo la conservazione dell'Archivio di Corte nell'Archivio di Stato cfr.
Dopo aver suggerito l'ipotesi che l'architettura sia una scala che riunisce ciò che fu diviso alle origini, propongo ora un'idea ancor più radicale: che l'architettura sia Altrove e che l'edificato, come il tempio Sabeo, sia il tramite fra l'Edificio Angelo e l'edificio che risiede nei nostri cuori, attribuendo all'Edificio Angelo valore ontologico, a fronte di un edificato privo di valori che non siano estetici secondo habitus; e all'edificio del cuore il valore di grimaldello mediante il quale scassinare la serratura della porta che conduce all'Altrove.
Elementi di paleografia e cronologia
353 11 9 19 61 95 135 177 203 225 Le traduzioni di Bruno Taut fuori dalla Germania Verso un'etica cosmopolita nell'architettura Esra Akcan 377 12
I Giochi della XVII Olimpiade, tenutisi a Roma nell’estate del 1960, furono l’occasione per l’Italia di riappropriarsi della scena sportiva mondiale alla quale aveva rinunciato nel 1908, a causa dell’eruzione del Vesuvio (1906) e ancora nel 1940 per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La preparazione del Comitato Olimpico Italiano consentì, nel 1955, l’aggiudicazione dei Giochi durante la 50° Sessione di Parigi, prevalendo sulle candidature di Detroit, Budapest, Bruxelles, Città del Messico, Tokyo e Losanna. L’importante risultato venne conseguito grazie alla documentazione dettagliata proposta dall’Italia e nonostante solo lo Stadio Olimpico del Foro Italico, inaugurato nel 1953, fosse all’altezza della manifestazione. L’organizzazione delle Olimpiadi avrebbe trasformato Roma in un cantiere di ristrutturazione urbana, non solo per la predisposizione degli impianti sportivi e delle strutture di hospitality, ma anche per la realizzazione di collegamenti efficienti su un territorio vasto e diffuso. I fulcri su cui ruotava il progetto erano i due settori nevralgici del tessuto urbano: a Nord il Foro Italico, tra Monte Mario e i colli della Farnesina, e a Sud il Palazzo dello Sport, immerso nelle ampie zone verdi e in un “accrescimento edilizio qualificato”
Testo italiano originale di un breve saggio in corso di pubblicazione in lingua inglese in un libro a cura di Cristina Baldacci e Marco Bertozzi, dal titolo "Montages"
Militaergeschichtliche Zeitschrift, 2020
Bulletin of the Geological Society of Norfolk, 2023
Education Sciences , 2024
Dogmática y Práctica del Derecho Privado Moderno. Estudios Jurídicos en Homenaje al Profesor Gastón Fernández Cruz, 2022
International Congress of New Searches In Social Sciences, 2024
«SENTO TUTTA LA MODERNITÀ DELLA VITA» Attualità di Grazia Deledda a 150 anni dalla nascita Miscellanea a cura di Dino Manca VOLUME III, 2022
BMC Cancer, 2014
Putri Anggreiny, 2024
2003 IEEE International Conference on Acoustics, Speech, and Signal Processing, 2003. Proceedings. (ICASSP '03).
Legal Medicine, 2009
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2023
Archives of Cardiovascular Diseases Supplements, 2011
RePEc: Research Papers in Economics, 2008