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White marble and the Black Death

2019

Maichol Clemente € , Maichol Clemente White Marble and the Black Death Il marmo bianco e la peste nera Marsilio Maichol Clemente White Marble and the Black Death Giusto Le Court at the Salute Il marmo bianco e la peste nera Giusto Le Court alla Salute photographies by fotografie di Marco Furio Magliani and e Mauro Magliani Marsilio Fondazione Venetian Heritage Onlus Venetian Heritage Inc. International Chairman Thomas Hampson Chairman Peter Marino Vice Chairman Mrs. Donald K. Miller President Carolyn H. Miner Vice Presidents Alexis Gregory Rodman Primack Thomas C. Quick Treasurer Maury Riad Secretary Caroline Levy-Mazella di Bosco Managing Directors hsh Prince Pierre d’Arenberg Emilio Ambasz Deborah Berke Mrs. Kenneth A. Buckfire Mrs. Teresa A. L. de Bulgheroni Michael L. Cioffi Steven Harris Suzan Sabanci Dinçer Christine Hearst Schwarzman Joseph J. Sitt Becca Cason Thrash Ari Wiseman Founding Chairman † Lawrence D. Lovett Founding President † Khalil Rizk Advisory Board Olivier Bernier hrh Crown Princess Pavlos of Greece hrh Prince Michael of Greece hg The Duke of Segorbe Mario Lolli-Ghetti International Chairman Emerita n.d. Contessa Cristiana Brandolini d’Adda Director Emerita Mrs. William Dow Lovett International Relations Advisor Toto Bergamo Rossi Executive & Projects Manager Kory Trolio International Committee hrh Princess Michael of Kent hrh The Duke of Bavaria hrh Princess Firyal of Jordan Prince Amyn Aga Khan Violetta Caprotti Vedovi Contessa Marina Cicogna Attilio Codognato Paula Cussi n.d. Contessa Marina Emo Capodilista Baroness Cécilia Hottinguer Beppe Modenese The Countess de Ribes Mrs. Benjamin M. Rosen Mrs. A. Alfred Taubman Donna Olimpia Weiller Torlonia Saundra Whitney Neda Young Contessa Lucia Zavagli Ricciardelli Presidente Valentina Marini Clarelli Nasi Vice Presidente Luca Marzotto Consiglieri Toto Bergamo Rossi Maurizio Bernardi Brandino Brandolini d’Adda François Droulers Amin Jaffer Peter Marino Alessandra Rubelli Bonetti Direttore Toto Bergamo Rossi Segretario Generale Giorgio Ceccato Executive Assistant Valentina Farace Soci Sostenitori Davide Bollati Paola Buratto Caovilla Marta Buzzi-Ferraris Bastianello Lady Monika del Campo Bacardi Anne de Carbuccia e Alberto Tazartes Gigliola Ceccato Marta Coin Silvia Grassi Damiani Enrico Falck Diane von Furstenberg Inti Ligabue Camilla Lunelli Sergio Mantegazza Ilaria Miani Pallavicino Simon e Catriona Mordant Violetta Nasi Martine Orsini Bernheim Mickey Riad Giovanna Sacchetti Membri Onorari Wes Anderson Francesca Bortolotto Possati Cristiana Brandolini d’Adda Agnelli Andrea Chiari Gaggia Mario Codognato Pierre Durand James Ivory Sir Anish Kapoor Jude Law Christian Louboutin sair Maria da Gloria Orléans Bragança de Bourbon, Duquesa de Segorbe Brian Swardstrom Fiona Swarovski Grasser Tilda Swinton Elena Valensise di Giovanni Simone Zancani sculpted by the Flemish artist Giusto Le Court. Here the Virgin Francesco Moraglia Patriarch of Venice Mary is depicted as a majestic Lady holding the Child with one hand, Patriarca di Venezia a richly adorned young lady on her knees, a symbol of the city of above the clouds, with the little putti at her feet. On the left we see Venice paying homage to the Virgin. On the right instead we see an angel chasing away an old woman, the symbol of the terrifying Plague. The group honors the intense and constant tie between the city and the Virgin Mary, which for almost four centuries Venetians have venerated as the “savior” of the city. The “Festa della Salute” is an authentic and deeply felt Christian holiday, it is a true feast of the people, as I have been able to see with my own eyes during all these years. The historical, cultural and social character of the city has changed, but the people continue to come faithfully to their yearly appointment with the Madonna della Salute and continue to ask for her grace. even the most absent-minded visitor will be struck the beauty of the main altar of the Basilica della Salute. As we enter the building, we initially perceive by the magnificence of the church in its entirety, but as we proceed forward our eyes and our hearts gradually and inevitably will focus on the main altar, because everything points in that direction, everything leads us towards the images of Mary, the “Madonna della Salute” as the Venetians have always called her, with great affection and devotion. There is first of all, the unique oriental picture of the Virgin known as “Mesopanditissa,” with her dark face and penetrating gaze, brought to the city from the island of Crete by the doge Morosini in 1670. Above the Mesopanditissa we see an admirable group of statues 6 anche il fedele o il visitatore più distratto non può rimanere indifferente dinanzi alla bellezza dell’altare maggiore della basilica veneziana della Salute. Via via che si procede dall’entrata, passo dopo passo, pur colpiti dalla magnificenza del tempio nella sua interezza, l’occhio e il cuore ne sono inevitabilmente attratti perché tutto porta e riconduce là, davanti alle effigi di Maria, da sempre invocata dai veneziani con grande affetto e fiducia come “Madonna della Salute”. Vi è, in primo luogo, la singolare immagine orientale denominata “Mesopanditissa”, dal volto scuro e dallo sguardo penetrante, giunta dall’isola di Candia e portata in città nel 1670 dal doge Morosini. Ma al di sopra, nella sommità, troviamo poi il pregevole complesso scultoreo – attribuito all’artista fiammingo Giusto Le Court – che presenta la Vergine Maria quale maestosa Signora con il Bambino in braccio, posta sopra le nubi con dei putti angelici ai suoi piedi, mentre alla sinistra c’è una giovane donna riccamente adornata – che ricorda la città di Venezia supplice in ginocchio ai piedi della Madonna – e alla destra un angelo che scaccia e allontana la terribile raffigurazione della peste. Vi è qui riassunto, insomma, tutto l’intenso e costante legame di questa città con la Madonna, che i veneziani da quasi quattro secoli continuano a invocare e onorare come “salvatrice” della città. La festa della Salute è un’autentica e verace festa cristiana, è la festa di un popolo – in questi anni l’ho constatato di persona – che, pur nelle mutate condizioni storiche, culturali e sociali, risponde sempre fedelmente all’appuntamento annuale con la Vergine Madre, venerata come mediatrice di grazia. Quando Maria è chiamata direttamente o indirettamente in causa, il popolo cristiano – anche là dove abita un profondo e sordo secolarismo – risponde oltre ogni previsione. E questo ci dimostra ancora una volta che la Vergine Maria, nel suo profondissimo legame con Gesù, appartiene alla centralità della fede della Chiesa. La mediazione di Maria, poi, è materna e questa è la caratteristica specifica che la connota, innanzi a ogni altro possibile tipo di mediazione che il Verbo incarnato può suscitare e suscita; la mediazione di Maria, all’interno dell’unica e sufficiente mediazione di Cristo (cfr. Lumen When the Virgin is involved directly or indirectly, the Christian people respond in mass, even in times and places where a profound and insensitive secular attitude has taken root. And this demonstrates once again the central importance of the Virgin Mary for the Christian faith, through her profound and close relation to Jesus. The mediation of Mary is maternal, this is its specific and most profound character, beyond all the other possible mediations that the incarnated Word may offer; the mediation of Mary as part of the single and sufficient mediation of Christ 7 (see Lumen gentium, n. 62) is rooted in her femininity and her virginity, which opens to maternity thanks to the holy grace. This truth is instinctively embedded in the genuine and profound sensus fidei of the Venetian people and can be perceive by anyone who chances to come into this temple. Everyone will perceived, at least in part, even if his or her faith is a little confused and fragile, the meaning and the value of this Woman that Jesus chose as a Mother, for himself and for us, a mother who cares for all her children, a mother to whom nothing that affects her children is ever irrelevant. Let all those who come before this altar always bear this in mind: to the Virgin Mary nothing of what affects you is irrelevant, nothing is unimportant. gentium, n. 62), si radica nel suo essere femminile e nella sua verginità che, per grazia, si apre alla maternità. Questa verità appartiene al genuino e realissimo sensus fidei del popolo veneziano ed è quindi proposto e indicato a ogni persona che fa capolino in questo tempio. Tutti, allora, possono percepire almeno in parte – anche se, talora, con una fede un po’ confusa e fragile – il senso e il valore di questa Donna che Gesù ha voluto, per sé e per noi, quale Madre attenta e premurosa verso i suoi figli dei quali, per Lei, nulla e niente è irrilevante. Lo ricordino sempre coloro che si accostano e sostano davanti a quest’altare maggiore: per Maria nulla che ci riguarda è irrilevante o di poca importanza! Sono riconoscente e grato a quanti, in vario modo, hanno collaborato alla redazione e alla realizzazione di questo splendido volume che evidenzia e promuove le opere dell’altare maggiore; esse rappresentano una delle massime espressioni del barocco veneziano che la nostra basilica della Salute custodisce e offre, ogni giorno, a tutti. La carissima Madonna della Salute – nostra Capitana da Mar che dall’alto della cupola della basilica, costruita sull’estrema punta del sestiere di Dorsoduro, domina il Bacino di San Marco – resti a vegliare incessantemente su questa città e su questa Chiesa di Venezia, su tutti noi e su coloro che a Lei si rivolgono con grande fiducia e immutato affetto. 8 Valentina Marini Clarelli Nasi President, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venice Presidente, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venezia and financed by Venetian Heritage. This beautiful book is dedicated to the group of statues sculpted by Giusto Le Court in the seventeenth century for the main altar of the Basilica della Salute, where we can admire them today. The Basilica della Salute was built by Venetians as an act of devotion and gratitude towards the Virgin after the end of the terrible plague of 1630, and remains to Peter Marino Chairman, Venetian Heritage Inc., New York Chairman, Venetian Heritage Inc., New York the present day an important destination for pilgrims. Every year, people continue to flock to the church for the Festa della Salute, one of the holidays most dear to the heart of all Venetians. We wish to thank all those who collaborated to the present volume: His Eminence the Patriarch of Venice Francesco Moraglia, don Fabrizio Favaro, don Gianmmateo Caputo, don Diego Sartorelli, don Morris Pasian, the author Maichol Clemente, the photographer Mauro Magliani with Marco Furio Magliani, Monica De Vincenti, Simone Guerriero, Giusi Conti, Gabriel- since 1999, venetian heritage has been promoting Venetian culture through a vast campaign of restoration projects carried out not only in Venice but in all the territories that were once part of the Venetian Republic. This vast and ambitious program has received the support of Italian and international institutions, foundations, and patrons, united by the desire to preserve the incredible artistic heritage that the Venetian Republic disseminated in all the eastern Mediterranean from the Middle Ages to the end of the eighteenth century. Venetian Heritage continues to ceaselessly collect donations to help preserve and promote this cultural heritage, which is unique in all the world. We are proud to present the present study, by art historian Maichol Clemente 10 dal 1999 venetian heritage promuove la cultura veneziana attraverso una vasta campagna di interventi di restauro effettuati non solo a Venezia ma anche nei territori che anticamente facevano parte della Serenissima Repubblica. A fronte di questo vasto e ambizioso programma sono state coinvolte istituzioni, fondazioni e mecenati italiani e internazionali, con l’intento di preservare l’inesauribile patrimonio artistico che la Repubblica di Venezia ha lasciato lungo tutto il Mediterraneo orientale dal periodo medievale fino alla fine del Settecento. Venetian Heritage continua incessantemente a raccogliere fondi per far fronte il più possibile alla conservazione e alla valorizzazione di questa eredità culturale unica al mondo. Siamo orgogliosi di poter presentare questa pubblicazione, curata dallo storico dell’arte Maichol Clemente e finanziata da Venetian Heritage, dedicata al complesso scultoreo eseguito da Giusto Le Court nel xvii secolo per l’altare maggiore della basilica della Salute. Questo edificio monumentale, costruito dai veneziani come atto di devozione e ringraziamento alla Vergine per la liberazione dalla peste del 1630, è ancora oggi un’importante meta di pellegrinaggio dove ogni anno si celebra la festività della Salute, uno degli appuntamenti più sentiti e partecipati dai veneziani. Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo volume: S.E. il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, don Fabrizio Favaro, don Gianmatteo Caputo, don Diego Sartorelli, don Morris Pasian, l’autore Maichol Clemente, il fotografo Mauro Magliani con Marco Furio Magliani, Monica De Vincenti, Simone Guerriero, Giusi Conti, Gabriella Perini, Martina Mian, l'Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e l’ufficio di Fondazione Venetian Heritage Onlus, in particolare Toto Bergamo Rossi e Valentina Farace. la Perini, Martina Mian, the Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini and the office of Fondazione Venetian Heritage Onlus, and especially Toto Bergamo Rossi and Valentina Farace. 11 Toto Bergamo Rossi Director, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venice Direttore, Fondazione Venetian Heritage Onlus, Venezia In the framework of the unesco-International Private Committees Joint Programme for the Safeguarding of Venice, Venetian Heritage has financed the set up of the first five rooms in the new wing of the Gallerie dell’Accademia in Venice. In Padua, Venetian Heritage has financed the cleaning of the famous Cappella dell’Arca di Sant’Antonio in the Basilica of the same name. Venetian Heritage also supports restoration campaigns in the territories that were once part of the Serenissima and has awarded numerous grants for the training of specialized restorers from those countries. The façade of the Trogir Cathedral in Croatia was restored along with the Orsini Chapel (winning the 2003 Europa Nostra-European Community award for the year’s best restoration). In cooperation with a number of co-donors, Venetian Heritage has financed the restoration of the magnificent façade of the Cathedral of St. Mark on Korcula, a Dalmatian island which was part venetian heritage is an international non-profit organization with offices in Venice and New York. Its mission is to support Venetian culture through conservation projects, exhibitions, publications, conferences, academic studies and field research. Our goal is to make people appreciate the immense legacy of Venetian art in Venice and in all the territories that were once part of the Republic of Venice. In Venice, Venetian Heritage has financed numerous important projects including the cleaning of the façade of the Church of Gesuiti; the restoration of the façade of the Church of San Zaccaria (one of the finest examples of early Venetian Renaissance architecture); the restoration of the splendid Gothic altarpiece in gilded silver in the Church of San Salvador. 12 venetian heritage è un’organizzazione internazionale non profit con sedi a New York e a Venezia che sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo l’immenso patrimonio di arte veneta in Italia e nei territori anticamente parte della Serenissima. Alcuni fra i più importanti interventi che Venetian Heritage ha sostenuto a Venezia sono i restauri della facciata della chiesa dei Gesuiti, della facciata della chiesa di San Zaccaria, opera tra le più grandiose del primo Rinascimento veneziano, e più recentemente della splendida pala gotica d’argento dorato della chiesa di San Salvador. Venetian Heritage, nell’ambito del programma congiunto unescoComitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, ha finanziato l’allestimento museale delle prime cinque sale della nuova ala delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. A Padova, Venetian Heritage ha finanziato il restauro della celebre cappella dell’Arca di sant’Antonio nell’omonima basilica. Venetian Heritage sostiene una vasta campagna di restauri anche nei territori già parte dei domini della Serenissima e ha elargito numerose borse di studio per la formazione di restauratori specializzati. In Croazia sono state restaurate la facciata della cattedrale e la cappella Orsini a Traù (premio Europa Nostra-Comunità Europea 2003 come miglior restauro dell’anno). In collaborazione con alcuni co-donors, ha inoltre sostenuto il restauro della magnifica facciata gotica della cattedrale di San Marco a Curzola, importantissima isola dalmata, veneziana dal xiii secolo fino alla caduta della Serenissima nel 1797. Venetian Heritage ha anche organizzato e finanziato varie esposizioni, tra queste si ricorda: Tesori della Croazia restaurati da Venetian Heritage (Venezia, chiesa di San Barnaba); Tintoretto (Roma, Scuderie del Quirinale); La Pala d’argento dorato della chiesa di San Salvador (Berlino, Bode Museum). Venetian Heritage ha finanziato il restauro di due dipinti di Paolo Veronese provenienti dalla chiesa di San Pietro Martire a Murano. Successivamente le due opere sono state esposte in occasione del- of Venice from the year 1200 to the fall of the Serenissima in 1797. Venetian Heritage has also organized and financed various exhibitions including: Treasures of Croatia restored by Venetian Heritage (Venice, church of San Barnaba); Tintoretto (Scuderie del Quirinale, Rome) and The gilded silver altarpiece of San Salvador (Bode Museum, Berlin). Venetian Heritage has financed the restoration of two paintings by Paolo Veronese in the church of San Pietro Martire on Murano. The two paintings were then shown in the exhibition Paintings from Murano by 13 Paolo Veronese restored by Venetian Heritage at the Gallerie dell’Accademia di Venezia State Museum, the Frick Collection in New York and the New Orleans Museum of Art. Venetian Heritage has recently financed the restoration of the sculptures of Mars, Adam and Eve, three fifteenth-century masterpieces by Antonio Rizzo, kept in the Museo di Palazzo Ducale in Venice; the restoration of the painting L’Indovina, by Giovanni Battista Piazzetta in the Gallerie dell’Accademia di Venezia; the restoration of the portrait of Marcello Durazzo by Anthony van Dyck from the Ca’ d’Oro Museum in Venice. Venetian Heritage is financing the set up of rooms 5 and 6 at the Gallerie dell’Accademia di Venezia; the restoration of the monumental stairway built by Mauro Codussi in 1498 for the Scuola Grande di San Giovanni Evangelista in Venice and the restoration of the altar piece by Giovanni Bellini picturing The Virgin in Glory with Eight Saints, from the church of San Pietro Martire in Murano. In collaboration with Polo Museale del Veneto - Italian Ministry of Culture, Venetian Heritage has organized and financed the exhibition Domus Grimani 1594-2019. The Collection of Classical Sculptures Reassembled in its Original Setting after Four Centuries at Museo di Palazzo Grimani in Venice. Here in Venice, sculpture was the favored medium through which civic virtues could be allegorically represented and the heroes and doges of the Republic celebrated. Yet, unlike painting, sculpture has not always received the critical attention it deserves. 14 la mostra Dipinti muranesi di Paolo Veronese restaurati da Venetian Heritage alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, alla Frick Collection di New York e al New Orleans Museum of Art. Recentemente, Venetian Heritage ha finanziato il restauro delle sculture di Marte, Adamo ed Eva, capolavori quattrocenteschi di Antonio Rizzo, conservate presso il Museo di Palazzo Ducale di Venezia, del dipinto L’indovina di Giovan Battista Piazzetta alle Gallerie dell’Accademia di Venezia e del Ritratto di Marcello Durazzo di Antoon van Dyck alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro di Venezia. Venetian Heritage sta finanziando l’allestimento dei saloni n. 5 e n. 6 delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; il restauro dello scalone monumentale costruito da Mauro Codussi nel 1498 per la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia e il restauro della pala d’altare di Giovanni Bellini raffigurante La Vergine in Gloria con otto santi, proveniente dalla chiesa di San Pietro Martire di Murano. In collaborazione con il Polo Museale del Veneto, Venetian Heritage ha organizzato e finanziato la mostra Domus Grimani 1594-2019. La collezione di sculture classiche a palazzo dopo quattro secoli al Museo di Palazzo Grimani a Venezia. In laguna la scultura era il mezzo preferito per rappresentare le virtù civiche e per celebrare gli eroi e i dogi della Serenissima ma, rispetto alla pittura, ha goduto di meno fortuna e, all’oggi, sono stati eseguiti pochi studi e rare pubblicazioni dedicate a quest’arte figurativa. Il complesso scultoreo dell’altare maggiore della basilica ricorrente sezione 15 The statues on the main altar of the Basilica della Saltue sculpted by Giusto Le Court were a response to the desire of the Venetian people to celebrate the Virgin Mary for having liberated the city from the terrible plague of 1630. Through this magnificent work, Le Court confers to the episode an exceptional nobility and prestige. To promote this work, one of the greatest expressions of Venetian Baroque, and to help rediscover this sculptor, described by his contemporaries as the Bernini of the Adriatic, Venetian Heritage has financed the present volume, whose photographs document the entire complex of the main altar, including the statues of the Apostles and of the Doctors of Church in the niches of the presbytery, magisterially designed by architect Baldassarre Longhena. The study carried out by Maichol Clemente sheds new light on this important chapter in the history of Venetian art and we are extremely proud of making it available to everyone through the present publication. della Salute realizzato da Giusto Le Court risponde all’esigenza del popolo veneziano di glorificare la Vergine Maria per aver scacciato la drammatica peste che colpì la città nel 1630 e conferisce all’episodio narrato una nobiltà e un prestigio unici. Con l’intento di promuovere e valorizzare una delle massime espressioni del barocco veneziano e riscoprire lo scultore che dai suoi contemporanei era considerato il “Bernini Adriatico”, Venetian Heritage ha finanziato questo volume corredato da una campagna fotografica dell’intero complesso dell’altare maggiore, comprese le statue degli Apostoli e dei Dottori della Chiesa collocate nelle nicchie del presbiterio, magistralmente progettato da Baldassare Longhena. Gli studi eseguiti da Maichol Clemente gettano nuova luce su questo importante capitolo dell’arte veneta e attraverso questa pubblicazione siamo orgogliosi di renderli accessibili a tutti. 16 white marble and the black death 17 This volume has been published with the generous support of Contents Questo volume è stato pubblicato grazie al generoso sostegno di Indice Acknowledgments Ringraziamenti The author is grateful to Venetian Heritage and its director Toto Bergamo Rossi for having generously supported the photographic documentation of the works by Giusto Le Court and for making it available to both specialists and the general public through present volume. My most heartfelt thanks also to Giorgio Ceccato and Valentina Farace, whose patience and help were never lacking. Monica De Vincenti and Simone Guerriero agreed to write the introduction to the present study. I owe much to their unattainable knowledge and profound love for Venetian sculpture, as well as to our relation of friendship and professional consideration, which I have been enjoying for many years. The 91 photos here published are the result of the work of Marco Furio Magliani and Mauro Magliani. To them too my most sincere thanks. For the countless advice and the end results, my most heartfelt gratitude goes to all the staff of the Marsilio publishing house and in particular to Martina Mian and Lorenzo Pieresca. I owe something and perhaps a little more than that also to Monica Bassanello, Elena Catra, Doretta Davanzo Poli, Claudia Favaron, Gianluca Forgione, Alexander Kader, David Lucidi, Christopher Mason, Giovanni Pratesi, Frits Scholten, Denis Ton. This book is for my parents, Nadia and Vittorino. L’Autore è riconoscente a Venetian Heritage, nella persona del suo direttore, Toto Bergamo Rossi, per aver così generosamente sostenuto la campagna fotografica delle opere di Giusto Le Court e per la successiva decisione di metterla a disposizione del pubblico di specialisti e non attraverso questo volume. Un grazie sentito anche a Giorgio Ceccato e Valentina Farace, la cui pazienza e disponibilità non sono mai venute meno. Monica De Vincenti e Simone Guerriero hanno accettato di scrivere la prefazione qui pubblicata. Alla loro irraggiungibile conoscenza e al loro profondo amore per la scultura veneta devo molto, così come al rapporto di amicizia e stima che da anni ormai ci lega. Le 91 tavole qui pubblicate sono frutto del lavoro di Marco Furio Magliani e Mauro Magliani. Anche a loro un grazie sincero. Per il risultato raggiunto e per i molti consigli dati, la mia gratitudine più sentita va a tutto lo staff della casa editrice Marsilio e in particolare a Martina Mian e Lorenzo Pieresca. Devo qualcosa e forse un po’ di più anche a Monica Bassanello, Elena Catra, Doretta Davanzo Poli, Claudia Favaron, Gianluca Forgione, Alexander Kader, David Lucidi, Christopher Mason, Giovanni Pratesi, Frits Scholten, Denis Ton. Questo libro è per Nadia e Vittorino, i miei genitori. Monica De Vincenti Simone Guerriero 20 Preface Prefazione Maichol Clemente 24 Il marmo bianco e la peste nera. Premessa Cover copertina Plague, detail Peste, particolare Beck Cover quarta di copertina The Angel chasing away Plague, detail L’angelo che scaccia la Peste, particolare Translations traduzioni Gabriele Poole Design and layout progetto grafico e impaginazione Livio Cassese © 2019 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia First edition November 2019 isbn 978-88-297-0489-7 www.marsilioeditori.it 50 White Marble and the Black Death. Foreword 32 The Plague, the Vow, and the New Temple Giusto Le Court alla Salute. Un chiarimento e una breve biografia 62 The Sculpture. From Bernini to 1670 La scultura. Da Bernini al 1670 The Main Altar and its Statues L’altar maggiore e le sue statue La peste, il voto e un nuovo tempio 42 Giusto Le Court at the Salute. A Clarification and a Short Biography 96 Plates Tavole Preface Monica De Vincenti Simone Guerriero Thus, based on Palladio, Longhena had worked out an alternative to the Roman Baroque. His Venetian Baroque was, in fact, the only high-class alternative Italy had to offer. It is not sufficiently realized that in their search for new values many architects of the late seventeenth century turned from Rome to Venice and embraced Longhena’s scenographic concepts. Rudolf Wittkower, Art and Architecture in Italy: 1600 to 1750, Harmondsworth 1973, p. 298. rudolf wittkower’s judgment on Baldassare Longhena, voiced in his fundamental study of Italian architecture of the seventeenthand eighteenth century, always appeared to us equally applicable to Longhena’s collaborator, the Flemish sculptor Giusto Le Court, who similarly provided the only “high-class” alternative to the tradition embodied by Gian Lorenzo Bernini. Elec- Prefazione Così, il Longhena aveva elaborato un’alternativa al barocco romano fondata sul Palladio. Il suo barocco veneziano era, in effetti, l’unica alternativa d’alta classe che l’Italia aveva da offrire. Non ci si rende sufficientemente conto che nella loro ricerca di valori nuovi molti architetti del tardo Seicento si volsero da Roma a Venezia e adottarono i concetti scenografici del Longhena. Rudolf Wittkower, Arte e architettura in Italia. 1600-1750, Torino 1972, p. 248. tive affinities provided the substance of the alliance between the aged Longhena and the younger Le Court, which translated into a new relation between architecture il giudizio espresso su Baldassare Longhena da Rudolf Wittkower, nel suo fondamentale contributo sull’architettura italiana tra xvii e xviii secolo, ci è sempre sembrato potesse essere preso a prestito per definire anche il valore della scultura del fiammingo Giusto Le Court, che rappresentò effettivamente l’unica alternativa «d’alta classe» alla lezione di Gian Lorenzo Bernini nel panorama italiano del preface 21 and sculpture, visible not only in the Salute, but in all the projects imagine the astonishment that Le Court’s tableau vivant must have they carried out together, starting from the 1660s. Architecture pro- certainly caused with its lifelike sculptures, sculptures, when finally gressively took a step back to offer a monumental pedestal, or rather revealed to the eye of the public. a monumental stage, to the statues, these “loquacious marbles” who The edification of the Salute – as already noted by Nicola Ivanoff – became the main actors in this magnificent show. marked the solemn consecration of the glory of the Flemish artist. The better known example of this original combination is certainly Venetian sculpture turned even more towards him and Le Court was the main altar of the Salute, surmounted by the statues sculpted by surrounded by students and assistants, enabling him to work on ex- Giusto Le Court at the culmination of his artistic development, his tremely demanding projects, second in size only to those entrusted to most famous works, and certainly the ones that are most representa- Bernini in Rome, as critics have justly observed. tive of the artist in the field of sacred art. The perennial representa- But the fame of the sculptures of the Salute did not bring a full awareness tion of the votive offering, which motivated the construction of this of the true greatness of the artist who had conceived this masterpiece temple, the emblem of Venetian Baroque, rises isolated in the heart taking inspiration from his Flemish origins and nourishing them with of the “Sanctuary,” free of any architectural frame, to be admired by the spirit of Venice. All too often, the eye of the visitor passes on the stat- the living faithful standing alongside the marble apostles arranged ues and moves on, we see but do not observe, stunned by the grandiose in their little theatrical boxes: human types characterized by a vigorous naturalism, varied in their aspect and the feelings they express, moving, unforgettable. The scene created by Le Court defines the theatrical and scenographic dimension of Longhena’s temple, which Wittkower lucidly perceived, noting in contrast the intrinsically non-theatrical character of Roman architecture. Through a succession of arches, the observer is led to the entrance towards the spiritual heart of the temple represented by the altar, above which we see, as our final visual destination, the indented outline of the Virgin. Today we can only try to 22 white marble and the black death architecture and by the gorgeous paintings, secondo Seicento. Furono le affinità elettive che sostanziarono il sodalizio tra l’anziano Longhena e il più giovane Le Court, a condurre a un nuovo rapporto tra architettura e scultura, visibile non soltanto alla Salute, ma in ogni altra comune impresa compiuta a partire dagli anni sessanta: progressivamente, infatti, l’architettura si ritrasse per offrire un monumentale piedistallo o, meglio, un palcoscenico alle statue, «marmi loquaci» che divengono attori. L’esempio più noto di questo originale processo è certo l’altar maggiore della Salute sovrastato dalle sculture realizzate, nel pieno della maturità, da Giusto Le Court, la sua opera forse più celebre, sicuramente la più rappresentativa dell’arte del fiammingo in ambito sacro: la perenne rappresentazione del voto, all’origine dell’edificazione del tempio emblema del barocco veneziano, s’impalca isolata nel cuore del «Santuario», liberata da qualsivoglia cornice architettonica per essere ammirata dai fedeli in carne e ossa che s’accompagnano ai marmorei apostoli accomodati nei loro palchetti; tipi umani connotati da un naturalismo vigoroso, variati nelle fisionomie e nei sentimenti, coinvolgenti, commoventi, indimenticabili. La recita messa in scena da Le Court definisce la dimensione teatrale e scenografica dell’architettura del tempio di Longhena, che Wittkower lucidamente riconobbe rilevando nel contempo l’intrinseca dimensione non scenica dell’architettura romana. Attraverso una successione di archi lo spettatore è guidato dall’ingresso verso il cuore spirituale del tempio rappresentato dall’altare sul cui svetta, quale traguardo visivo, la sagoma frastagliata della Vergine: non è facile oggi immaginare lo stupore che al tempo doveva certo destare il tableau vivant inscenato da Le Court con la sua scultura vitalistica. L’impresa della Salute – come già rimarcava Nicola Ivanoff – fu una consacrazione solenne della gloria del fiammingo e l’attività scultorea lagunare si polarizzò da allora attorno alla sua persona, circondata da una schiera di scolari e aiuti, a tal punto che Le Court riuscì ad assicurarsi incarichi assai impegnativi, secondi solo per mole, come è stato giustamente osservato, a quelli affidati a Bernini a Roma. Ma alla fama delle sculture della Salute non corrisponde ancora la piena cognizione della reale grandezza dell’artista che le concepì facendole emergere dalle sue origini fiamminghe e alimentandole nell’afflato lagunare. L’occhio del visitatore trascorre invero sulle figure e non vi si sofferma, guarda ma non vede, frastornato, com’è, dalla grandiosa architettura e dai dipinti sfavillanti su cui insistono le guide più diffuse. Maichol Clemente, con sensibilità non comune, ci accompagna per mano a osservare da vicino le statue dell’altare, a interpretarne i significati e a comprenderne i valori formali, in una lettura non scevra da un inquadramento storico oltreché artistico, sulla via del giusto e tanto atteso riconoscimento del ruolo di prima grandezza di Le Court tanto nel contesto veneziano quanto nel panorama più ampio della storia dell’arte italiana ed europea. Un primo passo necessario, insomma, che Venetian Heritage ha supportato con estrema generosità ed entusiasmo. on which the most popular guide books focus their attention. In contrast, Maichol Clemente, with uncommon sensitivity, takes us by the hand and leads us to study the statues of the altar up close, to interpret their meanings and grasp their formal values, without neglecting the historical context alongside the artistic one. He leads us on the path of the just and belated acknowledgment of the absolute greatness of Le Court, in the Venetian context, as well as on the larger stage of Italian and European art. A necessary first step, which Venetian Heritage has sponsored with such great generosity and enthusiasm. preface 23 White Marble and the Black Death. Foreword Maichol Clemente 1 D. Martinelli, Il Ritratto di Venezia, Venice 1684, p. 388. “describing this temple, would go against the brevity promised at the beginning. Suffice it to say, that, between the inside and the outside, there are more than 125 Marble Statues; and that the Public has spent about half a million in gold for it. From which one can fathom how great the Piety, the Religion, and the zeal of the divine cult is in this Most Serene Republic.”1 With this reference to the statues of the church, Domenico Martinelli begins the few pages dedicated to the Basilica of Santa Maria della Salute (fig. 1) in his Il Ritratto di Venezia. Martinelli wrote this guide in 1684; fifty-three years after the beginning of the work on the church in 1631, fol- Il marmo bianco e la peste nera. Premessa «il descrivere questo tempio, è contro la brevità promessa nel principio. Basti il dire, che vi si numerano tra dentro, e fuori più di 125 Statue di Marmo; & che il Publico v’ha speso mezo milione d’oro in circa. Dal che si conosce quanto sia grande la Pietà, la Religione, & il zelo del culto divino in questa Serenissima Repubblica»1. Così si aprono, con un’indicazione approssimativa del totale delle sculture lì presenti, le poche pagine che Domenico Martinelli dedica, nel suo Il Ritratto di Venezia, alla descrizione di Santa Maria della Salute (fig. 1). Siamo nel 1684, cioè a cinquantatré anni dall’avvio dei lavori preliminari di costruzione della basilica, partiti ufficialmente nel 1631, benché il solenne voto ducale fosse stato pronunciato il 22 e il 26 ottobre 1630; a due anni dalla scomparsa lowing the solemn ducal vow of October 22 and 26, 1630; only two years after the architect of the basilica, Baldassare Longhena, had passed away, in 1682; and three years before the church was consecrated, with a sumptuous ceremony, in 1687. When Mart- 1 D. Martinelli, Il Ritratto di Venezia, Venezia 1684, p. 388. foreword 25 inelli wrote his description he was, therefore, looking at a basically finished building. The same building we can fortunately admire in its unchanged magnificence today. The church, long chosen as an emblem of seventeenth-century Venice – as evinced also by the sheer number of studies devoted to the building and to the architect that planned it2 – owes this role to the special history of its origin, but also to its intrinsic qualities and, in particular, its grandiose structure, resembling a precious reliquary, descended from the skies to land between the Punta della Dogana and the abbey of San Gregorio, between Canal Grande and that of Giudecca. Thanks to its towering enlarged dome, the basilica has a place of honor in the Bacino di San Marco, the “water square” of the Serenissima. A sumptuous quality that is exalted by the many statues that adorn it, whose sheer number, as Martinelli had noted, could indeed suffice to attest to its magnificence. The bibliography on Santa Maria della Salute is very abundant therefore we believe it more reasonable to mention only, also to help the non specialist reader, the works that one can usefully consult for a first approach to the history of the church. The mandatory starting point remains, also for the enclosed bibliography, the monographic study of the church by A. Hopkins, Santa Maria della Salute: Architecture and Ceremony in Baroque Venice, Cambridge 2000. To this we add: M. Frank, Baldassare Longhena, Venice 2004, pp. 41-59, 141-170; S. Langé, M. Piana, Santa Maria della Salute a Venezia, Milan 2006, particularly for the updated documentary section (ed. by M. Piana and A. Spazzali, pp. 104-173). More recently A. Foscari, Un capolavoro barocco nelle acque della laguna: il tempio della salute di Baldassare Longhena, «Studi Veneziani», 75, 2017, pp. 99-124. If one wishes to further explore the iconography behind the church one can refer to the interesting hypotheses, which we by and large subscribe to, of M. Muraro, Il tempio votivo di Santa Maria della Salute in un poema del Seicento, «Ateneo Veneto», 1-2, 1973, pp. 87119, and M. Gemin, La chiesa di Santa Maria della Salute e la cabala di Paolo Sarpi, Abano Terme 1982. 2 fig. 1 View of the Basilica di Santa Maria della Salute Veduta della basilica di Santa Maria della Salute Of all these statues, however, it is the ones found in the niches of the presbytery and on the main altar that best evidence the importance of the sculptures for the monument’s status as a foremost example of 2 Essendo la bibliografia relativa a Santa Maria della Salute copiosa, ci sembra più sensato indicare, anche per agevolare il lettore non specialista, quanto riteniamo più utile consultare per un primo approccio con la storia del tempio votivo. Punto di partenza obbligato resta nel suo complesso, e anche per la bibliografia fornita, il volume monografico dedicatole da A. Hopkins, Santa Maria della Salute: Architecture and Ceremony in Baroque Venice, Cambridge 2000. Seguono: M. Frank, Baldassare Longhena, Venezia 2004, pp. 41-59, 141-170; S. Langé, M. Piana, Santa Maria della Salute a Venezia, Milano 2006, particolarmente per l’aggiornato regesto documentario (curato da M. Piana e A. Spazzali, pp. 104-173); più recentemente A. Foscari, Un capolavoro barocco nelle acque della laguna: il tempio della salute di Baldassare Longhena, «Studi Veneziani», 75, 2017, pp. 99-124. Volendo approfondire il programma iconografico alla base del tempio, si rinvia alle interessanti proposte, in gran parte sottoscrivibili, di M. Muraro, Il tempio votivo di Santa Maria della Salute in un poema del Seicento, «Ateneo Veneto», 1-2, 1973, pp. 87-119, e M. Gemin, La chiesa di Santa Maria della Salute e la cabala di Paolo Sarpi, Abano Terme 1982. 26 white marble and the black death del suo ideatore, Baldassare Longhena, morto nel 1682; e a tre anni dalla solenne consacrazione della chiesa, che avverrà con estrema pompa nel 1687. A Martinelli, dunque, nel mentre redigeva la sua guida, si offriva dinanzi un edificio sostanzialmente concluso. E quello stesso edificio lo possiamo fortunatamente ammirare nella sua immutata magnificenza anche noi oggi. Eletta ormai da tempo a emblema della Venezia seicentesca – anche grazie al numero di studi e approfondimenti di cui essa e il suo architetto sono stati oggetto2 –, la Salute lo è diventata, oltre che per la storia della sua genesi, soprattutto per la grandiosa struttura che la connota: quella «rotonda machina» – secondo la definizione datane da Longhena stesso nel suo primo memorandum – perfettamente incastonata, come una preziosa oreficeria calata dal cielo, tra la Punta della Dogana e l’abbazia di San Gregorio, tra il Canal Grande e quello della Giudecca, conquistando così, con la sua svettante e turgida cupola, un posto d’onore nel Bacino di San Marco, cioè la “piazza d’acqua” della Serenissima Repubblica. Una sontuosità alla quale contribuisce, seguendo il suggerimento dato da Martinelli, anche l’insieme delle statue che l’arricchiscono, la cui sola quantità potrebbe effettivamente già bastare per decretarne la magnificenza. Di quel numeroso drappello, però, sono le sculture collocate nelle nicchie del presbiterio e sull’altar maggiore a dare l’effettiva foreword 27 Venetian baroque art. The sculptures are undoubtedly the greatest achievement in the career of the most famous sculptor of Venice of the time, the Flemish artist Giusto Le Court (1627-1679).3 Le Court had arrived in Venice around 1655, at a time when sculpture was monotonously replicating the style common at the end of the previous century. This “foresto,” this stranger, not only renovated sculpture but largely monopolized it. In Venice at a time when talented sculptors such as Francesco Cavrioli, Melchior Barthel, Michele Fabris called l’Ongaro, Orazio and Angelo Marinali, Tommaso Rues were active, “Monsù Giusto – as Tommaso Temanza (one of his first biographers) wrote – obtained all the commissions without leaving the others any chance of working.”4 The public fame of Le Court is evidenced above all by the fact that, starting from the 1670s, he was commissioned all the sculptures of the Basilica della Salute to be placed in the “Santua- 3 An updated biography of the artist is found in S. Guerriero, Corte, Josse de (Le Court, Giusto), in The Encyclopedia of Sculpture, i, New York-London 2003, pp. 373-375. See also: N. Ivanoff, Monsù Giusto ed altri collaboratori del Longhena, «Arte Veneta», 2, 1948, pp. 115-126; S. Guerriero, “Di tua virtù che infonde spirto ai sassi”. Per la prima attività veneziana di Giusto Le Court, «Arte Veneta», 55, 1999, pp. 49-71; M. De Vincenti, Bozzetti e modelli del “Bernini Adriatico” Giusto Le Court e del suo “miglior allievo” Enrico Merengo, «Arte Veneta», 62, 2005, pp. 55-81; A. Bacchi, “Le cose più belle e principali nelle chiese di Venezia sono opere sue”: Giusto Le Court a Santa Maria della Salute (e altrove), «Nuovi Studi», 12, 2006, pp. 145-158; S. Guerriero, M. Clemente, Giusto Le Court. Due opere ritrovate, Figline Valdarno 2015; M. Clemente, Giusto Le Court, Enrico Merengo e la “Diana” della collezione Livio Odescalchi, «Saggi and memorie di storia dell’arte», 38, 2014, pp. 39-49; Id., Nella bottega di Giusto Le Court. Terrecotte, marmi, documenti, «Arte Veneta», 75, 2018, pp. 105-126. 4 Ivanoff, Monsù Giusto, cit., pp. 116-117. 5 A. Lupis, Il Corriere di Antonio Lupis, Venice 1680, p. 418. The passage was published for the first time in De Vincenti, Bozzetti e modelli del “Bernini Adriatico”, cit., p. 58. of the previous year, the Flemish master was celebrated by Antonio Lupis as the “Praxiteles of our age, and the Adriatic Bernini.”5 Before we begin with the description of the series of the statues and in particular of the group Venice Offersd the Votive Temple to the Virgin for Ending the Plague (pls. lvi-lvii, lxxx), it might be useful briefly to go over the history of the church, with special attention to all the aspects that are more closely associated with the sculptures, and starting from the tragic events of 1630. rio,” as the area of the presbytery and main altar were referred to in the documents, involving him in one of the last great urban enterprises entirely sponsored by the Venetian state. In 1680, only a few months after his death at the age of 52, in the autumn 3 Un aggiornato profilo dell’artista è offerto da S. Guerriero, Corte, Josse de (Le Court, Giusto), in The Encyclopedia of Sculpture, i, New York-London 2003, pp. 373-375. Si veda inoltre: N. Ivanoff, Monsù Giusto ed altri collaboratori del Longhena, «Arte Veneta», 2, 1948, pp. 115-126; S. Guerriero, “Di tua virtù che infonde spirto ai sassi”. Per la prima attività veneziana di Giusto Le Court, «Arte Veneta», 55, 1999, pp. 49-71; M. De Vincenti, Bozzetti e modelli del “Bernini Adriatico” Giusto Le Court e del suo “miglior allievo” Enrico Merengo, «Arte Veneta», 62, 2005, pp. 55-81; A. Bacchi, “Le cose più belle e principali nelle chiese di Venezia sono opere sue”: Giusto Le Court a Santa Maria della Salute (e altrove), «Nuovi Studi», 12, 2006, pp. 145-158; S. Guerriero, M. Clemente, Giusto Le Court. Due opere ritrovate, Figline Valdarno 2015; M. Clemente, Giusto Le Court, Enrico Merengo e la “Diana” della collezione Livio Odescalchi, «Saggi e memorie di storia dell’arte», 38, 2014, pp. 39-49; Id., Nella bottega di Giusto Le Court. Terrecotte, marmi, documenti, «Arte Veneta», 75, 2018, pp. 105-126. 4 Ivanoff, Monsù Giusto, cit., pp. 116-117. 5 A. Lupis, Il Corriere di Antonio Lupis, Venezia 1680, p. 418. Il brano è stato per la prima volta reso noto da De Vincenti, Bozzetti e modelli del “Bernini Adriatico”, cit., p. 58. 28 white marble and the black death misura della centralità giocata anche da quest’arte nel riconoscimento del tempio votivo a indiscusso simbolo del barocco veneziano. Esse rappresentano, infatti, il punto massimo raggiunto dallo scalpello del più quotato artista della Venezia del tempo, il fiammingo Giusto Le Court (1627-1679)3. Questi, dal suo apparire sulla scena lagunare, a metà del sesto decennio del xvii secolo, non solo scosse, lui “foresto”, il monotono ambiente della scultura, la quale si presentava allora ancora fortemente legata a istanze tardocinquecentesche, ma riuscì addirittura a monopolizzarla. Nella Venezia di Francesco Cavrioli, Melchior Barthel, Michele Fabris detto l’Ongaro, Orazio e Angelo Marinali, Tommaso Rues, «Monsù Giusto – afferma chiaramente Tommaso Temanza (uno dei suoi primi biografi) – aveva tutte le opere ne lasciava agli altri il modo di operare»4. Il fatto, quindi, che proprio a Le Court venga richiesto a partire dagli anni settanta di eseguire l’intero apparato scultoreo destinato a decorare il «Santuario» – cioè la zona presbiteriale e quella dell’altar maggiore così definite nei documenti – di una delle ultime grandi imprese urbanistiche patrocinate interamente dal governo marciano dà il polso dell’alta considerazione pubblica da lui effettivamente conquistata all’epoca. Non per nulla, nel 1680, pochi mesi dopo la sua morte, occorsa nell’autunno dell’anno precedente, a cinquantadue anni, il maestro fiammingo venne definito da Antonio Lupis il «Prassitele della nostra età, e ’l Bernini Adriatico»5. Ebbene, prima di addentrarci nella descrizione dello stupefacente gruppo con Venezia offre il tempio votivo alla Vergine per la cessazione della peste (tavv. lvi-lvii, lxxx), sarà opportuno ripercorrere brevemente la genesi della Salute con un occhio di riguardo, però, verso gli aspetti della fabbrica prettamente legati alla statuaria, e lo faremo partendo proprio dai tragici eventi del 1630 e con il voto da essi scaturito. foreword 29 Photo credits crediti fotografici Archivio fotografico Curia patriarcale di Venezia © Bildarchiv Foto Marburg © CameraphotoArte®, Venezia © Juan Wyns, courtesy Lannoo Publishers Fondazione Accademia Carrara, Bergamo Fondazione Giorgio Cini, Fototeca dell’Istituto di Storia dell’Arte, Archivio fotografico Istituto di Storia dell’Arte, Venezia KHM-Museumsverband, Wien © Matteo De Fina, Venezia Museum of New Zealand Te Papa Tongarewa, Wellington Repro fotolito Opero s.r.l., Verona Printed by stampato da Grafiche Veneziane s.r.l., Venezia for per conto di Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia Up to 15% of this book may be photocopied for personal use by readers provided they pay the siae the fee established by art. 68, clauses 4 and 5 of Law no. 633 of 22 April 1941. 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