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Boccaccio e le donne

2014, Bocaccio e le donne, Aracne, Roma, 2014

OGGETTI E SOGGETTI L'oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano la relazione critica secondo Starobinski. Il critico individua l'oggetto da interpretare e in qualche modo lo costruisce, ma lo rispetta nella sua storicità e non può farne un pretesto per creare un altro discorso in cui la voce dell'interprete copre la voce dell'opera. Ma d'altro canto egli non si limita a parafrasare l'opera né ad identificarsi con essa, ma tiene l'oggetto alla distanza giusta perché la lettura critica produca una conoscenza nuova. In questa collana si pubblicheranno contributi articolati sulla distinzione e sulla relazione tra gli « oggetti » e i « soggetti », ossia fra il testo dell'opera o delle opere e la soggettività degli studiosi.

OGGETTI E SOGGETTI  Direttore Bartolo A Università degli Studi di Bari Comitato scientifico Ferdinando P Università degli Studi di Bari Mario S Università degli Studi di Bari Bruno B Università degli Studi di Bari Maddalena Alessandra S Università degli Studi di Bari Ida P Università degli Studi di Bari Rudolf B Ruhr Universität–Bochum Stefania B University of Wisconsin–Madison OGGETTI E SOGGETTI L’oggetto e il soggetto sono i due poli che strutturano la relazione critica secondo Starobinski. Il critico individua l’oggetto da interpretare e in qualche modo lo costruisce, ma lo rispetta nella sua storicità e non può farne un pretesto per creare un altro discorso in cui la voce dell’interprete copre la voce dell’opera. Ma d’altro canto egli non si limita a parafrasare l’opera né ad identificarsi con essa, ma tiene l’oggetto alla distanza giusta perché la lettura critica produca una conoscenza nuova. In questa collana si pubblicheranno contributi articolati sulla distinzione e sulla relazione tra gli « oggetti » e i « soggetti », ossia fra il testo dell’opera o delle opere e la soggettività degli studiosi. Boccaccio e le donne a cura di Estela González de Sande Mercedes González de Sande Contributi di Antonella Cagnolati, Delio De Martino Ana Mª Domínguez Ferro, Estela González Isabel González, Sonia Gros Lladós Cristina Hernández González, Victoriano Peña Francisco José Rodríguez Mesa, Roberto Trovato Mª Dolores Valencia Copyright © MMXIV ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B  Roma ()   ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: maggio  «Dovunque s’apron cammini, penetra la donna» Arturo Farinelli, “Boccaccio in Spagna”, in Italia e Spagna, 1929. ! " #$ * %& ' #$ %&( ) ! + " . , ' # % " ' . ( * . - / # 0 ' . & 3+ #$ $ % 1 ' 2 ' ( 4 ' # + , 1 ) * ( 5 " 6 " # 1 * . ( ( % , ) . /& , , ' Prefazione Giovanni Boccaccio scrisse per le donne e sulle donne; un fatto che non è passato inosservato dalla critica, che, specialmente negli ultimi anni, ha cominciato ad incentrare l’attenzione su questo aspetto. Le donne segnarono l’opera dello scrittore di Certaldo, le cui pagine sono colme di allusioni e di riferimenti sulla donna dai più svariati punti di vista: dall’aneddotico al generale, dalle vicissitudini quotidiane alle grandi gesta; abbracciando, così, un’immensità di figure femminili che tracciano un’immagine globale del mondo femminile dell’epoca. Questa radiografia dell’universo femminile del Medioevo italiano sarà presente in tutte le opere dello scrittore, dalle prime rime fino alla prosa retorica dei suoi ultimi anni; fatto, questo, che testimonia il rilevante ruolo delle donne nella poesia boccaccesca, in opere quali la Caccia di Diana, il Filostrato o la Elegia a Madonna Fiammetta; in romanzi quali il Filocolo e il Corbaccio, oppure nei racconti del Decameron. Una presenza femminile che colmerà anche le pagine scritte in latino nei trattati come il De claris mulieribus, un libro che raccoglie più di cento biografie di donne illustri, o nel De casibus virorum illustrium, nel cui primo libro si inserisce il capitolo intitolato «In mulieres», un’invettiva contro le donne che ricorda alcuni passi del Corbaccio, in contrapposizione a quanto descritto e analizzato nel De claris mulieribus. Entrambi i testi ci offrono un chiaro esempio della dualità boccaccesca nell’atteggiamento verso la donna; essendo due opere che, nelle parole di Farinelli, «mostrano un aspetto medesimo dell’anima di Boccaccio»1. Farinelli punta sul piano della riflessione morale e sulla filosofia «sensatissima e cristianissima» di Boccaccio, la quale 1 A. FARINELLI, Italia e Spagna, Olivero & C., Torino 1929, p. 149. 11 12 Estela González non può essere compresa senza il tormentoso rapporto dell’autore nei confronti delle donne. Boccaccio amò e odiò le donne allo stesso tempo, le lodava e le screditava nelle sue pagine, persino all’interno di una stessa opera, come succede nel Decameron. Il grande scrittore italiano fu un esempio di uomo all’avanguardia dei suoi tempi, condottiero del movimento femminista2 e scrittore filogino; ma, allo stesso tempo, fu un modello dell’incipiente letteratura misogina dentro e fuori l’Italia, imitato e citato dagli scrittori della letteratura spagnola d’impronta misogina e ispiratore di opere come il Corbacho dell’arciprete di Talavera. Lo studio dell’opera e della vita di Boccaccio non può, pertanto, completarsi senza l’analisi dettagliata del suo rapporto con le donne, poiché esse sono una parte fondamentale e indispensabile non solo della sua visione del mondo, ma anche del suo pensiero letterario. Le donne stanno alla base della sua opera, sono oggetto e soggetto dei suoi testi e sono, in definitiva, il pilastro che sostiene l’opera di un autore tormentato e appassionato dal sesso femminile. Il presente volume intende apportare una visione globale del ruolo delle donne nell’opera di Boccaccio da svariati punti di vista: come personaggio letterario, protagonista o attore secondario, come personaggio modello e ispiratore di opere di altri autori e come personaggio universale oltre la letteratura. La divisione del volume in tre sezioni corrisponde ai parametri sopra descritti, ovvero alle diverse prospettive di studio che l’edizione comprende, considerando come denominatore comune l’universo femminile boccaccesco. In questo modo, l’opera analizza il rapporto dello scrittore verso le donne racchiuso in tre tematiche fondamentali: le donne nell’opera di Boccaccio, Boccaccio nella letteratura e nella critica letteraria, e le rappresentazioni artistiche e culturali della donna boccacciana. 2 R. BARILLI, Messer Boccaccio che difese le donne. Un’eloquenza ricchissima a favore dei sentimenti nei delicati petti, “L’Unità”, 27 aprile 2013, p. 19. Prefazione 13 Nella prima sezione si presenta un’analisi della donna all’interno dell’opera di Giovanni Boccaccio, mostrando una particolare attenzione verso i personaggi femminili di maggior rilevanza, quelli che spiccano per le loro parole o per le loro azioni, e realizzando un’analisi critica del significato e della ripercussione di queste nell’opera dell’autore certaldese. In questa sezione, stabilendo un ordine cronologico, presentiamo l’analisi dei personaggi delle sue prime opere: il personaggio di Fiammetta, nell’Elegia a Madonna Fiammetta, così come lo studio della voce femminile nel Filocolo, per passare, in seguito, all’analisi di alcuni personaggi femminili del Decameron, prendendo in considerazione il femminismo e la misoginia del suo capolavoro. Chiude questa sezione un ultimo studio che raccoglie una visione globale di questa “bipolarità” boccacciana, prendendo come riferimento diverse opere dell’autore. La seconda sezione è dedicata alle interpretazioni e alle reinterpretazioni delle figure femminili di Boccaccio sia nei suoi scritti che nelle opere di altri autori. In questo modo, si mette in mostra l’universalità dei personaggi femminili di Boccaccio, i quali oltrepassano le frontiere nazionali per addentrarsi nelle opere letterarie di altre nazioni. Si tratta, dunque, di un omaggio all’immensa ripercussione delle donne di Boccaccio, che hanno servito e servono come modello per altri autori e critici letterari. Questa ripercussione si vedrà rappresentata al di là dell’ambito letterario. La terza sezione del volume intende mostrare l’influenza boccaccesca in altre arti quali la pittura e la musica. Le donne di Boccaccio sono state fonte d’ispirazione di numerosi pittori, facendo parte ormai del patrimonio pittorico universale. Queste sono anche state muse della pubblicità e dei mezzi di comunicazione, dando luogo a creazioni musicali di grande rilievo. Gli autori che hanno partecipato a questo volume, con articoli in italiano e in spagnolo, sono ricercatori e professori universitari di diverse nazioni, i quali, con i loro contributi, hanno voluto offrire un’ampia panoramica dello stretto rapporto 14 Estela González dello scrittore italiano verso le donne, dando continuità a un campo di studio ampissimo, a nostro avviso, ancora poco sfruttato: la tematica femminile nell’opera di Giovanni Boccaccio. Estela González Università di Oviedo (Spagna) I. Le donne nell’opera di Boccaccio          Fiammetta, una mujer boccacciana1 ISABEL GONZÁLEZ Introducción Los estudiosos de la literatura medieval italiana sabemos la diferencia que hay entre la Beatriz de Dante, la Laura de Petrarca, y cualquiera de las protagonistas de las narraciones de Boccaccio. El salto que se produce, por ejemplo, entre la “donna angelicata” de la Vita Nuova, la púdica Laura de las Rime sparse y las mujeres caprichosas y volubles del Decamerón es enorme. Ya en el capítulo cuatro del libro segundo del Filocolo, su primera novela de amor, de un amor real2, un amor que preanuncia el Decamerón, nos encontramos con que, cuando Florio, después de sentir el flechazo del amor por Biancifiore, le confiesa sus sentimientos, ella le responde «Io non so, se non che di te poss’ io dire che in me sia avvenuto il simigliante» y cuando Florio añade que ella le gusta más que todas las demás cosas del mundo, Biancifiore le responde: «Certo tu non piaci meno a me, che io a te». El cambio es fundamental: el amante ya no ama sólo la belleza espiritual de la amada sino también su belleza física. Pero todavía hay más, en la novela, entre un grupo de 13 miembros, cuatro son mujeres que debaten sobre cuestiones amorosas y Fiammetta, que ejerce de juez y árbitro del debate ofrece y defiende una solución a cada una de las cuestiones planteadas por el resto de las mujeres, contraria a la 1 El trabajo está vinculado al Proyecto de Investigación FEM2010-15389 Ausencias. Escritoras italianas inéditas en la Querella de las mujeres, subvencionado por el Ministerio de Ciencia Cultura y Deporte y dirigido por Mercedes Arriaga. 2 No olvidemos que, según la tradición, entre la comitiva de jóvenes que se encuentra en el monasterio de Sant’ Arcangelo en Baiano (Nápoles) está Fiammetta y el propio Boccaccio, locamente enamorado de ella. Allí también se retiró a vivir María de Anjou y el convento fue citado tambén en una de las obras juveniles del escritor de Certaldo, el Filocolo, que etimológicamente significa pena o fatiga de amor. 15 16 Isabel González tesis del narrador que relata la historia. Algo impensable, que la mujer se atreva a debatir y a discutir al mismo nivel que el hombre3. Si en esta ocasión hemos elegido a la protagonista de la Elegia di madonna Fiammetta como modelo de mujer boccacciana, es por varias razones. En primer lugar, porque se trata de una obra juvenil, base para ir abandonando, poco a poco, el excesivo autobiografismo y en la que Boccaccio fue aprendiendo a ahondar en la psicología de los protagonistas, entre ellas las mujeres, y que alcanzará en el Decamerón su estilo más maduro: Non può dipendere dal caso o dal capricio la scelta, ad argomento delle prime opere del nostro scrittore, di alcuni dei temi principali svolti nella letteratura d’oltralpe: il Roman de Troie (Filostrato) e il Roman de Tebes (Teseida), lo psicologismo dell’aetas ovidiana (Fiammetta) e la casistica cortese (Filocolo)4. En segundo lugar, porque se trata de una novela íntima y de gran penetración psicológica en la que Boccaccio pretende, no sólo describir las vicisitudes amorosas de Fiammetta, sino profundizar en sus más recónditos pensamientos y en sus frecuentísimos cambios de ánimo. Y con ello, queremos decir, que nos encontramos frente a una mujer real, de carne y hueso y, por lo tanto, más humana. Pero vayamos por partes: La mujer del dolce stil es una santa, se la ama casi como a la Virgen; en efecto, Beatriz no es alguien de este mundo, sino más bien una criatura celestial: «... una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare»5 y ninguna nujer es comparable a Laura que, a los ojos de Petrarca, no tiene rival: «... colei che sola a me par donna»6; frente a cualquiera de las jóvenes del 3 Vid. el excelente artículo de ANA Mª DOMÍNGUEZ, “Mujeres que debaten en las Questioni d’amore del Filocolo”, en este mismo volumen. 4 C. SEGRE, Introduzione a Opere di Giovanni Boccaccio, Milano, Mursia 19631978, VIII. 5 Vita Nuova, “Tanto gentile e tanto onesta pare”, vv. 7-8. 6 Chiare, fresche, e dolci acque, v. 3. Fiammetta, una mujer boccacciana 17 Decamerón que se las ingenian para conseguir algo tan terreno como el dinero: «La giovane, che prima la borsa d’Andreuccio [...] aveva veduta, per tentare se modo alcuno trovar potesse a dovere avere quelli denari, o tutti o parte...»7 Si leemos detenidamente el capítulo VII de la Elegia di Madonna Fiammetta conocemos cómo piensa la protagonista, una mujer napolitana, abandonada por su amante florentino y del que está profundamente enamorada y que, ante la premura que manifiesta la anciana ama que la ha criado desde su más tierna infancia para comunicarle algo, Fiammetta le pregunta si le trae alegres o tristes noticias, y si se tiene que preparar para huir o para morir. Conocemos también, que ante la noticia de que su amante regresa, que luego resultó ser falsa, Fiammetta primero se alegra: «Questa parola entrata nell’animo mio sùbita allegrezza vi mise, sì come li miei occhi mostrarono»8 — signum amoris evidente —, pero inmediatamente su experiencia, sus muchos sufrimientos por los desprecios del amante, le hacen decir llorando: «Prima torneranno li fiumi alle fonti, ed Espero recherà il chiaro giorno, e Febea co’ raggi del suo fratello darà luce la notte, che torni lo ‘ngrato amante»9 para añadir, consciente de la realidad, de lo que ha vivido hasta ahora: «Chi non sa che egli ora ne’ lieti tempi, con altra donna, più amando che mai si rallegra?»10. Y así podríamos seguir, porque, si esto sucede, es porque ahora, estamos ante una mujer de carne y hueso; queda atrás la beatitud de Beatriz. Fiammetta desea que su amante regrese para volver a abrazarlo y revivir la pasión amorosa vivida con anterioridad. aunque no hay que olvidar que Dante, eligiendo a Francesca da Rimini, como primer personaje femenino de la Divina Comedia, y hacerla protagonista de prácticamente un canto entero, una mujer que representa la eternidad del amor no sublimado, como por los poetas del Dolce Stil Novo, sino como sentimiento irrefrenable 7 Andreuccio da Perugia, II, 1. G. BOCCACCIO, Tutte le opere, a cura di V. Branca, vol. V, t. II, Mondadori, Milano 1994, p. 16. Citaremos siempre por esta edición. 9 Ivi, p. 161. 10 Ivi, pp. 161-162. 8 18 Isabel González y humano, el autor florentino reconoce, que su amor — claro está que es ilícito —, pero lo considera el menos grave de los pecados (muestra incluso una simpatía, casi admiración), lo que era algo imposible en su época víctima de una tragedia muy poco documentada en los cronistas locales, que luego recogió y trató Boccaccio en sus Esposizioni sopra la Commedia11. La mujer, ha sido víctima desde el principio de los tiempos, de una sociedad machista. Han tenido que pasar cientos de años, para que se empiece a hablar de igualdad, y miles para la emancipación femenina que, incluso hoy, en pleno siglo XXI, en bastantes ocasiones, es más aparente que real. Fue Boccaccio, en el siglo XIV, quien reconoce esta realidad en muchas de sus obras, especialmente en el Decameron, dedicado precisamente a las mujeres: en la introducción, y después de afirmar que las mujeres tienen mayor necesidad de consuelo, porque se ven obligadas a tener «l’amorose fiamme nascoste» porque están totalmente supeditadas a sus padres, madres, hermanos o maridos, mientras que los hombres enamorados no sufren, pues para distraerse se dedican a «uccellare, cacciare, pescare, cavalcare, giucare o mercatare», Boccaccio va a evitar esta situación, acudiendo «in soccorso e rifugio di quelle che amano», pero ya antes, en la Fiammetta, el papel de la mujer deja de ser secundario para pasar a ser principal. Es verdaderamente meritorio que en una sociedad que excluía a la mujer de la educación y la cultura, una sociedad que sólo permitía que la mujer se quedara en casa, realizando las tareas “propias” del género: coser, bordar, cocinar... y totalmente sometidas a los hombres, Boccaccio, quiera romper con la tradición, y haga que las mujeres sean las verdaderas protagonistas de gran parte de sus obras, y dejen de ser dependientes de los hombres, pudiendo, incluso, sentir y gozar de los mismos placeres, y, sobre todo, que sean capaces de 11 Vid. F. DE NICOLA, “Francesca da Rimini, prima protagonista della ‘commedia’, e altre figure femminili dell’Inferno”, in AA.VV., Ausencias. Escritoras en los márgenes de la cultura, Arcibel Editores, Sevilla 2013, pp. 336-347.