M E N S I L E D I I N F O R M A Z I O N E E D I B AT T I T O P E R I M E D I C I T O S C A N I
A CURA DELL’ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI DI FIRENZE
Osteoporosi: un rischio
che si può prevenire meglio
M.L. Brandi, B. Frediani V. Giovannini,
S. Giovannoni, A. Mugelli
Progetto per la prevenzione
del rischio clinico nelle sale
operatorie dell’AOU Careggi
G. Campanile, E. Magnelli, M. Marabini
Il Testo Unico sulla sicurezza
sul lavoro e le sanzioni
a carico del medico
S. Neri, P. Del Guerra
La continuità delle cure
tra ospedale e territorio
Il documento delle Società Scientifiche toscane
N° 8 SETTEMBRE 2008
Mensile - Anno XXVI - n. 8 Settembre 2008 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 45) art. 1, comma 1, DCB FI - Prezzo € 0,52 - Aut. Trib. Fi. n. 3.138 del 26/05/1983.
Saper fare saper essere
Toscana Medica 8/08
Il lutto in gravidanza
P
erdere un bambino durante la gravi- ed emotive dei genitori vittime di lutto perinatale
danza è un avvenimento drammatico sono sovrapponibili a quelle di persone che hanma relativamente frequente, che colpi- no subito altri tipi di perdita. Allo stesso modo, i
rischi di incorrere in un
sce circa il
“lutto complicato” sono
20%
delle
1
1
CLAUDIA RAVALDI , ERIKA CIALDI ,
gli stessi nei diversi tipi
coppie in attesa. L’inter1
2
AMETISTA BIAGINI , VALENTINA PONTELLO ,
di lutto; in aggiunta a
ruzione spontanea della
GIORGIO MELLO2 ALFREDO VANNACCI1
questo, nel lutto perinagravidanza e la morte
1
tale un fattore di rischio
del bambino possono 2 Associazione CiaoLapo Onlus, Prato
AOU Careggi, Firenze
aggiunto è rappresenavvenire in tutte le fasi
tato dagli effetti che la
della gestazione, nel
15% dei casi durante il primo trimestre, nel re- perdita provoca sul legame con gli altri figli o sulstante 5% durante il secondo e terzo trimestre: la genitorialità futura, che può essere gravemente
negli ultimi anni si è avuto un progressivo au- danneggiata in caso di lutto non risolto.
La morte perinatale è un fattore di rischio che
mento di casi di morte intrauterina a termine di
gravidanza, o subito prima del parto. Ogni giorno mina il benessere delle gravidanze successive e
in Italia 7 bambini muoiono in utero o nei primi condiziona lo stile di attaccamento genitore-bamsette giorni di vita, per un totale di circa 2500 bino. Durante le gravidanze successive ad una
morti perinatali ogni anno. Se aggiungiamo le perdita perinatale ambedue i genitori possono
morti per aborto spontaneo vediamo che il nume- avere sintomi di ansia e depressione, e “rivivere”
ro totale di donne colpite da perdita in gravidanza i vissuti appartenenti alla precedente esperienza
è molto elevato e tale da interessare quasi quoti- negativa, oppure possono “negare” la nuova gravidanza, per paura di perderla ancora, sperimentandianamente gli operatori del settore ostetrico.
L’evento di perdita durante la gravidanza o do iperprotettività, ansia, o al contrario, distacco
dopo il parto rappresenta un fattore di rischio im- e freddezza. Alcune ricerche hanno rilevato che la
portante per lo sviluppo di problematiche psichi- presenza di morte perinatale rappresenta un fatche, sia a breve che a lungo termine: numerose tore di rischio per lo sviluppo di disturbi psichici
evidenze descrivono gli effetti psicologici dell’abor- nei bambini successivi, tra cui disturbi alimentari
to spontaneo e della morte intrauterina ed alcuni dell’infanzia e disturbi dell’attaccamento di tipo
paesi europei hanno proposto ed adottato da tem- disorganizzato. Accogliere la coppia genitoriale
po linee guida relative alle modalità di supporto colpita da lutto permette quindi sia di promuovepsicologico intra ed extra ospedaliero sia per la re la salute dei genitori, sia di prevenire il disagio
psichico nell’intero nucleo familiare.
madre che per la coppia genitoriale.
Per la prevenzione delle complicanze psichiche
e, più in generale, per la promozione della salute Il lutto perinatale
psichica, fisica e sociale è di fondamentale imporLa risposta al lutto è individuale e dipende
tanza conoscere gli effetti psicologici della perdita da numerosi fattori: la durata del lutto e le sue
e cosa può essere fatto dagli operatori in questi modalità, il rischio di complicazioni psicopatolocasi.
giche e di effetti patogeni sulla genitorialità sono
correlate al proprio assetto di personalità, alla
Aspetti psicologici della morte perinatale
presenza di meccanismi di adattamento e al supPerdere un figlio prima della nascita o subito porto familiare e sociale. In particolare il tessuto
dopo il parto è un evento che tocca da vicino mol- sanitario e sociale può offrire supporto e aiuto, sia
te famiglie, sia in maniera diretta, che indiretta, direttamente mettendo a disposizione servizi di
e per la sua particolare drammaticità da un lato counseling mirato sia indirettamente attraverso
non passa inosservato, dall’altro si tende a tenerlo la distribuzione di materiale di autoaiuto. La prenascosto e a rimuoverlo. La morte prima della na- senza di servizi di per sé promuove l’elaborazione
scita è un fenomeno non “rappresentabile” a livello dell’evento, perché riduce il senso di solitudine
mentale, perché innaturale e dunque scarsamen- tipico delle prime fasi del lutto e promuove lo svite razionalizzabile. La morte che si sostituisce alla luppo di risorse personali.
promessa di vita, il dolore che prende il posto della
Le modalità con le quali la perdita viene percesperanza e della gioia rendono il momento della pita e comunicata al genitore possono rappresendiagnosi di morte ed il momento del parto diffici- tare un trauma ulteriore, così come le modalità di
li da gestire e da elaborare. La morte perinatale intervento successive alla diagnosi e il supporto
rappresenta un lutto a tutti gli effetti: dal pun- ricevuto durante il parto e le dimissioni. L’evento
to di vista psicologico, le caratteristiche cognitive perdita, ed i traumi ad esso correlati, confluiscono
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Saper fare saper essere
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in un più ampio percorso di lutto, che può essere
più o meno lungo e più o meno “complicato”, ma
sempre “unico”, caratteristico e specifico di quel
genitore e di quella coppia. L’elaborazione del lutto perinatale è un processo che dura da sei mesi a
circa due anni, durante il quale le madri ed i padri,
attraversano l’esperienza luttuosa vivendola nella
quotidianità, giorno per giorno. Se non rimangono
da soli i genitori assistiti correttamente procedono verso la riorganizzazione della propria vita ed
hanno un progressivo riadattamento psico-sociale
(resilienza); il sostegno dell’ambiente circostante e
la presenza di risorse specifiche sono determinanti
per una buona e salutare elaborazione del lutto.
Un’attenzione partecipe ai bisogni dei genitori durante la diagnosi, il parto e le dimissioni
dall’ospedale, permettono un migliore recupero
e forniscono un indubbio strumento per la resilienza, mentre la malpractice data dall’assenza
di supporto complica il percorso aggiungendo un
trauma al trauma. Il sostegno psicologico ed il
supporto empatico ai genitori sono quindi molto
importanti ma non sempre sono integrati e contestuali all’assistenza ginecologica ed ostetrica, che
contempla ancora oggi troppo poco spazio per la
cura del dolore “psichico” legato alla perdita. Gli
stessi operatori hanno a disposizione pochissimo
spazio per riflettere sui loro vissuti di fronte ad
una madre che ha perso il suo bambino e molto
spesso non vengono loro forniti appropriati strumenti per affrontare adeguatamente il “dolore
psichico” ed il lutto.
Per poter affrontare nel migliore dei modi questo evento è necessario che l’operatore possa comprendere cosa avviene nel lutto perinatale, fase
per fase.
Quando arriva la diagnosi di morte perinatale la coppia sperimenta uno stato di shock e di
profonda disorganizzazione psichica. Le emozioni
sono così intense e pervasive da limitare la capacità di comprensione, per cui è possibile che le madri ed i padri abbiano bisogno di tornare più volte
su alcuni concetti, di avere spiegazioni chiare e
semplici, e di essere guidati nel percorso, anche
se dall’esterno può sembrare tutto perfettamente
logico e comprensibile. In genere a questo primo
stadio, la cui durata può variare da alcune ore a
giorni, segue una fase di negazione: i genitori non
riescono a credere che quello che è successo corrisponda alla realtà. Le emozioni ed i vissuti successivi sono molto intensi e variabili: rabbia, depressione, senso di colpa, ma anche dolore, paura,
invidia nei confronti delle gravidanze e dei bambini degli altri. Non c’è una regola fissa, le emozioni
possono cambiare velocemente ed alternarsi rapidamente, oppure restare fisse e pervasive.
Anche le percezioni sensoriali si modificano: il
tempo si dilata o si appiattisce e viene percepito
un forte senso di irrealtà. Le madri riferiscono
reazioni tipo anestesia, con un’errata percezione
degli stimoli (caldo, freddo, fame, sonno) ed una
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generica sensazione di rallentamento sia fisico
che mentale o, al contrario, profonda agitazione
alle gambe, senso di agitazione interna, impossibilità a stare fermi. L’apparente anestesia emotiva
che spesso alcune madri dimostrano, così come la
presenza esclusiva di pianto e disperazione sono
comunque sempre accompagnati da un’intensa
attività mnesica: ciò che i primi giorni sembra
estremamente confuso e sfuocato in realtà ritorna
con estrema chiarezza nei momenti successivi, e a
distanza di mesi o anni molte madri sono in grado
di riportare dettagliatamente tutto ciò che è accaduto durante e dopo la diagnosi, ricordando parole, gesti e situazioni relative all’evento di perdita
e all’assistenza ricevuta.
Il parto e il puerperio
Il parto e il puerperio sono momenti di passaggio estremamente delicati e sofferti: il parto del
proprio bambino morto, il poco, ancorché necessario tempo da condividere con lui, la sua assenza
nei giorni successivi, quando “biologicamente” il
corpo della madre è preparato e predisposto all’allattamento e all’accudimento, rappresentano le
prime tappe del percorso di lutto. In queste occasioni, il sostegno empatico da parte degli operatori e la condivisione delle difficoltà ma anche delle
opzioni ancora possibili può esercitare una funzione di contenimento e di protezione dell’equilibrio
psichico dei genitori. Può capitare ad esempio che
il pianto di altri neonati promuova la lattazione,
che alcune madri non riescano ad affrontare altre donne in gravidanza, che altre ancora provino
un disagio profondo nei confronti del loro corpo da
nutrice che non può nutrire nessuno.
Può inoltre capitare che il corpo conservi la
“sua” memoria della gravidanza e riproponga per
qualche tempo i vissuti relativi alla presenza del
bambino (alcune donne sentono i movimenti nella pancia, altre hanno l’impressione di sentire il
pianto del loro bambino). Molte madri riportano
una sensazione sgradevole e dolorosa alle braccia, definita “la sindrome delle braccia vuote” che
è presente in modo acuto soprattutto nelle prime
settimane dopo la perdita ed è legata al venir
meno delle funzioni di accudimento. Le madri colpite dal lutto perinatale sperimentano una dolorosa sensazione (sia fisica che mentale) di vuoto e
di sbigottimento, estrema tristezza, sentimenti di
colpa, di fallimento della funzione materna e isolamento, irritabilità, rabbia. Nel corso della giornata possono avvicendarsi stati d’animo diversi e
profondi sentimenti di dolore e disperazione possono far il posto a pensieri di colpa e flashback relativi all’accaduto.
L’elaborazione del lutto perinatale
Nelle settimane successive alla dimissione
inizia a farsi strada la necessità di condividere
la propria esperienza con gli altri, di raccontare
e di essere ascoltate: sono quelli i momenti più
Saper fare saper essere
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delicati, in cui la realtà si manifesta duramente
per quella che è, la perdita in qualche modo viene
razionalizzata (“ho capito che era successo davvero”) ed insieme al dolore si avverte fortissima
la necessità di essere accuditi ed aiutati di fronte ad un evento avvertito come troppo “pesante”
da sostenere e superare. In questa fase i genitori
chiedono più o meno attivamente aiuto; la disponibilità di risorse nel territorio di appartenenza,
a livello consultoriale o ospedaliero, la presenza
di materiale di autoaiuto e di riflessione, la disponibilità di riferimenti telematici possono costituire un ottimo aiuto per una sana elaborazione del
lutto. Nella maggior parte dei casi queste risorse
sono sufficienti per elaborare il lutto riducendo il
rischio di complicanze.
Un genitore colpito da perdita in gravidanza
può ricevere dal proprio curante risposte terapeutiche anche estremamente diverse tra loro: da
un lato la scarsa conoscenza dei tempi e dei modi
del lutto e la fretta di “guarire” dal lutto-malattia
spingono a prescrivere terapie farmacologiche, soprattutto ansiolitici e antidepressivi; dall’altro si
può avere la banalizzazione dell’evento e dei vissuti ad esso correlati; in questi casi la sofferenza è
considerata “normale” e il bisogno di aiuto negato
(“non sei il primo né l’ultimo, non pensarci e fatti forza”). Sarebbe più corretto un atteggiamento
di ascolto di quel genitore in quella situazione, in
modo da comprendere la sua effettiva richiesta ed
i suoi reali bisogni. Se è vero che il lutto non è una
malattia, ma un percorso fisiologico che fa parte
della vita di ciascuno di noi, è altrettanto vero
che talvolta possono presentarsi delle complicanze anche gravi. I genitori che hanno un maggiore
rischio di andare incontro a lutti “complicati” da
sintomi psichiatrici sono coloro che hanno sofferto
(o soffrono) di disturbi psicologici e psichiatrici o
che hanno storie familiari di lutti ripetuti.
Tra i disturbi più frequenti che complicano il
processo di lutto troviamo: disturbi depressivi, disturbi d’ansia, tra cui il disturbo post-traumatico
da stress e il disturbo ossessivo compulsivo, disturbi psicosomatici, disturbi alimentari, uso/abuso di
sostanze, primariamente alcol, benzodiazepine e
cocaina. In tutti questi casi la gestione del lutto e
delle sue complicanze deve essere affidata ad uno
specialista.
Con il tempo un buon percorso di lutto va verso
un adattamento fisiologico alla situazione: le prime reazioni lasciano il posto a sentimenti meno
intensi (ma non meno dolorosi) come la tristezza, il senso di vuoto, la nostalgia, ed è maggiore
la capacità di prefigurarsi cosa accadrà. A livello
emozionale si parla di rassegnazione: la coppia
non può fare altrimenti, deve imparare a convivere con la nuova situazione per poter progredire
nell’elaborazione del lutto e riconquistare nuovamente nel tempo un nuovo e diverso benessere. Il
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percorso del lutto, che può durare anche anni, si
conclude generalmente con il recupero del personale senso della vita, un ritorno ad un buon livello di serenità, e l’integrazione nella propria biografia dell’evento di perdita. La riorganizzazione
psichica è il processo finale del lutto, che prevede
l’accettazione dell’evento, il recupero delle proprie
risorse personali e la capacità di investire nuovamente nel futuro e nel progetto personale e familiare di vita. Per molte coppie, il punto di svolta
è rappresentato dal rientro partecipe in società,
spesso attraverso l’adesione a gruppi di volontariato e di genitori che hanno condiviso il medesimo percorso.
Il sostegno alla coppia in lutto
La letteratura internazionale prevede un sostegno continuativo alla coppia genitoriale, fondato sulla partecipazione e sull’organizzazione
di protocolli di intervento che coinvolgano figure
intra e extra ospedaliere, in modo da creare un
nucleo protettivo in grado di seguire la coppia dal
momento della diagnosi, durante il percorso di
lutto, fino al termine delle successive gravidanze.
In molti ospedali esteri è presente un servizio di
assistenza psicologica sia per le famiglie che per i
membri dello staff ospedaliero, in modo da elaborare i vissuti di perdita sia nei genitori che negli
operatori coinvolti. In Italia la rete assistenziale
per il supporto ai genitori in lutto non è ancora
così bene organizzata, e gli effetti di questa carenza si esprimono nei costanti vissuti di ansia
e depressione dei genitori durante le successive
gravidanze.
CiaoLapo Onlus è la prima associazione in
Italia ad occuparsi specificatamente del lutto
perinatale, attraverso il sostegno ai genitori e ai
familiari e la promozione della ricerca psicologia
e medica sul tema della perdita in gravidanza o
dopo il parto. CiaoLapo Onlus è affiliata e si riferisce come modello alle principali organizzazioni
internazionali che si occupano di morte prenatale,
ed in particolare è Full Member Organization della International Stillbirth Alliance (Baltimore,
MD, USA www.stillbirthalliance.org), Affinity
Organization della Hygeia Foundation (New Haven, Connecticut, USA www.hygeiafoundation.
org) e Member Organization della Stillbirth And
Neonatal Death Society (Sands, London, UK www.
uk-sands.org). CiaoLapo Onlus organizza gruppi
di auto aiuto per i genitori ed è attiva nella formazione del personale e nel counseling per gli operatori, attraverso congressi, incontri e forum online.
Tutte le informazioni sul sito www.ciaolapo.it
Bibliografia
Le voci bibliografiche possono essere richieste a:
[email protected]
TM