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Supervisor: Fábio da Silva Fortes, UFJF RESUMO No presente trabalho nosso objetivo é contribuir em três diferentes âmbitos: 1- uma investigação teórico-metodológica, acerca da área da historiografia das ciências da linguagem; 2- outro, envolvendo estudos histórico-conceituais de uma proposta específica de interpretação do funcionamento da linguagem, cética e não-representacionalista; 3- e a materialização em língua portuguesa brasileira da fonte primária sob análise: Esboços pirrônicos I, de Sexto Empírico (II-III d.C.). No entanto, as querelas que motivaram o desenvolvimento das teorias que pautaram nosso método – discutido no capítulo I – partiram de alguma forma de ceticismo filosófico, sobretudo moderno ou contemporâneo. Por sua vez, estes ceticismos de fundo originam-se de discussões céticas antigas, avançadas notadamente por Sexto Empírico, autor da obra sob análise. Assim, optamos por uma escrita retroalimentar e não linear que fornecesse indícios do próprio caráter não linear da investigação, em que o capítulo I se alimenta e depende do II, que por sua vez dá-se a partir do III. Palavras-chave: Historiografia das ciências da linguagem; filosofia da linguagem; ceticismo; não-representacionalismo; tradução.
Il territorio di Comacchio, piccolo centro abitato sul delta del Po in provincia di Ferrara , è noto archeologicamente per le scoperte delle necropoli dell'antico emporio di Spina, emerse dopo i grandi lavori di bonifica della prima metà secolo scorso . Di fatto il centro demico di Comacchio -come tale -ha origine nell'altomedioevo: le fonti scritte, variamente interpretate, collocano la piena formazione e lo sviluppo dell'abitato nell'VIII secolo. Recenti analisi ad una scala più ampia sembrano suggerire per Comacchio un ruolo fondamentale all'interno del sistema di nuovi centri che nascono lungo la costa dell'adriatico nord-occidentale tra VII e IX secolo, diversificati sul piano delle attestazioni materiali e della singola storia archeologica dei siti, ma tutti qualificati sul piano dell'interpretazione storica come sedi di porti e mercati e, in definitiva, qualificabili come "empori". L'attenzione rivolta al centro comacchiese, dunque, risponde alla necessità di valutare la qualità delle informazioni archeologiche post-antiche ai fini di verificare le caratteristiche materiali che, eventualmente, definiscono il sito come un nodal-point nelle relazioni economiche che coinvolgono da un lato i traffici adriatici e mediterranei e, dall'altro, le relazioni commerciali (e quindi le élites) padane. Comacchio sembra partecipare a tutti gli effetti, insieme ai nascenti empori della laguna veneziana, al controllo dei commerci padani verso l'entroterra (GELICHI 2006, c.d.s.). Questo contributo vuole costituire una ripresa nella riflessione su queste tematiche e un tentativo di orientare la documentazione archeologica, prodotta nel passato, verso nuovi modelli interpretativi. Il ruolo di Comacchio nelle dinamiche economiche dell'Italia del nord, tra Longobardi e Carolingi, è stato variamente valutato sul piano scientifico. Alcuni ricercatori, basandosi su fonti scritte e in particolare sul testo del Capitolare (un pactum sancito intorno agli inizi del secolo VIII tra i longobardi e gli habitatores di Comacchio per il commercio lungo il Po e i suoi affluenti; HARTMANN 1904), hanno enfatizzato questo ruolo, nel quadro di un certo dinamismo che caratterizzerebbe l'ultima fase dell'età longobarda, prodromo del floruit che le città (e i territori) avrebbero conosciuto durante l'età carolingia (VIOLANTE 1953;. Altri, anche di recente, hanno invece teso a ridimensionare queste funzioni, ricollocando il testo il Capitolare (e Comacchio) nell'ambito di una ripresa di relazioni commerciali di medio raggio e connesse, essenzialmente, con la commercializzazione del sale (BALZARETTI 1996; ID. 2005). Allo stesso modo una recente panoramica sull'economia europea altomedievale, che ha sottolineato il ruolo decisivo di Venezia nella prima età carolingia, considera in una prospettiva riduttiva i 'luoghi' dell'economia propri della parentesi longobarda di VIII secolo (MC CORMICK 2001). I tematismi della storia post-antica del territorio non sono stati fino ad oggi sufficientemente al centro degli interessi delle ricerche archeologiche comacchiesi. Tali studi sul medioevo hanno preso l'avvio intorno ai primi anni '60 quando, sulla scia della grande stagione degli scavi spinetici, vennero alla luce i resti di un edificio di culto, nel quale Alfieri riconobbe l'ecclesia Sancte Marie in Padovetere menzionata nel Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis di Andrea Agnello come fondazione dell'arcivescovo ravennate Aureliano . Scavi successivi misero in luce i resti di un'ampia necropoli e, sempre nell'area deltizia, altri complessi cimiteriali all'Insula Silva sulla via Romea (PATITUCCI UGGERI 1975). Seguirono attività di più modesta entità, nel centro storico di Comacchio (via Mazzini, PATITUCCI UGGERI 1976) e nelle sue immediate vicinanze (Valle Raibosola, PATITUCCI UGGERI 1986), fino ad arrivare agli scavi degli anni '90 nell'area dell'ex Villaggio San Francesco (inediti) e nei pressi di Santa Maria in Aula Regia . La documentazione archeologica prodotta fino agli anni '70 è stata più volte discussa nell'ottica di ricomporre le dinamiche insediative di questo territorio. Si deve prima ad Alfieri, e poi ai suoi allievi Uggeri (per la fase romana, UGGERI 1975; ID. 1981; ID. 1984; ID. 1986) e Patitucci (per l'età alto-
Journal of Ecclesiastical History, 2012
This paper interprets late medieval religious culture by considering lay expectations of and attitudes towards the clergy. The analysis is prompted by and framed around a convent controversy, which was extensively documented in the course of an ecclesiastical trial. Contemporary ‘convent reform’ is not conceived as an ecclesiastical event, but rather as a symptom of the changing relationship between town and convent. The description of religious provision in the town shows that there was a strong lay demand for the clergy and the rituals performed by them, and that parishioners were ready to invest financially in maintaining local priests, even if it involved considerable additional expenses. The conflict between town and convent can therefore be considered as a result of a liturgical deficit in the spiritual market of the town. The parishioners’ behaviour is interpreted as a symptom of the eucharistic and penitential devotional culture of the time, which was regulated in practice by the principle of intercession and the institution of good works. The paper argues that the divergent strands of late medieval religious culture generated a consumption ’of the sacred. The mendicant friars had a special role in the late medieval religious market as they provided opportunities for religious experiences which differed in kind from parish observances.
APRENDRE DEL PASSAT, REPENSAR EL FUTUR ACTES DEL XLÈ CURSET JORNADES INTERNACIONALS SOBRE LA INTERVENCIÓ EN EL PATRIMONI ARQUITECTÒNIC BARCELONA ·14-17.12.2017, 2019
For thirty-nine years, the Association of Architects for Defense and Intervention in Architectural Heritage of the College of Architects of Catalonia (COAC) has organized the "Curset" in December. The "Curset" is an International Conference on Intervention in Architectural Heritage, which has become, in Spain, the longest training and cultural activity of all that it carries out, as well as one of the most massive in terms of participants.
2018
Somaclones with typical and atypical shoots were regenerated from a callus culture in the same culture medium and in equal culture conditions. Since the genetic relationship among regenerated somaclones has not been investigated, current study employed heterologous microsatellite primers to examine the molecular diversity within and among somaclones, showing typical and atypical phenotypes with high morphological divergence. Nei identity value calculated between the somaclones was high (I = 0.929) and AMOVA showed higher genetic variation within (96%) than among (4%) the samples of somaclones. The polymorphism in the microsatellite loci indicated high levels of mean observed and expected heterozygosity in atypical somaclones, presumably with high adaptive potential and as source of genotypes for generation of new varieties of ornamental cacti. Low molecular divergence between typical and atypical morphologies of somaclones is a promising perspective for use of the atypical somaclones as source of chemical compounds of commercial and industrial interest. The somaclonal variations occurring in vitro callus culture has generated phenotypically differentiated subpopulations with low molecular divergence, however with high genetic variability, enough to be recommended as a source of genotypes to generate new varieties of ornamental cacti and of plants with new traits, necessary for breeding programs.
Limbo: Boletín Internacional de Estudios sobre Santayana Núm. 43,S. 63 - 76., 2023
Selva: A Journal of the History of Art, 2019
Cool, H.E.M. 2018 ‘Glass’, 167-8 and D21-5 in Brindle, T., Holbrook, N. and Sausins, D. 2018. 'A first century A.D. burial plot at Barnwood, Gloucestershire: Excavations in 2013-14', Britannia 49, 147-77. , 2018
HFSA Sempozyumu, 2024
Journal of Service Science and Management
Journal of Case Reports and Images in Oncology, 2020
BMC Public Health, 2014
Nuclear Instruments and Methods in Physics Research Section B: Beam Interactions with Materials and Atoms, 2013
Recherches en éducation, 2022
Jurnal Teknologi Informasi dan Komputer
ABDULLAH ABDIRAHMAN MOHAMED, 2023
Biomaterials, 2013