Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore, Naples, 2002
Rivista di Terra di Lavoro, 2020
Lo stemma della città di Aversa è, tradizionalmente, costituito da un gallo basilisco, figura mitologica che fonde le fattezze del gallo a quelle di un serpente. Pur essendo ignota l'origine di tale emblema, esso ha una storia plurisecolare, nel corso della quale le sue caratteristiche sono mutate più volte e le sue forme esteriori hanno subito una lunga evoluzione, che continua ancora oggi. Attraverso lo studio dei documenti d'epoca e la ricerca su oggetti inediti se ne è ricostruita una linea di sviluppo attraverso sei secoli, mettendo in evidenza le fonti normative e le fogge estetiche in relazione ai diversi periodi storici. The coat of arms of the city of Aversa is traditionally made up of a basilisk rooster, a mythological figure that blends the features of the rooster and those of a snake. Although the origin of this emblem is unknown, it has a centuries-old history, during which its characteristics have changed several times and its external forms have undergone a long evolution, which continues today. Through the study of period documents and research on unpublished objects, a line of development has been reconstructed over the centuries, highlighting the normative sources and aesthetic shapes in relation to the different historical periods.
2014
Ripubblicazione de Il Manifesto di Ventotene nell'edizione del 1944, con: I Parte. Ventotene. - Introduzione di Allegri e Bronzini (2014) - Prefazione di Eugenio Colorni (1944) - Per un'Europa libera e unita. Progetto di un Manifesto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi - Tesi politiche di Fondazione del Movimento Federalista Europeo (MFE) - Dal Manifesto di Ventotene alla fondazione del MFE. 1941-1943. Intervista con Altiero Spinelli, di Sonia Schmidt. II Parte. Un Manifesto per il futuro. Con saggi di: Luciana Castellina Pier Virgilio Dastoli Luigi Ferrajoli Lucio Levi Antonio Negri Un'appendice finale di Norberto Bobbio (1974).
Rassegna Storica dei Comuni, 1999
Come è ben noto, i Normanni dopo aver ricevuto, nel 1022, in ricompensa per i servigi prestati all'imperatore Enrico II, delle terre nei pressi di Capua 1 in una zona bassa e paludosa 2 , ottennero nel 1030 dal duca di Napoli Sergio V "terras in loco octabi" 3 , comprendenti anche il villaggio "qui vocatur Sanctum Paulum at Averze" 4 . Il nome del luogo di Aversa era dunque preesistente alla loro venuta e di certo erroneo e fuorviante è quanto detto nell'apocrifo Chronicon Cavense 5 . Quindi, volendo scartare qualche facile spiegazione etimologica che fa derivare il nome dalle verze, che peraltro crescono ottime in quelle terre, rimane il problema dell'origine del toponimo. Cercheremo in questo articolo di formulare un'ipotesi attendibile e documentata ma prima dovremo volare con la penna a tempi di qualche secolo posteriore e poi tornare indietro addirittura di millenni . . . .
prima indagine relativa ad edifici di culto oggetti di indagini archeologiche, o noti da altre fonti nel territorio della pieve di Angera nel Varesotto.
Edifici alti in Emilia-Romagna, edited by Annalisa Trentin, pp. 41-51, 2006
Alla fine della seconda guerra mondiale Ravenna è una città di terra, silenziosa e isolata, molto legata ai centri minori del forese diffusi sul grande territorio comunale. La crescente distanza che l’Adriatico, ritirandosi anno dopo anno, ha posto tra sé e la città e l’assenza di una vocazione marittima dei suoi abitanti hanno fatto sì che i ravennati impieghino le loro migliori energie ai problemi delle bonifiche e delle coltivazioni agricole, con scarsa attenzione alle attività del e dell’industria, in un clima politico teso a garantire la conservazione dello stato di fatto. Così mentre le colline si spopolano e si bonificano le pianure, nelle campagne si attua la riforma agraria e intorno alla città sorgono i nuovi complessi residenziali. Il centro cittadino rimane quasi immobile, ancora scosso dal ventennio della dittatura, impegnato solo nella ricostruzione post bellica. Il porto, quasi completamente distrutto, comprendente la darsena ed alcune banchine, è avulso dalla città e soprattutto risulta estraneo ai suoi abitanti, è anche separato fisicamente dal nucleo storico cittadino dalla linea ferroviaria, fatto questo indicativo della scarsissima importanza che il porto del Candiano riveste, almeno come polo economico di attrazione della vita urbana. La darsena, che pure è ad immediato contatto del cuore dell’abitato, ha assai più l’aspetto di un porto fluviale che marittimo ed analoga impressione desta tutto il canale che la congiunge alla costa, lungo il quale le navi che lo percorrono sembrano emergere inaspettatamente dalla campagna, con un effetto di strano e sorprendente contrasto. Il territorio costiero è caratterizzato da un ambiente naturale quasi integro, da valli, da piallasse1 e da grandi pinete che si sviluppano lungo 40 chilometri di costa. Ravenna, dallo splendore di capitale di un impero e centro di una civiltà, alla nascita della Repubblica è ridotta al modesto rango di un piccolo capoluogo di provincia, al primo posto nella graduatoria regionale dei senza lavoro. Ma il nuovo corso degli anni ’50 scuote profondamente la struttura economica della città: la trasformazione del porto a centro di traffici di livello internazionale ad opera di imprenditori locali porta il mare ad essere di nuovo la risorsa dell’economia ravennate e impone Ravenna all’attenzione dell’intero Paese.
2013
Discovered in the middle of the XIX century, the Etrusco-Roman city of Musarna, located between Viterbo and Tuscania, in the very heart of Tarquinia's territory, has been founded at the end of the IV century BC as a military colony, and definitively abandoned at the beginning of the VII century AD. Between 1983 and 2003, the École française de Rome made extensive archeological campaigns in and outside the city. This paper summarizes the chief results of these excavationsurban planning, public and private buildings, defensive walls, Hellenistic and Roman necropolis, landscape-, and gives a general account of the ongoing publication project. It also includes new datas from the city (underground cellars), necropolis (Hellenistic terracotta masks in the Vatican Museum, localization and context of the 18 sarcophagi from Musarna kept in the United States, with a new inscription of the Thvetlie in Berkeley) and territory (Monterazzano's "Veiovis", two unpublished Ferento's cippi, question of the pestarole, nenfro caves), as well as indications about the first results of the excavations at the monumental Hellenistic tomb recently rediscovered at northeast from Musarna, loc. Grotte Scalina.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Iași, Polirom, 2004
Familial Impediments to Women Political Status in Pukhtun Society, 2018
Acta Sci. Pol. Formatio Circumiectus, 2024
A Cultural History of Objects in Antiquity, ed. Robin Osborne, 2021
Research Square (Research Square), 2024
Тульский научный вестник. Серия История. Языкознание. Вып. 2 (10). – Тула: ТГПУ им. Л.Н. Толстого, 2022. С. 6 – 19.
Nature Communications, 2019
Jurnal Teknosains
Astronomy and Astrophysics
International Journal of Forecasting, 1992
Anuario de la Escuela de Historia, 2020
JRPD (Jurnal Riset Pendidikan Dasar), 2018
Revista de Ciências Agrarias - Amazon Journal of Agricultural and Environmental Sciences, 2015