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2017
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Tra il 1959 e il 1967 Elio Vittorini e Italo Calvino dirigono per Einaudi la rivista «il menabò di letteratura», un esperimento all'incrocio tra periodico e collana. Proseguimento dell'impresa avviata nel secondo dopoguerra con «Il Politecnico» (1945-1947) e con «I gettoni» (1951-1958), la testata ne eredita alcune costanti: la scoperta di giovani scrittori, la commistione dei linguaggi, la provocazione di forme e contenuti inediti, la ricerca di un rapporto con il tempo presente. I dieci fascicoli di cui si compone esplorano il racconto dell'Italia postbellica, la narrativa meridionalista, le scritture ispirate dalla fabbrica, le sperimentazioni stilistiche e linguistiche della neoavanguardia, anche alla luce di un dialogo con le esperienze d'Oltralpe, che condurrà, nel 1964, al numero unico della rivista internazionale «Gulliver». Il «menabò», la cui storia è ricostruita grazie allo studio dei materiali d'archivio, si offre ai lettori come un osservatorio privilegiato per analizzare le metamorfosi socioculturali, e non solo letterarie, dell'Italia nel cuore del miracolo economico.
The article deals with the origin of the methodological divergences between the approach to book illumination which prevails in particular in German, American, and French studies and, in contrast, the Italian approach. On one side, the German archaeologists and art historians Otto Jahn, Carl Robert, and, later, Adolf Goldschmidt prepared the grounds for studying miniatures as text illustrations, by investigating the Tabulae Iliacae and Odysseace, the Homeric bowls and the Medieval manuscripts of Terence and other classical authors. Their methodology was adopted in the University of Princeton by Charles R. Morey and Albert M. Friend and was codified by the German art historian Kurt Weitzmann, when he moved to USA and published Illustrations in Roll and Codex in 1947. On the other side, Italian studies in book illumination were dominated by a formalistic approach, which was rooted in Croce’s aesthetics. After the end of the Second World War, Italian art historian Mario Salmi promoted an exclusively stylistic approach to the miniatures, when he organized the Mostra Storica Nazionale della Miniatura (1953-1954), published the Storia della miniatura italiana (1955), and edited the facsimile volume of the Syriac Rabbula Gospels in the Laurentian Library, Florence (1959). A number of Italian art historians (Pietro Toesca, Carlo Bertelli) strongly disagreed with Salmi.
Vittorini nella città politecnica, a cura di Virna Brigatti e Silvia Cavalli, Premessa di Alberto Cadioli e Giuseppe Lupo, Pisa, ETS, 2018, 2018
Esiste un legame molto stretto tra Elio Vittorini e la città di Milano: nato sul finire degli anni Trenta, si è rinsaldato nel secondo dopoguerra, nel periodo che dalle pagine di «Politecnico» (1945-47) arriva fino al «Menabò» (1959-67), nel frangente degli intensi dibattiti politici e culturali che a Milano nascevano e si sviluppavano, tra la Casa della Cultura e le redazioni delle case editrici con le quali lo scrittore pubblicava i propri libri, ma per le quali soprattutto lavorava come traduttore, collaboratore, direttore di collane, ricoprendo nel tempo molteplici e sempre più incisivi ruoli.
L'ambiente del Madorbo si delineò più o meno definitivamente all'inizio dell'Età del ferro, e venne abitato per la prima volta presumibilmente dai popoli venetici, giunti dalla Paftagonia, una regione dell'Asia Minore. Essi infatti, attestatisi a Oderzo, solevano piantumare un olmo come gesto bene augurante a ogni nascituro maschio presso i santuari dedicati alle dee dell'acqua, siti secondo i recenti rilevamenti archeologici, nella zona di Ronacadelle e del Madorbo dal fiume Negrisia alla Piave., Tuttavia la zona si sviluppò principalmente in Età Romana, e la componente essenziale di questo sviluppo fu la costruzione di una rete stradale adeguata, che rese i trasporti e le comunicazioni più comode e veloci, efficienti e sicure. La prima strada costruita nel Veneto, e per l'argomento di nostra trattazione la più interessante, fu la via Postumia, realizzata nel 148 a. C. dal console Spurio Postumio Albino, che congiungeva Genova ad Aquileia, passando per Verona e Oderzo. Essa, provenendo da Verona, attraversava la Piave nel punto in cui il greto si restringeva a causa della riunione dei due rami, la cui scissione poco più sopra ha dato origine alle odierne "Grave di Papadopoli". Il guado in quel tratto doveva essere probabilmente agevolato dalla presenza di un traghetto, e proprio nel punto in cui le genti dovevano sbarcare sulla Sinistra Piave, Gino Gaiotto ebbe la fortuna di rinvenire pali e assi di legno, riaffiorati durante i lavori di consolidamento degli argini nel 1990. La tabula Peutingeriana è un apografo di un originale risalente al 222 d. C., al tempo cioè dell'Imperatore Alessandro Severo. Secondo il De Bon, la Postumia "arriva a Postioma (…) vien tagliata a Oriente di Villorba dalla Ongaresca. Siamo già al Piave. Il tracciato si arresta tra Case Folina (che sarà centro focale durante la Grande Guerra, come vedremo) e Case Ferrari (siamo a Candelù). Lo sorpassa (la Piave), a Borgo del Molino, continua la sua corsa in direzione di Oderzo, la romana Opitergium". Borgo del Molino è una località posta tra il Madorbo e Roncadelle, di cui odiernamente si lega il nome al bar omonimo. Ma vediamo altri studiosi, come il Bosio ad esempio: "la via Postumia perveniva quindi al corso del Brenta, l'antico Meduacus, da dove ha inizio il lunghissimo rettifilo che, attraverso l'alta pianura del Veneto centrale, raggiunge il Piave ai Ronchi di Maserada, presso Roncadelle, per continuare poi verso Oderzo". Dopo questa citazione (errata visto che Roncadelle e Maserada sono su due sponde opposte del fiume, ci soccorre il Rosada, che concorda sostanzialmente con il Bosio nel ritenere un errore di calcolo il computo delle miglia sulla Tabula: "passato il Piave (attraversato secondo il Rosada ai Ronchi di Maserada), la strada continua con buona evidenza sul terreno fino a Roncadelle e Faè a sud ovest di Oderzo". Ho sottolineato la frase "…fino a Roncadelle" perché essa significa che già da prima di entrare nella frazione ormellese il tracciato della Postumia è evidente, e noi sappiamo, che prima di entrare a Roncadelle arrivando dal grande fiume, c'è proprio il Madorbo. Ma com'era esso all'epoca? Con certezza, ormai lo abbiamo visto tutti concordano nell'individuare in questa zona il guado che collegava i due tratti della Postumia romana, ma ancora non sappiamo com'erano questi luoghi nel periodo della costruzione della strada. Secondo Jacopo Bonetto, la strada fu portata a "raggiungere e guadare i due principali fiumi, Brenta e piave, in punti strategici del loro corso, dove l'alveo ancor oggi, perde la sua fisionomia a bracci anastomizzati e le acque si riuniscono in un unico braccio che mantiene ancora una modesta profondità", e ritenendo che questa fosse la situazione del tratto plavense tra Candelù e il Madorbo, propone il tracciato, che la Regione Veneto con la legge-vincolo 8 agosto 1985 n. 431, ha vincolato in quanto il tratto dell'attuale strada provinciale ricalca il tracciato dell'antica Postumia dal guado del Madorbo alla località Tre Piere di Oderzo, e più precisamente dal "tratto Fornace di Calce-Ponte Tre Piere (cioè dalla fornace Bortot al ponticello che segnala l'ingresso in Faè arrivando costeggiando la Bidoggia). Il percorso è testimoniato dalla strada provinciale nel tratto Fornace di Calce-C.S. Sirnone e dal letto del canale Bidoggia nel tratto C.S. Sirnone fino al Ponte Tre Piere." Il tracciato appena descritto, lo si può vedere nella figura che segue, con le doppie frecce a indicare il punto di passaggio del traghetto:
saggio pubblicato in: Memoria della modernità. Archivi ideali e archivi reali, a cura di C. Borrelli, E. Candela, A. R. Pupino, Pisa, Edizioni ETS, 2013, tomo II, pp. 115-126., 2013
Dall'analisi di lettere inedite conservate agli archivi APICE dell'Università degli Studi di Milano è stato possibile ricostruire il modo in cui è stato elaborato l'editoriale al numero 5 della rivista letteraria «Il Menabò». In particolare si fa riferimento alle lettere del 22 e del 24 maggio 1962, inviate da Francesco Leonetti ad Elio Vittorini: dalla loro lettura e dagli appunti manoscritti di Vittorini presenti su di esse è possibile dimostrare come Vittorini abbia condiviso e fatte proprie alcune affermazioni di Leonetti, inserendole nell'editoriale al quinto numero siglato E.V. Questo elemento aiuta a rivalutare il ruolo di Leonetti nella storia della redazione della rivista.
Storie dell’arte contemporanea, 2019
In 1948 Rodolfo Pallucchini requested the collaboration of Umbro Apollonio to organize the 24th Venice Biennale. In 1949 the critic became the permanent curator of the Historical Archive of Contemporary Art (The Biennale Archive). First of all Apollonio organized the archival documentation of the Biennale and for this reason he thought of a new project for the library and the archive: to realize it he previously entrusted with the architect Carlo Scarpa and then with BBPR Group. After the great disorders of the 1968 edition, in 1970 Apollonio became Bienniale director. He curated with Dietrich Mahlow the special exhibition «Proposal for an experimental exhibition». On this occasion, a strong dialogue with the public was sought, focusing on issues such as art and society, art and production, analysis of seeing. The result was an exhibition holding arts from historical avant-garde to the most recent researches.
Museikon, 2020
Intervista a tre voci ad Alberto Fasulo, regista del film "Menocchio" (2018), opera ispirata alla vicenda del mugnaio friulano Domenico Scandella, che nel tardo Cinquecento fu sottoposto ad Inquisizione e a condanna.
Byzantine art as viewed in 19th and 20th c. Italian art criticism.
Türk Kültüründe Mevlit Geleneği Uluslararası Sempozyumu Bildiriler, 2023
International Journal of Education Humanities and Social Science
Revista Notas Históricas y Geográficas, 2020
Australasian accounting business and finance journal, 2024
Yaşadıkça Eğitim
Intensive Care Medicine, 2007
Neuroscience Letters, 2009
Applied Sciences
Indian Pediatrics, 2005
Basic & Clinical Medicine, 2016
Pakistan Armed Forces Medical Journal
Ieee Transactions on Ultrasonics Ferroelectrics and Frequency Control, 2008
Applied mathematical sciences, 2023
Pizhūhishnāmah-i Iqtiṣād-i Inirzhī-i Īrān, 2016