Anonimo, Veduta dell'Isola di San Giulio prima metà sec. XIX,
da: E. Pellegrino, Le Stampe del Lago d’Orta, Milano 1973, pp. 54.
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Fiorella Mattioli Carcano
Vicende istitutive e formative
del Comune di Orta San Giulio
tra Ottocento e Novecento
Il Comune di Orta San Giulio si origina dalla fusione delle antiche comunità di
Orta e di Isola appartenenti allo stato episcopale di San Giulio1. Con la cessione, nel 1767, dello stato da parte del vescovo Marco Aurelio Balbis Bertone a
Carlo Emanuele III re di Sardegna, nuovo sovrano a cui nel mese di settembre
di quell’anno gli abitanti, per mezzo dei loro rappresentanti, giurarono fedeltà
nel palazzo vescovile dell’Isola, le comunità cusiane conobbero un difficile
adattamento al nuovo stato, abituate come erano ad essere amministrate da un
governo proprio. Il comune di Orta continuò ad avere sede nel palazzo
dell’Universitas Ripariae situato sulla piazza prospiciente il lago e, per alcuni versi,
mantenne il suo ruolo di capitale della Riviera Superiore, così come Gozzano
mantenne analogo ruolo per la Riviera Inferiore, Omegna per il Cusio superiore
e la Vallestrona.
EPOCA NAPOLEONICA
Nel settembre del 1800 Napoleone I istituì il Dipartimento dell’Agogna della
Repubblica Cisalpina: la Riviera di San Giulio divenne parte di questo dipartimento, distretto d’Arona, cantone V, di cui Orta era il capoluogo cantonale.
Nell’archivio storico comunale di Orta i verbali consiliari, che nel corso del
Settecento non sono numerosi, si intensificano nel periodo napoleonico,
significato di un’attiva partecipazione all’amministrazione pubblica.
Nel 1805 venne istituito il Regno d’Italia, che includeva l'Italia centro orientale
e buona parte del settentrione, con capitale Milano.
Nel 1805 il territorio del comune di Orta comprendeva, oltre al centro
“storico”, le località di Legro, Mirabello e Bagnera; gli abitanti erano 1059.
Al comune di Isola erano aggregati Imolo e Ortello, che in passato erano parte
delle sue “vicinanze”, vale a dire dei villaggi che, a tutti gli effetti erano equiparati all’Isola, del cui territorio facevano parte anche Ronco Sotto e Sopra, Oira e
Pratolungo: la popolazione comunale era di 505 abitanti. Corconio viene
censito come a se stante, con 76 abitanti. Non si specifica a chi appartenesse
per amministrazione comunale il Viganale, territorio compreso fra Imolo e
Corconio, che probabilmente fu unito all’Isola.
Nel periodo della dominazione francese e precisamente nel 1809 il comune di
Orta istituì la condotta medica, benché anche prima esistessero alcune convenzioni sanitarie legate alle confraternite, in particolare a quella del Santo Spirito.
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Ai fatti connessi con l’abolizione nel 1814 del Regno d’Italia, è legata la figura
del conte Giuseppe Prina (1766-1814) che di tale Regno fu il detestato Ministro
delle Finanze, tanto che il 20 aprile 1814 venne linciato e ucciso dalla folla in
una via di Milano. Il Prina fu uno dei primi personaggi, nobili e ricchi borghesi,
che costruirono una dimora destinata alla villeggiatura sulle rive del Cusio. A lui
appartenne l’attuale Villa Badò di Imolo, risistemata nel corso dell’Ottocento
un illustre esempio di architettura eclettica, che richiama edifici veneziani2.
LA RESTAURAZIONE E L’APPARTENENZA AL REGNO DI SARDEGNA.
Dopo la caduta di Napoleone venne restaurato in Piemonte il governo del Re di
Sardegna. Con Regio Decreto del 21 maggio 1814. Vittorio Emanuele I richiamò in vigore le Regie Costituzioni del 1770 e tutte le altre normative emanate
fino al 23 giugno 1800.
Il 15 luglio 1814 i “terrieri” di Orta informavano i canonici e la dignità della
cattedrale di Novara del ristabilimento dell’amministrazione comunale: “Nel
borgo d’Orta e nella sala del Palazzo comunale posto sulla pubblica piazza ove
sogliono riunirsi e congregarsi li illustrissimi signori consiglieri credenzieri e
uomini della suddetta Comunità per trattare e risolvere sugli affari della
medesima...dietro ordine di questo Signor Giudice Ferrari castellano provvisorio ed avvisati focolarmente i capi di famiglia aventi diritto come terrieri a
sedere in consiglio, si sono i medesimi uniti e congregati all’oggetto di eleggere
giusta gli antichi regolamenti della Riviera e col appoggio del Reale Editto
ventuno maggio prossimo passato i due consiglieri non che gli altri amministratori ed ufficiali che compor debbono la nuova amministrazione di questo
borgo”3. Fu rinnovata e “ristabilita dall’antico piede l’amministrazione di questo
comune...questo avvenimento presagisce il completo ristabilimento di tutti i
nostri diritti...Ci riputiamo ben fortunati dopo 14 anni di poter esser riammessi
ad una amministrazione dipendente da leggi consentanee alla nostra posizione e
da un governo paterno qual è quello del Principe Vescovo”4.
Il Congresso di Vienna aveva riassegnato la Riviera al vescovo di Novara, ma
nel novembre del 1817 il presule rinunciò di nuovo alla sovranità sulla Dictio
Sancti Iulii, donandola al re di Sardegna. Con la convenzione del 18 luglio 1817
tra il vicario capitolare e i ministri del re, la diocesi novarese rinunciava a tutti i
diritti feudali e giurisdizionali in favore del re sabaudo Vittorio Emanuele I.
L’editto regio del 10 novembre 1818 organizzava una nuova circoscrizione
generale del territorio, ripartendolo in divisioni, province, mandamenti,
comunità. La Riviera fu dichiarata annessa alla provincia di Novara e divisa nei
due mandamenti di Orta e di Gozzano. Orta divenne capoluogo del
mandamento di cui facevano parte i comuni di Ameno, Armeno, Arola, Artò,
Boleto, Cesara, Coiro, Isola San Giulio, Miasino, Nonio, Pella, Pettenasco e San
Maurizio d’Opaglio.
L’attività e le funzioni amministrative del mandamento sono attestate dagli
specifici documenti conservati nell’Archivio del Comune di Orta sotto il titolo
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di “Mandamento”. Entro questa classificazione è contenuta anche la documentazione ottocentesca riguardante la Torre del Buccione, dongione del castrum
Buzoni perché l’antico fortilizio, già appartenente alla Riviera di San Giulio, fu
assegnato in proprietà ai comuni del Mandamento di Orta e di Gozzano che
compartecipavano alle spese di manutenzione e di riparazione5.
In questo momento storico le antiche comunità della Riviera tornanavano a
essere singoli comuni del regno sabaudo, benché non esattamente nello stato
precedente alla ripartizione napoleonica, ma non mantenendo quest’ultima.
In effetti si dovette procedere a una riorganizzazione di cui non sono
recuperabili gli atti.
I primi dati che fanno chiarezza sulla nuova situazione istituzionale ortese sono
desumibili dal censimento della popolazione del 1828, Orta in questo momento
sembrerebbe aver già recuperato dall’Isola gli agglomerati di Imolo e Ortello, e
probabilmente il Viganale.
In quell’anno la popolazione di Orta era di 1082 abitanti, mentre quella
dell’Isola contava 297 abitanti e in questa fase aveva già sicuramente perduto le
comunità di Pratolungo e Oira, che le appartenevano in epoca napoleonica.
L’amministrazione della comunità di Orta, ripristinata dopo il cessato governo
francese, risultava composta da 2 consiglieri, 12 credenzieri, il cancelliere
comunale e il console6. Occorre segnalare che vi è una stretta connessione tra la
documentazione relativa agli anni 1814-1815 della comunità di Orta e quella
della Università della Riviera.
Con il ripristino delle funzioni dell’amministrazione del borgo d’Orta e della
Università della Riviera, viene designata la stessa persona a svolgere le mansioni
di cancelliere per le due istituzioni: Giovanni Battista Fara, dottore in legge e
avvocato fiscale della castellania di San Giulio d’Orta. Egli viene nominato
cancelliere provvisorio per il Consiglio Generale e cancelliere per il Consiglio di
Comunità per Orta, validando gli ordinati di adunanza dei due consigli7.
Tra i fatti significativi correlati al comune di Orta nel periodo di appartenenza al
Regno di Sardegna si riscontra la presenza della stazione dei Carabinieri dal
18208 e l’istituzione della pratica delle vaccinazioni dal 1821.
Le scuole erano presenti a Orta dal Cinquecento, ma avevano un carattere privato, nel 1789 venne istituita la scuola pubblica, grazie al legato delle sorelle
Bersani, dapprima destinata solo ai maschi, ma dal 1856, in virtù della donazione di Davide Vimercati, la scuola fu estesa anche alle ragazze.
Il mercato settimanale, che dalla metà del Duecento si teneva il mercoledì, era
importantissimo nell’economia della zona, con la presenza di ogni genere di
merce, collocato in piazza e lungo la salita della Motta, venne sostenuto
dall’amministrazione comunale; in una relazione del 1848, richiesta dal Regno,
viene segnalata la presenza nel giorno di mercato di 4/5 mila persone per una
resa di 20.000 lire.
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ORTA DOPO L’UNITÀ D’ITALIA
Nel 1861 il comune di Orta diveniva parte del Regno d’Italia, in quell’anno il
sindaco era il notaio Giovanni Battista Boroni e il segretario comunale Antonio
Olina, discendente dal notaio Elia e di una famiglia dedita già dal tardo
medioevo al notariato; il ritratto di Antonio Olina è conservato nell’attuale sede
comunale in Villa Bossi.
Nel 1863, con deliberazione del Consiglio Comunale del 13 novembre 1862 e
con decreto reale dell’8 aprile 18639, il comune di Orta cambiò denominazione
e divenne Orta Novarese. Tale appellativo rimarrà fino all’unione con il comune di Isola San Giulio nel 1928, specificazione resasi necessaria, poiché nel
territorio del Regno vi erano altri comuni chiamati Orta, tutti paesi a cui venne
unita una chiarificazione appellativa.
Il primo censimento del Regno10, indetto nello stesso 1861, ci informa che Orta
aveva 1097 abitanti e Isola San Giulio 397. Nel 1861 Orta era ancora divisa nei
quartieri di origine medievale che ne conservano i nomi: Piazza (Platea), Villa,
Moccarolo, Motta. Le cosiddette cascine erano: Legro, Bòcciolo, Bagnera,
Viganallo (luogo ora scomparso, che era posto tra Corconio e il lago) oltre ad
Imolo, che allora apparteneva all’Isola, così come Corconio e Ortello.
La popolazione era dedita a varie professioni: si riscontra la presenza di notai,
giureconsulti, maestri di scuola, dottori fisici, apotecari (farmacisti). Vi erano
alcuni sacerdoti e religiosi. Diverse erano le attività commerciali: esistevano 4
filature di seta, 2 imprese di fabbricazione di scarpe e stivali, 4 tintori di panni, 2
fabbriche di candele.
La maggior parte degli abitanti era dedita alla coltivazione della terra, molti
erano pescatori. All’epoca dell’Unità d’Italia si contavano in Orta già un decina
tra alberghi e locande, segno della frequentazione turistica del borgo cusiano, i
nomi delle insegne erano vari, quali “Lo sbarco”, “Due spade”, “St. Jules”, “Il
gallo”, “Sacro Monte” e a Legro “Il ramo di mirto” e “La stella”. L’unica
attività alberghiera ancora esistente dell’epoca ottocentesca è il “Leon d’Oro”.
Fra il 1863 e il 1865 venne ampliato il cimitero di San Quirico11 e nel 1882 fu
istituito in Orta l’archivio notarile del mandamento12 e sempre nello stesso anno
arrivò anche la ferrovia con la linea Novara-Domodossola13, che sicuramente
favorì l’afflusso turistico anche giornaliero, limitato in particolare ai giorni festivi, che aveva come meta in particolare il Sacro Monte e l’Isola. Si diversifica
così l’utenza turistica del luogo, che vede la presenza degli abitati delle ville e
degli ospiti degli alberghi, con soggiorni lunghi o medio lunghi, e i visitatori di
un giorno, appartenenti soprattutto alla classe operaia. Nel 1898 Orta contribuì
alle spese per il traforo del Sempione.
Nel 1885 venne demolito l’antico voltone sito presso la chiesa di San Quirico,
sorta di porta situata lungo quella che, fino al 1842, era l’unica strada carraia per
accedere al borgo14.
Dai registri del museo del Risorgimento di Milano risulta che circa 60 ortesi
hanno partecipato alle tre guerre di indipendenza15.
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Negli anni ottanta dell’Ottocento la costruzione della villa Crespi provocò la
scomparsa dell’antico nucleo abitato di Ortello16, insediamento di estensione
superiore a quello Imolo, sicuramente presente nel medioevo e di non scarsa
rilevanza, ben documentato in un estimo del 164317. La cartina dell’Istituto
Geografico Militare del 1884 lo rileva ancora con il suo gruppo di abitazioni.
Era collegato con Orta attraverso la strada cosiddetta “delle Piodate”, e aveva
un attracco, sovente praticato per scaricare il materiale usato per la costruzione
del Sacro Monte, cui era collegato attraverso una strada che si intersecava con
quella antica di San Quirico: a Ortello venivano scaricati, in particolare, i
mattoni che giungevano da Maggiora18. Le case e i terreni di pertinenza che
componevano Ortello furono acquistati dal cotoniere Benigno Crespi, per
edificare la sua villa di stile eclettico di ispirazione moresca, e crearvi un
giardino che giungeva al lago. Molto materiale derivato dalle costruzioni
distrutte di Ortello fu impiegato per realizzare la villa e gli annessi edifici,
portineria e scuderie e anche la masseria di Legro. Tuttavia resta memoria del
fatto che alcuni abitanti di Ortello usarono le pietre della propria casa disfatta
per costruirne un’altra, come fu per i Fortis che si insediarono sulla strada per
Legro di fronte all’albergo Santa Caterina19.
L’UNIONE DEI COMUNE DI ORTA NOVARESE E ISOLA SAN GIULIO.
Il D.L. del 17 marzo 1927 dava facoltà di provvedere a una revisione generale
delle circoscrizioni comunali, per disporre l’ampliamento e la riunione, o
comunque la modifica dei territori di appartenenza di un comune, soprattutto
in vista di una più economica ed efficiente gestione consortile. In esso si scrive
che il decreto: “ mira allo scopo di creare unità organiche dotate delle necessarie
capacità funzionali, nonché di sviluppo e in grado di far fronte all’aumentato
costo dei pubblici servizi e le accresciute esigenze dei cittadini”.
La Prefettura di Novara il 19 aprile seguente invitava i podestà comunali a
rispondere in merito.
Il commissario prefettizio Vicini, che reggeva sia il comune di Orta Novarese,
che quello di Isola San Giulio, rispondeva il 25 maggio del 1927 con una
interessante relazione20. Nella stessa si richiamavano gli antecedenti storici del
comune, con un sotteso intento di sottolineare l’importanza che lo stesso ebbe
nel passato, come baricentro istituzionale di un preciso circondario.
Così scrive il Vicini:
“Orta, che nei secoli passati fu sede del consiglio generale della Riviera
Superiore del Lago, a cui mandavano un consigliere deputato ognuno delle
comunità di Ameno, Armeno, Miasino, Isola, Alzo ecc. meritasi bene di
divenire capoluogo d’un comune ingrandito. L’Isola era come la cittadella di
quel governo avente non pochi importanti privilegi e fu anche presidio contro
le invasioni barbariche. Fu solo in un’epoca più recente che sulle rovine della
fortezza fu costruito un seminario. Da qualcuno si vorrebbe per ragioni storiche che il comune di Isola San Giulio venisse conservato, ma invece sembra
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troppo naturale che venga unito a quello d’Orta. solo potrebbe farsi questione
delle tre frazioni di Ronco, Pascolo e Corconio staccate fra loro e situate in
diversi punti della spiaggia del lago. La frazione di Ronco potrebbe essere
aggregata al comune di Pella, quella di Pascolo a San Maurizio e quella di
Corconio ad Ameno. Ma essendo convenuto tener conto della maggioranza
delle preferenze delle popolazioni credesi più opportuno che tutto quanto il
comune di Isola si aggreghi a quello di Orta.
Oltre a ciò sembrerebbe che a questo comune si potrebbero riunire quelli di
Pettenasco, Miasino, e magari quello di Ameno. Così allargata la circoscrizione
del comune di Orta verrebbe ad avere una popolazione di 5.000 abitanti giusto
l’ultimo censimento.
Ad Orta si tiene un mercato settimanale molto frequentato dagli abitanti dei
paesi che ho nominato e anche di altri paesi della Riviera. Altra circostanza di
cui si potrà tenere conto è che un buon numero degli operai che lavorano
abitualmente in Orta hanno residenza nei vicini comuni che ho indicato e qui
vengono ogni mattina per tornare a casa la sera.
Queste circostanze naturalmente faciliterebbero anche i rapporti tra la
popolazione e gli uffici comunali. Sarei più animato però ad esprimere parere
perché i comuni di Isola, Pettenasco, Miasino, Ameno e di Orta avessero a
formarne uno solo con sede naturalmente qui se non dovessi far presente la
questione del locale adatto e sufficiente che innanzitutto si dovrebbe
predisporre per non fare delle confusioni.
Il Vice Prefetto che nel principio del mese venne qui per l’ispezione si espresse
nel senso di aver trovato un locale molto inadatto e insufficiente ai bisogni
attuali, anche per questo l’ordine lasciava molto a desiderare in tutto.
È in questa stessa casa comunale, ora prezioso monumento nazionale, che si
teneva il consiglio generale della Riviera, ma altre erano le istituzioni d’allora,
altra l’attuale amministrazione.
Il Vice Prefetto fece altresì una visita all’edificio che il comune, circa 12 anni fa
fece costruire per collocarvi le scuole elementari. L’edificio appare ed è molto
grandioso, per una media di alunni, maschi e femmine, che è di poco superiore
ai 60.
In quell’edificio potrebbe, credo, trovare posto sufficiente il municipio e di tale
avviso apparve anche il vice Prefetto e vi ha fatto cenno nella sua relazione.
La presente serve anche di risposta per la stessa circolare ricevuta dal comune di
Isola21.”
È interessante notare come il commissario prefettizio faccia riferimento all’antica situazione istituzionale della Riviera Superiore a cui facevano capo le seguenti comunità: Orta, Isola e Vicinato, Ameno, Armeno, Pogno e Prerro, Cesara e Colma, Artò e Centonara, Miasino, Nonio, Alagna, Briallo, Arola e Pianezza, Boleto, Berzonno, S. Maurizio d’Opaglio, Pella, Grassona, Coiro, Brolo,
Crabbia, Carcegna, Alzo e Piana, Vacciago, Pisogno, Lortallo, Pettenasco.
La relazione del commissario Vicini dimostra chiaramente come sia stata effettuata una precisa scelta che privilegiava Orta sull’Isola. Dalla relazione del
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Vicini si comprende che la decisione rappresenta il risultato di una discussione
con i rappresentanti delle due comunità. In effetti è abbastanza logico che sia
prevalsa l’idea di aggregare l’Isola a Orta in quanto quest’ultima aveva sicuramente un ruolo certo più importante rispetto a quello che ormai poteva avere
l’Isola, che dopo l’estinzione della Dictio Episcopalis di San Giulio, e la donazione
della Riviera da parte del vescovo al re di Sardegna, non era più sede del castellano. L’Isola aveva perso ulteriore importanza, inoltre, dopo le leggi di soppressioni ecclesiastiche che riguardarono anche l’antico collegio canonicale di
San Giulio. I membri di questa importate istituzione avevano abitato l’Isola,
dall’alto medioevo, con tutto un entourage famigliare e di servizio che era andato
dissolvendosi dopo le soppressioni, pertanto avevano lasciato le loro dimore e
l’Isola aveva perso, dopo la seconda metà dell’Ottocento, le sue millenarie
caratteristiche di “cittadella” o meglio, per usare la terminologia medievale che
la connotava insula videlicet castrum, cioè isola-fortezza.
Nella medesima occasione si pone la candidatura di Orta come sede di un
comune a cui si sarebbero potuti aggregare anche i comuni di Pettenasco,
Miasino e Ameno. Nel contempo si pensa già a una sede municipale più adatta,
utilizzando una parte dell’edificio scolastico che era sorto nel terreno ereditato
nel 1909 da donna Elisa Olina22, ultima discendente dell’importante famiglia
ortese di notai e cancellieri della Riviera.
Nella fase preliminare all’aggregazione entrò poi in causa anche il Partito Nazionale Fascista, nella sua circoscrizione detta “Gruppo del Cusio” che aveva sede
a Crusinallo, organismo chiamato a esprimere il proprio parere il 27 maggio
1927 e la “Conferenza Nazionale Enti Autarchici”, sede di Novara, che entrò in
causa con sua nota del 16 luglio seguente.
SITUAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILE DEI COMUNI DI
ORTA NOVARESE E ISOLA SAN GIULIO AL 18 FEBBRAIO 1929.
Gli atti preliminari all’aggregazione del comune di Isola San Giulio a quello di
Orta Novarese riportano anche la situazione del patrimonio immobile dei due
distinti comuni.
Orta Novarese
Beni Stabili
Palazzo comunale
Acquedotto in costruzione
Scuole
Chiesa san Nicolao
Pascolo di Prarondo
Fabbricato ad uso parroco
Santuario S. Monte
Lire
10.000
360.000
200.000
400
1.000
10.000
200.000
79
Totale
Lire
781.400
Isola San Giulio
Beni Stabili
Casa comunale
Bosco ceduo comunale Ronco al Piodaro
Bosco ceduo al Piodaro cave
Bosco ceduo Piodaro sopra
Bosco ceduo al Camosino comunale
Bosco ceduo Corconio reg. Prello
Ronchetto Corconio
Lire
15.000
180
15.000
500
67.000
3.680
120
Totale
Lire
101.480
In questa prima relazione si ipotizza anche la futura destinazione delle tre
frazioni del comune di Isola: Corconio potrebbe passare ad Ameno, Pascolo a
San Maurizio, e Ronco a Pella. In vista di un accorpamento viene inoltre
proposto che al comune di Orta vengano aggregati anche quelli di Ameno,
Miasino e Pettenasco. Questa proposta non ebbe seguito, mentre fu realizzato
l’accorpamento del comune di Isola.
Si chiarificava anche la destinazione delle frazioni di questo comune. Pascolo,
che si era espressa per unirsi a San Maurizio, riceve il placet di questo comune e
la sua situazione venne ratificata dalla Prefettura nel dicembre del 1927.
Corconio, che nell’ottobre del 1927 aveva ancora espresso la volontà d’unirsi ad
Ameno, si unì poi ad Orta. Ronco avrebbe voluto unirsi a Cesara, ma in ragione
della non comodità della strada, venne unito a Orta, a cui si collegava via lago.
Nel luglio 1928, chiarita la situazione delle frazioni di Isola, la Prefettura diede
corso alle pratiche per la redazioni delle carte topografiche del nuovo territorio
del comune di Orta.
Con Regio Decreto N. 2546 del 1° novembre 1928, pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale del 19 novembre, si decretava che i comuni di Orta Novarese e Isola
San Giulio avrebbero formato un solo comune denominato Orta San Giulio.
Veniva demandato al Prefetto di Novara di stabilire le condizioni della riunione.
Il Prefetto, vista la relazione del 18 febbraio 1929, redatta dal nuovo commissario prefettizio di Orta San Giulio, sentito il parere della giunta provinciale, il 21 febbraio seguente decretò che la riunione dei due comuni sarebbe
stata effettuata con la fusione dei patrimoni, delle passività e di tutte le entrate e
uscite, e la conseguente formazione di un solo bilancio.
Il patrimonio di Orta ammontava a Lire 847.173,58, quello di Isola San Giulio a
Lire 101.480.
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Nel medesimo mese venne nominato il podestà del nuovo comune di Orta San
Giulio, nella persona del dott. Eugenio Malinverni, che esercitava la professione
di medico in Orta dal 1910.
Il censimento del 1931 rilevava per Orta San Giulio la presenza di 1108 abitanti.
Il comune subì una nuova variazione territoriale nel 1960, durante l’amministrazione comunale retta dal sindaco avv. Gabriele Galli. Si tratta della perdita
di una parte del territorio comunale: infatti la frazione di Ronco, su istanza dei
suoi abitanti, venne aggregata al comune di Pella. Questa frazione posta sulla
riva orientale del lago risultava, a livello di strade, molto distante dal capoluogo.
Il lago era stato il passaggio più breve di congiunzione con Orta, ma ormai la
fruizione della via d’acqua era caduta in disuso a vantaggio dei mezzi
automobilistici. Il censimento del 1961, successivo all’aggregazione di Ronco al
comune di Pella, riportava per Orta San Giulio la presenza di 1298 abitanti.
Dunque un andamento demografico in incremento, non segnato dal distacco di
Ronco, che peraltro contava poche decine di abitanti.
L’attuale territorio del comune di Orta San Giulio comprende il centro storico
in cui sono inseriti senza soluzione di continuità gli antichi cantoni di Piazza,
Villa o Campana, Motta, Moccarolo. Al medesimo centro storico si può
omologare l’Isola di San Giulio e l’area del Sacro Monte di San Francesco.
Del promontorio ortese fa parte anche la Bagnera, mentre oltre l’istmo sono
collocate le frazioni: Legro, posta sulla piana morenica, in sviluppo demografico, e Corconio, posta sulla collina a sud/est, luogo dal caratteristico assetto
barocco. Al territorio di Orta San Giulio appartengono anche il Mirabello,
situato a lago lungo la SR 229 nel tratto in direzione di Domodossola, Imolo e il
vicino Viganale, situati a lago e monte lungo la SR 229 nel tratto in direzione di
Novara.
Fonti Archivistiche:
ARCHIVIO STORICO COMUNE DI ORTA SAN GIULIO nelle sue ripartizioni:
ARCHIVIO DEL COMUNE DI ORTA (1557- 1945)
ARCHIVIO DELLA UNIVERSITA’ DELLA RIVIERA (secolo XIV- 1818)
ARCHIVIO DEL COMUNE DI ISOLA SAN GIULIO (1680-1928)
ARCHIVIO DI STATO DI NOVARA, Carte del Dipartimento dell’Agogna.
Bibliografia essenziale:
P. L. BERETTA, la Regione del Cusio. Ricerche di Geografia umana. Firenze, La Nuova Italia, 1974.
G. CASALIS, Dizionario geografico-storico- statistico-commerciale degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, Torino 1845,
vol. XIII.
L.A. COTTA, Corografia della Riviera di S. Giulio (ed. critica a cura di C. Carena) Borgomanero 1980.
A. FARA, La Riviera di San Giulio, Orta e Gozzano, Novara 1861.
Istituto Centrale di Statistica, Comuni e loro popolazioni ai censimenti dal 1861 al 1951, Roma, 1960
Istituto Centrale di Statistica, Popolazione residente e presente dei comuni al censimento del 1961, Roma, 1967.
Regno di Sardegna, Censimento della popolazione, vol. I, Torino, Stamperia Reale, 1839.
81
Regno di Sardegna, Movimento della popolazione, vol. II, Torino, Stamperia Reale, 1843.
Regno di Sardegna, Informazioni Statistiche raccolte dalla R. Commissione superiore per gli stati di S.M. in terra ferma.
Movimento della popolazione, vol. II, Torino 1843.
Regno di Sardegna, Informazioni Statistiche raccolte dalla R. Commissione superiore. Censimento della popolazione per
l’anno 1848. Torino 1852.
Note
1. F. MATTIOLI CARCANO, La Dictio Sancti Iulii. Vicende storiche e istituzioni di un piccolo stato, “Quaderni cusiani! 1/2008.
2. Ringrazio per la segnalazione la dott.ssa Bianca Maria Dell’Acqua Dell’Orto
3. Archivio Comune Orta (da qui ACO), cartella 5, fasc. 1.
4. ACO, cartella 125, fasc.1
5. ACO, cartella 204, fascicoli 2 e 8
6. ACO, cartella 5, fasc.1
7. ACO, cartella 5, fasc.uno e Archivio Università della Riviera, cartella 38, fasc. 5.
8. ACO, cartella 216, fasc.1.
9. ACO cartella 175, fasc. 5.
10. Questi i dati dei censimenti successivi fino all’unificazione dei due comuni:
1871
Orta abitanti 971, Isola 449.
1881
Orta abitanti 1091, Isola 414.
1901
Orta abitanti 1029, Isola 463.
1911
Orta abitanti 1099, Isola 439.
1921
Orta abitanti 1004, Isola 385.
11. ACO, cartella 168, fasc. 5.
12. ACO, cartella, cartella 204, fasc. 7.
13. ACO, Ferrovia Gozzano - Orta. Atti relativi all’inaugurazione del tronco ferroviario e all’ubicazione e
denominazione della stazione di Orta cartella 166, fasc. 1.
14. ACO, cartella 217, fasc. 8.
15. Ringrazio per la notizia il dott. Battista Beccaria.
16. A. MARZI, La scoperta di Ortello, “Le Rive”, 6, 2001.
17. Di questo pubblicato in F. Mattioli-D. Prinetti, Estimo della Comunità di Ortello in “Novara” 1976. A.
MARZI, La scoperta di Ortello, “Le Rive”, 6, 2001).
18. Libri di fabbriceria del Sacro Monte di San Francesco d'Orta (1606-1694) (a cura di P.G. Longo e F. Mattioli
Carcano) Regione Piemonte, 2003.
19. Notizia fornita dalla signora Clara Anchisi Baruffaldi che ringrazio.
20. I documenti relativi all’unione dei comuni di Orta Novarese e Isola San Giulio sono in ACO. Cartella 235,
fascicoli 1-3.
21. ACO
22. Si veda Il diario del notaio Elia e il mondo ortese degli Olina (a cura di F Mattioli Carcano) Comune di Orta San
Giulio 1990.
82
Anonimo, Il borgo d’Orta e il Sacro Monte del Santuario di S. Francesco, prima metà sec. XIX
da: E. Pellegrino, Le Stampe del Lago d’Orta, Milano 1973, pp. 55.
83