Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
4 pages
1 file
Recensione pubblicata sul sito di FIAP http://www.fiapitalia.eu/home/notizie/vivalitaliaunvolumeperiragazzi per la pubblicazione del libro di Roberta Cairoli e Federica Artali "Viva l'Italia"
Come scriveva Ada Gobetti: tra narrativa e memoria il racconto della storia , 2018
Settentrione. Rivista di Studi italo-finlandesi, n.22/2010, pp. 93-97
Se oggi in Italia si dibatte sul tema del rapporto tra donne e politica, è perché la presenza femminile all'interno dei luoghi della politica, dai partiti alle istituzioni locali e nazionali, è così platealmente scarsa da non poter essere non percepita come un problema. In Italia ...
La violenza contro le donne alla prova della storia coordinatrice: Laura Schettini Uomini, donne, storici e storiche di fronte alla violenza interpersonale nella transizione tra età moderna ed età contemporanea Introduzione La storiografia sulla violenza interpersonale in Europa e nel Nord America durante l'età moderna incontra un nodo interpretativo proprio nell'identificare il passaggio all'età contemporanea, che prevalga l'idea della rottura o invece quella della continuità rispetto al passato. Diversi studi, infatti, propongono un'osservazione plurisecolare (Longterm trends in violence 2001; Eisner 2003; McMahon, Eibach, Roth 2013), tentando di individuare l'andamento e il mutamento di lungo periodo intervenuti in specifici contesti o in macroaree nella quantità degli atti, in specie degli omicidi, e nella fisionomia dei comportamenti, oltre che sul piano dei discorsi pubblici. Ad esempio, secondo Spierenburg , uno degli studiosi che più si è misurato con la prospettiva di lungo periodo, la diminuzione progressiva della violenza interpersonale, nelle sue forme più acute, è concomitante al venire meno di «pratiche» specifiche -che, per gli antropologi, sono forme di risoluzione dei conflitti (vendetta, faida, omicidio di onore etc., Povolo 2014) e invece, nel corso del tempo, si trasformano in reati -, e alla «criminalizzazione» dei comportamenti aggressivi (McMahon 2016).
Un sesso [costituisce] un problema sociale 1 1 A. Reimer Myrdal, Nation and family. The Swedish Experiment in Democratic Family and Population Policy, New York-London 1941, pp. 398 e sgg., cit. in V. de Grazia, Il patriarcato fascista: come Mussolini governò le donne italiane (1922-1940), in G. Duby, M. Perrot (a cura di) La Resistenza ha occupato ed occupa un ampio spazio nella storiografia e nella memoria, particolarmente arricchito dagli studi critici che, soprattutto a partire dall'ultimo quarto del secolo scorso, furono «volti a scomporre l'unità agiografica della Resistenza nelle sue diverse e talvolta contrastanti componenti» 2 . Da un punto di vista di genere, per circa 30 anni dalla Liberazione, a livello storiografico e politico (istituzionale e non), vi è stata una sostanziale assenza di analisi sull'apporto femminile reale alla Resistenza, con la conseguenza che le donne che vi parteciparono furono relegate ad un ruolo subalterno. Donne che, pur avendo rivelato le loro eccezionali doti durante la guerra partigiana, furono poi risospinte alla tradizionale condizione subalterna. Sia Anna Maria Bruzzone e Rachele Farina, sia Anna Teresa Iaccheo, pongono il problema storiografico di una tendenza, affermatasi in Italia, ad esaltare la Resistenza "al maschile", trascurando «l'altra metà del cielo» 3 , salvo ricordarla «in fin di orazione come generico riconoscimento di un "prezioso" contributo alla lotta» 4 . Proprio il volume di Bruzzone e Farina, insieme a quello di Bianca Guidetti Serra 5 , entrambi editi nella seconda metà degli anni Settanta, segnano l'avvio di un filone di studi "di genere" della Resistenza (sulla cui nascita sarebbe interessante studiare quanto abbia inciso l'esplosione del movimento femminista nel nostro Paese), filone poi affermatosi e rafforzatosi dagli anni '90 del secolo scorso fino ad oggi 6 . Lo studio della partecipazione femminile alla Resistenza, quindi, non è più «tutto da fare», come lamentavano Bruzzone e Farina nel saggio già citato, ma ciò non toglie che i dati riguardanti le donne partigiane, patriote o appartenenti ai Gruppi di Storia delle donne. Il Novecento, Editori Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 143. 2 Cfr. C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Universale Bollati Boringhieri, Torino, 2006, p. X. 3 Cfr. A. T. Iaccheo, Donne armate. Resistenza e terrorismo: testimoni dalla Storia, Mursia, Milano, 1994, p.16. 4 Cfr. A. M. Bruzzone -R. Farina (a cura di), La Resistenza taciuta. Dodici vite di partigiane piemontesi, La Pietra, Milano, 1976, p. 10. 5 B. Guidetti Serra, Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile, Einaudi, Torino, 1977. Da precisare che già nel 1965 era stato edito dall'Unione Donne in Italia (UDI) il volume Mille volte no: testimonianze di donne nella Resistenza, curato da M. Alloisio. 6 A titolo d'esempio ricordo: A. Bravo -A. M. Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari, 1995; G. De Luna, Donne in oggetto: l'antifascismo nella società italiana 1922-1939, Bollati Boringhieri, Torino, 1995; A. Gasco, La guerra alla guerra. Storie di donne a Torino e in Piemonte tra il 1940 e il 1945, Edizioni SEB 27, Torino, 2007; P. Gabrielli, Tempio di virilità. L'antifascismo, il genere la storia, Franco Angeli, Roma, 2008.
Voci di partigiane venete, a c. di Maria Teresa Sega, 2016
Donne partigiane e memoria nella Resistenza vicentina (1943-'45). "Ho cominciato a ragionare con la mia testa" (Alberta). Nonostante ogni anno si ricordi con solennità il 25 aprile e la Resistenza, il ruolo svolto dalle donne all'interno della guerra di Liberazione è una scoperta relativamente recente. Per anni la celebrazione non ha coinciso con un'analisi storiografica, riservando al mondo maschile la sola chiave di lettura. Il paradigma interpretativo della Resistenza poggiava esclusivamente sulla visione virile della guerra per bande, privilegiando gli aspetti militari degli scontri armati, dei compagni feriti, morti o scampati, o le questioni legate al partito, comunista, socialista o democrazia cristiana, con riunioni di qua o di là, accordi fra i capi, divisioni territoriali e numeriche con pattuglie, distaccamenti, brigate e divisioni. Si trattava di una ricostruzione della Resistenza affidata in gran parte alla memoria di chi aveva vissuto in prima persona quegli eventi, una storia che non era ancora tale perché troppo recente, appena trascorsa, e spesso troppo dolorosa e conflittuale. Bisogna sottolineare che per il Vicentino si trattava di una ricostruzione di impianto maschile tutt'altro che univoca, con le diverse anime politiche sempre in lotta fra loro, per una sorta di pretesa egemonia morale o politica dell'uno sull'altro o forse per una innata litigiosità viscerale dei vicentini. Una animosità evidente anche nelle pubblicazioni che hanno visto la luce nel corso degli anni fino ai giorni nostri, troppo immerse in un presente che non passa mai, incapaci di leggere gli eventi dal punto di vista storico. Queste difficoltà sono state acuite dalla mancanza di un archivio documentario organico, probabilmente dovuto alla tardiva costituzione di un istituto storico della Resistenza cittadino-com'è noto l'Istrevi nasce soltanto nel 2002, dopo la morte di Ettore Gallo. I documenti relativi alla resistenza vicentina si trovano sparsi quindi un po' ovunque, dall'Istituto veneto per la storia della Resistenza di Padova al museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, dall'archivio di stato alle biblioteche di paese (Bassano, Valdagno, Schio), ma anche presso i privati, figli ed eredi dei partigiani, pullulando persino nei mercatini di antiquariato. Tutto ciò ha portato ad una frammentarizzazione della memoria collettiva, con un adattamento, più o meno conscio, delle storie individuali alle categorie rappresentative della comunità di appartenenza, sempre focalizzata sugli aspetti prettamente maschili. È stato grazie alla storia orale, alle interviste condotte a partire dagli anni Novanta, che la resistenza vicentina femminile ha potuto trovare la sua voce, restituendo alle protagoniste la narrazione di eventi e condizioni espunti per decenni non solo dalla
PreText, 2020
Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il dicembre 1933 dalla Tipografia Vecchi, e dedicata nello specifico alle adolescenti. Si analizza in particolare il grande spazio dato allo sport, ed una inchiesta fra le lettrici su questo argomento: "Quale sport preferite e quale vi sembra più elegante e per- ciò meglio adatto alla grazia femminile? E qual è il vostro ideale sportivo?".
"l'impegno", a. XV, n. 1, aprile 1995 Riguardo al ruolo che le donne hanno avuto nella Resistenza sono mancati, fino ad oggi, dati quantitativi ufficiali, se non per aree terriorialmente limitate. In questi ultimi tre anni gli istituti storici del Piemonte hanno portato avanti una raccolta sistematica di dati relativi ai verbali di riconoscimento delle qualifiche partigiane, che permetteranno, a partire dalla primavera del 1995, di presentare un quadro preciso della situazione del partigianato piemontese. La ricerca è coordinata da Claudio Dellavalle e vede impegnato anche il nostro Istituto, che si è attivato inoltre nella raccolta di fonti archivistiche locali relative al partigianato biellese e vercellese. L'obiettivo è quello di capire in modo più chiaro quale fu il rapporto fra lotta armata e contesto sociale. Oggi questi dati non sono ancora completi, incrociandoli però con le fonti in possesso dell'Istituto è stato possibile svolgere alcune considerazioni che hanno valore relativo, ma prossimo alla realtà. Abbiamo un campione che dovrebbe rappresentare circa l'80 per cento del totale delle donne che presero parte alla Resistenza.
"Le donne saranno sempre divise le une dalle altre? Non formeranno mai un corpo unico?" (Olympe de Gouges, 1791) La donna non va definita in rapporto all'uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra libertà.
https://youtu.be/_Z3ZMzp5NC0 y https://youtu.be/7STt24fvRto
Studies in Egyptian Archaeology & Science "Horses, donkeys, and equids in Egypt, 2024
Revista Cultura del Cuidado Enfermería, 2023
Sobre museografías y catalografías imposibles, eds. Teresa Sauret Guerrero y Nuria Rodríguez Ortega, Málaga, Universidad de Málaga-TREA, 2023, pp. 65-81., 2023
Memoria visual y (re)construcción de identidades. Retrato y representación en los albores de la Edad Moderna (1350-1650)
Jurnal Teknologi, 2021
Revista médica de Chile, 2009
Applied Sciences, 2020
CIÊNCIA, TECNOLOGIA E DESENVOLVIMENTO RURAL: COMPARTILHANDO CONHECIMENTOS INOVADORES E EXPERIÊNCIAS, 2018
Clinical Genetics, 2012
The Journal of General and Applied Microbiology, 1997
Physical Review A, 2014