Otto Weiss
L’ULTIMO SEGRETARIO DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE:
P. TOMMASO ESSER
Il 31 gennaio 1900 la Baronessa von Eichthal, una critica osservatrice degli avvenimenti nella Chiesa cattolica, scrisse da Roma al Professore di Storia della Chiesa Franz Xaver Kraus: “All’inizio la nomina di Padre Esser a successore del defunto Ciccolini, come relatore per l’Indice mi piacque molto, poiché lo consideravo moderato, adesso la gente mi racconta cose completamente diverse. Chi conosce la verità dietro a tutte quelle maschere?”
Robert Curtis Ayer, Baroness of the Ripetta, Letters of Augusta von Eichthal to Franz Xaver Kraus, Scottsdale (Arizona) 2004, 151.
Alla Baronessa riusciva difficile formarsi un chiaro giudizio sul vero carattere e sui veri intenti del nuovo segretario della Congregazione dell’Indice P. Tommaso Esser (1850-1926).
Si trattava del “nobile e benevolo prete”, come lo chiamavano alcuni, l’uomo, che aveva comprensione per le moderne concezioni, oppure si trattava di un “guardiano dell’ortodossia per antinomasia”
Karl Hausberger, Franz Xaver Kiefl (1869-1928), Schell-Verteidiger, Antimodernist und Rechtskatholik (Quellen und Studien zur neueren Theologiegeschichte 6), Regensburg 2003, 90, n. 205. , di una “spietata natura violenta”
Così 1918 l’ambaciatore bavarese Otto Ritter zu Groenestein, cit.: Karl Hausberger, Das päpstliche Rom um 1910. Eine Milieuskizze des bayerischen Ministerialbeamten Franz Edler von Stockhausen, in: Peter Walter – Hermann Josef Reudenbach (Edd.), Bücherzensur – Kurie – Katholizismus und Moderne. Festschrift für Herman Schwedt (Beiträge zur Kirchen- und Kulturgeschichte 10), 145-199, qui 170, n. 72., di una “natura combattiva e perseguitatrice”
Così il funzionario ministeriale bavarese Franz Edler von Stockhammern 1908, ibid., un incallito integralista, come lo descrivevano gli altri?
Questi guidici davano ragione alla Baronessa; il modo di comportarsi di Esser era ambiguo. Così anche gli storici hanno avuto difficoltà a definire la sua personalità; si parla dell’ultimo grande inquisitore
Cf. Otto Weiss, Der Modernismus in Deutschland. Ein Beitrag zur Theologiegeschichte, Regensburg 1995, 320., ma anche di un uomo che fondamentalmente era moderato
Émile Poulat (Ed.), Alfred Loisy. Sa vie – son œuvre, par Albert Houtin et Félix Sartiaux. Manuscrit annoté et publié avec une Bibliographie Loisy et un Index Bio-Bibliographique, Paris 1960, 350. , tutti, però concordano sul giudizio che diede di lui Yves Congar (1904-1995): “Non deve essere sottovalutato il suo influsso in più di un episodio e sul fondamentale orientamento del Pontificato di Pio X [1903-1914]”.
Yves Congar, in: Dictionnaire de théologie catholique, vol I, 1278.
Nel frattempo gli studiosi hanno cercato di chiarire le diverse interpretazioni. Gli storici si sono appropriato il giudizio di Friedrich von Hügel (1850-1922), che descriveva Esser come un uomo, che sia come domenicano un fautore del neotomismo, ma un uomo “pieno di buona volontà”, aperto per il metodo storico-critico nelle questioni bibliche
Vgl. Giuseppe Zorzi, Auf der Suche nach der verlorenen Katholizität. Die Briefe Friedrich von Hügels an Giovanni Semeria (Tübinger Studien zur Theologie und Philosophie 3), 2 voll., Mainz 1991, I, 89. Vgl. ibid. II, 449. .
E’ stato aggiunto, che Esser avrebbe operato moderatamente nella crisi modernista nel senso proprio, nella controversia sul sindacato tedesco invece si sarebbe dimostrato un polemico rappresentante del retrogrado corrente berlinese; da Roma avrebbe ordito contro i Vescovi tedeschi come il vero autore delle condanne papali alla corrente di Mönchen-Gladbach
Vgl. Claus Arnold, Die Römische Indexkongregation und Alfred Loisy am Anfang der Modernismuskrise (1893-1903). Mit besonderer Berücksichtigung von P. Thomas Esser O.P. und einem Gutachten von P. Louis Billot S.J., in Römische Quartalschrift 96 (2001), 290-332; Otto Weiss, Modernismus und Antimodernismus im Dominikanerorden. Zugleich ein Beitrag zum „Sodalitium Pianum“ (Quellen und Studien zur neueren Theologiegeschichte 2), Regensburg 1998, passim. .
Ciò nonostante rimangono alcune questioni aperte, a cui cercherò di dare risposta in tre fasi. Dapprima mi occupo di Esser come uomo; del suo sviluppo umano, teologico e religioso. Poi mi rivolgerò alla sua attività ordinaria come segretario dell’Indice, e finalmente parlerò delle sue attività antimodernistiche dentro e fuori della Congregazione dell’Indice.
I. Vita e carriera di Tommaso Esser fino al 1900
1. Gioventù e formazione
Hermann Joseph Esser nacque nel 1850 ad Aquisgrana. Dal 1868 al 1870 era iscritto all’Università di Bonn. Tra i suoi insegnati vi furono sia professori rigorosamente ortodossi ma anche alcuni che più tardi si rivolsero al vetero cattolicesimo. Non si sa per quale motivo –si ritiene, che avesse giocato un ruolo importante l’avversione d’alcuni suoi professori sulla definizione dell’infallibilità del Papa
Vgl. Edmund Prantner, An Gottes Hand, in Marienlob. Monatsschrift für Freunde des Rosenkranzes 11 (1923), fasc. 3, 65-69, qui 61; Necrologio. Atti Esser, KA Graz. –, si trasferì nel 1870 all’Università di Würzburg, per ascoltare la buona ovvero più precisamente “romana” teologia
„Abgangszeugnis“ della Königl. Bayerische Maximilians-Universität Würzburg, 31 luglio 1871, Atti Esser, KA Graz.. Qui fece amicizia con due studenti con gli stessi ideali: Ernesto Commer di Berlino (1847-1928), futuro professore di Dogmatica a Vienna, e Herman Schell di Friburgo (1850-1906).
Gli amici avevano qualcosa in comune: la ricerca dell’incorrotta dottrina di Tommaso d’Aquino
Vgl. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 55.. Nell’autunno del 1871 Esser entrò nel Seminario per gli alunni a Colonia. Qui ebbe come insegnante di Teologia Matthias Joseph Scheeben (1835-1888). Il 7 giugno del 1873, all’età di 23 anni, Esser fu ordinato sacerdote dopo aver ottenuto una dispensa sull’età canonica.
Vari documenti, curriculum vitae, necrologio. Atti Esser KA; Prantner, An Gottes Hand (n. 10), 62; Angelus Walz, Esser, in DHEG 15 (1963) 1036.
2. Le esperienze di Esser nel Kulturkampf – un trauma per tutta la vita
Esser intravide nella posticipazione dell’ordinazione a sacerdote l’opera divina, che lo avrebbe portato all’ordine domenicano attraverso Roma. Infatti, un mese prima dell’ordinazione furono emanate le così dette “leggi di maggio”, che preannunciavano il Kulturkampf tedesco. Il 12 settembre 1873 fu nominato primo cappellano presso San Martino in Euskirchen. In conformità delle “leggi di maggio”, che preannunciavano il Kulturkampf, il Vescovo era obbligato a comunicare questa nomina alle autorità statali; questi però, intravedendo un’ingerenza dello Stato negli affari religiosi, contravvenne all’obbligo. Poiché Esser continuava a svolgere la sua attività di sacerdote, fu condannato ripetutamente a pene pecuniarie e detentive, tanto da rendere impossibile ogni sua attività in Germania.
Thomas Esser, Meine Erlebnisse zur Zeit des sog. preußischen „Kulturkampfes, manoscritto; Peter Esser all’ avvocato Ruland in Bonn, 25 marzo 1874; documento della scarcerazione, 17 settembre 1874. Atti Esser, KA Graz.
Così si recò a Roma assieme ad altri compagni di sventura, come il futuro Cardinale di Colonia Felix Hartmann (1849-1919), dove entrò come convittore nel collegio nazionale germanico di Maria dell’Anima.
Esser, Meine Erlebnisse (n. 14), 44. Studiò diritto canonico presso il Collegio Apollinare e alla Minerva teologia tomistica, studi che concluse nel 1875 con il dottorato.
Collegium de Urbe D. Thomae Aquinatis Sacri Ordinis Praedicatorum: Diploma doctoratus in S. Theologia, Roma, 21 settembre 1875, Atti Esser, KA Graz. Tra i suoi insegnanti vi fu anche Tommaso Zigliari (1833-1893), futuro Cardinale e co-fondatore della rivista “Divus Thomas”, pubblicata a Piacenza, a cui da allora rimase molto legato.
Vgl. Esser a Commer, 1 maggio1893, 28 luglio 1893, Atti Esser KA Vienna. Furono suoi insegnanti anche il futuro cardinale Raffaele Pierotti (1863-1905) e il futuro segretario dell’Indice Giacinto Frati (1840-1894).
Esser, Meine Erlebnisse (n. 14), 44; Prantner, An Gottes Hand (n.10), 65.
3. Incontro con il neotomismo (Constantin von Schaezler) e l’ingresso nell’ordine domenicano
Gli studi di Esser della teologia di San Tommaso d’Aquino lo portarono in contatto con il più importante neotomista tedesco dell’ottocento, Constantino von Schaezler (1827-1880), che all’epoca era considerato “uno dei più apprezzati consultori della sacra Congregazione del “Sant’Uffizio”.
Esser, Meine Erlebnisse (n. 14), 44. L’incontro rafforzò la sua predilezione per il tomismo originario e lo condusse alla decisione di farsi domenicano. Schaezler pregò il giovane teologo d’assisterlo “come segretario nei suoi lavori scientifici”, compito che Esser effettivamente svolse. In effetti, la gran parte dell’Introductio in S. Theologiam Dogmaticam ad Mentem D. Thomae Aquinatis
Constantini dynastae de Schaezler, Introductio in S. Theologiam dogmaticam ad mentem D. Thomae Aquinatis. Opus posthumum editum cura et studio Fr. Thomae Esser Ord. Praed., Ratisbonae 1882, XXII. di Schaezler proviene dalla sua penna.
Cfr. gli manoscritti dell’opera di Schaezler e Esser, KA Vienna. Il 17 gennaio 1878 ricevette l’abito dell’ordine di San Domenico a Graz e prese il nome di Tommaso ed esattamente un anno dopo emise i voti
Necrologio, Atti Esser, KA Graz; Walz, Esser, in DHGE 15 (1963)1036..
4. Prima attività – ammonizione dell’insegnante
Dal 1879 al 1885 Esser coprì l’incarico di Professore di diritto canonico ed esegesi presso il collegio domenicano di Vienna. L’esegesi non gli era quindi sconosciuta e può essere che già in questo periodo nacque il suo futuro interesse per questioni esegetiche
Documento della nomina, Atti Esser, KA Graz; Angelus Walz, Andreas Frühwirth (1845-1933), Wien 1950, 105.. Tra i suoi confratelli e colleghi c’era il futuro maestro dell’ordine Andreas Frühwirth
Frühwirth é stato nominato lettore, ma non insegnava; ibid.. Era anche attivo come predicatore. Le sue “prediche d’ottobre” sul rosario
Ibidem, 105s. formarono la base per le sue successive opere sulla storia del rosario.
A Vienna Esser cominciò anche la sua attività letteraria teologica e contemporaneamente propagandò la teologia tomistica di Schaezler; venendo quindi a sapere, che non tutti i teologi tedeschi condividevano il suo entusiasmo. Matthias Joseph Scheeben lo ammonì dicendo: “Del resto, come Suo ex insegnante, devo e voglio dirle, che il tono sgarbato, irritabile e ripugnante che ha fatto [...], non può esser utile alla causa né portare vantaggio all’ordine domenicano. In oltre, prego Dio che possa illuminarla in questa questione, poiché so in anticipo che le opere umane non si realizzano con tali stati d’animo. Con affetto, il Suo devoto J. Scheeben.”
Matthias Joseph Scheeben a Esser, 22 agosto 1882, Atti Esser, KA Vienna.
Presso i domenicani romani, gli sforzi di Esser trovarono una risonanza molto migliore. Soprattutto il futuro segretario dell’Indice Marcellino Cicognani (1835-1899) era entusiasta della pubblicazione dell’opera Introductio in S. Theologiam Dogmaticam
Marcellino Cicognani o.p., Palazzo di S. Uffizio, ad Esser, 30 agosto 1882; cfr. anche Joaquin Fonseca o.p. ad Esser, 14 gennaio 1884; Franz von Paula Morgott, Eichstätt, ad Esser, 19 marzo 1884. Atti Esser, KA Graz..
5. Insegnante a Venlo, Maynooth e Friburgo
Nel 1885 Esser fu mandato allo studentato dell’ordine a Venlo in Olanda, dove insegnò per tre anni. Questo periodo coincide con la fondazione di un’importante rivista tomistica, lo “Jahrbuch für Philosophie und spekulative Theologie” [Annuario di filosofia e teologia speculativa], alla cui nascita Esser, insieme ai suoi ex compagni di studi a Würzburg Commer e Schell, partecipò in modo decisivo, fors’anche dando addirittura egli stesso l’impulso per la fondazione. Il cui scopo era quello di divulgare l’incorrotta dottrina di Tommaso d’Aquino, il che significava allo stesso tempo una lotta decisiva al neo-suarezianismo e molinismo dei Gesuiti.
Questo provoca tra l’altro un’aspra reazione di Andreas Steinhuber. Walz, Esser (n. 23), 59-61. Ciononostante, all’inizio non comparirono saggi di Esser, anche perchè all’epoca era impegnato nei suoi studi sulla storia della preghiera del rosario
Thomas Esser, Unserer Lieben Frauen Rosenkranz, Paderborn 1889. .
Nell’agosto del 1887 il procuratore generale dell’Ordine Cicognani, chiese ad Esser di assumere la cattedra di filosofia tomistica presso il collegio di Saint Patrik, il seminario centrale irlandese a Maynooth, in cui erano formati più di 600 sacerdoti. Esser accettò l’incarico e dall’ottobre del 1887 fino al giugno del 1891 vi tenne lezioni di filosofia.
Vgl. Thomas Esser, The Rosminian Ontologism, in The Dublin Review 1889, Heft 7, 35-38. Guadagnò velocemente la fiducia degli studenti con la sua cordialità [e che regnasse un clima d’affetto e grande stima.
Vgl. Presentation to Dr. Esser, O. P., in The Irish Catholic and Nation, 20 maggio 1893; Prantner, An Gottes Hand (n. 17), 67. All’occasione del suo congedo i suoi colleghi pronunciarono la loro stima per la sua diligenza e per il suo lavoro pieno di successi.
Vgl. Walter M. Lee ad Esser, 27 giugno 1891, Atti Esser, KA Graz.
Nel 1891 fu chiamato all’Università cattolica di Friburgo in Svizzera che da poco era stata fondata. Esser tenne lezioni di diritto canonico e delle scienze liturgiche tra 1891 e 1892, e tra 1893 e 1894 commentò l’enciclopedia teologica. Inoltre nell’anno accademico 1891/92 fu pro-decano della facoltà di Teologia.
Histoire de l’Université de Fribourg Suisse / Geschichte der Universität Freiburg Schweiz, vol. 3: Personnes, dates et faits / Personen, Daten und Fakten, Fribourg 1992, 942; Louis Carlen, Kirchenrecht und Kirchenrechtslehrer an der Universität Freiburg i. Ue., Freiburg / Schweiz 1979, 12-15. Oltre a ciò si dedicò ai lavori scientifici, soprattutto a temi riguardanti la devozione, pubblicando nel corso degli anni numerosi scritti sul rosario e sull’“Angelo”.
Vgl. Thomas Esser, Un Cantore dell’Enciclica di S. Leone XIII [P. Joaquin Fonseca und der Rosenkranz], in Memorie Domenicane 1884, 103-05; Il Rosario, ibid., 1886, passim; Storia della Salutazione angelica, ibid., 749-752; Bemerkungen über Rosenkranz und Rosenkranzbruderschaft, in Der katholische Seelsorger (Paderborn) 1890, 426-428; Geschichte des Offiziums des Rosenkranz-Festes, ibid. 1891, 434-436, 470-472; Das jetzige Offizium des Rosenkranz-Festes im Verhältnis zu dem Offizium des Dominikaner-Ordens, ibid., 526-528; Beitrag zur Geschichte des Rosenkranzes. Die ersten Spuren von Betrachtungen beim Rosenkranz, in Der Katholik 77/II, 346-360; 409-422, 515-528; Il suono dell’Ave Maria. Saggio storico, Conferenza letta all’Accademia di Religione Cattolica di Parma, Firenze 1902; Über die allmähliche Einführung der jetzt beim Rosenkranz üblichen Betrachtungspunkte, Mainz 1906. – Cfr. anche Archivum Generale O. P. XVI, 63. L’introduzione al suo trattato sull’Angelo, mostra con quale rigore critico egli procedesse nei suoi lavori. Egli scrisse: “Chi si è premurato di ricercare l’origine di determinate preghiere liturgiche o delle così dette orazioni popolari, può farsi un’idea del guazzabuglio d’affermazioni non dimostrate e non confermate, che nel corso dei secoli gli uni hanno attribuito agli altri senza verifica e senza riflessione [...]”
Thomas Esser, Geschichte des Englischen Grußes (n. 53), 91s.
A questo si aggiunse finalmente la collaborazione all’Annuario, tanto desiderata dall’amico Commer, al cui centro si trovava l’intervento a favore dell’incorrotto Tommaso d’Aquino. Secondo la sua opinione, solo saggi di convinti tomisti potevano trovare posto nell’Annuario.
Cfr. Esser a Commer, 9. Januar 1892, 11 luglio 1892, KA Vienna.
A Friburgo Esser non fu solo scienziato, ma come pro-decano si ritrovò anche coinvolto nelle tensioni universitarie tra l’Ordine domenicano e il padre fondatore dell’Università Georges Python (1856-1927) ed il suo più infervorato aiutante Caspar Decurtins (1855-1916). All’epoca Decurtins giudicava Esser in questo modo: “P. Esser fece di tutto, per alimentare questa cattiva voce contro di noi. È una persona gretta”.
Decurtins a Python, Truns, 11. Februar 1892, pubblicato in Dominique BarthÉlemy (Ed.), Etudes et Documents sur l´histoire de l’Université de Fribourg / Suisse. Documents 1: I. Sur la préparation et les vingt-cinq premières années; II. Correspondance Schorderet-Python, Fribourg Suisse 1991, 234. D’allora Esser da parte sua non vedeva di buon occhio Decurtins, che più di dieci anni dopo denuncerà come modernisti i domenicani di Friburgo presso Monsignore Umberto Benigni.
6. Nella commissione per la riforma dell’Indice
Nel 1894 Esser fu chiamato a Roma per la preparazione di una nuova e riformata edizione dell’Indice dei libri proibiti. Scrive in un suo breve curriculum vitae: “Ricevetti una dispensa per un anno dall’Università, e dopo che questa terminò fui costretto ad abbandonare il mio posto di professore di quell’Ateneo”.
Esser, Curriculum Vitae, Atti Esser, KA Graz.
Con la chiamata a Roma Esser arrivò finalmente al posto, in cui avrebbe potuto utilizzare al meglio le sue capacità per il bene della Chiesa e per l’onore del suo Ordine. Si contraddistinse per esattezza, critica scientifica ed un’immensa diligenza, accompagnate da una sana e forte costituzione. Circa la sua attivitá nella Commissione siamo, nel frattempo, molto bene informati. Sappiamo ad esempio che consultò anche biblioteche transalpine come quelle di Vienna e Parigi.
Vgl. Hubert Wolf, Die „deutsche“ Reform des römischen Index der verbotenen Bücher (1900), in Id., Inquisition, Index, Zensur. Wissenskulturen der Neuzeit im Widerstreit, Paderborn u.a. 2001, 23-41, qui 37-39; Id., Index. Der Vatikan und die verbotenen Bücher, München 2006, 232-237.
Il 6 dicembre del 1895 il segretario della Congregazione dell’Indice presentò una relazione dei lavori compiuti. Nell’appendice III Esser fece rapporto sulla sua attività ed elencò su circa 200 pagine a stampa i singoli emendamenti bibliografici divenuti necessari. In un successivo memorandum propose di togliere dall’Indice una serie di libri per sé neutrali: opere di scienza naturale, di medicina, di politica e di diritto civile. Il 25 gennaio 1897, in conformità a questo e ad altri documenti, Papa Leone XIII poteva annunziare un’edizione dell’Indice completamente nuova.
Ibid., 235; Thomas Esser (Ed.), Index Librorum Prohibitorum SSmi D. N. Leonis XIII. jussu et auctoritate recognitus, Romae 1900, Introductio. L’editore, Tommaso Esser, fornì il lavoro principale per la ricomposizione delle direttive rielaborate. Nel 1900 riuscì “finalmente a presentare dopo sei anni di serio e faticoso lavoro [...] un catalogo completamente nuovo sotto ogni punto di vista di quei libri, che la Chiesa, nel corso dei secoli, ritenne necessario proibire”.
Abbozzo dell’introduzione dell’Indice rivisto, Atti Esser, KA Graz.
Gli anni che Esser passò alla riforma dell’Indice, erano legati ad una rapida carriera; il 3 novembre 1896 fu nominato Professore di diritto canonico all’Accademia tomistica di Roma.
Documento di nomina del 3.11.1896, Atti Esser, KA Graz. Tuttavia un anno più tardi terminò la sua carriera accademica, per iniziare quella presso la Curia romana. Il 16 gennaio 1897 fu nominato consultore della Congregazione dei Vescovi e Regolari; il 6 febbraio 1897 segretario della Commissione per il controllo e la convalida dei nuovi istituti canonici, da poco istituita.
Vari documenti; necrologio, Atti Esser, KA Graz; Prantner, An Gottes Hand (n. 10), 67; Walz, in DHEG 15 (1963) 1036. Dopo di tutto questo era quindi logico che nel 1900 fosse nominato segretario della Congregazione dell’Indice, carica che ricoprì fino alla soppressione della Congregazione nel 1917.
II. Esser come segretario della Congregazione dell’Indice
1. Caratteri principali del suo comportamento.
Come segretario della Congregazione dell’Indice Esser si trovava in una posizione che gli garantiva lodi ed onori ma che lo esponeva anche a critiche ed inimincizie.
Ma che ruolo svolse Esser veramente? Per rispondere a questa domanda mi sembrano fondamentali cinque osservazioni:
1. Esser era un uomo diligente e dotato d’acribia scientifica.
2. Esser era conservatore. Riteneva impossibile un adeguamento della Chiesa alla modernità.
3. Esperienze personali, simpatie ed antipatie giocavano per lui un ruolo fondamentale. Da questo punto di vista non era immune da parzialità.
4. Come domenicano, per lui l’ordine si trovava al primo posto dopo Dio. Mai agì contro i suoi confratelli.
5. Esser era apperto per il metodo storico-critico.
1° Un lavoratore diligente e coscienzioso
Esser portava con se buone premesse per il suo nuovo ufficio. L’inventario del Segretariato dell’Indice da lui redatto, il libro protocollare della Congregazione da lui tenuto e le informazioni e gli aiuti da lui ideati per la Congregazione sono prova della sua diligenza e della sua acribia scientifica.
ACDF (Archivio della Congregazione per la Dottrina della fede), Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), 79-80 (30 mai 1901); 129 (18 fébbraio 1903); Le parole „Deo Gratias“ alla fine dell suo abbozzo mostrano che il lavoro per lui era molto faticoso. Abbozzo, Archivum Generale O. P., VII, 535. Cfr. Arnold, Die Römische Indexkongregation (n. 9), 292. Si preoccupò affinché il placard’interdiction della Congregazione in grande formato fosse riesposto al Campo de’ Fiori e sulle porte delle chiese Romane
Cfr. ibid. Assillò il Magister Sacri Palatii a comunicargli, se aveva davvero dato l’“Imprimatur” a questa o a quell’opera
Ibid. .
Percui Claus Arnold definisce Esser un “severo guardiano dell’ordine procedurale Sollicita ac provida” di Benedetto XIV, che “prendeva talmente sul serio la sua Congregazione e il suo lavoro, come mai era accaduto”. Tanto che non ebbe timore di far notare addirittura al prefetto della Congregazione Cardinale Andreas Steinhuber (1825-1907)
ACDF Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), 112 (8 agosto 1902). – Steinhuber era consultore del Sant’Uffizio dal 1886, Cardinale dal 1894, membro della congregazione dell’Indice dal 1894, dal 1896 prefetto della Congregazione dell’Indice, dal 1902 membro del Sant’Uffizio. Christoph. Weber, Quellen und Studien zur Kurie und zur Vatikanischen Politik unter Leo XIII. Mit Berücksichtigung der Beziehungen des Hl. Stuhles zu den Dreibundmächten (Bibliothek des Deutschen Historischen Instituts in Rom 45), Tübingen 1973, 127-128; K. Hausberger, Herman Schell (1850-1906). Ein Theologenschicksal im Bannkreis der Modernismuskrise (Quellen und Studien zur neueren Theologiegeschichte 3), Regensburg 1999, p. 152 e passim; fra breve Herman H. Schwedt, Steinhuber, in NDB 24 (2009). ed addirittura al Papa il rispetto di queste direttive.
ACDF Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), p. 215-219. Cfr. adesso Ilario Tolomio, Dimenticare l’antimodernismo. Filosofia e cultura censoria nell’età di Pio X, Padova 2007, 107-117, 219-227; Arnold, Die Römische Indexkongregation (n. 9), 292; ACDF Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), 215-219. Nel febbraio del 1909 esortò il Sant’Ufficio, a non utilizzare più i termini: “Inquisizione e Cardinali inquisitori”, poichè questi erano stati annullati dalla riforma delle Congregazioni romani
ACDF, S.O., Privilegia 1909, n. 8, 11 febbraio 1909..
Nel 1906 spiegò al Papa che non si poteva mettere all’Indice il romanzo ”Il Santo” d’Antonio Fogazzaro (1842-1911), senza aver prima compiuto un esame.
ACDF Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), 215-219. Nel 1910 il Segretario di Stato Cardinale Merry del Val ricevette una simile comunicazione, quando chiese a Esser, di condannare il libro del professore di dogmatica Hugo Koch “Cyprian und der römische Primat. Eine kirchen- und dogmengeschichtliche Studie” (Lipzia 1910); Esser gli rispose che in tutta la storia della Congregazione non vi era mai stato alcun caso di condanna di un libro senza un precedente esame
Esser a Merry del Val, ACDF, Indice Diarii 1908-1914 (I. 23), 77 (24. April 1910)..
Dietro a ciò si celava una posizione fondamentale: qualora si trattasse d’ortodossia o d’eresia, bisognava evitare ogni apparenza d’arbitrio.
2° Un servo conservatore della Chiesa
Sarebbe sbagliato, sulla base delle nuove fonti vedere in Esser un “liberale”. Non aveva una grand’opinione dei modernizzanti all’interno della Chiesa, come testimonia Joseph Sauer (1872-1949),
Cfr. Claus Arnold, Katholizismus als Kulturmacht. Der Freiburger Theologe Joseph Sauer (1872-1949) und das Erbe des Franz Xaver Kraus, Paderborn u. a. 1999 che nel 1902 lo incontrò ripetutamente a Roma. Particolarmente si dimostrò irritato nei confronti del dogmatico Albert Ehrhard (1862-1940)
Cfr. Otto Weiss, Der Modernismus in Deutschland. Ein Beitrag zur Theologiegeschichte, Regensburg 1995, 170-180 e passim. , ritenendo il libro Der Katholizismus und das zwanzigste Jahrhundert (Il cattolicesimo e il ventesimo secolo) poco scientifico. Al Barone Friedrich von Hügel disse: “Un certo professore viennese ha compiuto un viaggio nella storia del mondo in cinquecento pagine, come oggi si usa fare il giro del mondo in cinquanta giorni, per annunciare al mondo cose completamente nuove. Il pericolo di questo libro è che sembra dare l’impressione che esista una conciliazione tra la Chiesa e la cultura moderna e il mondo moderno, ma un tale avvicinamento non c’è e non ci sarà mai e poi mai; il mondo deve tornare ad essere credente”.
Joseph Sauer, Diario, vol. 2, 23. Februar 1902, Archivio dell’Università di Friburgo/Brisgovia.
Effettivamente Esser non intravide mai in Ehrhard un eretico anche in tempi successivi nonostante le sue riserve. Nei casi, in cui la critica ad Ehrhard arrivò fino alla Congregazione dell’Indice, Esser operò con moderazione. Lo stesso vale per lo storico della Chiesa Sebastian Merkle, che annoverava con Ehrhard fra gli “innovatori”. Anche se il suo nome compare più volte negli atti della Congregazione, ed Esser l’era poca ben disposto, ciò avvenne sempre senza gravi conseguenze per lui
Cfr. il parere di Esser alla denuncia di Ehrhard e Merkle da parte di Franz Heiner. ACDF, Indice Diarii 1908-1914 (I, 23), 58 (16. Juli 19o9) e passim..
3° Dipendente dalle impressioni personali – agitatore in segreto
Da tutto questo risulta che Esser non era l’uomo, che operava completamente sine ira et studio. Se si leggono le lettere all’amico Commer redatte nel periodo dei conflitti modernisti, nelle quali esprime i suoi pensieri senza riserva, si ha l’impressione che la condanna che egli fece alle persone sospettate, dipendesse di solito più dalla sua simpatia o antipatia che dalle concezioni teologiche di queste persone. Chi non poteva sopportare, aveva perso il suo favore. Al contrario mostrava una pazienza di Giobbe con le persone, che gli erano simpatiche, come dimostra una corrispondenza con il noto antisemita August Rohling (1839-1931)
Cfr. Christoph Schmitt, in BBKL 8 (1994) 577-583; Günter Stemberger, in LThK3 8 (1999) 1239. . Esser aveva fatto amicizia con Rohling durante il suo primo soggiorno romano presso il convitto dell’Anima. Questo s’incollerì molto, perché il suo scritto chiliastico Lo stato del futuro 1897 fu messo all’Indice.
Esser non gli serbò mai veramente ricore, sebbene questi scommettesse contro “determinati circoli clericali”, si sentisse “vittima di una barbarie gerarchica” e si considerasse come un “protestante”, che “considera solo le leggi dell’ermeneutica scientifica come la norma della ricerca” e che addirittura finì per rompere temporaneamente “la sua vecchia amicizia”
Nummerose lettere di Rohling ad Esser dagli anni 1901–1908, Atti Esser, KA Wien.. Anzi, gli scrisse lunghe lettere in cui gli faceva capire che la Congregazione dell’Indice si era sbagliata nel condannarlo
ACDF, Indice Diarii 1900-1907 (I, 22), 86 (6. August 1901)..
Esser fece tutto il possibile per evitare che un’altra opera di Rohling dal titolo Andiamo a Zion fosse messa all’indice, anche se egli stesso la considerasse fatta “della stessa farina” come Lo Stato del futuro. Trovò sempre nuovi motivi per evitarne l’esame del libro, nonostante l’opera, o meglio la sua traduzione in lingua italiana, fosse stata ripetutamente denunciata alla congregazione dell’Indice. Per esempio disse che l’autore non veniva preso in considerazione in Germania. E per dire il vero, una discussione sull’opera nella Congregazione sarebbe stata veramente una "questione delicata", poichè l’edizione italiana era stata espressamente raccomandata del Segretario di Stato Cardinale Merry del Val
Cfr. ACDF, Indice Diarii 1900-1907 (I, 22), 230 (5. Januar 1907); Esser al Cardinale Alfonso Capeceletro, arcivescovo di Napoli, 19 luglio 1906, ACDF Protocolli, vol. 138 (1907-1908), n. 90; Esser al vescovo Giuseppe Capecci di Alesandria 20 dicembre 1909, ACDF Protocolli, vol. 139 (1908-1909), n. 55; Esser al Sant’Uffizio, 11 marzo 1910, ibid. vol. 140 (1908-1909), n. 65..
4° Fedele al suo ordine
Esser era domenicano. A differenza del P. Albert Maria Weiß, Esser mai agì contro i confratelli. La sua simpatia andava ai domenicani, anche se questi erano stati condannati dall’Inquisizione. Nella controversia su Girolamo Savonarola (1452-1498), che era scoppiata tra Ludwig von Pastor (1854-1928) e Franz Xaver Kraus da una parte ed il “modernista” Joseph Schnitzer (1859-1940) dall’altra, Esser si schiarò dalla parte di Schnitzer, che era stato denunciato a Roma, perchè aveva difeso il comportamento di Savonarola.
Norbert Trippen, Theologie und Lehramt im Konflikt. Die kirchlichen Maßnahmen gegen den Modernismus im Jahre 1907 und ihre Auswirkungen in Deutschland, Freiburg 1977, 120. Per Commer e Esser Savonarola era un beato il cui assistenza celeste per loro era fuori dubbio.
Vgl. Commer an Glossner, 29. Dezember 1896. Matthias Buschkühl, Michael Glossner und die Theologie seiner Zeit. Briefwechsel Michael Glossner – Ernst Commer. Ausstellungskatalog und Dokumentation, Eichstätt 1992, 152. Ancor più Esser si operò per la riabilitazione e forse addirittura per la beatificazione del domenicano Bartolomeo de Carranza y Miranda (1503-1576), Arcivescovo di Toledo, nel 1559 vittima dell’Inquisizione, della quale prima era membro. Esser pubblicò nel 1912 la sua opera Manera de rezar el Rosario
Fr. Bartolomé de Miranda O.P. Arzobispo de Toledo, Manera de rezar el Rosario de Nuestra Señora, Vergara 1912. e sembra che avesse desiderato la riapertura del suo processo inquisitorio
Cfr. Archivum Generale O.P. XIV, 227..
Quanto valeva per i Domenicani del passato, valeva ancor più per quelli a lui contemporanei. Non ha mai paricipato alla campagna contro i Domenicani a Friburgo e contro l’esegeta Vinzenzo Zapletal (1867-1938), in cui era anche coinvolto P. Albert Maria Weiss. Soprattutto rimase un nemico di Decurtins, che denigrava i Domenican a Roma.
Ibid., XIV, 218. Più che mai si è schierato dalla parte di P. Lagrange.
5° Aperto all’esegesi moderna
Nell’ impegno di Esser per il suo confratello Lagrange, il quale era apertamente combattuto da Albert Maria Weiß
Vgl. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 215., si trattava non soltanto della solidarietà. Esser era assolutamente aperto al metodo storico-critico nell’esegesi. Malgrado ciò assunse una posizione simile a quella che tenne Louis Duchesne (1843-1922) nel 1888 nei confronti di Loisy
Vgl. Émile Poulat, Critique et mystique. Autour de Loisy ou la conscience catholique et l’esprit moderne, Paris 1984, 22; Otto Weiss, Alfred Firmin Loisy (1857-1940), in Theologische Revue 103 (2007) 13-27, qui 19.: i tempi non sono ancora abbastanza maturi.
A parte le sue prime lezioni a Vienna, non si era mai occupato di questioni bibliche, tuttavia il fatto che fosse stato chiamato alla Commissione sulla Bibbia fondata da Leone XIII
È stato nominato come membro dalla Commissione Cardinalizia per gli studi biblici nel 1901 e 1903. Cfr. Prantner, An Gottes Hand (n. 10), 67; Frühwirth ad Esser, 23 gennaio 1903, Atti Esser, KA Graz. , sta a significare, che egli s’interessasse di esegesi. Effettivamente, all’interno dell’ordine Domenicano Esser era stato posto già nel 1898, alla carica di censore degli studi di Lagrange sulla genesi accanto a Antonin-Dalmace Sertillanges (1863-1943).
Non trovò nulla che contravvenisse alle parole di Dio e alla dottrina della Chiesa. Esser aveva tuttavia delle riserve riguardo all’opportunità dello scritto con la motivazione che ai teologi dell’epoca mancasse la preparazione necessaria per comprendere una trattazione storico-critica della genesi; sarebbe stato importante farsì, che questi prendessero dimestichezza con i nuovi metodi attraverso articoli esplicativi. Altrimenti si giungerebbe solo ad una condanna, che giova poco ad un buono scopo.
Bernard Montagnes, Marie-Joseph Lagrange. Une biographie critique, Paris 2004.
Nel 1900 Esser si schierò come segretario dell’Indice dietro la Revue biblique di Lagrange e fece sì, che questo fosse chiamato alla Commissione per gli studi biblici, e lo incoraggiò espressamente a mettere a disposizione le sue competenze nella Commissione.
Marie-Joseph Lagrange, Le Père Lagrange au service de la Bible. Souvenirs personnels, Paris 1967, 124; Gli scrisse: “Ho la mia profonda fiducia, che lei sia l’uomo giusto, per chiarire passo per passo, quali lavori e quali compiti debba far propri l’esegesi”.
Lagrange an Cormier, 13. Oktober 1900, Bernard Montagnes (Hg.), Exégèse et obéissance. Correspondance Cormier-Lagrange (1904–1916), Paris 1989, 92.
Qualche tempo dopo Esser si espresse – sicuramente a causa dell’impressione della condanna di Loisy da parte dell’Inquisizione – in modo distanziato. Il 1 febbraio 1906 P. Paul Sejourné (1857-1922) scrisse a Lagrange: “P. Esser è come sempre molto cordiale e gentile, ma anche molto riservato. Si rallegra e ci augura, che adesso sia tutto in regola con la Revue biblique. […] Egli è dell’idea, che noi dobbiamo pubblicare quanto meglio possibile tutto ciò, che è scienza pura, per raggiungere una migliore comprensione della Bibbia, ma ci consiglia per il momento di omettere i commenti. D’altra parte non mi sembra più così sfavorevole riguardo alle questioni sulla genesi come diciotto mesi addietro”.
Ibid., 109.
Tutto ciò prova: nonostante le precauzioni che Esser aveva mostrato fino ad allora, che egli stava fondamentalmente dalla parte di Lagrange. Lo stesso vale per l’esegeta di Friburgo, Vinzenzo Zapletal (1867-1938), che era sospettato a Roma poichè riferendosi ad importanti autori aveva dubitato della composizione del Cantico dei cantici di Re Salomone. Quando il Maestro dell’Ordine Hycinthe-Marie Cormier (1832-1916) perciò presentò a Esser una interpellanza, questi gli diede ad intendere che a causa della sua posizione non era in grado d’intervenire ufficialmente. Privatamente spiegò, che sarebbe stato meglio se Zapletal si esprimesse più cautamente. Potrebbe scrivere “che alcuni autori si sono allontanati dalla vecchia tradizione, senza per questo essere condannati dalla Chiesa, e che lo studio dell’opera dal punto di vista letterario probabilmente dimostrerebbe la sua opinione, naturalmente ferma restando la sottomissione all’autorità eccelesiastica”.
Cfr. Cormier a Zapletal, 11 e 20 giugno 1906, Barthélemy, Documents I, (n. 87), 303s.; cfr. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 219. – Più tardi, quando egli pubblicò gli studi su Kohelet, Cormier cercava di nuovo di aiutarlo. Cfr. Cormier ad Esser, 7 aprile 1912. ACDF Protocolli 141 (1911-1912), n. 90.
Dalle ricerche di Claus Arnold e Giacomo Losito risulta chiaramente che all’inizio del processo inquisitorio Esser fosse benigno anche nei confronti di Loisy.
Arnold, Die Indexkongregation (n. 9), passim. Deve essere ricordata la nomina del esegeta gesuita Enrico Gismondi (1850-1912)
Su di lui Cristoph Schmitt, in DHGE XXI (1986) 37-38.come perito nel processo contro Loisy nel 1900. Gismondi apparteneva ad un gruppo di gesuiti di aperte vedute che si impegnavano per l’esegesi storico-critica. Gismondi venne molto incontro al Loisy con il suo parere, cosa che per lui non rimase senza conseguenze negative, poiché poco tempo dopo, a causa delle sue simpatie per Loisy, perse la sua cattedra alla Gregoriana.
Esser rimase anche in tempi successivi di aperte vedute nei confronti di Loisy anche quando si trattò della condanna dell’opera di Loisy “L’ Évangile et l’ Église”. Tuttavia il severo giudizio di Louis Billot contro Loisy lo portò alla convinzione, che c’era ancora poco da fare in favore di Loisy. Potrebbe essere quindi che non abbia tanto disprezzato il fatto che la causa Loisy fosse trasferita dalla Congregazione dell’Indice al Sant’Ufficio e quindi sottratta alla sua responsabilità.
Cfr. Claus Arnold / Giacomo Losito (Edd.), Les documents préperatoires des Congrégations de l’Index et du Saint Office pour la mise à l’Index des œuvres d’Alfred Loisy en 1903,… 2009; inoltre fra breve Giacomo Losito, La preparazione del decreto Lamentabile e la sua immediata ricezione in Francia, …
Complementare si può aggiungere, che Esser fece da intermediario al Barone Friedrich von Hügel, che nel 1902 sondava il terreno a Roma sulla causa Loisy, affichè ottenesse addirittura un colloquio sulle questioni bibliche con il Cardinale Mariano Rampolla (1846-1913). Hügel scrisse poi a Loisy: “Aussi le Pere Esser, le secrétaire de la Congregation de l’Index semble avoir donner des garanties favorables a vous et vos études”.
Sauer a Loisy, 25 agosto 1902. Fonds Loisy, Bibliothèque Nationale Paris, Nouvelles acquisitions françaises, 15661: 356. In tempi successivi, quando Esser trattò con estrema cautela questioni di esegesi biblica, fu sicuramante a causa dell’esperienza con Loisy, il cui processo, alla fine, era stato sottratto alla sua competenza, ma anche a causa del cambiamento di corrente nelle questioni bibliche sotto Pio X, che portò all’affidamento della direzione della Commissione sulla Bibbia non più a Lagrange, ma al gesuita conservatore Leopold Fonck (1865-1930)
Cfr. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 26-29. – Johann Christian Leopold Fonck, nato a Wissen prope Düsseldorf, 1889 prete, 1892 gesuita, 190-1908 professore d’exegese a Innsbruck, 1908–1915 direttore dell’Istituto biblico, 1918-1925 di nuovo all’Istituto biblico, morto a Vienna. Ludwig Koch, Jesuiten–Lexikon. Die Gesellschaft Jesu einst und jetzt, Paderborn 1934 (riproduzione anastatica 1962), 562s..
III. Attività antimodernistiche dentro e fuori della Congregazione dell’Indice
Per rendere completamente giustizia al ruolo di P. Tommaso Esser nella crisi modernista, non è sufficiente elencare le sue perizie come Segretario dell’Indice. Più importante sembrano essere le sue attività svolte segretamente, dove poté esprimere senza riserve quello che gli stava al cuore. Esemplari sembrano le sue attività nel caso Schell, ma anche suoi alcuni articoli anonimi durante la crisi modernista, che gli possono essere attribuiti, così come le sue agitazioni nel così detto conflitto sindacale tedesco.
1. Attività di Esser nel caso Schell
Nel 1898 Herman Schell era già caduto negli ingranaggi della Congregazione dell’Indice sotto il predecessore di Esser, P. Cicognani.
Vgl. Hausberger, Schell (n. 47), 177-252. La questione era, come avrebbe reagito Esser, che conosceva lo Schell dal suo periodo di studi a Würzburg, se questi fosse entrato nuovamente in conflitto con Roma? Effettivamente a partire dal 1906 ci fu una nuova denuncia contro Schell, che non fu trattata dalla Congregazione dell’Indice ma dalla Congregazione degli studi. La denuncia non veniva dal competente Vescovo di Würzburg Ferdinand von Schlör (1839-1924), che poco prima si era accordato benevolmente con lo Schell su alcuni punti controversi. Quando Esser venne a sapere dal Cardinale Merry del Val ne rimanse visibilmente irritato. Il 25 gennaio 1906 scrisse al prefetto della Congregazione degli studi Francesco Sattoli (1839-1910): “Lo Schell insegna la genuina dottrina della chiesa”. Che egli debba essere processato ancora una volta a Roma non é solo per lui ma anche per il Vescovo Schlör vergognoso. Proseguì:
“Essendo stato fedelmente osservato il precedente impegno per quel dubbio, secondo il vescovo non fondato nei fatti, si è aperta senza necessità una piaga che cominciava a cicatrizzarsi. Per informazioni private mi consta, che ciò ha fatto cattivo sangue presso quelli che ne sono venuti a conoscenza. Sarebbe dunque desiderabile che tali accuse portate alla Santa Sede fossero sempre specificate e sostanziate. Nella mia qualità di Segretario della S. C. dell’Indice mi sia permesso di aggiungere, che gli inconvenienti rilevati forse si sarebbero evitati, qualora le nuove lagnanze fossero state indirizzate a questa sacra Congregazione essendo informatissima della persona e degli scritti dello Schell”
ACDF, Indice Diarii 1894-1907 (I. 22), n.10 (25 gennaio 1906).. Purtroppo Schell non venne mai a conoscenza di questa perizia e morì lo stesso anno credendo di essere ancora a Roma in disgrazia.
Hausberger, Schell (n. 47), 370-372.
In conformità a questa perizia sembra ancora più incomprensibile, che Esser un anno più tardi fosse l’autore di una lettera del papa, che lodava con toni più alti lo scritto infamante di Ernesto Commer pubblicato dopo la morte di Schell
AAS 40 (1907), 392-394; Otto Weiss, Pater Thomas Esser, der letzte Sekretär der Indexkongregation, in Hubert Wolf / Judith Schepers (Edd.), “In wilder zügelloser Jagd nach Neuem“. 100 Jahre Modernismus und Antimodernismus in der katholischen Kirche, Paderborn 2009, 407-450, qui 448-450; cfr. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 63s. , nel quale Commer aveva “indicato” Schell come porta bandiera del modernismo e come un secondo Lutero
Ernst Commer, Herman Schell und der fortschrittliche Katholizismus. Ein Wort zur Orientierung für gläubige Katholiken, Vienna 1907, 21908.. Il suo comportamento diventa comprensibile se si conosce la stretta amicizia che legava Esser a Commer, il suo intento era quello di aiutare l’amico
Esser a Commer, 10 giugno 1907, Atti Esser KA Wien.. Commer era stato criticato a causa del suo scritto, che fu definito un villipedio, un’“odiosa e riprovevole abborracciatura” e si era rivolto a lui per ottenere aiuto.
Cfr. Weiss, Esser (n. 80).
Notoriamente la lettera del papa elaborata da Esser non ebbe l’effetto atteso. Commer cadde ancora di più sotto il tiro dei suoi avversari. Oltracciò comparve un nuovo nemico, il capo della Lega contro l’Indice, l’avvocato Adolf Ten Hompel (1874-1943) di Münster.
Vgl. Trippen, Theologie und Lehramt (n. 60), 51-67; Hausberger, Schell (n. 47), 407-410. In una supplica al Papa la Lega chiese una riforma della procedura della messa all’Indice. Tra le altre cose esigeva l’audizione degli accusati prima della loro condanna e la sostituzione della messa all’indice nominale delle singole opere con direttive generali.
Petizione riguardante l’Indice dei libri proibiti. Appendice dell’opuscolo: [Adolf] Ten Hompel, Tatsachen. Antwort auf Uditore Heiners Streitschrift, Münster 1911. Quello che sembrava un innocuo scritto divenne un caso politico, perché è stato pubblicato quasi contemporaneamente con la Breve papale nella Corrispondenza Romana di Umberto Benigni (1862-1934)
…., con l’osservazione, che la supplica sarebbe stata discussa con Herman Schell e da lui approvata, fatto che in realtà non era vero.
Cfr. la lettera di Schell, citata in Hausberger, Schell (n. 47), 408, n. 62; poi Franz Heiner, Rechtsanwalt ten Hompel und Uditore Heiner, oder: Der Modernisteneid und die Münstersche Kulturgesellschaft, Münster 1911, 71s. Era quindi riservato a Ernst Commer di deviare dalla presunta attività di consigliere dello Schell: Schell avrebbe redatto la supplica al Santo Padre.
Commer, Hermann Schell und der fortschrittliche Katholizismus (n. 81), seconda edizione, 60. In una documentazione pubblicata l’8 maggio 1908 Ten Hompel si rivolse nuovamente contro ciò.
Adolf Ten Hompel, Indexbewegung und Kulturgesellschaft. Eine historische Darstellung auf Grund der Akten, Bonn 1908, 10s.
Interessante è la presa di posizione di Esser. A differenza di ciò come forse avrebbe sperato Commer Esser si espresse con molta riservatezza su Ten Hompel e i suoi compagni. Esser consigliava all’amico di ignorare il “nuovo avversario”. Ten Hompel sia una testa dura confusionaria della Westfalia, benché fosse un convinto cattolico praticante.
Esser a Commer, 12 maggio 1806, Atti Commer, KA Graz.
Si deve però annotare che alcuni anni più tardi anche Esser non poté più fare a meno di procedere contro Ten Hompel, anche se in maniera blanda, non perché avesse cambiato idea, ma perché le accuse contro il cervello balzano della Westfalia non gli lasciavano altra scelta Nel 1910 Ten Hompel nel suo scritto Uditore Heiner und der Modernisteneid non aveva soltanto superato la giusta misura, ma si era addirittura rifiutato di sottomettersi
Cfr. ACDF Indice Diarii 1908-1914 (I. 23), 116 (20 novembre 1910); ibid, 163 (29 maggio 1911);. Felix von Hartmann, Vicario generale della diocesi di Münster, ad Esser, 11 dicembre 1910, ACDF Indice Protocolli, vol. 141 (1910-1911) n. 125.. Dopo che il consultore della Congregazione dell’Indice Janssens pretese, che Ten Hompel ricevesse un’“immediata e pubblica condanna”, perché egli si esprimeva con una “libertà di linguaggio”, che confina talvolta all’ingiuria plateale
Votum di Laurenz Janssens, 5. gennaio 1911, ACDF Indice Protocolli, vol. 141 (1910-1911) n. 170., Esser fu costretto a prendere provvedimenti contro Ten Hompel, senza tuttavia mettere all’Indice i suoi scritti.
Se Esser consigliò all’amico di astenersi da sconsiderate affermazioni sul caso Ten Hompel, d’altra parte era molto entusiasta, quando nel 1909 comparve la sua rivalsa alla difesa di Schell da parte del professor Franz Xaver Kiefl (1869-1928). “Urrah! Come mi rallegro! Finalmente il tanto atteso libro è qua!” Il “magnifico libro” farà sicuramente tacere gli avversari. Si, Esser era convinto, che la pubblicazione di Commer in Germania avrebbe contribuito ad “una chiarificazione e ad una purificazione dell’atmosfera” e allontanando “soffio venefico liberale” che appesta “anche i colti circoli cattolici”.
Com’esempio nominò Hermann Cardauns (1847-1925)
Su di lui: Hermann Cardauns, Aus dem Leben eines deutschen Redakteurs, Köln 1912; Manfred Bierganz, Hermann Cardauns (1847-1925). Politiker, Publizist und Wissenschaftler in den Spannungen des politischen und religiösen Katholizismus seiner Zeit, Aquisgrana 1977. e il Kölnische Volkszeitung, con cui si annunciava già la sua futura posizione riguardo alla lite sul sindacato. Tuttavia Esser credete superato il livello minimo della crisi modernista in Germania, non per ultimo grazie agli scritti di Commer: “Ehrhard è liquidato; è andato completamente in rovina. Schnitzer – che Dio abbia pietà! Hauviller, che va a tenere discorsi atei sul Kulturkampf alle riunioni dei veteri cattolici a Basilea, fa la pelle alla corrente di Kraus. Gli attaccabrighe di Würzburg si autoaccusarono. In breve – il popolo cattolico sa, che è necessario e a chi si deve tenersi. Fateci ringraziare Dio per questo successo”. Esser non dimenticò di comunicare al suo amico che il Vaticano sapeva dei suoi meriti. Avrebbe per questo proposto la sua nomina a protonotario papale. Il Cardinale Merry del Val ritiene tuttavia meglio aspettare, poiché crede che un prematuro encomio potrebbe danneggiare la fama del Vaticano. Esser terminò, sfogandosi sulla “stupidità” dell’Osservatore Romano’
Esser a Commer, 18 febbraio 1909, Atti Commer, KA Graz..
La lettera di Esser mostra chiaramente che egli era contrario agli innovatori, specialmente agli innovatori tedeschi. Per dire il vero, tutto questo aveva poco a che fare con il “modernismo” com’era stato definito nei documenti Lamentabili e Pascendi. Malgrado ciò Esser ha – non proprio con successo – cercato di tenere il suo nome fuori di questi litigi.
2. Esser autore d’articoli anonimi su riviste tedesche.
Dal carteggio con Commer e da appunti nelle sue opere postume risulta che Esser si sia immischiato in discussioni comparse su riviste cattoliche tedesche. Qui due esempi.
a) La presa di posizione sulla Lega Anti-Indice
Nel 1907 comparve sull’Apologetische Rundschau un articolo dal titolo Noch einmal der Adressentwurf gegen den Index
Hermann von der Ellermühle, Noch einmal der Adressentwurf gegen den Index, in Apologetische Rundschau 3 (1907/08) 25-32; un abbozzo manoscritto si trova tra gli atti Esser, KA Graz. Cfr. Carl Maria Kaufmann ad Esser, 1 settembre 1907, ibid., firmato con lo pseudonimo: “Hermann von der Ellermühle”. Poiché il padre di Esser possedeva un mulino dal nome “Ellermühle”, è chiaro quindi chi fosse l’autore di questo scritto. In questo saggio Esser respinse i rimproveri di Ten Hompel, secondo i quali la Congregazione dell’Indice impostò il silenzio agli autori di uno scritto sottoposto ad esame.
In effetti, osservò Esser, era consuetudine che le trattative tra la parte accusata e la Congregazione dell’Indice si svolgevano nel più assoluto e reciproco riserbo, in modo che l’autore avesse la possibilità di riconoscere il proprio errore. Il silenzio imposto proteggerebbe quindi l’autore. Diverso il caso di un’opera “inacidita da idee errate” i cui “pensieri fondamentali fossero […] sbagliati”. In questo caso non essendo sufficiente il riconoscimento dell’errore non sarebbe necessario alcun riserbo. Per quanto riguarda Schell, secondo Esser i suoi libri erano ”pieni d’idee errate”. Esser osservò: “Quando tuttavia gli furono comunicati i principali errori, che avevano condotto al divieto, si trattava di un’eccezione e in questo caso si comprende da se che si richiedesse un certo silenzio”.
Hermann von der Ellermühle, Noch einmal (n. 96), 26s. Purtroppo Schell non si sarebbe dimostrato disponibile ad armonizzare le proprie idee con la dottrina della Chiesa. Esser fece anche intravedere che stimava Schell come uomo integro e come prete. Anche più tardi Esser mantenne questo giudizio, paragonando Schell al Vescovo ungherese Ottokár Prohászka (1858-1927), anch’egli entrato in conflitto con Roma. Nel 1911 Esser scrisse a Commer su Prohászka: “È completamente infestato dal modernismo, ciò nonostante un prete dignitoso ed un appassionato oratore – un caso come Schell. Nessuno lo capisce, perché egli stesso non comprende lo zolfo, che egli propaga con frasi moderniste”
Esser a Commer, 18 luglio 1911, Atti Commer, KA Graz..
Allo stesso modo si espresse nel 1912 in una perizia sull’esegeta Fritz Tillmann, che era stato accusato a causa della Zweiquellentheorie [teoria delle due fonti] da lui sostenuta. Riferendosi alla recensione di una “persona competente e di fiducia” – probabilmente se stesso – Esser determinò che Tillmann apparteneva come Schell ai devoti e zelanti sacerdoti tedeschi, che si erano distinti nell’educazione della gioventù, ma che nei loro scritti veniva a mancare il “sensus ecclesiae catholicae”.
Abbozzo del parere, 27 agosto 1912, ACDF Indice Protocolli, vol. 142 (1912-1913), n. 224.
Ma torniamo all’articolo di Esser e chiudiamo con menzioni che al di là del caso Schell lanciano uno sguardo sulla sua – già ben eccessiva – comprensione dell’ufficio del Segretario dell’Indice.
Nella bozza di Esser all’articolo si troviamo le seguenti frasi: “Il divieto di un libro da parte della Chiesa non è altro che l’avvertimento di un pericolo ai suoi figli. Chi potrebbe esigere da una tale autorità totalmente spirituale e sopranaturale di comunicargli i motivi del suo modo d’agire? Ci comunica forse Dio i motivi delle sue azioni? Non è sufficiente per un vero cristiano sapere che Dio è nostro Signore e nostro Padre? E non dovrebbe essere sufficiente ad un vero figlio della Chiesa sapere che questa è da una parte la colonna e il fondamento della verità e dall’altra nostra madre? Chi è avvertito di un veleno, generalmente si accontenta dell’avvertimento e non chiede di che veleno si tratti, se agisca in piccole o grandi dosi, lentamente o velocemente, se abbia questo o quell’effetto.”
Esser, abbozzo manoscritto, Atti Esser, KA Graz.
b) Carl Muth, Fogazzaro e l’Hochland. Un altro saggio, che può essere attribuito ad Esser, si occupa di Fogazzaro ed è in relazione con il così detto „lite letteraria”. La genesi di quest’articolo getta una luce sul modo in cui Esser agiva da dietro le quinte. Nel 1910 l’antimodernista Caspar Decurtins (1855-1916) ed un suo parente, il Vescovo di Chur Georg Schmid von Grüneck (1851-1932) avevano scoperto insieme con Umberto Benigni una nuova forma di modernismo: il “modernismo letterario”. Il 18 aprile 1910 comparve sul Correspondance de Rome un contributo, dove si poteva leggere che il primo tentativo di organizzazione di questo modernismo sarebbe stato intrapreso nella rivista Hochland edito da Carl Muth [ (1867-1944) e questo attraverso la pubblicazione di due romanzi dell’autrice austriaca Enrica von Handel-Mazzetti (1871-1955) (Jesse und Maria e Meinrad Helmpergers denkwürdiges Jahr) e della traduzione in tedesco de Il Santo di Fogazzaro
Manfred Weitlauff, “Modernismus litterarius”. Die Katholische Zeitschrift “Hochland” und die Enzyklika „Pascendi dominici gregis“ Pius’ X. vom 8. September 1907, adesso in Ders., Kirche zwischen Aufbruch und Verweigerung, Stuttgart 2001, 388-460, qui 437-451; Karl Hausberger, „Dolorosissimamente agitata nel mio cuore cattolico“. Vatikanische Quellen zum “Fall” Handel-Mazzetti (1910) und zur Indizierung der Kulturzeitschrift “Hochland” (1911), in Rudolf Zinnhobler ed altri (edd.), Kirche in bewegter Zeit. Beiträge zur Geschichte der Kirche in der Zeit der Reformation und des 20. Jahrhunderts. Festschrift für Maximilian Liebmann zum 60. Geburtstag, Graz 1994, 189-219, qui 190-194..
Non era abbastanza. Da Chur partirono i tentativi per mettere Carl Muth e l’Hochland all’Indice. Il Vescovo Schmid von Grüneck, aiutato dal professore di dogmatica di Chur ed esperto di modernismo Anton Gisler (1863-1932)
Su di lui Thomas Herger, Weihbischof Dr. Antonius Gisler, Chur, 1863-1932, Altdorf 1974. , denunciò con una lettera del 30 giugno 1910 lo scritto di Muth La rinascita della poesia dall’esperienza religiosa
Carl Muth, Die Wiedergeburt der Dichtung aus dem religiösen Erlebnis. Gedanken zur Psychologie des katholischen Kulturschaffens, München 1909. e richiese “una chiara e definitiva sentenza su questa causa”, poiché “la gioventù accademica in Germania e in Svizzera era spesso affascinata da queste idee di Muth”
Indice Diari 30. Juni 1910: S.107; Index Protocolli 141 (1910-1911), Nr. 49b.. A quanto sembra, Esser lasciò l’affare per il momento correre.
Sembrerebbe quindi che fosse giunta una denuncia direttamente a Pio X attraverso Umberto Benigni e il segretario del Papa Gianbattista Bressan (1861-1950)
Su di lui Émile Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral, et catholicisme intégral. Un réseau secret international antimoderniste: La «Sapinière» (1909-1921), Tournai 1969, 588.aggirando così la Congregazione dell’Indice. Il 15 settembre il Papa inviò a Caspar Decurtins uno scritto ufficiale, in cui questi veniva lodato come un “figlio fedele e prode combattente della Chiesa” per la sua lotta al “modernismo letterario”. Lo scritto provocò in Germania un grosso chiasso
Hausberger, “Dolorisissmamente… (n. 101), 196-202.. Non solo l’ex editore del Kölnische Volkszeitung Hermann Cardauns si schierò pubblicamente nell’Allgemeine Rundschau dalla parte d’Enrica von Handel-Mazzetti, ma addirittura il Nunzio Andreas Frühwirth si schierò in favore dell’autrice, presentando un reclamo al Cardinale Merry del Val. Il 10 dicembre 1910 inviò una lettera ammonitoria ad Esser, nel quale si poneva completamente dalla parte di Hermann Cardauns, facendo capire ad Esser, che si riteneva “obbligato a rendere note le conseguenze che avrebbe portato con se una condanna della suddetta opera”.
Frühwirth ad Esser, 10 dicembre 1910, ASV (Archivio Segreto Vaticano), Nunziatura di Monaco 277.
Esser fece di tutto per non cadere in cattiva luce, tanto più che egli stesso non era niente affatto un amico di Decurtins. Così cercò d’accomodare la questione alla suprema autorità. Esser spiegò al Papa, che non era stato corretto lodare Decurtins, sia giusto la lode dell’avversario di Carl Muth e dell’Hochland, Richard Kralik (1852-1932), l’editore della rivista Gral
Cfr. Esser a Commer, 13 marzo 1909, Atti Commer, KA Graz.. Con un breve del 16 febbraio 1911 seguì in seguito a ciò un ufficiale encomio del “Gral”
Vgl. Hausberger, „Dolorossimamente… (n. 101), 203-205..
Esser potè quindi informare il suo amico Commer, che il Papa aveva riconosciuto il suo errore. La “campagna denigratoria Handel-Mazzetti” era quindi terminata ed Esser fece cadere la colpa di tutta quella confusione su Decurtins, scrivendo: “C’è da meravigliarsi come quest’uomo abbia potuto ottenere numerose lettere sia dall’attuale Santo Padre e anche dal Papa Leone XIII“. La precedente lettera papale, indirizzata “ad un tale uomo”, avrebbe fatto sì, che il modernismo non fosse più preso sul serio. Esser lasciò poi intendere che il Papa si preoccupasse in realtà di ben altre cose che del caso Handel-Mazzetti. Per lui era chiaro che la vera pietra dello scandalo fosse Fogazzaro e la pubblicazione del suo libro sull’Hochland.
Esser a Commer, 1. aprile 1911, Atti Commer, KA Graz.
Durante tutto questo periodo la Congregazione dell’Indice si trattò in nessun caso contro l’Handel-Mazzetti, ma effettivamente contro la rivista Hochland. Esser stesso si riteneva dapprima di una condanna. Questo cambiò nell’aprile del 1911. Era arrivato il momento per Esser di agire personalmente, tuttavia non nella Congregazione dell’Indice, dove le trattative andavano a rilento
Hausberger, Dolorossimamente… (n. 101), 203-209; en particolare ora Jan Dirk Busemann, „Haec pugna verum ipsam religionem tangit“. Römische Indexkongregation und deutscher Literaturstreit, in Wolf / Schepers, „In wilder zügelloser Jagd (n. 81), 289-310., ma come anonimo a livello di pubblicista. Inviò a Commer un articolo da lui redatto su Fogazzaro, che era scomparso l’8 marzo 1911. L’articolo conteneva un affilato attacco contro l’Hochland. Esser pregò Commer, di prendersi cura affinché questo venisse pubblicato su una rivista di lingua tedesca, possibilmente sul “Gral”.
Esser a Commer, 7 april 1911, Atti Commer, KA Graz
Effettivamente Commer pubblicò poco più tardi sul “Gral” un articolo sullo scomparso Fogazzaro, nel quale questi fu presentato come il “capo dei modernisti” italiani. Il suo libro
Il Santo potrebbe essere inteso come il manifesto modernista, poiché questo ponesse la religione esclusivamente nell’interno dell’uomo e facesse credere che si potesse essere buoni cattolici anche senza Papa e senza insegnamento ecclesiastico. Purtroppo anche in Germania la stampa cattolica si fosse adoperata per il libro di Fogazzaro, e prima di tutto l’Hochland, che con ciò avrebbe compromesso il suo carattere cattolico.
Fogazzaro, in Der Gral 5 (1910/11) 572-581; cfr. Hochland 8/2 (1911), 116-118.
Con questo Esser aveva lasciato intendere a livello mediale la possibilità di una condanna dell’Hochland da parte di Roma. I passi necessari per la condanna furono avviati nella Congregazione dell’Indice incaricando il Consultore P. Jacques Bund
Su di lui Hubert Wolf (Ed.), Prosopographie von Römischer Inquisition und Indexkongegation (1814-1917), von Herman H. Schwedt unter Mitarbeit von Tobias Lagatz, Paderborn 2005, I, 220-224. di redigere un giudizio. Questo rappresentava l’ultima spiaggia. Il consultore criticò le opinioni, che esprimevano i personaggi pubblicati nei romanzi, condanò l’inserimento degli articoli del protestante Friedrich Wilhelm Foerster (1869-1966)
Su di lui Josef Antz / Franz Pöggeler (Edd.), Friedrich Wilhelm Foerster und seine Bedeutung für die Pädagogik der Gegenwart, Ratingen 1955; Giovanni Modugno, Friedrich Wilhelm Foerster e la crisi dell'anima contemporanea, Roma 2005; Bernhard Josef Stalla, Foerster in BBKL 27 (2007), 445-451. e sosteneva l’opinione che Muth fosse per la letteratura quello che Herman Schell rappresentava per la “scientia et cultura generale”
Votum del Consultore P. Jacques Bund, ACDF Indice Protocolli, vol. 141 (1910-1911), n. 313.. Tuttavia la consulta dei cardinali arrivò il 5 giugno 1911 all’unanime condanna secondo la quale l’Hochland sarebbe stato da proibire.
ACDF Indice Diarii 1907-1914 (I. 23), 165s (5 giugno 1911); Decretum della condannazione, 5 giugno 1911, ACDF Indice Protocolli, vol. 141 (1910-1911), n. 307. Il 7 giugno Esser comunicò al Nunzio di Monaco Frühwirth la decisione dei Cardinali
Esser a Frühwirth, 7 giugno 1911, ACDF Indice Protocolli 141 (1910-1911), n. 296.
Il fatto che la condanna non fosse pubblicata, è dovuta in fine all’intervento del Nunzio, che non solo presentò a Esser i motivi contro l’opportunità di una pubblicazione in tutta chiarezza
Frühwirth a Esser, 27 giugno 1911, ASV, Segr. di Stato 255 (1911), n. 4446, edito da Hausberger, “Dolorossimamente…(n.101), 216s. , ma all’ultimo minuto – appoggiato dal Cardinale Georg Kopp (1837-1914) e dall’Arcivescovo Franz von Bettinger (1850-1917) – pregò anche Merry del Val di evitarla.
Ibid, 214s.; la presa di posizione di Kopp ibid., 217-229; Busemann, „Haec pugna…(n. 111), 294-301. Il 14 luglio 1911 Esser comunò al Nunzio e al Vescovo di Monaco Bettinger, che la Congregazione dei Cardinali aveva rinunciato alla promulgazione. Esser non fu affatto contento di come andò a finire la faccenda
ACDF Indice Protocolli, vol. 141 (1910-1911), n. 302. Scrisse all’Arcivescovo di Monaco in una lettera accompagnatoria “privata”, che alle Eminenze romane farebbe molto piacere se uno “scrittore di grido” indicasse su una rivista famosa gli errori dell’Hochland e lasciasse intravvedere “che una proibizione pubblica non recasse sorpresa”
Ibid., n. 303..
3. Esser e il conflitto tra i sindacati cattolici in Germania
“Bon pour la lutte en Allemagne contre Cologne, mais très peu sûr en général” così Umberto Benigni giudicava Esser nell’agosto del 1911
Quelques opinions sur hommes et choses (agosto 1910), ASV, Fondo Benigni 7, n. 934. . Corretto in tale affermazione è che Esser era sì conservatore ma non fanatico come Benigni. Corretto è anche che Esser, al più tardi a partire dal 1909, nel conflitto tra la corrente berlinese e quella di Colonia, nella quale si trattava di terminare se i cattolici potevano unirsi in un sindacato con i protestanti, si impiegò intensamente per la corrente berlinese, che era contraria a questa collaborazione.
Non è chiaro come avvenne, ma risulta dalle lettere del rappresentante dei “berlinesi” Franz von Savigny (1859-1917) a Esser, che questi già nel 1909 con la querela contro il Mönchen-Gladbacher-Volksverein, il giornale Kölnische Volkszeitung e il Cardinale Arcivescovo di Colonia Anton Fischer (1840-1912) si era rivolto a Frühwirth, che lo rimandò al suo confratello e vecchio amico Esser. Savigny pregò quindi Esser di presentare un reclamo al Segretario di Stato Cardinale Merry del Val allo scopo di ottenere una comunicazione contro il Volksverein ed i sindacati interconfessionali cristiani.
Franz von Savigny ad Esser, 20 dicembre 1909; 28 dicembre 1909, Atti Esser, KA Graz.
Esser era l’uomo giusto. Le esperienze che aveva fatto nel Kulturkampf tedesco, l’avevano fatto diventare un deciso avversario dello Stato protestante prussiano-tedesco. Allora gli fu comunicato da Savigny, che in Prussia i cattolici collaboravano nei sindacati con i protestanti e che lo Stato tedesco aveva dato il suo consenso. Durante un convegno del Mönchen-Gladbacher-Volksverein il prete Franz Meffert (1868-1944) avrebbe addirittura sottolineato, che la soluzione della questione sociale non fosse qualcosa di specificamente cattolico, ma qualcosa di cristiano e che anche i protestanti fossero cristiani. Ancora di più, Meffert avrebbe chiamato la politica sociale di Bismarck una “grandiosa opera cristiana”. Infine uno stretto confidente dell’Imperatore tedesco avrebbe fatto proganda affinchè questi aiutasse a proseguire la legislazione sociale dell’opera del Bismarck
Rapporto del parocco Franz Kirchesch su „Tedenze di Mönchen-Gladbach“, ibid.. Sembra che tutto questo avesse colpito profondamente Esser e da quel momento divenne l’interlocutore romano della corrente berlinese
Cfr. Ein Blick hinter die Kulissen. Von einem Eingeweihten, in Neues Jahrhundert 2 (1911) 541-544; Rom auf dem Rückzug, in Rheinisch-Westfälische Zeitung, n. 692 (11 giugno 1912), 1; P. M[anes] Rings nimmt Stellung zum Artikel der Rheinisch-Westfälischen Zeitung, in Kölnische Volkszeitung, 17. 6. 1912, 2; Rom im Gewerkschaftsstreit, in Rheinisch-Westfälische Zeitung, n. 719 (17 giugno 1912), 1. , soprattutto di Hans Georg Graf Oppersdorf (1866-1948). D’allora in poi rimase coinvolto nei contrasti tra i sindacati cattolici in Germania, ma anche quelli tra cattolici conservatori e i “cristiani sociali” in Austria.
Esser a Commer, 28 dicembre 1911, Atti Commer, KA Graz. Cfr. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 177-191.
Tuttavia se Esser e Commer avevano sperato di trovare in Frühwirth un aiutante, si erano sbagliati. Esser venne a sapere già nel 1910, che il Nunzio in Germania non sosteneva la stessa linea intransigente. Il 13 dicembre scrisse a Commer: “Nella questione di questo giuramento [contro il modernismo] riguardo i Professori, purtroppo (per favore, che rimanga entre nous) il nunzio e naturalmente il Cardinale Arcivescovo Fischer hanno completamente fallito, come entrambi hanno anche completamente fallito in questioni simili (come la Kölnische Volkszeitung ecc.). Triste ma vero!”
Esser a Commer, 13 dicembre 1910, Atti Commer, KA Graz.
Nel corso del 1911 la divergenza tra Esser e Frühwirth diventò – perlomeno temporaneamente – insormontabile, dopo che il Nunzio espresse la sua comprensione per la corrente di Colonia sulla questione del sindacato, mentre Esser in concordanza con Commer si volgeva completamente alla linea integralista del suo confratello Albert Maria Weiß. Già nel giugno del 1911 era convinto che il comportamento di Frühwirth avrebbe portato alla vittoria di quelli di Colonia su tutta la linea.
Esser a Commer, 18 luglio 1911, Atti Commer, KA Graz. Questo non lo distolse tuttavia della sua lotta contro “Colonia”. Anzi al contrario. Frühwirth si lamentò amaramente di questo nel 1912: “che Padre Esser gli guastasse il suo mestiere e che proprio i suoi confratelli gli mettessero sempre i bastoni tra le ruote”
Sadoc Szabo a Commer, 5 septembre 1912, Atti Commer, KA Graz..
A partire dalla fine del 1911 Esser dimenticò completamente la sua normale riservatezza, scese apertamente in campo ed utilizzò la sua posizione di Segretario dell’Indice per il raggiungimento degli scopi della corrente berlinese. Egli appoggiò espressamente la lotta di Umberto Benigni contro il “modernismo politico e sociale”
Cfr. Esser a Commer, 7 aprile 1911, Atti Commer, KA Graz; Poulat, Intégrisme (n.105), 369., ma anche il Sonntagsblatt, foglio integralista pubblicato a Vienna da Anton Mauß (1868-1917)
Su di lui Weiss, Modernismus und Antimodernismus (n. 9), 91-107 e passim. , anche se egli stesso come Segretario dell’Indice non voleva essere espressamente nominato, per esempio nelle sua lotta contro personaggi rispettati come il gesuita Jesuiten Biederlack (1845-1930)
Ibid., 88-91; Cfr. Oppersdorf ad Esser, 27 marzo 1911, ACDF Indice Protocolli, vol. 142 (1912-1913), n. 178. – Su Biederlack Poulat, Integrisme (n.105), 373; Wilhelm Kratz, Biederlack in NDB 2 (1977) 220f. . Avendo raccolto materiale che ai suoi occhi comprometteva “quelli di Colonia” e il Mönchen-Gladbacher Volksverein, come il loro intervento per l’eventualità di scioperi
Vgl. Zeitungsauschnitte aus Apologetische Korrespondenz des Volksvereins für das kath. Deutschland, Jg. 1911, Nr. 22 und der Westdeutschen Arbeiterzeitung, 13, n. 24 (17. Juni 1911), 1; ACDF Indice Protocolli, vol. 142 (1912-1913), n 160s., divenne attivo in modi diversi. Causa di queste attività fu un libro del professore di teologia morale Joseph Mausbach con il titolo Die katholische Moral und ihre Gegner. Grundsätze und zeitgeschichtliche Betrachtungen, Köln 1911” [La morale cattolica e i suoi avversari. Fondamenti e osservazioni storico contemporanei, denunciato dal Conte di Oppersdorf, chi era un partigiano dei “berlinesi” e un amico di Esser.
La denuncia del Conte di Oppersdorf alla Congregazione dell’Indice è datata 17 dicembre 1911
Oppersdorf ad Esser, 17 dicembre 1911, ibid., n.176.. In questa il Conte fece riferimento ad uno scritto precedente, nel quale aveva comunicato ad Esser, che i rappresentanti romani del Kölnische Volkszeitung avevano consegnato il libro al Santo Padre, secondo Oppersdorf con l’intento di ottenere un’approvazione della “così detta corrente di Colonia” attraverso la Sede apostolica. Nel caso che fosse accaduto, questo avrebbe prodotto in Germania “effetti funesti”. Gli “sforzi modernisti” della corrente di Colonia erano così confermati.
Il Conte proseguì: “Nessuno dubiterà più che essi soli siano da indicare come modernisti dopo che il segretario generale dei sindacati cristiani tedeschi, Stegerwald
Stegerwald…, in una lettera all’editore del “Kölnische Volkszeitung” da poco pubblicata – da me allegata alla presente – ha fatto conoscere i punti di vista nella causa sostenuti da lui e da altri “circoli furbi ed opportunistici” proprio come modernismo”.
Il 22 febbraio 1912 Oppersdorf ringraziò Esser perché il giornale da lui pubblicato “Wahrheit und Klarheit” aveva trovato grazia presso di lui. A “quelli di Colonia” e al Zentrumspartei tedesco, guidato da Carl Bachem, rimproverava “dubbie azioni” e “terrorismo”. Arrivò addirittura ad affermare che la Chiesa cattolica in Germania non fosse confrontata da secoli con una tale crisi come all’epoca, poiché gli intenti di queste persone prendevano dimensioni “similmente grandi come ai giorni della Riforma”. È male, che purtroppo una parte dell’episcopato tedesco appoggi la corrente di Colonia, come dimostra la recentissima lettera pastorale del Cardinale di Colonia Fischer. Fischer tenne “inconsapevolmente” la sua mano protettrice sulla corrente di Colonia. Colpevole di tutto questo sarebbe che un “insegnamento tomistico degno di questo nome” sia completamente sconosciuto in Germania. Solo le scienze sociali e politiche, solo un “cattolicesimo dei fatti” avrebbero valore. Perciò è tempo “che gli errori incorporati e diffusi attraverso i sindacati cristiani siano al più presto scoperti e condannati dalle più alte cariche ecclesiastiche ”
Ebd., Nr. 177..
Il 27 marzo 1912 Oppersdorf inviò le “perizie di due autentici insegnanti della chiesa cattolica” a Esser. I redattori erano due severi avversari della corrente di Colonia ed erano molto vicini a Esser: il suo amico Ernst Commer e il suo confratello Albert Maria Weiß
. In questa presa di posizione Commer dichiarò come eretico che Mausbach avesse definito il cattolicesimo come “la più antica e grandiosa forma del cristianesimo”, poichè secondo lui non vi era alcun cristianesimo al di fuori della Chiesa cattolica. [Criticò il permesso di sciopero come errato e vedeva il partito del Centro infettato dalla pericolosa “corrente di Colonia”] Similmente Weiß argomentava e rimproverava a Mausbach, che sosteneva l’errata idea, secondo la quale fatti civili e politici non fossere sottoposti all’autorità della Chiesa.
.
L’ 8 maggio 1912, armato di queste perizie, Esser poté presentare la denuncia per la redazione di un giudizio al suo Consultore Mannucci nella Congregazione dell’Indice
Index Diarii ... 8.Mai 1912, 223s., che glielo consegnò il 22 agosto 1912. Nel frattempo però i rappresentanti della corrente di Colonia, che si battevano per un sindacato interconfessionale, non erano stati inattivi, come mostra la loro reazione all’enciclica »Singulari quadam«. di Pio X del 24 settembre 1914. Sebbene il Papa nella circolare dava la precedenza alle associazioni dei lavoratori cattolici, accettava, a differenza di Oppersdorf e Esser, i sindacati interconfessionali. [Questo indusse Esser, con riferimento all’Enciclica e alla sua ricezione in Germania, dapprima a desistere da una condanna di Mausbach come uno dei principali sostenitori “di quelli di Colonia”, con la motivazione: una condanna “colpisca quei sindacati misti, che la prudenza del S. Padre ha lasciato in podestà dei vescovi permettere e vigilare”
Ind. Protocolli 141 (1912-…) 11. Tuttavia attraverso gli atti dell’archivio dell’Indice è evidente, che Esser non era affatto d’accordo con l’enciclica, e soprattutto con la sua interpretazione da parte di Stegerwald e della corrente di Colonia nel congresso straordinario dei “Christlichen Gewerkschaften” ad Essen nel novembre del 1912
Vgl. Poulat,…. Intégrisme, 256..]
Esser era irritato soprattutto dal fatto che non solo i membri del Centro tedesco come Julius Bachem
Vgl. Julius Bachem, in: KVZ 53 (1912), 9. November; ders., in: Der Tag, Jg. 1912, 21. Dezember; vgl. auch Après la Singulari quadam, ASV FB, Bd. 36, Bl. 291-305., ma anche la maggior parte dei Vescovi tedeschi aveva interpretato l’enciclica nel senso di una completa neutralità di Roma
Dazu zahlreiche Dokumente im ASV FB..
In seguito vedeva quindi come suo dovere, illuminare Pio X sul vero carattere della corrente di Colonia e del suo rappresentante Mausbach e richiedere la loro condanna, poiché questi non avevano altro scopo che una ribellione contro il Papa e la Chiesa.
Ind. Protocolli 141 (1912-…) 16. Dez. 1912 (Nr. 12).. In occasione della presentazione del giudizio consegnò al Papa una lettera personale in cui scrisse:
“Mi perdonerà la Vostra Santità se, dopo riletto l’acluso voto, oso ripetere, che personalmente deplorerei, se soltanto per considerazione di opportunità non si venisse alla condanna del libro del Mausbach. Non si può negare, che le idee false qui insegnate a nome della teologia cattolica s'instillano nel popolo tedesco e fanno più guasto che aperte eresie, in teoria non meno che in pratica… [Temo, che indugiando ancora, si arriverà forse troppo tardi a riparire [?] il danno”
Persönlicher Brief Essers an den Heiligen Vater, 30. Dezember 1912, ebd.; vgl. Esser an Commer, 28. Dezember 1912, Nachlass Commer, KA Graz..]
Comunque sembra che non tutti i consultori appogiassero gli sforzi dei Esser. Ad esempio sembra che Mannucci e Janssens assunsero posizioni molto meno integraliste. Durante la Congregatione praeparatoria del 30 dicembre 1912 i consultori giunsero all’idea, che Mausbach fosse in contraddizione con “Singulari quadam”, tuttavia non aveva in alcun modo danneggiato l’autorità papale. Del resto bisognava tenere conto della particolare situazione in Germania per la quale prima di tutto si poteva desistere da una condanna.
Index Diarii, Congregatio praeperatoria, 30. Dezember 1912 (…..), 247-250, hier 249. . Anche nella Congregazione Cardinalizia Esser non trovò neanchè un alleato. Lo stesso Cardinale Redentorista olandese Willem van Rossum, che apparteneva agli aizzatori, era dell’opinione che per motivi opportunistici non si poteva procedere con severità contro Mausbach, poichè così il Cardinale: “È certo che una solenne condanna farebbe un chiasso grande in tutta la Germania”
Ind. Protocolli 142 (1912-…) 4,. Jan. 1913 (Nr. 30).. Pio X si associò e fece sua questa idea..
A Esser non rimase altro che rinunciare alla condanna di Mausbach e della “corrente di Colonia”. Al prefetto della Congregazione Della Volpe scrisse il 4 gennaio 1913:
“Sembra che qualche Cardinale o Consultore aveva detto alla Sua Santità, che se ne sarebbe trattata nella vicina preperatoria, allo scopo di impedirlo presto. Il Santo Padre mi fece dunque sapere, che un libro scritto da un tale autore per tanti riguardi non si poteva proibire. Egli (il Mausbach) poco fa soltanto è stato fatto Prelato domestico sulla raccomandazione dell’Em.o Card. Kopp, e anche il suo vescovo proprio (di Münster, ora trasferito a Colonia) lo porta in palma di mano. Una sua condanna farebbe dunque troppo malumore”.
Esser proseguì: “Mi azzardai di dire [al Papa], che a me il più grande pericolo per la Germania sembrava consistere precisamente in ciò che un tal uomo a spada tratta e a nome della teologia cattolica difenda non solo dottrine inconciliabili con l’ ’Enciclica “Singulari quadam”, ma anche in tutte le questioni della vita pubblica un minimismo, che riduce a ben poco la giurisdizione della chiesa. Il S. Padre rispose che voleva scrivere, o far scrivere una lettera, all’autore e al suo vescovo, per mettere le cose al suo posto. Non si opponeva a ciò che i Consultori ne avessero trattato”
Esser an den Kardinalpräfekten della Volpe, Ind. Protocolli 142 (1912-…), 4. Jan. 1913, Nr.31..
Il 13 gennaio 1913 ebbe luogo una seduta dei Cardinali che terminò con il risultato già previsto: “Non sembra opportuno condannare ufficialmetnte il libro. Invece si dovrebbe ammonire il suo autore, affichè accetti l’enciclica Singulari quadam”
Index Diarii (1913 ), 254 (13. Januar 1913)..
“A causa dei meriti dell’autore” Esser potè solamente richiedere che il Vescovo di Colonia, Hartmann, lo esortasse a correggere i suoi errori e in futuro ad insegnare nel senso della “Singulari quadam” l’indiretto potere del Papa in questioni di “pubblica vita sociale e politica”
Index Protocolli 141 (1912…), Esser an Hartmann, 7. Februar 1913, Nr. 32.. Il vescovo Hartmann fece così
Vgl. Index Diari Hartmann an Esser, 15. Februar 1913, ebd. 260s.; Ders. an den Kadinalpräfekten della Volpe, 26. Februar 1913, ebd. 262; vgl. Index Protocolli… Nr. 33 ed immediatamente Mausbach si sottomise e sottolineò che non era mai stato suo intento criticare l’enciclica “Singulari quadam”
Ind. Protocolli, Mausbach an Esser, 22. Februar 1913, Nr. 34.. La sottomissione di Mausbach rappresentò per Esser una sconfitta.
Esser divenne adesso sempre meno distaccato e nel tempi seguenti si fece entusiasmare all’interno e all’esterno della Congregazione da numerose azioni sconsiderate contro “quelli di Colonia”. Così attaccò il Vescovo di Paderborn Karl Joseph Schulte (1871-1941), che era considerato a Roma come il capo della corrente di Colonia nell’episcopato tedesco. Ernst Commer gli aveva lasciato intendere, che Schulte era stato istigato dal Cardinale Kopp, a sostenere la spiegazione dei Vescovi prussiani, nella quale questi avevano appoggiato la spiegazione dei sindacati interconfessionali all’ enciclica Singulari Quadam
Vgl. Esser an Commer, 15. Dezember 1912, Nachlass Commer, KA Graz..
Da quel momento Esser vide in Schulte l’uomo, che si pone contro le disposizioni del Santo Padre.
Ebd. – Zu Verurteilung Holzheys vgl,. Index Diari.. 13. Juli 1912, 229s.; 30. Dezember 1912, 247; Poco tempo dopo in occasione di un incontro disse al Vescovo: “Ah, Vescovo di Paderborn! Lei appartiene così a quei Vescovi che sanno tutto meglio del Santo Padre ”.
Schulte an Frühwirth, 14. April 1913, Ders. an Dens. 3. September 1913, 9. Oktober 1913. ASV, Nunziatura di Monaco 267. – Aus den Akten geht hervor, dass die erwartete Stellungnahme Essers ausblieb, weil sich Esser 1913 angeblich in Amerika aufhielt. Näheres zu diesem Aufenthalt ist nicht bekannt. Ad un prete della diocesi di Paderborn disse: “E poi avete quel Vescovo, che ha detto che avrebbe tirato la mitra ai piedi del Santo Padre.” Tutto questo spinse Schulte a scrivere al Nunzio Frühwirth: “È propio impossibile, che io debba sentirmi dire attraverso il segretario della Congregatio Indicis una tale orribile offesa del Santo Padre”.
Accusa contro il vescovo di Paderborn; Schulte an Frühwirth, 26. März 1913, Kopie ASV, Segr. di Stato 255 (1913), Nr. 6571s. Frühwirth rimandò tutta la faccenda al Segretario di Stato Cardinale Merry del Val. A quel punto Merry del Val, evidentemente in accordo con il Nunzio Frühwirth, si preoccupava di non toccare più “la questione dei sindacati in Germania ed in particolare l’interpretazione dell’enciclica Singulari quadam attraverso i Vescovi tedeschi”.
Eugenio Pacelli an Benigni, 2. Dezember 1912, ASV Fondo Benigni 36, Nr. 4922.
Ciò nonostante Esser, all’unisono con Umberto Benigni, continuò, in segreto, a tirare i fili della questione. Come sempre rimase il corrispondente della corrente berlinese. Il 25 novembre 1913 il Conte Oppersdorf gli inviò la prima e la seconda edizione del discorso di Krefeld del direttore del Centro Karl Bachem (1858-1945) dal titolo “Zentrum, katholische Weltanschauung und allgemeine politische Lage” [Centro, concezione del mondo cattolica e situazione politica generale] del 22 ottobre contro lo scritto infamante del vicario parrocchiale Edmund Joseph Schopen (1882-)
Vgl. zu ihm “Köln, eine innere Gefahr für den Katholizismus” [Colonia, un pericolo interno per il cattolicesimo]. Bachem, in questo discorso, si era fortemente espresso a favore di un sindacato interconfessionale, che fece sì che Oppersdorf si rivolgesse a Esser, affinché questi si sforzasse per una messa all’indice del discorso.
Index Diarii 23. November 1913, 296, Protocolli 142 (1912-1913), Nr. 205: Anzeige der Schrift, erschienen Krefeld 1913, durch Oppersdorf; vgl. Oppersdorf an Esser, 25. November 1913, ASV Fondo Benigni 27, 3576, Bl. 340. – Vgl. zu diesen Vorgängen: Rolf Kiefer, Karl Bachem 1858-1945, Politiker und Historiker des Zentrums (Veröffentlichungen der Kommission für Zeitgeschichte, Reihe B: Forschungen 49), Mainz 1989, 149-154; ferner: Karl Josef Rivinius, Der Streit um die christlichen Gewerkschaften im Briefwechsel zwischen Carl Bachem, P. Pankratius Ratschek und Bischof Dobbing vom Erscheinen der Enzyklika „Singulari quadam“ bis zum Tode Kardinal Kopps (1912-1914), in: Jahrbuch für Christl. Sozialwissenschaften 23 (1982), 129-216, hier 176. Esser stesso cominciò a pubblicare in questo periodo saggi anonimi su giornali integralisti di lingua tedesca. Alcuni articoli sul “Österreichs Katholischem Sonntagsblatt” del 1913 sono scritti di Esser o da lui ispirati e corretti. Soprattutto il saggio “Die Stellung der religiösen Orden zu Papst und Kirche” [La posizione degli ordini religiosi rispetto al Papa e alla Chiesa] del 19 ottobre 1913, che attaccava i gensuiti, doveva provenire dalla sua penna. Come autore è indicato un “österreichischer Ordenspriester” [prete regolare austriaco], che a parte altri criteri sta molto bene al Domenicano “austriaco” Esser che non era proprio un amico dei Gesuiti.
Vgl. Weiss, Modernismus und Antimodernismus (wie Anm. 9), 97-102.
E le sue agitazioni contro la corrente di Colonia durarono fino alla fine del Pontificato di Pio X, utilizzando nella sua lotta completamente la sua funzione di Segretario dell’Indice. Lo dimostrano i suoi sforzi per mettere all’Indice il discorso del leader del Centro di Baden, Theodor Wacker (1845-1921), “Zentrum und kirchliche Autorität” [Centro e autorità ecclesiasita] del 1914
Ebd., 191; Poulat, Intégrisme (wie Anm. 169), 503; Karl Bachem, Vorgeschichte, Geschichte und Politik der Zentrumspartei, Bd. VII, 325; vgl. zum Ganzen ebd. 245-275., che era stato pubblicato con il titolo “Gegen die Quertreiber” [Contro gli intriganti]
Theodor Wacker, Gegen die Quertreiber, Essen 1914..
Il discorso – probabilmente sulla richiesta di Esser – era stato consegnato il 15 aprile 1914 da Franz Xaver Heiner ad Esser, che lo inviò immediatamente al consultore Janssens per l’esecuzione di un giudizio
Index, Diarii 143 (….), 321; Protocolli… Nr. 75.. Il 30 aprile seguì quindi una condanna ufficiale, ma non dal Vescovo competente di Wacker, Nörber da Friburgo (Brisgovia), bensì dal Vescovo di Colonia, Hartmann. *** Il 2 maggio immediatamente dopo l’inoltro della condanna il Consultore Mannucci fu ufficialmente incaricato della redazione di un giudizio. Questo era già pronto il 7 maggio, cosa completamente inconsueta
Index Diarii Nr. 322. e già il 25 maggio ebbe luogo una seduta della (Congregatio praeperatoria) della congregazione.
Malgrado ciò l’esito della seduta non andò completamente secondo i desideri di Esser. Il consultore Höpfl manifestò che si sarebbe dovuto mostrare clemenza nei confronti dell’autore. Esser si incollerì per il modo di procedere di Janssens che, all’insaputa di Esser e violando il segreto sulle attività della congregazione, aveva richiesto il Vescovo di Hartmann a sollecitare l’autore affinché provvedesse alla correzione del suo scritto. Questa azione costò a Janssens un severo rimprovero da parte di Esser, che spiegò che il Vescovo competente Nörber di Freiburgo era già stato informato
Ebd. 367s..
Il primo di giugno del 1914 si riunì la Congregazione dei Cardinali nella quale Esser trovò nel Cardinale van Rossum un fedele alleato. Van Rossum mise a protocollo che lo scritto di Wacker “Gegen die Quertreiber” [Contro i bastiancontrari] conterrebbe gravissimi errori riguardo all’autorità della Chiesa e rappresenterebbe „nude et crude“ l’idea del liberalismo, secondo il quale la Chiesa non avrebbe alcun potere in questioni pubbliche, il suo ambito è la Chiesa e la sacrestia. Proseguendo: “Tali erronee dottrine sull’autorità della Chiesea non sono solo sostenute soltanto da Wacker. Tra i cattolici tedeschi sembra che anche gli attuali leader del partito di Centro, che sostengono l’inteconfessionalismo, siano infettati da queste teorie”. Tuttavia anche Van Rossum arrivò alla conclusione che bisognava sì rimproverare Wacker e richiedere, che l’opera non fosse ulteriormente diffusa, ma bisognava evitare ogni atto che facesse sorgere il sospetto che lo stesso Centro fosse condannato.
Kardinalskongregation, Index Diarii 143 (1.Juni 1914).31s.
Sul personale desiderio di Esser lo scritto “Gegen die Quertreiber” fu quindi posto all’Indice dei libri vietati. Pio X confermò questa misura il 3 giugno dello stesso anno.
Bachem (wie Anm. 179), Bd. VII, 245-277; Poulat, Intégrisme (wie Anm. 169), 502-504. Il 26 giugno 1914 il Vescovo Nörber comunicò la sottomissione di Wacker. Ciò nonostante tutta la faccenda non era ancora finita, anche perchè la denuncia dell’opera era avvenuta attraverso il Vescovo di Colonia, Hartmann, e non dal Vescovo diocesano di Wacker, Nörber. Sulla stampa si lesse la protesta di Wacker contro le misure prese dalla Congregazione dell’Indice e specialmente contro Esser. In seguito lo scritto di Wacker fu diffuso. Il che portò Esser ad attivare addirittura il Papa personalmente, che quindi richiese – su iniziativa di Esser – che Wacker consegnasse nuovamente al suo Vescovo una spiegazione, che egli non avrebbe più diffuso il suo scritto
Index Diarii (….) 9. Juli, 337s.. Il Prefetto della Congregazione dell’Indice lo comunicò al Vescovo di Friburgo il 16 luglio 1914
Ebd. 9. Juli 337s.; Index Protocolli 16. Juli 1914, Nr. 128..
I giorni del conflitto sulla questione del sindacato e del Centro erano contati. Il 28 agosto 1914 morì Pio X. Con l’elezione dell’antiintegralista di Benedetto XV (1914-1922), a cui non poco avevano contribuito i rappresentati della corrente di Colonia nell’episcopato tedesco
Vgl. Maximilian Liebmann, Wie werden Päpste gewählt? Die Konklave 1914 und 1922, in: Hans Paarhammer – Alfred Rinnerthaler (Hgg.), Österreich und der Heilige Stuhl im 19. und 20. Jahrhundert, Frankfurt u.a. 2001, 257-272, hier 265., a Roma il vento cominciò a soffiare in un’altra direzione. Ma ancora il 29 agosto 1914 Esser aveva pregato l’Arcivescovo di Colonia Cardinale Felix von Hartmann d’osservare “le ultime disposizioni del defunto Papa” e d’intervenire contro la vendita del libro di Wacker.
Antequam Emius Card. Archieppus Coloniensis von Hartmann conclave ingrederatur, P. Secr.ius ultimam quondam dispositionem defuncti Summi Pontificis illi aperuit. Cum enim Papa quem lugemus certo audivisset, editores opusculi, inscripti “Gegen die Quertreiber” hoc opusculum etiam post ejus prohibitione libere vendere, voluit ut hujus certior redabatur Archiepp.us, qui meliori quo possit modo illud impediat. ACDF Index, Diarii 23. August 1914 (1908-1914) [I, 23], 340s. Tuttavia il nuovo Papa non ne voleva sapere più nulla di questa faccenda ed anche per Tommaso Esser da quel momento valsero le sue parole: “Questa cosa è finita”
Pastor, Tagebücher (wie Anm. 136), 615..
III. Gli ultimi anni
A differenza d’alcuni altri confratelli non italiani Esser poté rimanere, a causa della sua posizione, nel convento dei domenicani spagnoli in Via Condotti anche dopo l’entrata in guerra dell’Italia.
Prantner, An Gottes Hand (wie Anm. 17), 68. Lì occupò dall’inizio del secolo un appartamento semplice ma molto spazioso che era abbondantemente rifornito di libri
Hausberger, Stockhammern (wie Anm. 3), 170.. Quando poi Benedetto XV sciolse la Congregazione dell’Indice il 25 marzo 1917 venne anche per Esser, un tempo sotto Pio X influente e violento,
So der bayerische Vatikangesandte von Ritter. Hausberger, Stockhammern (wie Anm. 3), 170, Anm. 72. il momento di uscire dalla grande politica. Non senza amarezza comprese che il motuproprio del Papa, che annunciava il trasferimento delle competenze della Congregazione dell’Indice al Sant’Ufficio, poneva un triste epilogo al compito che l’ultimo segretario adempì per 17 anni con scrupolo, fedeltà e diligenza
Indice Diarii vol 24.(25. März 1917). 38s..
L’attività di Esser in Curia non era però terminata, anche se non gli furono più affidate cariche dirigenziali. Agli incarichi ricoperti fino ad allora si aggiunse nel 1918 il posto di consultore della Congregazione del Concilio e nel 1922 uno nella Commissione per l’interpretazione del nuovo Codex Juris Canonici. Già il 18 giugno 1917 come ricompensa per i suoi meriti venne nominato Vescovo titulare di Sinidis da Benedetto XV e consacrato dal Cardinale Frühwirth l’8 luglio 1917 nella cappella delle „Suore inglesi “ sul Monte Celio presso Santo Stefano Rotondo.
Dokumente, Nachlass Esser, KA Graz; Prantner, An Gottes Hand (wie Anm. 17), 68. Malgrado ciò non sembra aver avuto molti contatti come Vescovo con la sua Provincia madre. Dopo la guerra tornò in Svizzera, e in Germania soggiornò poi presso le terme di Bad Wörishofen, a causa dei disturbi reumatici.
Esser an Commer, 29. August 1822, Nachlass Commer, KA Graz. Vgl. auch Ders. an dens., 20. Dezember 1911, ebd. Il contatto con Commer rimase vivo fino alla fine come dimostrano alcune lettere di questo periodo ancora esistenti, nelle quali i due anziani signori discutono di teologi e politici cattolici non ancora perfettamente in linea con la Chiesa, Esser in tono molto conciliante. Mentre Commer si infervorì contro il dogmatico di Breslau, Joseph Pohle (1852-1922), che era fortemente influenzato dal molinismo gesuita
Commer an Esser, 30. März 1913, Teilnachlass Esser, KA Wien., Esser scusò adesso l’apparente modernismo del teologo della morale e politico austriaco Joseph Scheicher (1842-1924), a causa dei suoi scritti fu costretto a sedere come segretario dell’Indice più volte in tribunale
Vgl. Index Diarii XXII (1900-1907), 28. Mai 1904. S. 172; Index Diarii XXIII 1908-1914, 12. März 1914, Nr. 317; Index Protocolli 143 (7.- 26. März 1914 ), Nr. 52-56., a causa del suo carattere chiassoso
Esser an Commer, 19. Mai 1924, Nachlass Commer, KA Graz..
In un altro caso invece, Sebbene ormai in tarda età, fece intendere che non era affatto d’accordo con le nuove correnti teologiche. Nel 1924 il libro del professore di teologia di Bonn, Arnold Rademacher, dal titolo: “Der Einheitsgedanke in der Theologie und der Parallelismus von Gnade und Natur, Ein Beitrag zur Methodenlehre der katholischen Theologie” era stato denunciato come eretico dal Nunzio di Monaco Eugenio Pacelli presso il Segretario di Stato Cardinale Gasparri. Il Sant’Ufficio incaricò Esser di compilare un giudizio, compito che Esser malgrado la sua malattia
Esser an das Heilige Offizium, 11. Juli 1922, Archivio S. Ufficio C.L. 829bis/1924, Nr. 7. portò a termine con grande coscienziosità. All’autore rimproverò d’appartenere a quei teologi, che a causa della loro incapacità di presentare contenuti di buona qualità, cercano scampo in questioni di metodo. Nello sforzo di riconciliare attraverso nuovi metodi l’antico credo con i pensieri moderni, cade in gravi errori. La fede cattolica sarebbe per lui così una forma del Cristianesimo come tante altre; considera i miracoli delle agiografie come leggende; non esclude completamente la possibilità di miracoli, tuttavia questi non avrebbero per lui alcun riferimento con la Fede. Ma soprattutto rimproverò a Rademacher di applicare la teoria dello sviluppo anche ai dogmi
Archivio S. Ufficio C. L. 829bis/1924, Votum von Esser zu: Arnold Rademacher, Der Einheitsgedanke in der Theologie und der Parallelismus von Gnade und Natur, Ein Beitrag zur Methodenlehre der katholischen Theologie, Berlin und Bonn 1921 .
Negli ultimi anni della sua vita Esser si occupò soprattutto di piccoli studi su temi domenicani al suo libro sulla storia del rosario, alla seconda edizione lavorò fino alla morte senza però poter completare l’opera.
Prantner, In memoriam (wie Anm. 16), 68. Inoltre si impegnò all’organizzazione del suo archivio personale ed alla trasmissione dell’archivio di Constantin von Schaezler e di sua sorella Olga von Leonrod (1828-1901)
Esser an Häfele, 24. Februar 1924; 24. Juni 1924, Teilnachlass Esser, KA Wien..
Esser si spense dopo lunga malattia il 13 marzo 1926 nel monastero dei domenicani spagnoli a Roma. Il 15 marzo la sua salma fu traslata alla presenza dei Cardinali domenicani Andreas Frühwirth e Tommaso Pio Boggiani (1863-1942), numerosi confratelli e membri della Curia romana e della comunità tedesca a Roma nella chiesa domenicana Maria sopra Minerva.
In un necrologio è menzionata come sua principale caratteristica: “perseverante coscienziosità nell’adempimento dei diversi doveri anche quelli piccoli”.
Nekrolog (maschinenschriftlich), Nachlass Esser, KA Graz.
Per lo meno questo anche i suoi avversari non possono disconoscere all’uomo combattivo che talvolta agì segretamente, ma sempre sottomesso alla sua Chiesa e malgrado tutto sempre alla ricerca della giustizia.