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Introduzione alla fenomenologia francese, Trento, Tangram 2011

Introduzione alla fenomenologia francese, Trento, Tangram 2011

Claudio Tarditi
Abstract
Questo breve lavoro nasce dalla crescente necessità – in primis di chi scrive, ma col proposito di poterla condividere con molti altri – di una riflessione complessiva su quel movimento filosofico e su quella particolare temperie culturale che si è soliti indicare con l’espressione “fenomenologia francese.” Nel dibattito filosofico europeo degli ultimi anni, è sorta da più parti la questione della legittimità di una tale categoria storiografica per indicare un certo numero di autori francesi che, traendo ispirazione dall’immenso corpus delle opere husserliane, ha in certo modo inteso proseguire alcuni dei percorsi teorici aperti dal padre della fenomenologia, pur pervenendo a risultati molto distanti dagli intenti originari del filosofo tedesco, perfino opposti. Insomma, perché includere ancora nel novero dei progetti autenticamente fenomenologici una molteplicità di percorsi filosofici che hanno modificato radicalmente - per non dire rovesciato – lo spirito e la lettera dei testi di Husserl? Non bisognerebbe piuttosto chiamarli “cattivi fenomenologi”? Ora, l’intento di questo breve lavoro è appunto difendere la legittimità di un simile uso terminologico e teorico, mostrando che è lo stesso progetto husserliano a plasmare, sebbene incoativamente, le “eresie” che da esso sono germinate: non si tratta tanto di segnalare ambiguità od oscillazioni nel pensiero di Husserl – cosa già fatta da molte altre voci ben più autorevoli -, ma di far emergere quelle feconde tensioni interne che sono il segno evidente della più profonda vitalità e attualità sia del pensiero husserliano, sia della filosofia francese che continua a misurarsi con esso.

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