Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
…
1 page
1 file
Oggi, più che mai, è necessario trovare strategie didattiche che coinvolgano chi, per caratteristiche cognitive, è poco propenso a faticare per apprendere: passare ore a studiare non è più di moda, perché le menti dei giovani funzionano in modo diverso. La ludolinguistica è una di queste strategie: fondata su una rigorosa conoscenza del linguaggio e dei suoi meccanismi, permette di capire come funzionano le parole e i testi attraverso il gioco. Il libro propone una serie di spunti e di giochi linguistici adattabili a ogni contesto, dalla scuola primaria in avanti, senza escludere il lettore adulto che voglia osservare il linguaggio da una prospettiva diversa da quella consueta. Il tutto nella convinzione che imparare o rafforzare l’italiano possa essere anche molto divertente.
Testo di T. Liukkonen tratto dalla rivista Kirjailija, n. 4 (2016), traduzione dal finlandese di Irene Sorrentino pubblicata il 25.12.2016 su www.Alfabeta2.it -AlfaDomenica. Intoduzione alla lettura di Marco Dotti.
Picturebooks (and silent books, with images only and without words) are children's books commonly considered suitable only for young children of preschool age or in the earliest years of schooling. For this reason, picturebooks are mostly neglected in teaching in higher educational stages. Nevertheless, the educational potential of picturebooks is considerable, especially in the later years of primary school. For example, in Italian language teaching, they can be extraordinary tools for planning didactic projects that allow instructors to integrate the teaching/learning of all linguistic skills and of metalinguistic reflection, which are the main elements in the curricula related to Italian language teaching in Italian-speaking countries and contexts. The article aims to show the validity of the above claim by establishing a possible classification of picturebooks into six distinct types and by describing some didactic projects and activities developed in primary schools in Canton Ticino (Italian Switzerland). Focusing on the pleasure of reading engaging stories and on motivation, picturebooks enable teachers to pursue ambitious and challenging goals, such as creating one or more new picturebooks inspired by the one read initially or transposing a picturebook into a theatre script. At the same time, picturebooks enable students to develop their speaking, listening, reading, and writing skills.
In un tempo in cui la scuola è sempre più spogliata di autorevolezza (e gli insegnanti di diritti) qualcuno potrà forse rimanere sorpreso, eppure per orientare i giudizi di correttezza linguistica il "potere" delle regole apprese nelle aule scolastiche è ancora oggi molto forte. Per valutare l'accettabilità di una parola o di una frase, sia i ragazzi sia gli adulti ricorrono infatti, spontaneamente, al paradigma normativo interiorizzato durante gli anni della loro formazione: a quella, cioè, che è stata deBnita come norma sommersa (Serianni 2007). Pur non apparendo in superBcie, questa norma gode di una sorprendente vitalità, anche grazie al fatto che "al prestigio della fonte si accompagna l'effetto della sanzione" (Serianni 2007, p. 289), o perlomeno l'onda lunga della sua memoria. Ma da dove proviene
Ripubblicare dopo 126 anni l’esordio poetico di Luigi Pirandello significa tornare su una questione affrontata dalla critica soprattutto in virtù della produzione futura, trascurando quanto di buono (multa bona mixta malis, scrisse Arturo Graf) si può ancora ottenere da una lettura vergine di Mal giocondo, la raccolta che l’autore ventiduenne era riuscito a farsi stampare dalla libreria “Pedone Lauriel” appena acquisita dal torinese Carlo Clausen, a Palermo, nel 1889, cioè alla vigilia della sua partenza per Bonn, dove si recava per terminare gli studi filologici dopo un attrito avuto a Roma con il professore di letteratura latina Onorato Occioni.
La Gerusalemme liberata dal web. Catturare le intelligenze simultanee con l'analisi del testo letterario, oggi.
2021
L'intervento si concentra sulla relazione tra il concetto di potenza, nella prospettiva spinoziana e la riflessione di Pasolini sul potere nella tragedia Porcile. In entrambi i suoi scritti politici, sia nel Trattato Teologico Politico, sia nel Trattato Politico, Spinoza afferma la tesi: il diritto è uguale alla potenza. Pasolini ricontestualizza e mette concretamente in scena la teoria spinoziana. In questa direzione, vorremmo analizzare le ragioni filosofiche, artistiche e politiche che stanno alla base del personaggio di Spinoza in Porcile. Che cos’è il potere per Spinoza e quale ruolo svolge nella dinamica drammaturgica di Pasolini. Evidentemente, in questa sede risulterebbe eccessivo effettuare un tentativo di esposizione completa dei concetti di potere e potenza in Spinoza. Ciò che qui risulta di interesse è capire perché Pasolini sceglie di affiancare alla filosofia di Spinoza il momento più importante della tragedia, quello tra potere (Klotz) e contropotere (Herdhitze). Nulla esiste al di fuori di questo potere divoratore, tutto è dentro il capitale dice Pasolini. E chi ne è prigioniero come Julian, non ha salvezza. È questa chiave di lettura che ci proponiamo di mettere alla prova, attraverso l'analisi dell'episodio di Spinoza in Porcile. Particolare attenzione sarà data al significato politico del dialogo, alla relazione tra letteratura e società e alla riconfigurazione della temporalità storica e narrativa.
Scuola ticinese, 296, gennaio-febbraio 2010., 2010
Capire di che tipo è e quali caratteristiche ha la lingua usata dai bambini a scuola è il primo passo per individuare le possibili strategie per migliorare l'apprendimento dell'italiano in situazione didattica. Questo è l'assunto alla base della recente pubblicazione Come parlano i bambini a scuola. La varietà di parlato puerile della lingua italiana, a cura di Dario Corno e Boris Janner (Vercelli, Edizioni Mercurio, 2009, pp. 277), che presenta i primi significativi risultati di una ricerca ancora in corso di svolgimento presso il Dipartimento della Formazione e dell'Apprendimento della SUPSI (già Alta Scuola Pedagogica di Locarno) 1 . La pubblicazione si colloca nel lacunoso settore della linguistica educativa a proposito della lingua parlata a scuola dai bambini di una fascia d'età compresa tra gli otto e i dieci anni inseriti in un contesto didattico: non esistevano, prima d'ora, studi specifici per questa varietà dell'italiano a scuola che i ricercatori hanno chiamato parlato puerile, non tanto con allusione alla sua semplicità, quanto alla constatazione che si tratta di una varietà che presenta caratteri peculiari ben identificabili, dotata di una sua "grammatica preferenziale specifica" (p. 11) e pertanto meritevole di attenzione. Tra questi tratti, ve ne sono alcuni che, pur essendo tipici della varietà puerile, non appaiono come esclusivi di essa, ma indicherebbero "possibili prospettive future della nostra lingua, come il che complementatore [Che rotolò sul pavimento davanti a Paolino; Allora, Paolino entra in questo palazzo, che però c'è già dentro un altro signore], l'insorgenza di nuove congiunzioni (tipo, ad esempio) [Se tipo hai paura di un ragno bisogna toccarlo per affrontare le paure; Un libro tipo di cento pagine in un giorno], l'ampliamento dei verbi analitici [vieni giù e andò su al posto di scendi e salì] e lo stesso incredibile rarefarsi dei legami testuali che si proiettano sempre più verso il dominio della paratassi [E il cinese arriva dai coccodrilli che lo prende e lo mangia e poi dopo era morto e…]" (pp. 12-13). I bambini, in altre parole, ci fanno capire quale direzione sta prendendo l'italiano: si va verso una marcata semplificazione che snellisce il notevole carico morfologico, sintattico e lessicale della nostra lingua, rendendola un po' meno ricca ma un po' più comunicativa. Accanto a questi tratti, se ne registrano invece altri che -pur non essendo estranei ad altre varietà del parlatosembrano più propri della varietà puerile in situazione didattica, come il lessico generico, ben esemplificato dal nome "tuttofare" coso (Con la lente va lì e poi vede un pezzo d'oro, poi lo prende prova ad aprire la porta però il coso per aprire la porta è troppo grande: la chiave è diventata piccolissima e il coso della porta gigante); l'assenza degli avverbi in -mente (a parte il riempitivo generalizzato praticamente), ai quali sono quasi sempre preferite le forme analitiche più dinamiche, come di colpo, in mano, per caso, all'improvviso; l'abbondanza degli alterati come omettino, omino, porticina, cinesino, pulsantino, sberlona; il ricorso a forme onomatopeiche di ispirazione "fumettistica" (Sentì toc toc dei rumori provenire da un armadio; E dopo è andato contro, contro un albero; Con la testa ha fatto "beng"; Escono saltellando lallalla lallalla); l'uso insistito del c'è presentativo (C'è la lepre e c'è la tartaruga; C'è i pipistrelli); le sequenze di relative combinate spesso con strutture paratattiche (E poi c'era un gigante che gli faceva paura e poi arrivano i bambini che prendevano paura del gigante che li inseguiva e poi cadeva dentro il lago che c'era lì); oppure ancora l'uso di espressioni spontanee (E poi si pisciano addosso; Il folletto gli ha dato il calcio nelle chiappe). La ricerca ha assunto una dimensione internazionale transfrontaliera per il coinvolgimento di classi ticinesi e italiane, per un totale di 106 alunni. Il confronto di due differenti realtà italofone ha permesso di individuare punti di contatto (molti, come l'alta frequenza di lessico generico, con verbi e nomi "tuttofare", o la preferenza per una sintassi ricca di dislocazioni volte a evidenziare quanto si vuole dire per appendervi le informazioni nuove, oppure ancora lo scarso uso di aggettivi e la scarsissima definitezza nei connettivi) e alcune significative differenze, ad esempio la minor quantità di parole e la minore velocità nel parlato dei bambini ticinesi, controbilanciata dalla loro intonazione specifica del raccontare parlando, assente invece nei bambini italiani (pp. 144-145), o la maggior aderenza alla strut-tura narrativa di partenza dei bambini ticinesi rispetto a quelli italiani. Per elicitare questi e tutti gli altri dati, dapprima è stata fatta ascoltare ai bambini la registrazione del racconto della fiaba Giovannin senza paura, una delle più tipiche del repertorio italiano, tanto da essere presente in tutto il territorio italofono (Ticino e Italia) 2 , ed è stato poi chiesto loro a piccoli gruppi o individualmente di ri-raccontarla, cambiando il protagonista, attraverso l'introduzione di Paolino, fratello di Giovannino, che si reca nello stesso palazzo "della paura" e va incontro a nuove peripezie. I racconti dei bambini sono stati registrati, trascritti e infine analizzati: il fulcro del lavoro è stata dunque l'analisi di protocolli di parlato. La scelta di proporre un'attività di questo tipo è giustificata dall'intento di indagare non il parlato dei bambini in generale, ma il parlato in situazione didattica, che è poi il fulcro dell'insegnamento dell'italiano a scuola, la cui importanza è ancora oggi troppo spesso sottovalutata. Si tratta di un parlato con forti implicazioni pedagogiche, in quanto è collocato in una situazione di "problem solving", che spinge i bambini a lavorare sulla lingua per costruire un senso narrativo insieme alla classe (p. 64) e che mette in campo le abilità orali della lingua (ascolto e parlato). La metodologia di raccolta e analisi dei dati ha permesso inoltre di allestire il Lippisd (Lessico dell'Italiano Parlato Puerile In Situazione Didattica), ossia il repertorio completo delle parole piene 3 usate dai bambini coinvolti nella ricerca, che costituisce l'intera seconda parte del libro. Si tratta di un prezioso strumento di consultazione, soprattutto se si tiene conto che non ha precedenti in letteratura per quanto riguarda il parlato in situazione didattica (il più noto LIP -Lessico dell'Italiano Parlato -riguarda infatti il parlato in generale) 4 . Il punto di vista del linguista potrebbe fermarsi qui, cioè alla registrazione dei dati e alla loro collocazione nel quadro di riferimento teorico che descrive le caratteristiche dell'italiano di oggi e della sua varietà puerile in situazione didattica. Tuttavia, come abbiamo ricordato all'inizio, lo scopo del libro è anche quello di aprire nuove
Un uomo apre, con trepidazione, una busta che contiene l'atteso referto medico. Legge che il risultato è negativo, ma non riesce a capire se esserne sollevato o se si deve preoccupare. Un ragazzino corre dalla madre all'uscita di scuola e le chiede se il plurale di camicia richiede la i, dato che a quanto pare nel compito l'ha sbagliato. La madre, un po' imbarazzata, è costretta ad ammettere di non ricordarselo. Un pedone viene quasi falciato da un'automobile mentre attraversa sulle strisce. L'automobilista grida improperi al suo indirizzo, pur avendo torto; il pedone, preso alla sprovvista, ammutolisce. Passerà le ore successive a rivivere mentalmente la scena, infastidito dal fatto di non avere trovato, sul momento, le parole giuste per rispondere. Una giovane a un colloquio di lavoro tende la mano e si presenta come Rossi Maria; il selezionatore fa una smorfia, come se avesse addentato un limone. Maria viene scartata: in Italia, chi si presenta anteponendo il cognome al nome è da molti considerato un incolto. Un cittadino, nella cabina elettorale, fissa con perplessità la scheda referendaria davanti a lui: non capisce il quesito, e di conseguenza non riesce a decidere se per esprimere la sua opinione deve barrare il «sí» o il «no». Una signora riceve una contravvenzione per essere entrata con l'automobile in una zona a traffico limitato. Eppure, il car-
La Piazza delle Lingue 2014 è stata realizzata con i fondi dell'Accademia e con il contributo dell'Associazione degli Amici dell'Accademia della Crusca, utilizzato per la stampa degli Atti.
Boletín de Monumentos Históricos No. 49, 2020
Bahir Dar journal of education, 2024
Origo e dispositivo-rito, 2019
Journal of Consumer Culture, 2013
Journal of High Energy Physics, 2000
Journal of Molecular Graphics and Modelling, 2018
Arab Studies Quarterly, 2021
NERS Jurnal Keperawatan, 2013
IEEE Transactions on Multimedia, 2018