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2023, www.villa-adriana.net
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www.villa-adriana.net Storico sito web di Marina De Franceschini – una delle maggiori esperte della Villa Adriana di Tivoli – fin dal 2005 è un punto di riferimento per gli studiosi e appassionati di archeologia, in italiano e in inglese. Oggi lo è ancor di più in una nuova versione ampliata e aggiornata, compatibile con tutti gli schermi e dispositivi: computer, tablet e smartphone. Nuovi capitoli vi faranno scoprire i segreti della Villa di Adriano: Storia, Architettura, Stato dell'Arte e delle ricerche, con una vastissima Bibliografia aggiornata. Altri capitoli sono dedicati all'Interpretazione della Villa e alla Residenza Imperiale. Grande quanto Pompei, la Villa è suddivisa in diverse aree: Teatro Greco, Piazza d'Oro, Palazzo Imperiale, Residenza Imperiale, Pretorio, Canopo e Accademia alla quale si aggiungono i Percorsi sotterranei di servizio che pochi conoscono. Ogni edificio ha una nuova scheda con storia, descrizione, mappe, planimetrie, galleria fotografica, plastici e ricostruzioni 3D. Nel nostro sito potrete visitare virtualmente gli edifici chiusi al pubblico o ancora in proprietà privata, come gli Inferi o l'Accademia. Infine potrete seguire i nuovi studi di Marina De Franceschini: il Progetto Accademia e una sezione dedicata all'Archeoastronomia Culturale Romana, con le straordinarie magie luminose di Villa Adriana e di altri edifici come il Pantheon, la Domus Aurea e Castel Sant'Angelo. Questo scoperte sono state pubblicate nei volumi "Villa Adriana. Architettura Celeste. I Segreti dei Solstizi" e "Pantheon, Architettura e Luce".
Nel complesso monumentale denominato "Villa Imperiale", a circa un miglio dal tempio della dea Fortuna Primigenia, si trova il monumento archeologico costituito dalla Villa di Adriano (da non confondere con Villa Adriana a Tivoli); in un secondo livello si trova inglobato il cimitero civico di Palestrina all'interno del quale vi è la chiesa di Santa Maria in Villa. E' questa una "scoperta" recente dal punto di vista cosmatesco ed ho il piacere di darne una presentazione in queste pagine grazie alla collaborazione della dott.ssa Roberta Iacono dell'Associazione "Comitato di Quartiere Villa di Adriano" che ringrazio di cuore anche per avermi messo a disposizione delle eccellenti foto del monumento che mi accingo a descrivere e per essersi offerta quale preziosa "guida turistica" per la mia visita alla cattedrale di Palestrina. La chiesa di Santa Maria in Villa è stata di recente studiata in modo approfondito sotto ogni punto di vista. Restano però gravi lacune sulle origini, fondazione e consacrazione della stessa in quanto le prime notizie storiche si hanno a partire dal XIV secolo 1. Secondo le ricerche effettuate dagli studiosi la chiesa avrebbe avuto delle opere cosmatesche al suo interno e se è vero, come riportato in nota, che era dotata anche di un pavimento musivo del genere, le sue origini dovrebbero essere all'incirca coeve a quelle della cattedrale di Palestrina. Tuttavia, basandomi sull'esperienza acquisita dalle numerose ricerche cosmatesche che ho portato avanti fino ad oggi, non mi sento di scartare a priori una ipotesi che purtroppo ho avuto modo di verificare più volte nei miei itinerari sui Cosmati: cioè che la cattedrale, monumento certamente più importante nel XII secolo, fosse dotata di opere cosmatesche le quali, in seguito alle devastazioni della moda barocca furono in parte salvate e trasportate in altri luoghi. L'altare, o le sue decorazioni musive in paste vitree e parte del pavimento cosmatesco di S. Maria in Villa potrebbero provenire quindi dalla cattedrale. Con una certa difficoltà si potrebbe fare anche il ragionamento inverso, ma bisognerebbe ammettere che i Cosmati (o i marmorari di allora) fossero stati chiamati a quel tempo per decorare la piccola chiesetta e non la cattedrale! Infine, si potrebbe pensare che essi avessero lavorato in entrambi i luoghi, ma siamo nel campo della fantasia più che delle ipotesi. Sarebbe interessante, invece, smantellare l'inutile pavimento del 1920 per riportare alla luce, se ancora esiste, quello antico cosmatesco. Sarebbe utile per eventuali confronti con i pavimenti di Tivoli e di Genazzano e capire se essi fossero originali del luogo o se trasportati da qualche basilica romana. L'altare cosmatesco E' ritenuto l'elemento medievale più antico e importante della chiesa di Santa Maria in Villa. Come hanno già rilevato gli studiosi, esso appare ricavato da un elemento di trabeazione romano, ma il fatto che sulle superfici laterali non vi siano decorazioni, potrebbe far pensare che un tempo esso fosse destinato ad un uso diverso dell'altare, come ad un tabernacolo murato ai lati fino alle decorazioni di ovuli e foglie lanceolate. In effetti, la configurazione frontale, con le due colonnette 1 "Non abbiamo però documenti diretti che attestino la fondazione di questa chiesa. Sappiamo che era già esistente dalla "Cronaca della Vita di Cola di Rienzo" dell'Anonimo Romano che riporta che nel 1354 il tribuno si accampò nei pressi della chiesa: "allocao lo tribuno all'oste de Santa Maria della Villa" durante l'attacco a Palestrina. I documenti consultati attestano concordemente l'antica età della chiesa di Santa Maria in Villa e per tale motivo probabilmente se ne persa memoria della fondazione…L'interno della chiesa di Santa Maria si compone di un'unica navata terminante in un'abside decorata in stucco con motivi a grottesca, ha un unico altare, preziosa testimonianza medievale. Infatti l'altare è stato ricavato da un elemento di trabeazione romano, come si evince dalla decorazione a ovuli e foglie lanceolate posta ai lati destro e sinistro. La faccia frontale è stata rilavorata in epoca successiva e presenta una decorazione in tessere musive a pasta vitrea con lo stile dei marmorari romani. Con lo stesso stile era decorata l'intera chiesa e anche il suo pavimento, che però venne ricoperto nel 1920 dalla attuale pavimentazione a mattonelle bianche e nere. La decorazione della chiesa e del suo altare in stile cosmatesco è presumibilmente coeva alla ristrutturazione della Cattedrale di Palestrina voluta dal Vescovo Conone e inaugurata solennemente dal papa Pasquale II nel 1117, di cui anche nella Cattedrale, come nella chiesa di Santa Maria, si conserva un altare nella cappella del Crocifisso.". (notizie ricavate da www.villadiadriano.it) 370
1 Ho già trattato questo argomento in altre occasioni, da ultimo C. F. Giuliani, Per un approccio realistico alla lettura delle strutture del Palatium Hadriani, in G. Di Pasquale (a cura di), L'Arte di costruire un capolavoro: La Colonna Traiana, Firenze 2019, pp. 117-123 con bibliografia precedente.
A partire dai recenti risultati ottenuti dal gruppo dell'università Pablo del Olavide di Siviglia (Hidalgo, 2015) nell'area del cd Palazzo di Villa Adriana, nell'ottenere la conferma che la villa preesistente, localizzata in una delle più centrali aree della Villa imperiale, era organizzata secondo una articolata complessità spaziale, tutt'altro che obliterata dalle operazioni progettuali di Adriano, è sempre più necessario riaprire il dibattito sull'identità del precedente proprietario e, di conseguenza, sulle ragioni che spinsero l'imperatore a scegliere quello specifico sito tiburtino per la realizzazione del suo monumentale progetto. Come accade con costante ripetersi nel caso di Villa Adriana, la maggior parte di quanto è considerato una "certezza" è, invero, il più delle volte derivato da ipotesi molto aleatorie che, adottate nel tempo, hanno di sovente viziato negativamente la conduzione di ulteriori studi. Ciò si verifica anche nel caso della villa preesistente in relazione alla sua datazione, in rapporto alle varie supposizioni formulate circa i possibili proprietari dai quali Adriano ottenne area e strutture, in merito all'originaria estensione della parte costruita, alla presenza o meno di un fondo agricolo compreso nella proprietà, all'esistenza di opere di delimitazione e di difesa e, ancora, con riferimento a questioni inerenti la progettazione comprensiva dell'assetto territoriale e infrastrutturale, ossia di temi di rilevante importanza per la conoscenza della Villa, analizzabili solo attraverso dati indiretti, in quanto non trattati dalle fonti e non documentati. Attraverso un previo controllo del contesto territoriale entro cui sorge l'imponente sito archeologico appare evidente che le soluzioni di alcune di tali quesiti sono viziate da esiti improbabili: troppe sono state le manomissioni e le violenze subite da quell'ambiente e le più pesanti, quelle che hanno gravemente segnato anche l'assetto idrologico e morfologico, oltre che archeologico e storico, sono prevalentemente avvenute
Insula Fulcheria, 2021
Il contributo presenta una sintesi dello studio in corso sui materiali provenienti dal sito di Sergnano (CR), un insediamento del Neolitico antico riferibile al locale aspetto culturale del Vhò. Le numerose strutture infossate hanno restituito una consistente quantità di ceramica e industria litica scheggiata, in minor misura reperti faunistici in discreto stato di conservazione e un significativo insieme di manufatti in pietra levigata.
Proposta di lettura del progetto di Villa Adriana
Rivista diocesana andriese, 2011
e grandi ville romane del territorio tiburtino, 2021
Queste ville, di cui molte ancora da scavare, con le loro grandiose rovine disseminate tra gli ulivi secolari che caratterizzano il territorio tiburtino, sono in grado ancor oggi di testimoniare il loro originario splendore. Edificate tra la fine dell'età repubblicana e l'età augustea, ebbero nuove fasi edilizie e rifacimenti soprattutto dopo la costruzione di Villa Adriana, che viene illustrata in alcuni dei suoi caratteri principali nel secondo piano del Museo. Inoltre, poiché quest'anno ricorre il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi (1720-2020) il Museo di Tivoli, città che fu particolarmente amata dall'artista, espone 28 originali, relativi ai monumenti della città e a quelli di villa Adriana, gentilmente messi a disposizione dalla Galleria 90. Con l'occasione, si propone anche un "PERCORSO PIRANESIANO" a tappe, dentro Tivoli, con partenza da villa d'Este per arrivare a villa Adriana. L'itinerario in città sarà segnalato da appositi pannelli posti in corrispondenza dei monumenti disegnati da Piranesi. In mostra sono illustrati anche due itinerari particolarmente amati dai tiburtini: La via di Pomata e la via di S. Marco-Pisoni, percorsi che sono stati riqualificati e dotati di nuova segnaletica; partendo da Villa d'Este, essi permettono di arrivare a piedi fino a Villa Adriana, di cui quest'anno si celebra il ventesimo anno dall'iscrizione nei siti UNESCO. Nel difficile periodo di pandemia da coronavirus che stiamo vivendo e che ha visto il settore della cultura particolarmente penalizzato, le passeggiate turistico-culturali all'aperto che il Museo ripropone potranno costituire un salutare stimolo per il corpo e un sicuro arricchimento per lo spirito. La mostra è stata curata da Maria Antonietta Tomei, Consigliere del Sindaco per i Musei Civici, insieme al prof. Roberto Borgia; l'allestimento è dell'architetto Fabio Sedia, dell'Istituto Villa Adriana-Villa d'Este. Ad essi vanno i miei ringraziamenti.
Punto Zero N.11, 2018
Crescere seguendo modelli e miti attuali non sembra avere molta più presa nei ragazzi adolescenti di oggi rispetto ad una visione prettamente digitale della realtà. Ciò che esiste nel mondo virtuale diventa il parametro su cui rapportare consapevolezza di sé, relazioni con gli altri, ambizioni e progetti individuali. Lo "Tsunami Digitale" invade la mente dei ragazzi con una dirompenza ancora non pienamente compresa neppure dagli adulti, capovolgendo in pochissimo tempo le strutture del reale e le ancore per una vita sociale che ancora poggia su famiglia e lavoro. L'irreale diventa reale, ma quali sono le implicazioni di una realtà rifiutata? L'alienazione colpisce tutti gli adolescenti a un certo punto della loro vita. E la comunicazione con i genitori, che prima rappresentava uno dei mezzi più forti di bilanciamento della relazione introspettiva (il ragazzo e il suo rapporto esclusivo e privato con se stesso) e sociale (il ragazzo e il suo rapporto inclusivo e di confronto con gli altri), adesso non lo è più. Le ragioni di questo non sono facili da determinare, ma a mio avviso quella più rilevante è il divario culturale e di approccio sociale che cresce in modo non-lineare ma esponenziale con il progredire della tecnologia. Questo strumento, infatti, molto più della rivoluzione industriale, ha generato un distacco generazionale che fatica ad essere ricomposto. Una comunicazione efficace avviene infatti se mittente e ricevente sono sullo stesso piano e riescono a codificare e decodificare il messaggio. Ma su piani diversi, la comunicazione diviene parziale, discontinua, o assente. La scelta consapevole di alcuni ragazzi di auto-isolarsi parte proprio dalla sfera familiare. La percezione della differenza dell'adolescente dai i propri genitori, quando ritenuta troppo netta e ampia, viene liquidata come "irrisolvibile" perché un ragazzo nell'età più delicata della sua vita difficilmente possiede gli strumenti per colmare la differenza, mentre i genitori, che dovrebbero possedere l'esperienza per farlo, si trovano di fronte la barriera del linguaggio "tecnologico" da cui l'adolescente non vuole (o non può) separarsi per via della sicurezza che questo gli infonde. D'altra parte gli adolescenti di oggi tendono a cercare una via d'uscita "facile", rapida, perché è questo che chiede una società dinamica, satura di informazione e con strategie formative non sempre adeguate alle sfide moderne.
La complessità planimetrica della Villa imperiale Tiburtina ha da sempre costituito uno dei temi di indagine di grande interesse. In seguito al rilievo complessivo di tutta l'estensione compresa nel perimetro demaniale è ora possibile intraprendere tale indagine adottando un sistema definibile come "progettazione a ritroso" e, quindi, adoperando gli strumenti logici, scientifici e pratici, del progettista antico allo scopo di individuare indizi significativi della logica ordinatrice del maestoso progetto architettonico.
La lingua bordura (in borduro Bordur) è la lingua nazionale dei Borduri (Bordures), abitanti della Borduria (Bordurja), Paese inventato da Georges Prosper Remi, detto Hergé, nella serie di fumetti Le avventure di Tintin (Les Aventures de Tintin et Milou). In particolare, si trova menzione alla Borduria in tre fumetti: Lo scettro di Ottokar (Le sceptre d’Ottokar, 1939) e L’affare Girasole (L’affaire Tournesol, 1956) e Tintin e i Picaros (Tintin et les Picaros, 1976). È, comunque, nel secondo che è possibile trovare le poche parole che Hergé ha scritto in borduro. Il modello di riferimento per Hergé è stato il marols, un dialetto nederlandese parlato a Bruxelles che contiene molte parole prese dalla lingua francese nonché tracce di spagnolo. Il marols ha fornito allo scrittore belga anche il modello per l’altro idioma immaginario presente nel ciclo di fumetti, il syldavo (Syldav), parlato in Syldavia (Syldavja), Paese storicamente nemico della Borduria. Dai fumetti si evince che Hergé ha immaginato il sistema alfabetico del syldavo composto da caratteri cirillici, mentre quello borduro da caratteri latini. Dietro questa scelta sembra esserci la volontà di contrapporre anche ideologicamente i due popoli e le due culture. Accanto a questa varietà nederlandese, le altre lingue con le quali il lessico del borduro sembra condividere alcuni tratti sono il polacco, l’albanese, l’ungherese e il romeno (come si ritrova nelle poche attestazioni su internet o nel fumetto). Scopo del lavoro è stato elaborare una grammatica della lingua, approfondendone il lessico e delineandone un breve profilo storico, a partire dal materiale già presente.
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Journal of California and Great Basin Anthropology, 1995
Prosiding Kajian Ilmiah, UPSI, 2024
London Review of International Law
Journal of Pharmaceutical and Biomedical Analysis, 2002
Astrophysics (Plenum Press), 1989
Progress in Organic Coatings, 1999
Ingenio y Conciencia Boletín Científico de la Escuela Superior Ciudad Sahagún, 2020
Crop Science, 2019
WSEAS Transactions on Systems and Control
Biology Open, 2020
International Journal of Scientific & Technology Research, 2021
International Journal of Social Sciences and Humanities Invention, 2024
Journal of Clinical Research in Pediatric Endocrinology, 2022
Journal of Clinical Investigation, 1999