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La nostra identità

2009

Visioni LatinoAmericane è la rivista del Centro Studi per l'America Latina La nostra identità Mario Basti Sommario 1. I tanti volti di un’identità 2. Quel giorno del 1977 3. Raccontare la vita di una comunità Trent’anni fa, nel 1977, nasceva in Argentina il settimanale Tribuna italiana, un periodico voluto dall’allora direttore Mario Basti per raccontare la vita dei tanti italiani immigrati nel Paese latino-americano. In quel primo numero il direttore Mario Basti richiamava alcune importanti riflessioni ancora di grande attualità che il figlio Marco Basti, l’attuale direttore di Tribuna italiana, ha voluto riproporre in occasione del trentesimo anno di attività del periodico italo-argentino. 1. I tanti volti di un’identità Qualcuno tra i lettori di Tribuna italiana (www.tribunaitaliana.com) forse ricorderà di aver già letto questo titolo: La nostra identità. Quando? Qualche settimana fa o l’anno scorso o ancora prima? Sì, ancora prima, molto prima. Questo numero della Tribuna italiana non è soltanto il n. 1208, ma si ricollega a quello che uscì il 18 maggio 1977. Il Numero uno il cui editoriale di Mario Basti aveva appunto questo titolo: La nostra identità, e quindi con esso celebriamo, con un brevissimo anticipo di due giorni - ma non sarà l’unica celebrazione - il nostro trentesimo anniversario. Trent’anni di incontri settimanali con migliaia di lettori, attraverso le pagine di un periodico nato nella collettività italiana dell’Argentina, per gli italiani residenti stabilmente in Argentina, scritto da italiani e argentini di salde radici italiane. Un giornale che nasce tutte le settimane con la generosa, determinante collaborazione di amici che sono membri della comunità italiana in Argentina e che, come noi, hanno creduto che le opere e i giorni della comunità italiana in Argentina dovessero essere documentate come testimonianza di una storia di lavoro e di passione che merita di essere conosciuta e ricordata e onorata in Italia e in Argentina. La storia, appunto, di questa collettività che ha dato un apporto rilevante al progresso sia del Paese che ha dovuto lasciare, l’Italia, sia del Paese che con generosa solidarietà l’ha accolta, l’Argentina, in anni difficili, quelli della nostra diaspora. La nostra identità era il titolo dell’editoriale-programma di quel Numero 1 e, visto che sono trascorsi già trent’anni, mi sembra opportuno (e spero che tu, caro Lettore, sia d’accordo) ripubblicarne, per l’anniversario, la parte iniziale, accennando poi brevemente, per ragioni di spazio agli altri propositi che guidarono i miei collaboratori e me. L’editoriale cominciava così: La nostra identità. Numero 1, Luglio 2009, Issn 2035-6633 26 Visioni LatinoAmericane è la rivista del Centro Studi per l'America Latina 2. Quel giorno del 1977 Tribuna italiana che oggi inizia le pubblicazioni non è, né vuol essere “Un altro giornale in Argentina”, come tanti se ne sono pubblicati in oltre un secolo di emigrazione, come quelli che ancora oggi si pubblicano. Non abbiamo soltanto il proposito di fornire ai nostri lettori un’informazione sull’Italia più intensa e meglio scelta di quella che si può trovare in altri periodici; neppure ci sembra sufficiente orientare i lettori sulla realtà attuale italiana. Tribuna italiana aspira ad essere “il giornale della collettività” e, per esserlo, si impegna a fare uno sforzo costante per rispecchiare la vera identità di tale collettività, quale essa si è andata delineando per l’influenza di vari fattori: la nascita ed i primi anni trascorsi in Italia, l’esperienza dell’emigrazione e infine l’integrazione, l’inserimento in Argentina. La concorrenza di questi diversi fattori fa sì che la nostra identità - di noi italiani che qui risiediamo da venti, venticinque, trent’anni ed oltre - sia diversa da quella degli italiani rimasti sempre in Italia e diversa da quella degli argentini che della nostra collettività non sono parte. È un’identità - la nostra - che significa avere coscienza e fierezza delle proprie origini, che significa non recidere vincoli culturali, spirituali, affettivi, che significa però anche avere coscienza che i nostri prevalenti interessi di ogni tipo materiali e spirituali - sono qui in Argentina, perché qui in Argentina abbiamo costituito la nostra famiglia, qui sono nati i nostri figli, qui abbiamo svolto con alterna fortuna la nostra attività, qui abbiamo costituito un patrimonio (e non lo diciamo soltanto in senso gretto e letterale) che dobbiamo sentirci impegnati a difendere, che dobbiamo saper valutare e far valutare come si deve, a Roma e a Buenos Aires. Proposito fondamentale di Tribuna italiana è dunque di contribuire a far conoscere questa identità, svolgere un’azione costante perché tutti ne siano coscienti, i membri della collettività per primi e poi gli italiani residenti in Italia e gli argentini non di origine italiana. 3. Raccontare la vita di una comunità Se questi principi, che ho qui richiamato, sono stati fondamentali per la formazione della nostra specifica identità, non sono stati, peraltro, gli unici, né gli altri che ci siamo proposti e che ci ispirano ancora sono meno importanti, tanto che ad essi abbiamo dedicato gli altri due terzi di quell’editoriale. Lo stesso dicasi dell’impegno di rifuggire da ogni estremismo e di non lasciarci strumentalizzare politicamente da nessun partito o ideologia, e del proposito di pubblicare parte delle informazioni e delle opinioni in lingua spagnola per una maggiore apertura ai nostri figli, nati in Argentina, che consideriamo parte integrante della collettività e che saranno il futuro, se riusciremo ad ottenere da essi una più attiva partecipazione. Una partecipazione che potrà esserci soltanto se si dimostrerà il concreto proposito romano di cambiare radicalmente una politica culturale irresponsabile e disimpegnata che non ha avuto, nonostante le continue richieste della collettività, la base indispensabile in una difesa e promozione della lingua italiana, unica ragione questa del fatto che molti, troppi dei nostri figli, non per loro colpa ignorano la nostra lingua. Altro impegno fondamentale è il voler mettere in risalto la portata dell’operosa presenza italiana in Argentina, di cui non si ha coscienza né a Roma né a Buenos Aires. Una presenza che non è rappresentata soltanto dalle grandi aziende, ma anche dalle decine o centinaia di migliaia di piccole e medie imprese frutto dello spirito di iniziativa, oltre che dell’operosità, dell’intelligenza, dei sacrifici di tanti nostri emigrati in questo Paese. Attenzione, infine, ad un criterio fondamentale per l’informazione, non solo prevalentemente della realtà italiana, e agli aspetti positivi di questa. Nessun giornale pubblica tutte le informazioni che cerca e che riceve, ma fa sempre una scelta, pubblicando quelle che considera più importanti o perché rispondono maggiormente ai suoi orientamenti o perché pensa, soprattutto se negative o Numero 1, Luglio 2009, Issn 2035-6633 27 Visioni LatinoAmericane è la rivista del Centro Studi per l'America Latina scandalistiche, che “vendano di più”. Il nostro criterio è esattamente l’opposto, scegliere cioè le notizie che mettono in risalto gli aspetti positivi della realtà italiana, pur senza rinunciare per principio alla critica di fatti e decisioni che ci sembrano inopportuni o riprovevoli. Prima di chiudere voglio ricordare che in un breve corsivo a pagina 12 di quel Numero uno rivolgevo un cordiale saluto ai colleghi di altri periodici e programmi radiofonici impegnati a servire la collettività, espressione di pluralismo che è base di democratica convivenza. Un saluto altrettanto cordiale va rivolto ai dirigenti delle istituzioni italiane e agli altri esponenti della collettività che perseguono analoghi obiettivi, a tutti gli amici che fin dagli inizi “hanno dimostrato di comprendere le vere ragioni e la necessità di questo periodico nel quadro dell’operosa presenza italiana in Argentina”. Rinnovo oggi questi saluti e aggiungo un saluto altrettanto cordiale a tutti coloro che hanno iniziato successivamente gli incontri settimanali con questo giornale, rinnovandolo, e a quelli che continuano da trent’anni perché condividono la nostra identità. Numero 1, Luglio 2009, Issn 2035-6633 28