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2023, Progetto "Quale Barocco?" Retrospective Meeting 2023 Un seminario di riflessione sulla ricezione contemporanea del Barocco (Fondazione 1563- Compagnia di San Paolo)
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Annali d'italianistica, 2023
Torquato Tasso: il filosofo cortigiano e il poeta senza confini, 2017
Si pubblica il libro su Torquato Tasso uscito nel 2017 che comprende due sezioni: una relativa alla discussione e analisi di testi della 'dialogistica' tassiana e della 'Lezione sul sonetto ad Ercole Cato'; l'altra relativa alla costruzione del mito tassiano nei secoli XVII e XVIII e al formarsi di una tradizione tassiana rispetto alle riprese e ai tradimenti del modello tragico del 'Torrismondo' e alle riprese della 'Liberata' nel territorio poematico dei generi sacri.
Notiziario dell’Istituto Archeologico Valtellinese" 13: 17-38. Teglio: Istituto Archeologico Valtellinese, 2015
L’analisi di qualificate fonti letterarie tardo-antiche e medioevali contribuisce a confermare la possibilità che gli antichi cristiani si dedicassero con notevole assiduità alla realizzazione di petroglifi, suggerendo anche in quali processi storici affondino le radici di tale fenomeno.
Riflessioni su Barocco e Modernità, 2023
È vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata. L'Editore si scusa per eventuali omissioni o imprecisioni nella citazione delle fonti ed è a disposizione degli aventi diritto.
« Prolegomena all’Achille pascoliano », Revue des Études italiennes , Nouvelle série, tome 51, juillet-décembre 2006, n. 34, pp. 232-245.
Au sein de l’œuvre de Giovanni Pascoli, le personnage d’Achille se présente comme l’incarnation épique du « petit enfant » universelle, symbolisant la Poésie. Une fois illustré les différents visages d’Achille, dès les poèmes d’Homère à Platon, jusqu’à la lecture du poète italien, cet article s’attache à élucider les rapports du héros grec avec les théories esthétiques de l’auteur ; notamment avec son aspiration à l’élaboration d’une poésie non moins moderne qu’enracinée dans la poésie primitive, fondatrice de mythes.
Rivista semestRale della scuola di specializzazione in Beni stoRico aRtistici dell'univeRsità degli studi di siena
La collana «Microstorie» ha rappresentato la manifestazione più strutturata della microstoria. Quest'ultima nasceva e si sviluppava attraverso delle discussioni informali che, a partire dagli anni Settanta, coinvolgevano Carlo Ginzburg e Giovanni Levi. Non ci sono verbali. L'indagine in questione è stata costruita a partire da un intreccio di fonti orali e fonti bibliografiche. Quanto alle prime, si tratta di testimonianze che ho io stessa raccolto. Ho ascoltato Giovanni Levi, Carlo Ginzburg e Simona Cerutti; e, ancora, alcuni dei pubblicati: Franco Ramella, Sara Cabibbo, Marilena Modica, Patrizia Guarnieri. Per quanto concerne l’utilizzo delle altre fonti, mi sono avvalsa dei ventuno testi della collana e delle relative recensioni. Indicazioni fondamentali mi sono giunte dai fascicoli di «Quaderni storici» (in particolare le annate dal 1976 al 1994), a partire dai quali ho allargato la mia analisi alla bibliografia sulla microstoria. Indagare le «Microstorie» ha significato concentrarsi sull’ambiente intellettuale e materiale della casa editrice Einaudi tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta; sul lavoro redazionale di Carlo Ginzburg, Giovanni Levi e Simona Cerutti; sui ventuno libri della collana e sui dibattiti che da essi scaturirono o meno; sugli sviluppi che in quello stesso periodo riguardavano la rivista «Quaderni storici». Attraverso un percorso che si snoda lungo ventuno libri, un decennio e svariati livelli di contaminazione tra fonti, metodi e oggetti diversi, emerge un'esperienza editoriale inseparabile dal percorso della rispettiva pratica storiografica.
Anuario Lope de Vega Texto literatura cultura, 2017
PIER DAMIANI, Opera Omnia. 2/2. Sermoni, 2015
Come ha ampiamente argomentato Ugo Facchini nell'introduzione generale preposta al primo volume di questa edizione, il corpus dei sermoni di Pier Damiani, come la maggior parte del resto dei suoi scritti, è frutto nel suo insieme di un lavoro di raccolta precoce da parte dei suoi eredi e discepoli, preoccupati di lasciare per così dire una documentazione memoriale dell'opera del maestro. Si tratta però di un materiale alquanto eterogeneo quanto a luogo di predicazione, tipologia di destinatari e occasione, il che vale a spiegare l'irregolarità della raccolta stessa, che probabilmente ci attesta la pratica e la forma della predicazione di Pier Damiani solo per excerpta. Un tratto che accomuna la maggior parte di questi testi è quello di essere scritti in qualche modo su commissione: l'autore sembra non aver disdegnato, in occasione di feste patronali cui era stato invitato, di costruire prediche a partire dalle fonti agiografiche disponibili o a lui fornite, trasformandole in leggende liturgiche. Potremmo dire che, da quel sommo professionista della retorica che sappiamo essere stato, esplica al meglio le sue competenze anche in questo tipo di operazione, che stilisticamente si può ascrivere al genere epidittico; si ha come l'impressione che molti sermoni siano stati composti proprio perché proprio per questa sua abilità oratoria veniva richiesta la sua opera. Il che peraltro non significa che questi sermoni siano per questo di minor rilevanza rispetto alle altre opere, come lo studio della committenza insegna in ambito, per esempio, della storia dell'arte e della letteratura. Il fatto però che molti sermoni siano nati per monasteri su cui Pier Damiani esercitava la sua autorità istituzionale o morale, Fonte Avellana in particolare, sembrerebbe in quei casi metterci in un clima più libero, non condizionato da commissioni e aspettative, e potrebbe in linea di ipotesi spingere a guardare a questi pezzi come a quelli in cui poter scorgere i tratti più originali dell'idealità monastica dell'autore, visto proprio che egli parla da maestro a monaci spesso suoi diretti discepoli, tanto più in un contesto di esortazione. Possiamo insomma riconoscere nei sermoni monastici di Pier Damiani i tratti di una mistagogia alla conversatio monastica ed eremitica, o di una parenesi al riguardo? Si procederà per assaggi e approssimazioni, non senza incertezze metodologiche, tenuto conto che lo studio sullo statuto letterario dei sermoni tra X e XI secolo è per molti versi ancora un terreno vergine, anche in ragione dell'esiguità di testimonianze a noi pervenute 1 . Da questo punto di vista il corpus dei sermoni damianei ha la duplice peculiarità di essere per un verso forse il più ricco sermonario a noi pervenuto del suo tempo, almeno in Italia, e nello stesso tempo per altro verso quello la cui formazione è più casuale, essendo i vari pezzi che lo costituiscono come dei massi erratici superstiti di un'attività che deve essere stata ben più estesa e continua; due tratti che presi insieme danno un rilievo particolare a questi lacerti di un'attività che comunque ha dell'eccezionale, se solo si pensi alla limitatezza che sembra risultare nella prassi di predicazione prima del secolo XII 2 . 1 L'opera di riferimento dovrebbe essere The Sermon, directed by B.M. Kienzle, Turnhout 2000 (Typologie des sources du Moyen Age Occidental, fasc. 81-83); ma nel volume proprio l'XI secolo non è rappresentato: si passa dalla predicazione alto-medievale fino al X secolo(l'autore estremo è Fulberto di Chartres (960-1028), studiati da T. Hall, direttamente al XII (la grande predicazione cisterciense e monastica in generale), studiato dalla Kienzle; lo stesso J. LONGÈRE, La prédication médiévale, Paris, Etudes Augustiniennes 1983 si limita all'analisi degli omiliari di derivazione carolingia, ugualmente nello studio sul lessico della predicazione in IDEM, Le vocabulaire de la prédication, in La lexicographie du latin médiéval et ses rapports avec les recherches actuelles sur la civilisation du Moyen-Age, Paris, 18-21 octobre 1978 , Actes du colloque international organisé par Yves Lefèvre , Genève, Droz, 1981, pp. 303-320. 2 Cf. MC LAUGHLIN, The word eclipsed? Preaching in the Early Middle Ages, "Traditio" 46(1991), pp. 77-122 : "The early medieval Church, for the most part, did not preach as modern prejudice would demand, not because it 9 Cf. OPD 2/1, pp. 191-192. 16 Cf. FACCHINI, Introduzione, pp 90-91. 17 Cf. L. SARACENO, Ultimus crucis servus: ricerche semantiche per un "profilo spirituale" di Pier Damiani «Archivum Latinitatis Medii Aevi» 62 (2004), pp. 217-231. 18 L. SARACENO, Una teologia e una spiritualità della croce di Pier Damiani per Fonte Avellana, in Fonte Avellana nel secolo di Pier Damiani, Atti del XXIX Convegno del Centro Studi Avellaniti, Fonte Avellana , 29-31 agosto 2007, a cura di N. D'Acunto, S. Pietro in Cariano, Gabrielli editori, 2008, pp. 213-234.
Studi Medievali XXXVI (1995), 87-110, 1995
Texila International Journal of Public Health , 2024
Revue de l’Entrepreneuriat, 2011
Cadernos de Tradução, 2022
University of California Press eBooks, 2023
Gaeta medievale e la sua Cattedrale, 2018
Türk Psikiyatri Dergisi, 2006
Theomai Estudios Sobre Sociedad Naturaleza Y Desarrollo, 2007
Economic Research-Ekonomska Istraživanja, 2019
Journal of Young Pharmacists, 2011
Sex Education, 2006
track technique, 1990
Lecture Notes in Computer Science, 2018