Papers by Fulvio Vallana
La Biblioteca di ClassicoContemporaneo, 2022
Lo studio della ricezione delle Bucoliche di Virgilio deve tenere conto di dinamiche complesse, d... more Lo studio della ricezione delle Bucoliche di Virgilio deve tenere conto di dinamiche complesse, determinate dall'eterogeneità che caratterizza il genere pastorale fin dalle sue origini. Questo intervento elabora una lettura della quarta ecloga di Calpurnio Siculo, proponendo di indagarne le linee di continuità, più che le deviazioni, rispetto al modello delle Bucoliche. Il misterioso silenzio di Coridone nell'incipit dell'ecloga (vv. 1-4), la dolcezza attribuita al suo canto (v. 9), l'elogio del patrono Melibeo (vv. 29-42), i temi della successione poetica (vv. 58-63) e del potere orfico del canto (vv. 64-69), il ricorso all'onomastica tradizionale dei pastori (con annessa allusione al "passato bucolico" dei personaggi) sono esaminati nella loro interazione con l'intertesto virgiliano. Lo scopo è di mettere in luce le strategie con cui Calpurnio Siculo fa uso degli strumenti espressivi e tematici messi a disposizione dal modello di Virgilio per sviluppare un discorso politico, senza rinnegare l'appartenenza della propria poesia al genere pastorale.
Reception studies on Virgil's Eclogues must take into account complex dynamics, determined by the heterogeneity that characterizes the pastoral genre from its origins.
This paper offers a reading of Calpurnius Siculus’ 4th Eclogue, proposing an investigation of its lines of continuity, rather than deviations, from the model of Virgil’s Eclogues. The mysterious silence of Corydon in the Eclogue's incipit (vv. 1-4), the sweetness attributed to his song (v. 9), the praise of his patron Meliboeus (vv. 29-42), the themes of poetic succession (vv. 58-63) and of the Orphic power of song (vv. 64-69), the use of the shepherds’ traditional names (with an allusion to the characters’ ‘bucolic past’) are examined in their interaction with the Virgilian intertext. The aim of this analysis is to highlight Calpurnius Siculus’ ability in exploiting the expressive and thematic tools provided by Virgil's model to develop a political discourse, without denying that his own poetry belongs to the pastoral genre.
This paper analyses Leopardi’s translation of Aeneis 2, focusing on the different aspects of Leop... more This paper analyses Leopardi’s translation of Aeneis 2, focusing on the different aspects of Leopardi’s loyalty to the virgilian text and explaining how an “impossible literal loyalty” gradually becomes the start of new poetry. Through the theoretical and practical development of his wish to adhere to the latin word, Leopardi discovers layers of loyalty which lead him to relive the virgilian text and, finally, to rewrite it, showing the strong connection between translation, imitation and rewriting. In this analysis, many textual examples will be examined in order to bring to light the strategies used by Leopardi in his work. In conclusion, a specific section is dedicated to the idyll Il sogno, whose virgilian inspiration seems to be much stronger than noticed until now.
Book Reviews by Fulvio Vallana
Lo studio di Rebecca Armstrong si propone al lettore come un dettagliato resoconto sulla presenza... more Lo studio di Rebecca Armstrong si propone al lettore come un dettagliato resoconto sulla presenza del mondo vegetale nell'opera di Virgilio. La grande varietà dei significati attribuiti alle piante, i loro legami con il numinoso e l'irrazionale, la loro interazione con l'uomo, ora collaborativa ora ostile, compongono un quadro estremamente articolato che la studiosa attraversa con ordine, offrendo numerosi suggerimenti esegetici che spesso rimangono solo accennati, come trascinati dalla vastità della materia. Prima monografia dell'autrice di argomento strettamente virgiliano, il saggio si inserisce nell'alveo dell'ecocriticismo, inteso in senso ampio come analisi del rapporto tra natura e cultura nelle sue espressioni letterarie.1 Ma se il rischio principale di questo approccio critico è di incorrere in più o meno evidenti anacronismi, ovvero di fare riferimento a una concezione moderna di ambiente inapplicabile al contesto antico, si deve senz'altro riconoscere al volume della Armstrong il merito di non cadere in un simile equivoco: il pensiero 'ecologico' virgiliano è trattato in costante parallelo con la riflessione antica sulla natura, tanto nelle sue declinazioni più tecnico-classificatorie (dall'aristotelico Teofrasto, fino alle fonti latine di Catone e Varrone), quanto nelle rappresentazioni mitiche, nelle credenze religiose, nelle indagini filosofiche sul ruolo dell'uomo nell'ambiente naturale. Il risultato che ne consegue è di mostrare non solo come i 'green thoughts' di Virgilio riflettano quelli dei suoi predecessori e contemporanei, ma anche come li riformulino e li complichino, influenzando quelli dei suoi eredi, poetici e non. Nell'Introduzione, l'autrice traccia i confini del proprio campo di ricerca, individuando come centro di interesse il contrasto e l'intersezione tra razionale e irrazionale nello sguardo virgiliano alle piante. Da questa scelta deriva la bipartizione del volume nelle sezioni Numen e Homo, che raccolgono l'una gli aspetti divini e soprannaturali del mondo vegetale, l'altra gli sforzi umani di ridurlo alle proprie categorie e di interagire con esso a proprio vantaggio. All'interno di questo schema generale, la studiosa prende in esame passi specifici ed elementi significativi della flora virgiliana, senza intenzione di esaustività, né una linea interpretativa unitaria: «There is, in a sense, no overarching agenda to this study beyond the acknowledgement and celebration of the multiple facets and possibilities of Vergilian plants».2 Malgrado l'apertura a una materia infinitamente sfaccettata, la Armstrong non manca di operare una selezione, trascurando in tutto o in parte le interpretazioni politiche e metapoetiche, e concentrandosi invece sui fattori di tensione tra l'umano e il vegetale, sui confini labili che separano una natura benefica e ospitale da una minacciosa e insondabile, sulle fondamenta spesso instabili dell'antropocentrismo antico. È del resto anche sulla base di questi presupposti che il saggio della Armstrong si distingue dal suo unico vero precedente, ovvero lo studio di Gigliola Maggiulli, paragonabile al primo per ampiezza di sguardo, ma molto più di esso guidato da un interesse botanico e
Talks by Fulvio Vallana
Opere di Luciano di Samosata a tradizione semplice: verso nuove edizioni critiche I lusus nella p... more Opere di Luciano di Samosata a tradizione semplice: verso nuove edizioni critiche I lusus nella poesia latina: metodi di indagine e prospettive di ricerca Tra filologia e (socio-)linguistica storica: l'importanza dell'Opera Jocunda di G.G. Alione Programmazione anno 2022-2023 La ricezione del concetto di kṣetra nel buddhismo indiano e sinogiapponese: problemi e prospettive metodologiche Tradurre l'idillio: appunti per un Leopardi bucolico Scrivere (e parlare) l'italiano in area occitanofona cisalpina a inizio Cinquecento. Le decisioni del sinodo valdese di Chanforan 1532 Amorgo 1899: il sacerdote, lo studioso e l'epigrafe mancante unito.webex.com/meet/seminario.filologico
I Sessione-h. 9.00 (Aula Magna del palazzo Comunale) Saluti delle Autorità Saluti Casa Leopardi F... more I Sessione-h. 9.00 (Aula Magna del palazzo Comunale) Saluti delle Autorità Saluti Casa Leopardi FABIO CORVATTA (Presidente del CNSL), Il XV Convegno di studi leopardiani all'interno dell'attività complessiva del CNSL: idee, realizzazioni, prospettive programmatiche
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Reception studies on Virgil's Eclogues must take into account complex dynamics, determined by the heterogeneity that characterizes the pastoral genre from its origins.
This paper offers a reading of Calpurnius Siculus’ 4th Eclogue, proposing an investigation of its lines of continuity, rather than deviations, from the model of Virgil’s Eclogues. The mysterious silence of Corydon in the Eclogue's incipit (vv. 1-4), the sweetness attributed to his song (v. 9), the praise of his patron Meliboeus (vv. 29-42), the themes of poetic succession (vv. 58-63) and of the Orphic power of song (vv. 64-69), the use of the shepherds’ traditional names (with an allusion to the characters’ ‘bucolic past’) are examined in their interaction with the Virgilian intertext. The aim of this analysis is to highlight Calpurnius Siculus’ ability in exploiting the expressive and thematic tools provided by Virgil's model to develop a political discourse, without denying that his own poetry belongs to the pastoral genre.
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Reception studies on Virgil's Eclogues must take into account complex dynamics, determined by the heterogeneity that characterizes the pastoral genre from its origins.
This paper offers a reading of Calpurnius Siculus’ 4th Eclogue, proposing an investigation of its lines of continuity, rather than deviations, from the model of Virgil’s Eclogues. The mysterious silence of Corydon in the Eclogue's incipit (vv. 1-4), the sweetness attributed to his song (v. 9), the praise of his patron Meliboeus (vv. 29-42), the themes of poetic succession (vv. 58-63) and of the Orphic power of song (vv. 64-69), the use of the shepherds’ traditional names (with an allusion to the characters’ ‘bucolic past’) are examined in their interaction with the Virgilian intertext. The aim of this analysis is to highlight Calpurnius Siculus’ ability in exploiting the expressive and thematic tools provided by Virgil's model to develop a political discourse, without denying that his own poetry belongs to the pastoral genre.