Il presente studio si propone di esaminare il ruolo dei social media nel comportamento di acquist... more Il presente studio si propone di esaminare il ruolo dei social media nel comportamento di acquisto del vino da parte dei consumatori tra le generazioni millennial e non millennial. I risultati mostrano la capacità dei social media di aumentare la consapevolezza sulla sostenibilità e, di conseguenza, influenzare il comportamento di acquisto del vino da parte dei consumatori (segmento di prezzo più alto). Da una prospettiva di marketing, le aziende devono migliorare la loro capacità di condividere e comunicare le proprie attività ambientali attraverso i social media.
L'obiettivo del presente lavoro è duplice. Da un lato fa il punto, sullo "stato dell'... more L'obiettivo del presente lavoro è duplice. Da un lato fa il punto, sullo "stato dell'arte" inerente la questione imprenditoriale e la localizzazione d'impresa: si intende fornire un quadro d'insieme per giudicare ciò che si può ritenere ancora valido in letteratura e, al contempo, raccordare un panorama teorico frammentato in vari filoni che spesso si ignorano. Dall'altro, si presentano alcune indagini empiriche per mettere alla prova alcune ipotesi teoriche ed effettuare dei confronti con altre dinamiche imprenditoriali emergenti. I casi analizzati sono nell'ordine: 1) la produzione di ferri taglienti a Frosolone (IS) 2) le dinamiche competitive dell'area orafa aretina 3) le imprese ad alta tecnologia nell'area fiorentina 4) le strategie localizzative nel settore auto con particolare riferimento all'esperienza di Fiat Auto in Itali
Il lavoro mira a rispondere ad alcuni interrogativi sia di carattere teorico sia di ricerca empir... more Il lavoro mira a rispondere ad alcuni interrogativi sia di carattere teorico sia di ricerca empirica. A livello teorico (I Parte del lavoro: da § 1 a § 4) interessa: • definire l’aggregato dei “servizi avanzati” e individuare alcuni suoi oggettivi criteri identificativi; • verificare se le imprese del terziario avanzato (TA) possano o meno essere tutte considerate imprese ad alta tecnologia. Tale ricerca si giustifica per due ordine di motivi: • al momento della redazione dell’ultimo catalogo dell’alta tecnologia della Regione Toscana diverse aziende del cosiddetto “terziario avanzato” chiedevano, a priori, di essere incluse nell’elenco delle imprese high tech. Era quindi necessario approfondire i loro caratteri identificativi e individuare dei possibili criteri di “scrematura” per inserire nel catalogo solo quelle imprese di servizi innovativi con caratteristiche realmente ad alta tecnologia (definizione dei servizi high tech); • dall’analisi di altri cataloghi dell’alta tecnologia...
Analysis of some characters of the Italian industrial system. Analysis of entrepreneurship in the... more Analysis of some characters of the Italian industrial system. Analysis of entrepreneurship in the Italian network organizations
I distretti industriali hanno rappresentato per lungo tempo un paradigma di competitivita economi... more I distretti industriali hanno rappresentato per lungo tempo un paradigma di competitivita economico-territoriale e imprenditoriale di successo per il Made in Italy. Negli ultimi due decenni, anche alla luce dell’erosione delle loro performance, alcuni studi hanno evidenziato delle debolezze in questo modello competitivo riconducibili alle modalita di organizzazione della produzione e alla natura dei processi cognitivi ancora prevalentemente baricentrati sul sistema locale. L’obiettivo del presente lavoro e dunque quello di indagare empiricamente l’influenza che diversi tipi di conoscenza, locale Vs. distante, esercitano sulla performance innovativa delle imprese appartenenti a distretti industriali tradizionali, e, in un secondo stadio, sulla loro capacita di estrarre il valore dell’innovazione. Lo studio si basa su di un’indagine campionaria relativa a 257 imprese del distretto industriale orafo della provincia di Arezzo intervistate nell’anno 2009. A livello metodologico si adotta un modello econometrico di tipo multi-stadio che viene utilizzato per testare empiricamente le ipotesi collegate al modello concettuale. Le tematiche analizzate nei sistemi di equazione riguardano: 1) la scelta della architettura inter-organizzativa; 2) l’influenza della scelta dell’architettura inter-organizzativa sulla performance innovativa; 3) l’influenza della performance innovativa, delle caratteristiche organizzative e strategiche dell’impresa sulla performance economico-finanziaria. Questo lavoro rappresenta uno dei primi tentativi di mappare il sistema di relazioni interne ed esterne ad un distretto industriale tradizionale ed evidenzia come le imprese che combinano informazioni e conoscenza locali e distanti riescano ad incrementare sia la performance innovativa che la performance economico-finanziarie. Parole chiave: distretti industriali, prestazione di innovazione, comportamenti di ricerca, architettura inter-organizzativa, conoscenze distanti Industrial districts have long been a paradigm of both economic-territorial competitiveness and business success for the Made in Italy. However, industrial districts experimented a considerable loss of performance over the past two decades. Thus, several studies have highlighted weaknesses of this peculiar way of organizing transactions, paying special attention to organizational aspects and nature of cognitive processes as well. The objective of this study is twofold. First, investigating empirically the influence that different types of knowledge, local Vs. distant, carrying on the innovation performance of firms in traditional industrial districts. Second, evaluating firms’ ability to extract the value of innovation. The study is based on a sample of 257 companies that operate in the Arezzo goldsmith industrial district. Data were gathered though a phone-survey in 2009. The conceptual model is tested using a multi-stage econometric model, based on a system of simultaneous equations spanning across: 1) the choice of inter-organizational architecture, 2) the influence of inter-organizational architectures on innovation performance, 3) the influence of innovation performance and organizational/strategic characteristics on economic performance. This work represents an early attempt to map the system of internal and external relations to a traditional industrial district. Moreover, the work aims at exploring the effect of blends of information and knowledge from local and distant domains on innovation performance and economic performance as well. Key words: industrial districts, innovative performance, search behaviours, inter-organizational architectures, simultaneous equations system, distant knowledge
Come evolvono le imprese e i sistemi produttivi toscani nel terzo millennio? Emergono traiettorie... more Come evolvono le imprese e i sistemi produttivi toscani nel terzo millennio? Emergono traiettorie di sviluppo diverse sotto il profilo settoriale e territoriale? Rispetto alla tradizionale specializzazione distrettuale si notano embrionali processi di ibridazione delle produzioni? È possibile individuare le imprese locali più innovative? Che relazioni esistono tra i caratteri strutturali delle imprese e le loro performance innovative? In una fase di profondo cambiamento e di crescente pressione competitiva ancora ci sfuggono i contorni di alcuni settori cosiddetti “emergenti”, ad alto contenuto di conoscenza tecnico-scientifica e di innovazione. Le imprese ad alta tecnologia e del terziario avanzato sono importanti attori dello sviluppo locale, ma talvolta restano protagonisti “nascosti”, come in Provincia di Arezzo, dove non erano mai stati oggetto di uno specifico monitoraggio. Si è cercato di fare luce su questa complessa realtà dei “settori innovativi” attraverso un primo studio esplorativo, frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi di Siena e l’Istituzione dei Distretti Industriali della Provincia di Arezzo. Tre i principali obiettivi di ricerca: • Fornire un primo inquadramento teorico sulle modalità evolutive delle economie moderne che superi una rigida distinzione tra industria e terziario. L’attenzione si rivolge verso i “settori innovativi” (alta tecnologia e terziario avanzato) in un quadro interpretativo di tipo “neo-industriale”, che predilige una visione di graduale confluenza tra attività secondarie e terziarie anziché di rigida contrapposizione post-industriale. • Analizzare i caratteri strutturali e i comportamenti imprenditoriali delle imprese operanti nella provincia di Arezzo nei settori dell’alta tecnologia e del terziario avanzato. • Approfondire i risultati economico finanziari ed innovativi delle imprese indagate segnalando, per quanto possibile, quali sono le variabili rilevanti per il conseguimento di migliori performance aziendali. Le imprese ad alta tecnologia e del terziario avanzato svolgono un ruolo importante nell’economia locale, pur non rappresentandone ancora il perno centrale sotto il profilo numerico. L’analisi svolta mira a comprendere possibili traiettorie di sviluppo futuro del sistema locale e intende segnalare eventuali interventi istituzionali a support
Lo studio si propone di capire quale sia l‟importanza del Paese di Origine per i consumatori tede... more Lo studio si propone di capire quale sia l‟importanza del Paese di Origine per i consumatori tedeschi nella valutazione del vino italiano e se esista una relazione tra Regione di Origine e conoscenza del prodotto nel processo di acquisto. I risultati rivelano l‟esistenza di tre differenti gruppi di consumatori: i disinteressati, i ben informati e gli stereotipati a cui si associano diversi livelli di conoscenza, diversa influenza della denominazione di origine e diversa propensione all‟acquist
The aim of this paper is to concur to reduce some cognitive gaps existing in business model field... more The aim of this paper is to concur to reduce some cognitive gaps existing in business model field of research, giving a theoretical contribution to issues referring to firms’ development paths. Even if some research on business model evolution has been done at theoretical level, few works have been done empirically. Moreover, the use of multiple case study has not been so well exploited, researchers having often preferred single case study approach. Nonetheless, we argue that the comparison within and between cases permits a deeper analysis, especially in such a variegated sector as that of high-technologies for cultural good. Hence, empirical analysis has allowed us not only to make suggestions regarding the way in which business models might be expected to evolve over time, but also to give some insights on the unexplored field of high-technology firms for cultural good
The study aims to explore what are the determinants and the intensity of the adoption of academic... more The study aims to explore what are the determinants and the intensity of the adoption of academic technology transfer practices. Starting from the analysis of the literature we propose a conceptual model to explain which are the determinants of university-industry relations and how they influence such relations. The model is tested on the faculty of the University of Siena active in the area of Life Sciences with specific reference to consulting and patenting activities. The results show how the University can no longer be regarded as a “monolithic” actor, but as an organization in which the adoption and diffusion of an organizational practice are influenced significantly by the individual characteristics of each subject of the organization. It highlights in particular how a certain scientific reputation is associated positively with the number of registered patents and negatively, over a certain threshold, to the number of consultancies carried out. It finally highlights an “imperfect complementarity” between patenting and consultancies. The latter increased in the presence of a patent, but not vice versa. It therefore seems to exist a trade-off between scientific reputation and university-industry relationships. The achievement of a certain level of scientific quality initially favors the provision of consultancy work, but over a certain threshold, the scientist begins to focus on the scientific productivity. Conversely, with regard to patent, the relationship is positive and the scientific excellence in some way facilitates the transfer of the scientific results in an exploitable asset (the patent)
LE SCIENZE DELLA VITA IN TOSCANA 1. Per la definizione dei termini tecnici rimandiamo al glossari... more LE SCIENZE DELLA VITA IN TOSCANA 1. Per la definizione dei termini tecnici rimandiamo al glossario presente in appendice. 2. www.regione.toscana.it/-/distretti-tecnologici-della-toscana 3. www.toscanalifesciences.org/en/ dra per promuovere, incentivare e diffondere l'innovazione, condividendo strutture e conoscenze, competenze e know-how, dandosi tipicamente una governance pubblico-privato. La loro priorità è appunto lavorare per il trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese per generare innovazione e quindi maggiore competitività delle filiere produttive, per sviluppare reti di ricerca e collaborazioni fattive tra imprese e organismi di ricerca" 2. Ciascuno dei 12 distretti ha un ambito tecnologico di ricerca e innovazione specifico di interesse per la Regione Toscana (DG n. 566 del 7 luglio 2014). Ogni distretto tecnologico ha un modello organizzativo costituito da un Presidente, un Comitato di indirizzo e un soggetto gestore. Nel caso del Distretto Scienze della Vita il soggetto gestore è la fondazione Toscana Life Science (TLS), una fondazione no profit con finalità di ricerca e di sviluppo di imprese innovative nel settore delle Scienze della Vita 3. Le azioni e gli interventi del distretto sono programmati da un Piano strategico-operativo (DG n. 789/2014) di durata triennale, corredato di un business plan, per il conseguimento degli obiettivi operativi. Nel corso del tempo sono intervenute alcune razionalizzazioni nella governance istituzionale di questi distretti (accorpamenti, modifiche di natura giuridica) al fine di migliorare il coordinamento e l'efficacia complessiva degli interventi di policy: a fine 2017 i distretti tecnologici regionali che hanno un piano operativo approvato sono 8 e tra questi c'è anche il distretto tecnologico Scienze della Vita. Il Distretto Toscano Scienze della Vita è il cluster regionale che aggrega tutti i soggetti pubblici e privati che operano nei settori delle biotecnologie, del farmaceutico, dei dispositivi medici, della nutraceutica, della cosmeceutica e dell'ICT applicato alle Life Sciences (LS). L'obiettivo che ha mosso il legislatore 11
Purpose The purpose of this paper is to examine the effects of the product-specific region-of-ori... more Purpose The purpose of this paper is to examine the effects of the product-specific region-of-origin (ROO) and product-specific country-of-origin (COO) on the willingness to pay a premium price for a wine label designated as a superbrand by the Italian Government: the Chianti Classico. Design/methodology/approach The paper introduces the concept of “ROO-COO distance”, defined as the importance attributed to a product-specific ROO as compared to its COO. In order to better understand whether the construct “ROO-COO distance” influences the willingness to pay a premium price, the paper considers consumers’ cross-national differences and their knowledge, distinguishing among three types of knowledge: consumers’ subjective general product knowledge, consumers’ subjective country product knowledge and consumers’ regional product experience (PE). Four hypotheses were tested focussing on Chianti Classico – a premium wine – as related to its ROO and COO (Tuscany, Italy). The authors employed...
Journal of Small Business and Enterprise Development, 2010
PurposeThe purpose of this paper is to examine current patterns of international marketing activi... more PurposeThe purpose of this paper is to examine current patterns of international marketing activities of Italian gold firms with a special emphasis on the US market and to juxtapose them with those adopted by Indian gold firms.Design/methodology/approachA sample of small‐ and medium‐sized enterprises (SMEs) from Italy and India served as the study setting. Data were collected via depth interviews from the owners/managers of four Italian and three Indian firms.FindingsThe paper finds that the competitive behavior of Italian SMEs is primarily reactive, whereas Indian companies strategically focus on the expanding Indian immigrant community.Research limitations/implicationsThis is a case study evaluating small companies based in two regions (Arezzo, and Hyderabad, India).Originality/valueA strategic comparison of the competitive conducts of SMEs based in an old economy country and a new economy emerging market‐based firms.
International Journal of Wine Business Research, 2018
PurposeThis paper aims to investigate the brand identity drivers used online by wineries and to a... more PurposeThis paper aims to investigate the brand identity drivers used online by wineries and to assess cluster identity from the analysis of firms’ specific branding strategies.Design/methodology/approachChianti, Chianti Classico and Brunello di Montalcino wine clusters (located in Tuscany, Italy) were selected as the set for this study. A total of 452 wineries websites were analyzed using a text frequency query, and the results were further examined through a discriminant analysis.FindingsThe theoretical framework was modeled after a careful analysis of the literature and is composed of three macro-areas of identity drivers: locational, product/process and social attributes. The analysis of winery websites shows the presence of all the drivers examined, which explain not only the wineries’ specific strategies but also the drivers of a particular cluster’s brand identity. A discriminant analysis highlighted that some drivers are able to explain the unique characteristics of the thre...
Si analizza il concetto di "organizzazione a rete" e di "imprenditorialità diffusa... more Si analizza il concetto di "organizzazione a rete" e di "imprenditorialità diffusa" in loetteratura. Si approfondisce il tema con l'esame di due casi aziendali nella realtà Toscan
Obiettivo del lavoro è analizzare le prospettive di replicazione del modello di sviluppo distrett... more Obiettivo del lavoro è analizzare le prospettive di replicazione del modello di sviluppo distrettuale nell’Italia meridionale, facendo specifico riferimento alla situazione della Regione Molise. Anzitutto si fornisce un quadro di riferimento teorico sull’argomento identificando gli elementi di complessità insiti in questo processo di trasferimento, nonché i punti di forza e i punti di debolezza delle recenti esperienze di sviluppo distrettuale nel Mezzogiorno. In secondo luogo si esaminano alcune esperienze di sviluppo imprenditoriale in Molise, una regione che può essere considerata rappresentativa per inquadrare il problema data la sua posizione “di confine” tra il Sud e il Centro-Nord Italia: i casi aziendali esaminati sottolineano le potenzialità, ma anche i ritardi nella crescita dei distretti industriali nel Mezzogiorno. Le esperienze analizzate permettono di fornire delle prime valutazioni prospettiche e alcune indicazioni propositive sui quattro vettori principali del conveg...
Nel panorama toscano le imprese di medio-grandi dimensioni costituiscono una realtà non molto dif... more Nel panorama toscano le imprese di medio-grandi dimensioni costituiscono una realtà non molto diffusa, spesso trascurata dall’analisi che preferisce concentrare maggiormente l’attenzione sull’insieme delle PMI localizzate nei sistemi produttivi locali. Questi due mondi sono stati a lungo considerati come separati, quasi contrapposti nell’analisi e nell’interpretazione dei processi di sviluppo economico. Le tendenze in atto mostrano, invece, punti di contatto e di relazione che investono in primo luogo i cosiddetti settori tradizionali, ma che riguardano anche comparti tecnologici ed innovativi, ovviamente in forme diverse. La crescente complessità ambientale e le nuove sfide concorrenziali stanno infatti modificando i comportamenti imprenditoriali e la natura dei rapporti di lavoro: come tutte le trasformazioni in corso non è facile delinearne un quadro interpretativo ben definito. Tuttavia il processo di cambiamento sembra andare in una direzione che esalta più gli elementi di complementarità che di sostituzione tra il tessuto delle piccole imprese e la presenza di imprese leader operanti in regione. La presente analisi delle imprese leader operanti in Toscana vuole essere un tentativo per cercare di ricollegare queste due aree di ricerca, approfondendo alcuni temi (il lavoro, l’innovazione, le relazioni con l’indotto) dove “logica d’impresa” e “logica di sistema” si incontrano. Per far questo il lavoro procede su due fronti. Anzitutto cerca di chiarire a livello teorico alcune delle ambiguità definitorie riguardanti i concetti cardine per la ricerca (“le nuove dimensioni della concorrenza”, il concetto di impresa “leader”, l’espressione “flessibilità del lavoro”). Procede poi ad alcune verifiche empiriche approfondendo le recenti dinamiche imprenditoriali sia attraverso l’analisi di data base esistenti (dati Centrale dei Bilanci, dati Osservatorio sulle Grandi Aziende, dati Istat, altri archivi Irpet), sia attraverso i risultati di una ricerca condotta su un campione di imprese leader operanti in Toscana. Tradizionalmente le imprese leader sono considerate pressoché coincidenti con l’insieme delle grandi imprese. Negli ultimi anni alla definizione di impresa leader prevalentemente basata sulla dimensione aziendale e/o di gruppo se ne sono affiancate altre che fanno riferimento alle diverse fonti del vantaggio competitivo aziendale: da un lato si sottolinea maggiormente la particolare natura del rapporto che lega un’impresa focale ad altre imprese all’interno di ampie organizzazioni a rete (le cosiddette imprese “guida” di network interaziendali), dall’altro, ci si riferisce alle capacità delle imprese di essere competitive sul vasto mercato globale attraverso una elevata identità di marchio (le cosiddette imprese “global player” o “global competitor”). Le due forme non sempre coincidono, anche se molte imprese sono assegnabili sia all’una che all’altra definizione. Queste realtà aziendali presentano spesso elevate relazioni con i sistemi settoriali e territoriali presenti in Toscana; le piccole imprese, radicate nei diversi cluster presenti in regione, pur avendo spesso una visibilità sul mercato globale dei consumatori finali e dei produttori molto ridotta, raggiungono livelli di attività e di occupazione elevati grazie ai rapporti di collaborazione che instaurano con le imprese leader e/o global competitors e finiscono così con lo sviluppare una forte dipendenza dalle vicende e dalle decisioni prese da queste ultime. Direttamente o indirettamente, quindi, le strategie delle imprese leader hanno ampi effetti sui livelli occupazionali, sul funzionamento del mercato del lavoro, sulle qualificazioni e sui percorsi professionali e formativi delle risorse umane che vengono a confronto con queste realtà aziendali e che, complessivamente considerate, costituiscono una quota significativa dell’occupazione regionale. L’obiettivo generale di questa ricerca è quindi quello di approfondire la natura e i comportamenti delle imprese leader operanti in Toscana. A tal fine si prova a rispondere ad alcuni interrogativi, tra cui ne segnaliamo quattro principali. 1) Che cosa è un’impresa leader (IL). Esiste una definizione generale largamente condivisa di IL oppure si tratta di un concetto relativo? Una volta individuato un criterio di analisi dell’IL è possibile individuare delle precise variabili identificative? 2) Qual è l’impatto delle nuove dimensioni della concorrenza sui caratteri strutturali e sui comportamenti strategici delle IL operanti in Toscana? 3) I recenti cambiamenti quali implicazioni hanno a livello di strutture organizzative e di dinamiche della forza lavoro? 4) Quale sistema di relazioni lega queste imprese al territorio regionale? La struttura del lavoro si articola in quattro parti. Nel capitolo 1, si definiscono i fenomeni affrontati nella ricerca e si cerca di circoscriverli rispetto alla specificità delle imprese leader. In particolare si focalizza l'attenzione su due aspetti: da un lato si cerca…
In a fast-changing world, characterized by evenly unexpected challenges and shocks, being resilie... more In a fast-changing world, characterized by evenly unexpected challenges and shocks, being resilient is a crucial aspect for every organization. Drawing from the goal setting theory and the double standards of competence perspective, this study aims at understanding the antecedents of organizational proactive resilience. More precisely, it looks at the impact of quantitative and qualitative organizational growth goals on proactive resilience, distinguishing between women-led and non-women-led firms. Based on a unique sample of 167 Italian wineries (67 women-led and 100 non-women-led), this paper tests this theoretical model using path analysis techniques. The wine sector is a particularly interesting context to study the phenomenon due to its exposure to natural disasters, new consumers’ behaviours that are requiring firms to continuously innovate and differentiate in a traditionally low-tech sector, but also changes happening at wineries’ management level. In fact, the sector has be...
Il presente studio si propone di esaminare il ruolo dei social media nel comportamento di acquist... more Il presente studio si propone di esaminare il ruolo dei social media nel comportamento di acquisto del vino da parte dei consumatori tra le generazioni millennial e non millennial. I risultati mostrano la capacità dei social media di aumentare la consapevolezza sulla sostenibilità e, di conseguenza, influenzare il comportamento di acquisto del vino da parte dei consumatori (segmento di prezzo più alto). Da una prospettiva di marketing, le aziende devono migliorare la loro capacità di condividere e comunicare le proprie attività ambientali attraverso i social media.
L'obiettivo del presente lavoro è duplice. Da un lato fa il punto, sullo "stato dell'... more L'obiettivo del presente lavoro è duplice. Da un lato fa il punto, sullo "stato dell'arte" inerente la questione imprenditoriale e la localizzazione d'impresa: si intende fornire un quadro d'insieme per giudicare ciò che si può ritenere ancora valido in letteratura e, al contempo, raccordare un panorama teorico frammentato in vari filoni che spesso si ignorano. Dall'altro, si presentano alcune indagini empiriche per mettere alla prova alcune ipotesi teoriche ed effettuare dei confronti con altre dinamiche imprenditoriali emergenti. I casi analizzati sono nell'ordine: 1) la produzione di ferri taglienti a Frosolone (IS) 2) le dinamiche competitive dell'area orafa aretina 3) le imprese ad alta tecnologia nell'area fiorentina 4) le strategie localizzative nel settore auto con particolare riferimento all'esperienza di Fiat Auto in Itali
Il lavoro mira a rispondere ad alcuni interrogativi sia di carattere teorico sia di ricerca empir... more Il lavoro mira a rispondere ad alcuni interrogativi sia di carattere teorico sia di ricerca empirica. A livello teorico (I Parte del lavoro: da § 1 a § 4) interessa: • definire l’aggregato dei “servizi avanzati” e individuare alcuni suoi oggettivi criteri identificativi; • verificare se le imprese del terziario avanzato (TA) possano o meno essere tutte considerate imprese ad alta tecnologia. Tale ricerca si giustifica per due ordine di motivi: • al momento della redazione dell’ultimo catalogo dell’alta tecnologia della Regione Toscana diverse aziende del cosiddetto “terziario avanzato” chiedevano, a priori, di essere incluse nell’elenco delle imprese high tech. Era quindi necessario approfondire i loro caratteri identificativi e individuare dei possibili criteri di “scrematura” per inserire nel catalogo solo quelle imprese di servizi innovativi con caratteristiche realmente ad alta tecnologia (definizione dei servizi high tech); • dall’analisi di altri cataloghi dell’alta tecnologia...
Analysis of some characters of the Italian industrial system. Analysis of entrepreneurship in the... more Analysis of some characters of the Italian industrial system. Analysis of entrepreneurship in the Italian network organizations
I distretti industriali hanno rappresentato per lungo tempo un paradigma di competitivita economi... more I distretti industriali hanno rappresentato per lungo tempo un paradigma di competitivita economico-territoriale e imprenditoriale di successo per il Made in Italy. Negli ultimi due decenni, anche alla luce dell’erosione delle loro performance, alcuni studi hanno evidenziato delle debolezze in questo modello competitivo riconducibili alle modalita di organizzazione della produzione e alla natura dei processi cognitivi ancora prevalentemente baricentrati sul sistema locale. L’obiettivo del presente lavoro e dunque quello di indagare empiricamente l’influenza che diversi tipi di conoscenza, locale Vs. distante, esercitano sulla performance innovativa delle imprese appartenenti a distretti industriali tradizionali, e, in un secondo stadio, sulla loro capacita di estrarre il valore dell’innovazione. Lo studio si basa su di un’indagine campionaria relativa a 257 imprese del distretto industriale orafo della provincia di Arezzo intervistate nell’anno 2009. A livello metodologico si adotta un modello econometrico di tipo multi-stadio che viene utilizzato per testare empiricamente le ipotesi collegate al modello concettuale. Le tematiche analizzate nei sistemi di equazione riguardano: 1) la scelta della architettura inter-organizzativa; 2) l’influenza della scelta dell’architettura inter-organizzativa sulla performance innovativa; 3) l’influenza della performance innovativa, delle caratteristiche organizzative e strategiche dell’impresa sulla performance economico-finanziaria. Questo lavoro rappresenta uno dei primi tentativi di mappare il sistema di relazioni interne ed esterne ad un distretto industriale tradizionale ed evidenzia come le imprese che combinano informazioni e conoscenza locali e distanti riescano ad incrementare sia la performance innovativa che la performance economico-finanziarie. Parole chiave: distretti industriali, prestazione di innovazione, comportamenti di ricerca, architettura inter-organizzativa, conoscenze distanti Industrial districts have long been a paradigm of both economic-territorial competitiveness and business success for the Made in Italy. However, industrial districts experimented a considerable loss of performance over the past two decades. Thus, several studies have highlighted weaknesses of this peculiar way of organizing transactions, paying special attention to organizational aspects and nature of cognitive processes as well. The objective of this study is twofold. First, investigating empirically the influence that different types of knowledge, local Vs. distant, carrying on the innovation performance of firms in traditional industrial districts. Second, evaluating firms’ ability to extract the value of innovation. The study is based on a sample of 257 companies that operate in the Arezzo goldsmith industrial district. Data were gathered though a phone-survey in 2009. The conceptual model is tested using a multi-stage econometric model, based on a system of simultaneous equations spanning across: 1) the choice of inter-organizational architecture, 2) the influence of inter-organizational architectures on innovation performance, 3) the influence of innovation performance and organizational/strategic characteristics on economic performance. This work represents an early attempt to map the system of internal and external relations to a traditional industrial district. Moreover, the work aims at exploring the effect of blends of information and knowledge from local and distant domains on innovation performance and economic performance as well. Key words: industrial districts, innovative performance, search behaviours, inter-organizational architectures, simultaneous equations system, distant knowledge
Come evolvono le imprese e i sistemi produttivi toscani nel terzo millennio? Emergono traiettorie... more Come evolvono le imprese e i sistemi produttivi toscani nel terzo millennio? Emergono traiettorie di sviluppo diverse sotto il profilo settoriale e territoriale? Rispetto alla tradizionale specializzazione distrettuale si notano embrionali processi di ibridazione delle produzioni? È possibile individuare le imprese locali più innovative? Che relazioni esistono tra i caratteri strutturali delle imprese e le loro performance innovative? In una fase di profondo cambiamento e di crescente pressione competitiva ancora ci sfuggono i contorni di alcuni settori cosiddetti “emergenti”, ad alto contenuto di conoscenza tecnico-scientifica e di innovazione. Le imprese ad alta tecnologia e del terziario avanzato sono importanti attori dello sviluppo locale, ma talvolta restano protagonisti “nascosti”, come in Provincia di Arezzo, dove non erano mai stati oggetto di uno specifico monitoraggio. Si è cercato di fare luce su questa complessa realtà dei “settori innovativi” attraverso un primo studio esplorativo, frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi di Siena e l’Istituzione dei Distretti Industriali della Provincia di Arezzo. Tre i principali obiettivi di ricerca: • Fornire un primo inquadramento teorico sulle modalità evolutive delle economie moderne che superi una rigida distinzione tra industria e terziario. L’attenzione si rivolge verso i “settori innovativi” (alta tecnologia e terziario avanzato) in un quadro interpretativo di tipo “neo-industriale”, che predilige una visione di graduale confluenza tra attività secondarie e terziarie anziché di rigida contrapposizione post-industriale. • Analizzare i caratteri strutturali e i comportamenti imprenditoriali delle imprese operanti nella provincia di Arezzo nei settori dell’alta tecnologia e del terziario avanzato. • Approfondire i risultati economico finanziari ed innovativi delle imprese indagate segnalando, per quanto possibile, quali sono le variabili rilevanti per il conseguimento di migliori performance aziendali. Le imprese ad alta tecnologia e del terziario avanzato svolgono un ruolo importante nell’economia locale, pur non rappresentandone ancora il perno centrale sotto il profilo numerico. L’analisi svolta mira a comprendere possibili traiettorie di sviluppo futuro del sistema locale e intende segnalare eventuali interventi istituzionali a support
Lo studio si propone di capire quale sia l‟importanza del Paese di Origine per i consumatori tede... more Lo studio si propone di capire quale sia l‟importanza del Paese di Origine per i consumatori tedeschi nella valutazione del vino italiano e se esista una relazione tra Regione di Origine e conoscenza del prodotto nel processo di acquisto. I risultati rivelano l‟esistenza di tre differenti gruppi di consumatori: i disinteressati, i ben informati e gli stereotipati a cui si associano diversi livelli di conoscenza, diversa influenza della denominazione di origine e diversa propensione all‟acquist
The aim of this paper is to concur to reduce some cognitive gaps existing in business model field... more The aim of this paper is to concur to reduce some cognitive gaps existing in business model field of research, giving a theoretical contribution to issues referring to firms’ development paths. Even if some research on business model evolution has been done at theoretical level, few works have been done empirically. Moreover, the use of multiple case study has not been so well exploited, researchers having often preferred single case study approach. Nonetheless, we argue that the comparison within and between cases permits a deeper analysis, especially in such a variegated sector as that of high-technologies for cultural good. Hence, empirical analysis has allowed us not only to make suggestions regarding the way in which business models might be expected to evolve over time, but also to give some insights on the unexplored field of high-technology firms for cultural good
The study aims to explore what are the determinants and the intensity of the adoption of academic... more The study aims to explore what are the determinants and the intensity of the adoption of academic technology transfer practices. Starting from the analysis of the literature we propose a conceptual model to explain which are the determinants of university-industry relations and how they influence such relations. The model is tested on the faculty of the University of Siena active in the area of Life Sciences with specific reference to consulting and patenting activities. The results show how the University can no longer be regarded as a “monolithic” actor, but as an organization in which the adoption and diffusion of an organizational practice are influenced significantly by the individual characteristics of each subject of the organization. It highlights in particular how a certain scientific reputation is associated positively with the number of registered patents and negatively, over a certain threshold, to the number of consultancies carried out. It finally highlights an “imperfect complementarity” between patenting and consultancies. The latter increased in the presence of a patent, but not vice versa. It therefore seems to exist a trade-off between scientific reputation and university-industry relationships. The achievement of a certain level of scientific quality initially favors the provision of consultancy work, but over a certain threshold, the scientist begins to focus on the scientific productivity. Conversely, with regard to patent, the relationship is positive and the scientific excellence in some way facilitates the transfer of the scientific results in an exploitable asset (the patent)
LE SCIENZE DELLA VITA IN TOSCANA 1. Per la definizione dei termini tecnici rimandiamo al glossari... more LE SCIENZE DELLA VITA IN TOSCANA 1. Per la definizione dei termini tecnici rimandiamo al glossario presente in appendice. 2. www.regione.toscana.it/-/distretti-tecnologici-della-toscana 3. www.toscanalifesciences.org/en/ dra per promuovere, incentivare e diffondere l'innovazione, condividendo strutture e conoscenze, competenze e know-how, dandosi tipicamente una governance pubblico-privato. La loro priorità è appunto lavorare per il trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese per generare innovazione e quindi maggiore competitività delle filiere produttive, per sviluppare reti di ricerca e collaborazioni fattive tra imprese e organismi di ricerca" 2. Ciascuno dei 12 distretti ha un ambito tecnologico di ricerca e innovazione specifico di interesse per la Regione Toscana (DG n. 566 del 7 luglio 2014). Ogni distretto tecnologico ha un modello organizzativo costituito da un Presidente, un Comitato di indirizzo e un soggetto gestore. Nel caso del Distretto Scienze della Vita il soggetto gestore è la fondazione Toscana Life Science (TLS), una fondazione no profit con finalità di ricerca e di sviluppo di imprese innovative nel settore delle Scienze della Vita 3. Le azioni e gli interventi del distretto sono programmati da un Piano strategico-operativo (DG n. 789/2014) di durata triennale, corredato di un business plan, per il conseguimento degli obiettivi operativi. Nel corso del tempo sono intervenute alcune razionalizzazioni nella governance istituzionale di questi distretti (accorpamenti, modifiche di natura giuridica) al fine di migliorare il coordinamento e l'efficacia complessiva degli interventi di policy: a fine 2017 i distretti tecnologici regionali che hanno un piano operativo approvato sono 8 e tra questi c'è anche il distretto tecnologico Scienze della Vita. Il Distretto Toscano Scienze della Vita è il cluster regionale che aggrega tutti i soggetti pubblici e privati che operano nei settori delle biotecnologie, del farmaceutico, dei dispositivi medici, della nutraceutica, della cosmeceutica e dell'ICT applicato alle Life Sciences (LS). L'obiettivo che ha mosso il legislatore 11
Purpose The purpose of this paper is to examine the effects of the product-specific region-of-ori... more Purpose The purpose of this paper is to examine the effects of the product-specific region-of-origin (ROO) and product-specific country-of-origin (COO) on the willingness to pay a premium price for a wine label designated as a superbrand by the Italian Government: the Chianti Classico. Design/methodology/approach The paper introduces the concept of “ROO-COO distance”, defined as the importance attributed to a product-specific ROO as compared to its COO. In order to better understand whether the construct “ROO-COO distance” influences the willingness to pay a premium price, the paper considers consumers’ cross-national differences and their knowledge, distinguishing among three types of knowledge: consumers’ subjective general product knowledge, consumers’ subjective country product knowledge and consumers’ regional product experience (PE). Four hypotheses were tested focussing on Chianti Classico – a premium wine – as related to its ROO and COO (Tuscany, Italy). The authors employed...
Journal of Small Business and Enterprise Development, 2010
PurposeThe purpose of this paper is to examine current patterns of international marketing activi... more PurposeThe purpose of this paper is to examine current patterns of international marketing activities of Italian gold firms with a special emphasis on the US market and to juxtapose them with those adopted by Indian gold firms.Design/methodology/approachA sample of small‐ and medium‐sized enterprises (SMEs) from Italy and India served as the study setting. Data were collected via depth interviews from the owners/managers of four Italian and three Indian firms.FindingsThe paper finds that the competitive behavior of Italian SMEs is primarily reactive, whereas Indian companies strategically focus on the expanding Indian immigrant community.Research limitations/implicationsThis is a case study evaluating small companies based in two regions (Arezzo, and Hyderabad, India).Originality/valueA strategic comparison of the competitive conducts of SMEs based in an old economy country and a new economy emerging market‐based firms.
International Journal of Wine Business Research, 2018
PurposeThis paper aims to investigate the brand identity drivers used online by wineries and to a... more PurposeThis paper aims to investigate the brand identity drivers used online by wineries and to assess cluster identity from the analysis of firms’ specific branding strategies.Design/methodology/approachChianti, Chianti Classico and Brunello di Montalcino wine clusters (located in Tuscany, Italy) were selected as the set for this study. A total of 452 wineries websites were analyzed using a text frequency query, and the results were further examined through a discriminant analysis.FindingsThe theoretical framework was modeled after a careful analysis of the literature and is composed of three macro-areas of identity drivers: locational, product/process and social attributes. The analysis of winery websites shows the presence of all the drivers examined, which explain not only the wineries’ specific strategies but also the drivers of a particular cluster’s brand identity. A discriminant analysis highlighted that some drivers are able to explain the unique characteristics of the thre...
Si analizza il concetto di "organizzazione a rete" e di "imprenditorialità diffusa... more Si analizza il concetto di "organizzazione a rete" e di "imprenditorialità diffusa" in loetteratura. Si approfondisce il tema con l'esame di due casi aziendali nella realtà Toscan
Obiettivo del lavoro è analizzare le prospettive di replicazione del modello di sviluppo distrett... more Obiettivo del lavoro è analizzare le prospettive di replicazione del modello di sviluppo distrettuale nell’Italia meridionale, facendo specifico riferimento alla situazione della Regione Molise. Anzitutto si fornisce un quadro di riferimento teorico sull’argomento identificando gli elementi di complessità insiti in questo processo di trasferimento, nonché i punti di forza e i punti di debolezza delle recenti esperienze di sviluppo distrettuale nel Mezzogiorno. In secondo luogo si esaminano alcune esperienze di sviluppo imprenditoriale in Molise, una regione che può essere considerata rappresentativa per inquadrare il problema data la sua posizione “di confine” tra il Sud e il Centro-Nord Italia: i casi aziendali esaminati sottolineano le potenzialità, ma anche i ritardi nella crescita dei distretti industriali nel Mezzogiorno. Le esperienze analizzate permettono di fornire delle prime valutazioni prospettiche e alcune indicazioni propositive sui quattro vettori principali del conveg...
Nel panorama toscano le imprese di medio-grandi dimensioni costituiscono una realtà non molto dif... more Nel panorama toscano le imprese di medio-grandi dimensioni costituiscono una realtà non molto diffusa, spesso trascurata dall’analisi che preferisce concentrare maggiormente l’attenzione sull’insieme delle PMI localizzate nei sistemi produttivi locali. Questi due mondi sono stati a lungo considerati come separati, quasi contrapposti nell’analisi e nell’interpretazione dei processi di sviluppo economico. Le tendenze in atto mostrano, invece, punti di contatto e di relazione che investono in primo luogo i cosiddetti settori tradizionali, ma che riguardano anche comparti tecnologici ed innovativi, ovviamente in forme diverse. La crescente complessità ambientale e le nuove sfide concorrenziali stanno infatti modificando i comportamenti imprenditoriali e la natura dei rapporti di lavoro: come tutte le trasformazioni in corso non è facile delinearne un quadro interpretativo ben definito. Tuttavia il processo di cambiamento sembra andare in una direzione che esalta più gli elementi di complementarità che di sostituzione tra il tessuto delle piccole imprese e la presenza di imprese leader operanti in regione. La presente analisi delle imprese leader operanti in Toscana vuole essere un tentativo per cercare di ricollegare queste due aree di ricerca, approfondendo alcuni temi (il lavoro, l’innovazione, le relazioni con l’indotto) dove “logica d’impresa” e “logica di sistema” si incontrano. Per far questo il lavoro procede su due fronti. Anzitutto cerca di chiarire a livello teorico alcune delle ambiguità definitorie riguardanti i concetti cardine per la ricerca (“le nuove dimensioni della concorrenza”, il concetto di impresa “leader”, l’espressione “flessibilità del lavoro”). Procede poi ad alcune verifiche empiriche approfondendo le recenti dinamiche imprenditoriali sia attraverso l’analisi di data base esistenti (dati Centrale dei Bilanci, dati Osservatorio sulle Grandi Aziende, dati Istat, altri archivi Irpet), sia attraverso i risultati di una ricerca condotta su un campione di imprese leader operanti in Toscana. Tradizionalmente le imprese leader sono considerate pressoché coincidenti con l’insieme delle grandi imprese. Negli ultimi anni alla definizione di impresa leader prevalentemente basata sulla dimensione aziendale e/o di gruppo se ne sono affiancate altre che fanno riferimento alle diverse fonti del vantaggio competitivo aziendale: da un lato si sottolinea maggiormente la particolare natura del rapporto che lega un’impresa focale ad altre imprese all’interno di ampie organizzazioni a rete (le cosiddette imprese “guida” di network interaziendali), dall’altro, ci si riferisce alle capacità delle imprese di essere competitive sul vasto mercato globale attraverso una elevata identità di marchio (le cosiddette imprese “global player” o “global competitor”). Le due forme non sempre coincidono, anche se molte imprese sono assegnabili sia all’una che all’altra definizione. Queste realtà aziendali presentano spesso elevate relazioni con i sistemi settoriali e territoriali presenti in Toscana; le piccole imprese, radicate nei diversi cluster presenti in regione, pur avendo spesso una visibilità sul mercato globale dei consumatori finali e dei produttori molto ridotta, raggiungono livelli di attività e di occupazione elevati grazie ai rapporti di collaborazione che instaurano con le imprese leader e/o global competitors e finiscono così con lo sviluppare una forte dipendenza dalle vicende e dalle decisioni prese da queste ultime. Direttamente o indirettamente, quindi, le strategie delle imprese leader hanno ampi effetti sui livelli occupazionali, sul funzionamento del mercato del lavoro, sulle qualificazioni e sui percorsi professionali e formativi delle risorse umane che vengono a confronto con queste realtà aziendali e che, complessivamente considerate, costituiscono una quota significativa dell’occupazione regionale. L’obiettivo generale di questa ricerca è quindi quello di approfondire la natura e i comportamenti delle imprese leader operanti in Toscana. A tal fine si prova a rispondere ad alcuni interrogativi, tra cui ne segnaliamo quattro principali. 1) Che cosa è un’impresa leader (IL). Esiste una definizione generale largamente condivisa di IL oppure si tratta di un concetto relativo? Una volta individuato un criterio di analisi dell’IL è possibile individuare delle precise variabili identificative? 2) Qual è l’impatto delle nuove dimensioni della concorrenza sui caratteri strutturali e sui comportamenti strategici delle IL operanti in Toscana? 3) I recenti cambiamenti quali implicazioni hanno a livello di strutture organizzative e di dinamiche della forza lavoro? 4) Quale sistema di relazioni lega queste imprese al territorio regionale? La struttura del lavoro si articola in quattro parti. Nel capitolo 1, si definiscono i fenomeni affrontati nella ricerca e si cerca di circoscriverli rispetto alla specificità delle imprese leader. In particolare si focalizza l'attenzione su due aspetti: da un lato si cerca…
In a fast-changing world, characterized by evenly unexpected challenges and shocks, being resilie... more In a fast-changing world, characterized by evenly unexpected challenges and shocks, being resilient is a crucial aspect for every organization. Drawing from the goal setting theory and the double standards of competence perspective, this study aims at understanding the antecedents of organizational proactive resilience. More precisely, it looks at the impact of quantitative and qualitative organizational growth goals on proactive resilience, distinguishing between women-led and non-women-led firms. Based on a unique sample of 167 Italian wineries (67 women-led and 100 non-women-led), this paper tests this theoretical model using path analysis techniques. The wine sector is a particularly interesting context to study the phenomenon due to its exposure to natural disasters, new consumers’ behaviours that are requiring firms to continuously innovate and differentiate in a traditionally low-tech sector, but also changes happening at wineries’ management level. In fact, the sector has be...
Uploads
Papers by L. Zanni