Articles & Book Chapters by Giuseppe Ferraro
in I luoghi del fascismo. Memoria, politica, rimozione, Viella, 2022
Cosa resta dei monumenti, dei complessi architettonici, delle opere d’arte attraverso cui il fasc... more Cosa resta dei monumenti, dei complessi architettonici, delle opere d’arte attraverso cui il fascismo intese esplicitamente celebrare e tramandare sé stesso? Quale uso è stato fatto nell’Italia repubblicana di queste tracce materiali?
In che modo la memoria dei luoghi del fascismo somiglia a quanto è avvenuto in altri stati con esperienze analoghe?
Il volume indaga questi temi a partire da alcuni luoghi particolarmente significativi nella storia italiana (presenti in città come Roma, Milano, Latina, Livorno, Padova o in piccoli centri della Calabria) e di alcuni paesi europei (Germania, Spagna, Portogallo). Il lavoro si inserisce in un ampio progetto di ricerca dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri finalizzato alla mappatura dei luoghi della memoria commemorativa del fascismo in Italia.
Tessere al telaio e raccogliere olive: storie e questioni del lavoro femminile in Calabria, Jonia Editrice , 2023
Storia delle donne e del lavoro femminile in Calabria in età moderna e contemporanea.
Enrico Molè nacque il 7 ottobre 1889 da una delle più importanti famiglie dell'alta borghesia del... more Enrico Molè nacque il 7 ottobre 1889 da una delle più importanti famiglie dell'alta borghesia della provincia di Catanzaro 1. La famiglia era però originaria di Polia, nell'odierna provincia di Vibo Valentia. Il padre Francesco era un avvocato, mentre la madre Elisa Doria discendeva da un ramo cadetto dei Doria di Genova, famiglia che già dal Cinquecento cominciò ad avere contatti con la Calabria, soprattutto per investimenti economici e commerciali 2. Frequentò il Liceo "Galluppi" di Catanzaro e conseguì la maturità a 16 anni. Negli studi successivi seguì la tradizione di famiglia; nel 1907 si iscrisse, infatti, alla Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Napoli. Nonostante la laurea, conseguita nel 1912, la sua vera passione rimasero la politica e il giornalismo. Giovanissimo, a Napoli, collaborò con il giornale satirico «Monsignor Perrelli» e con il «Mattino». Il suo trasferimento a Milano gli offrì non solo la possibilità di dedicarsi al giornalismo con più assiduità, ma di frequentare anche un ambiente attivo e dinamico sul piano politico e culturale, come lui stesso ricorderà molti anni dopo: «Milano, nelle ore piccole. L'Orologio. Una trattoria che era anche un caffè e diventava nella notte un club di conversazioni politiche e di sottigliezze intellettuali. Era il ritrovo dei democratici. […] All'Orologio gravitava l'ambiente del vecchio Secolo. C'era-fra gli altri-Goldbaker, un pamphletaire argutissimo-sotto lo pseudonimo di Bertoldo Schwarz» 3 .
stampato in italia nel mese di dicembre 2020 per conto di Pellegrini Editore Via camposano, 41-87... more stampato in italia nel mese di dicembre 2020 per conto di Pellegrini Editore Via camposano, 41-87100 cosenza tel.
«A scuola della pandemia»: potrebbe sembrare il titolo suggestivo di un articolo di giornale o di... more «A scuola della pandemia»: potrebbe sembrare il titolo suggestivo di un articolo di giornale o di un libro. In realtà l'attuale pandemia da Covid-19, che da oltre due anni imperversa nel mondo, in molte sue dimensioni è stata motrice di forti cambiamenti, così penetranti e diffusi, da essere percepiti come sempre esistiti nei modelli sociali e umani delle comunità su scala mondiale. Mascherine, quarantene, lockdown, vaccinazioni, distanziamento, così come la didattica a distanza per le scuole e le università, sono alcuni esempi dei cambiamenti che la pandemia ha prodotto negli ultimi due anni. La dad è stata una necessità derivante dall'emergenza sanitaria, ma anche da non pochi limiti che strutturalmente le scuole italiane ancora oggi presentano e all'orizzonte non si profila nessun reale intervento: "classi pollaio", strutture non adeguate, trasporti insufficienti, sono quelli più sintomatici. Nel sistema scolastico e universitario, dunque, la pandemia ha apportato, in tempi brevissimi, cambiamenti sostanziali, soprattutto concernenti il processo di insegnamento-apprendimento, come dimostra l'attuazione della didattica a distanza e l'utilizzo massiccio delle TIC nelle esperienze didattiche. L'utilizzo del digitale nella didattica non era un'assoluta novità per il sistema scolastico italiano. Già dai primi anni duemila, nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, erano state introdotte gradualmente LIM, ebook, piattaforme education, nuove metodologie didattiche basate sull'utilizzo del digitale. Ma questi cambiamenti spesso erano stati superficiali, a macchia di leopardo, più osannati a livello di legislazione e discorso politico che reali protagonisti nelle esperienze didattiche 1. La didattica a distanza invece ha prodotto una rivoluzione nei tempi e negli spazi, nelle metodologie, costringendo anche i docenti meno inclini al digitale verso una transizione forzata. La "scuola della pandemia" ha prodotto una serie di cambiamenti nella didattica che, anche quando l'emergenza sanitaria sarà superata-si spera a breve-, non saranno del tutto dimenticati, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado e nelle università (Zannini, 2021). Molto probabilmente la didattica a distanza non sostituirà mai il modello tradizionale di scuola in presenza, ma diventerà integrativa di quest'ultima. Ma condividiamo con
Giuseppe Ferraro, 2021
Didattica della storia e prima guerra mondiale
Giuseppe Ferraro, 2021
Questo volume intende contribuire alla diffusione della conoscenza e al dibattito storiografico p... more Questo volume intende contribuire alla diffusione della conoscenza e al dibattito storiografico positivamente oggi in corso attorno alla storia di quel complesso fenomeno storico sociale, politico, culturale e militare che va sotto il nome di
grande brigantaggio. Mira a farlo offrendo una rassegna storiografica di quanto,
da ormai più di un secolo e mezzo, è andato scrivendosi sul brigantaggio, nei
suoi caratteri unitari e nelle sue articolazioni e differenziazioni territoriali.
Giuseppe Ferraro, 2022
Quest’opera nasce a partire dagli interventi presentati nel corso del seminario di ricerca della... more Quest’opera nasce a partire dagli interventi presentati nel corso del seminario di ricerca della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO) dal titolo Classi dirigenti e
territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso
italiano (1861-2015), organizzato tra fine 2016 e inizio 2017,con il coordinamento del Centro
di ricerca “Guido Dorso” per lo studio del pensiero meridionalistico di Avellino. Il volume è stato
concepito come un’opportunità per saggiare la vitalità di un settore specifico della storiografia
relativa all’Italia contemporanea: quello degli studi dei vari segmenti della classe dirigente del
nostro Paese dal Risorgimento ai nostri giorni, attraverso un confronto diretto tra ricercatori,
con un’attenzione alle peculiarità territoriali e alle fratture politico-istituzionali vissute nel corso
della vicenda unitaria. Il lavoro offre al lettore un quadro ricco e variegato di ricerche sia per i
differenti focus su territori e settori delle classi dirigenti italiane, sia per i differenti approcci proposti e le tipologie di fonti utilizzate dagli autori.
Giuseppe Ferraro, 2021
The book series "Geographies of the Anthropocene" edited by Association for Scientific Promotion ... more The book series "Geographies of the Anthropocene" edited by Association for Scientific Promotion "Il Sileno" (Il Sileno Edizioni) will discuss the new processes of the Anthropocene epoch through the various worldviews of geoscientists and humanists, intersecting disciplines of Geosciences,
Didattica della storia, educazione civica, brigantaggio, risorgimento.
Giuseppe Ferraro, 2020
Nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, il tema della Prima guerra mondiale pu... more Nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado, il tema della Prima guerra mondiale può diventare un terreno abbastanza accidentato per la complessità e la ricchezza dei contenuti, oppure una risorsa sia per i docenti che per i gruppi classe, anche in relazione alla didattica a distanza. In questo articolo si è pensato di offrire ai docenti alcuni suggerimenti e pratiche su come rendere la lezione frontale su tale argomento più efficace, curiosa, funzionale a valorizzare le attività laboratoriali e, in caso della didattica a distanza, le ore asincrone[1].
Le considerazioni contenute in questo articolo nascono dalle esperienze svolte in molte scuole secondarie, promosse dalla sezione didattica dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, e sono state oggetto di una relazione, esposta dall’autore nell’ambito del Terzo seminario nazionale SISSCO di didattica della storia (Siracusa, 12-13 aprile 2019)
Giuseppe Ferraro, 2020
Il «Gazzettino di Wonbaraccopoli» e «L’Attesa» sono due esperienze giornalistiche nate nel campo ... more Il «Gazzettino di Wonbaraccopoli» e «L’Attesa» sono due esperienze giornalistiche nate nel campo di prigionia di Dunaszerdahely, allora in territorio ungherese, durante gli anni della Prima guerra mondiale.
Un tassello di quella guerra di “carte e di parole” che tra il 1914 e il 1918 si sviluppò nel fronte interno, in trincea e anche nei campi di prigionia.
Facevano parte delle attività messe in atto dai prigionieri per ricreare, per quanto possibile, nei campi di prigionia alcuni tratti della vita civile.
Nonostante la censura e i controlli che subivano queste forme di stampa “coatta”, ci permettono di avere una visione dall’interno della vita dei prigionieri, della loro dimensione psicologica, del significato della guerra, delle logiche di gestione e organizzazione su cui si basavano i singoli campi di prigionia.
Le loro pagine offrivano uno spaccato dettagliato e a volte pittoresco della comunità di prigionia, ma furono anche un modo per vivere e sopravvivere alle dure condizioni di vita, all’abbattimento morale e umano, al sentirsi considerati in Patria potenziali disertori o traditori che avevano evitato con la prigionia la guerra in trincea.
Ormai, ad un secolo dalla fine della Grande guerra, queste fonti sembrano non aver esaurito la loro pregnanza e rappresentano un originale tassello di quegli anni decisivi per la storia mondiale.
Giuseppe Ferraro
Il lavoro analizza la vita di prigionia durante gli anni della Prima guerra mondiale. Soprattutto... more Il lavoro analizza la vita di prigionia durante gli anni della Prima guerra mondiale. Soprattutto valorizza l'esperienza giornalistica nei campi di prigionia austroungarici.
Secondo quali modalità queste esperienze sono state influenzate dalle misure costrittive dalle quali hanno tentato di divincolarsi e viceversa?
Giuseppe
Biografia del ministro Luigi Torelli, prefetto di Palermo durante la rivolta denominata del sette... more Biografia del ministro Luigi Torelli, prefetto di Palermo durante la rivolta denominata del sette e mezzo.
Orphans (Italy), in 1914-1918-online. International Encyclopedia of the First World War, ed. by Ute Daniel, Peter Gatrell, Oliver Janz, Heather Jones, Jennifer Keene, Alan Kramer, and Bill Nasson, issued by Freie Universität Berlin, Berlin 2018-07-03.
Si tratta della biografia di Miche Pironti esponente di spicco della classe dirigente liberale de... more Si tratta della biografia di Miche Pironti esponente di spicco della classe dirigente liberale della destra storia, ministro della giustizia, perseguitato borbonico.
deportazione sudditi coloniali e confino in Italia durante il fascismo
L'interventismo in Calabria
La situazione sociale e politica nella calabria post-unitaria
Unificazione italiana, classi dirigenti
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In che modo la memoria dei luoghi del fascismo somiglia a quanto è avvenuto in altri stati con esperienze analoghe?
Il volume indaga questi temi a partire da alcuni luoghi particolarmente significativi nella storia italiana (presenti in città come Roma, Milano, Latina, Livorno, Padova o in piccoli centri della Calabria) e di alcuni paesi europei (Germania, Spagna, Portogallo). Il lavoro si inserisce in un ampio progetto di ricerca dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri finalizzato alla mappatura dei luoghi della memoria commemorativa del fascismo in Italia.
grande brigantaggio. Mira a farlo offrendo una rassegna storiografica di quanto,
da ormai più di un secolo e mezzo, è andato scrivendosi sul brigantaggio, nei
suoi caratteri unitari e nelle sue articolazioni e differenziazioni territoriali.
territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso
italiano (1861-2015), organizzato tra fine 2016 e inizio 2017,con il coordinamento del Centro
di ricerca “Guido Dorso” per lo studio del pensiero meridionalistico di Avellino. Il volume è stato
concepito come un’opportunità per saggiare la vitalità di un settore specifico della storiografia
relativa all’Italia contemporanea: quello degli studi dei vari segmenti della classe dirigente del
nostro Paese dal Risorgimento ai nostri giorni, attraverso un confronto diretto tra ricercatori,
con un’attenzione alle peculiarità territoriali e alle fratture politico-istituzionali vissute nel corso
della vicenda unitaria. Il lavoro offre al lettore un quadro ricco e variegato di ricerche sia per i
differenti focus su territori e settori delle classi dirigenti italiane, sia per i differenti approcci proposti e le tipologie di fonti utilizzate dagli autori.
Le considerazioni contenute in questo articolo nascono dalle esperienze svolte in molte scuole secondarie, promosse dalla sezione didattica dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, e sono state oggetto di una relazione, esposta dall’autore nell’ambito del Terzo seminario nazionale SISSCO di didattica della storia (Siracusa, 12-13 aprile 2019)
Un tassello di quella guerra di “carte e di parole” che tra il 1914 e il 1918 si sviluppò nel fronte interno, in trincea e anche nei campi di prigionia.
Facevano parte delle attività messe in atto dai prigionieri per ricreare, per quanto possibile, nei campi di prigionia alcuni tratti della vita civile.
Nonostante la censura e i controlli che subivano queste forme di stampa “coatta”, ci permettono di avere una visione dall’interno della vita dei prigionieri, della loro dimensione psicologica, del significato della guerra, delle logiche di gestione e organizzazione su cui si basavano i singoli campi di prigionia.
Le loro pagine offrivano uno spaccato dettagliato e a volte pittoresco della comunità di prigionia, ma furono anche un modo per vivere e sopravvivere alle dure condizioni di vita, all’abbattimento morale e umano, al sentirsi considerati in Patria potenziali disertori o traditori che avevano evitato con la prigionia la guerra in trincea.
Ormai, ad un secolo dalla fine della Grande guerra, queste fonti sembrano non aver esaurito la loro pregnanza e rappresentano un originale tassello di quegli anni decisivi per la storia mondiale.
Secondo quali modalità queste esperienze sono state influenzate dalle misure costrittive dalle quali hanno tentato di divincolarsi e viceversa?
In che modo la memoria dei luoghi del fascismo somiglia a quanto è avvenuto in altri stati con esperienze analoghe?
Il volume indaga questi temi a partire da alcuni luoghi particolarmente significativi nella storia italiana (presenti in città come Roma, Milano, Latina, Livorno, Padova o in piccoli centri della Calabria) e di alcuni paesi europei (Germania, Spagna, Portogallo). Il lavoro si inserisce in un ampio progetto di ricerca dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri finalizzato alla mappatura dei luoghi della memoria commemorativa del fascismo in Italia.
grande brigantaggio. Mira a farlo offrendo una rassegna storiografica di quanto,
da ormai più di un secolo e mezzo, è andato scrivendosi sul brigantaggio, nei
suoi caratteri unitari e nelle sue articolazioni e differenziazioni territoriali.
territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso
italiano (1861-2015), organizzato tra fine 2016 e inizio 2017,con il coordinamento del Centro
di ricerca “Guido Dorso” per lo studio del pensiero meridionalistico di Avellino. Il volume è stato
concepito come un’opportunità per saggiare la vitalità di un settore specifico della storiografia
relativa all’Italia contemporanea: quello degli studi dei vari segmenti della classe dirigente del
nostro Paese dal Risorgimento ai nostri giorni, attraverso un confronto diretto tra ricercatori,
con un’attenzione alle peculiarità territoriali e alle fratture politico-istituzionali vissute nel corso
della vicenda unitaria. Il lavoro offre al lettore un quadro ricco e variegato di ricerche sia per i
differenti focus su territori e settori delle classi dirigenti italiane, sia per i differenti approcci proposti e le tipologie di fonti utilizzate dagli autori.
Le considerazioni contenute in questo articolo nascono dalle esperienze svolte in molte scuole secondarie, promosse dalla sezione didattica dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, e sono state oggetto di una relazione, esposta dall’autore nell’ambito del Terzo seminario nazionale SISSCO di didattica della storia (Siracusa, 12-13 aprile 2019)
Un tassello di quella guerra di “carte e di parole” che tra il 1914 e il 1918 si sviluppò nel fronte interno, in trincea e anche nei campi di prigionia.
Facevano parte delle attività messe in atto dai prigionieri per ricreare, per quanto possibile, nei campi di prigionia alcuni tratti della vita civile.
Nonostante la censura e i controlli che subivano queste forme di stampa “coatta”, ci permettono di avere una visione dall’interno della vita dei prigionieri, della loro dimensione psicologica, del significato della guerra, delle logiche di gestione e organizzazione su cui si basavano i singoli campi di prigionia.
Le loro pagine offrivano uno spaccato dettagliato e a volte pittoresco della comunità di prigionia, ma furono anche un modo per vivere e sopravvivere alle dure condizioni di vita, all’abbattimento morale e umano, al sentirsi considerati in Patria potenziali disertori o traditori che avevano evitato con la prigionia la guerra in trincea.
Ormai, ad un secolo dalla fine della Grande guerra, queste fonti sembrano non aver esaurito la loro pregnanza e rappresentano un originale tassello di quegli anni decisivi per la storia mondiale.
Secondo quali modalità queste esperienze sono state influenzate dalle misure costrittive dalle quali hanno tentato di divincolarsi e viceversa?