Papers by Paola Marinetto
Italiano linguadue, Jun 23, 2024
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), Jun 30, 2022
Italiano LinguaDue
La dialogicità nei testi scritti, pubblicato da Pacini (collana "Testi e culture in Europa") nel ... more La dialogicità nei testi scritti, pubblicato da Pacini (collana "Testi e culture in Europa") nel 2022, è un interessante saggio di Emilia Calaresu, che si muove, come gli altri scritti della studiosa, nell'ambito della pragmatica e delle relazioni tra pragmatica e linguistica. Nasce dichiaratamente come sviluppo degli studi e delle riflessioni che hanno originato il capitolo sulla dialogicità, già pubblicato nel quinto volume, dedicato alla testualità, di Storia dell'italiano scritto (d'ora in poi SIS), curato da Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tommasin per Carocci. Si tratta in parte di ampliamenti di idee già espresse nel più contenuto saggio precedente, spesso però analizzate più approfonditamente anche attraverso nuovi esempi. Come recita la premessa, l'autrice intende «individuare e discutere costanti pragmatiche significative delle attività metadiscorsive» presenti in testi di autori, epoche e generi diversi, nella convinzione che l'aspetto enunciativo sia presente, in forma più o meno esplicita, in tutti i testi scritti. Le riflessioni contenute nel saggio vengono proposte sulla base di alcuni assunti fondamentali di tipo pragmatico (che si possono individuare, talvolta 'intravedere' nei capitoli iniziali del volume) che provo qui a sintetizzare, con l'obiettivo di inquadrarlo correttamente sul piano culturale. In primo luogo la lingua scritta nasce dalla lingua parlata e segnatamente «dalle conversazioni in compresenza» (si vedano su questo in particolare la nota 14 di pagina 15 e la nota 15 di pagina 16) ed è quindi intrinsecamente dialogica, «anche quando l'agente umano è, o sembrerebbe essere, uno solo» (pag. 11). L'io scrivente (a volte ben occultato) necessita di un interlocutore (colui o coloro con cui interloquisce), e talvolta anche di un destinatario distinto dall'interlocutore (ossia la persona o le persone per le quali il discorso viene prodotto). Rende bene tale duplicità del ricevente il proverbio Parlare a nuora perché suocera intenda, dove il ruolo di interlocutrice viene assegnato alla nuora, quando la destinataria è in realtà la suocera. Lo scritto dunque è di natura dialogica anche quando non mostra tale caratteristica in maniera evidente, in quanto interlocutore e destinatario possono rimanere impliciti e l'io scrivente ben occultato all'interno di un prodotto apparentemente monologico. È questa proprietà che viene definita dalla studiosa dialogicità primaria, e che mi sembra il centro della sua riflessione, essendo considerata la cornice necessaria di qualunque testo, anche se talvolta rimane implicita. In certi testi, invece, l'interazione col lettore risulta maggiormente visibile in luoghi specifici, come le prefazioni e le introduzioni (se autoriali) e in tutto l'apparato del paratesto (rubriche, sottotitoli, indici e sommari, note…) che, in prospettiva diacronica, è stato progressivamente introdotto tra il basso Medioevo (con l'utilizzo della carta al posto della pergamena) e l'adozione della stampa. Lo spostamento dall'intratesto al paratesto non viene qui sviluppato e non trova altrove una sintesi complessiva, ma ne vengono dati suggerimenti di approfondimento, soprattutto nella nota 143 di pag. 58-59.
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dellitaliano-scritto-v-testualita Il quinto volume di Storia dell'Italiano Scritto, intitolato Te... more dellitaliano-scritto-v-testualita Il quinto volume di Storia dell'Italiano Scritto, intitolato Testualità è dedicato alla dimensione testuale, come segnala il saggio introduttivo di Massimo Palermo. L'opera, complessivamente in sei volumi, è curata da Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin, ed è uscita in tempi diversi: nel 2014 i primi tre volumi, dedicati rispettivamente alla poesia, alla prosa letteraria e all'italiano dell'uso; nel 2018 il quarto volume, Grammatiche e nel 2021 gli ultimi due (oltre a Testualità, il sesto volume Pratiche di scrittura). A detta degli stessi curatori, l'opera poteva considerarsi conclusa con l'uscita del quarto volume, dal momento che l'impianto generale riguardava e riguarda le varietà e i generi dell'italiano nella sua variabile scritta, in dimensione diacronica e inteso sia come lingua letteraria sia come lingua d'uso. Tuttavia la testualità è un settore che richiedeva operazioni di inquadramento, messa a punto e confronto tra le riflessioni di studiosi diversi, oltre che «una ricostruzione sistematica dell'evoluzione storica dei singoli aspetti» (pag. 15). Il quinto volume assolve a tali funzioni. Una fitta trama di collegamenti (segnali di un lavoro anche di aggiustamento reciproco) restituisce infatti i singoli contributi come capitoli di un unico tema. Destinatari dell'opera sono studentesse/studenti e studiose/studiosi di linguistica, che possono trovare una sistematizzazione della materia, dei riferimenti teorici (anche questi in dimensione diacronica), una messa a punto dei concetti centrali che riguardano la lingua scritta e una ricca ma controllata bibliografia.
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L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione de... more L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione del testo che sono segnali della sua polifonia, ossia della compresenza di voci e pensieri diversi, affiancati o sovrapposti a quelli dell’autore. Nei testi vi sono infatti a volte, oltre al Discorso Riportato, elementi più nascosti e sfuggenti, che lasciano intravedere un distanziamento (o, viceversa, un’accettazione) dell’autore rispetto a dei punti di vista diversi dal suo. L’articolo ha intenti didattici e, attraverso l’analisi di due testi di tipo espositivo/argomentativo utilizzati nei corsi di scrittura di sintesi con gli studenti universitari, mette in luce come l’utilizzo dei capoversi (segnali a loro volta dei Movimenti Testuali), e alcune scelte lessicali e sintattiche possano aiutare il lettore nell’individuazione della polifonia. Identifying polyphony in expository-argumentative texts: when the paragraphs help The article aims at identifying the “tools” related to text langu...
Italiano LinguaDue, 2020
Questa seconda pubblicazione rendeva maggiormente accessibile il denso contenuto del volume del 2... more Questa seconda pubblicazione rendeva maggiormente accessibile il denso contenuto del volume del 2014, nel quale si organizzavano, ordinavano e riformulavano riflessioni precedenti della studiosa nell'ambito della linguistica del testo, in dialogo anche con altre discipline, come la pragmatica (particolarmente Sbisà), o la grammatica della fase semplice e complessa (particolarmente Prandi). Anche in relazione alle collane che li ospitano, i volumi sopracitati sono diversi fra loro: fondamentale, appunto, e approfondito, con linguaggio da 'addetti ai lavori', il primo (2014); maggiormente divulgativo il secondo (2019) e con taglio didattico (condensato rispetto al primo, approfondito rispetto al secondo) quest'ultimo volume Le strutture del testo scritto, quasi un piccolo manuale per studenti universitari, dove la parte teorica (scritta da Angela Ferrari) viene accompagnata da esercizi che sono curati, per i capitoli 3 e 5, da Luciano Zampese, e per i capitoli 4 e 6 da Letizia Lala. Si tratta di esercizi di riconoscimento, di modifica e di correzione, sempre in funzione testuale-comunicativa, dei fenomeni osservati. Una batteria significativa di attività, in cui si opera, come per la parte teorica, quasi esclusivamente su testi reali (equamente distribuiti tra articoli tratti da giornali nazionali e saggi anche di natura linguistica) e, in sott'ordine, testi narrativi e che possono essere un utile sussidio alla didattica rivolta a studenti universitari, funzionale sia all'analisi dei fenomeni linguistici, sia alla scrittura. Gli esercizi contengono dei piccoli box, chiamati Avvertenze, che hanno espliciti intenti didattici: segnalare difficoltà, richiamare concetti, dare indicazioni pratiche sulla soluzione degli esercizi. Le modalità espositive della parte teorica del volume sono simili a quelle dei saggi precedenti. Si procede per cerchi concentrici: prima una caratterizzazione generale del testo scritto (cap. 2), poi la presentazione delle unità del testo (cap. 3, con esercizi). Vengono di seguito analizzati in sequenza i piani all'interno dei quali si collegano le unità del testo: quello tematico referenziale, quello logico-argomentativo e quello enunciativopolifonico (capitoli 4, 5, 6, con apparato didattico). L'impianto risulta più compatto e chiaro rispetto al saggio di riferimento del 2014: qui, ad esempio, vengono parzialmente integrate nei capitoli 4-6 le osservazioni su coerenza e coesione che lì vedevano invece dei capitoli dedicati. Questa scelta risulta maggiormente coerente con il taglio complessivo del modello, dove gli aspetti della
Background: Microbial lipases are utilized widely in industrial fields, and the LipA lipase produ... more Background: Microbial lipases are utilized widely in industrial fields, and the LipA lipase produced by Burkholderia glumae PG1 has been used for the production of enantiopure pharmaceuticals. However, efficient lipase expression and secretion are still problematic. LipA is encoded in an operon that also contains the lipase-specific foldase gene lipB. The purpose of this study was to enhance the production of active lipase by overexpressing lipAB in B. glumae PG1 using a host-vector system.Results: The lipAB operon, isolated from the genomic DNA of B. glumae PG1, was directly cloned into broad-host-range vectors, with pBBR1 or pRk2 backbones, using the Red/ET recombination system and then transformed into the original host strain. Lipase activity of the derivative strains, including PG1/Bl and PG1/Rl, were evaluated. When 1% olive oil was included in the growth medium, the maximum activities of the resultant strains were approximately 39.5- and 15.3-fold higher, respectively, than t...
Italiano LinguaDue, 2020
RIFLESSIONE SULLA LINGUA E MODELLO VALENZIALE Atti dei corsi di formazione per insegnanti sulla g... more RIFLESSIONE SULLA LINGUA E MODELLO VALENZIALE Atti dei corsi di formazione per insegnanti sulla grammatica valenziale: "C'è grammatica e grammatica…". Università degli Studi di Padova ottobre/febbraio 2017/2018 - ottobre/giugno 2018-2019. A cura di Elena Maria Duso e Walter Paschetto. Contributi di Elena Maria Duso, Maria G. Lo Duca, Donatella Lovison, Cristiana De Santis, Elena Martinelli, Claudia Provenzano, Laura Vanelli, Michele Prandi, Diana Vedovato e Vera Zanette, Federica di Maria, Chiara Giannone, Paola Iannacci e Paola Marinetto, Maria Rizzato.
Partendo dalle difficoltà di comprensione di studenti del primo anno di università, l'autrice... more Partendo dalle difficoltà di comprensione di studenti del primo anno di università, l'autrice focalizza su una zona sensibile della semantica: l'individuazione di voci diverse in un testo. Si tratta dell'aspetto enunciativo del discorso, centrale quando l'avvicendamento dei punti di vista si avvicina alla polifonia. L'ipotesi didattica è che gli strumenti narratologici, ormai un po' consunti, possano diventare delle leve per una didattica attiva di tipo laboratoriale che ponga gli studenti davanti a problemi interpretativi cui siano motivati a dare delle risposte. One aspect of understanding: recognizing points of view. Individual competence with social value Starting from the comprehension difficulties of first-year university students, the author focuses on a sensitive area of semantics: the identification of different voices in a text. This is the enunciative aspect of discourse, which is central when the alternation of points of view approaches polyphony....
L'articolo pone l'accento sull'importanza della macrostruttura nella comprensione del... more L'articolo pone l'accento sull'importanza della macrostruttura nella comprensione del testo. Per arrivare alla sua costruzione, la mente compie una serie di operazioni linguistico-cognitive, avvalendosi non solo delle informazioni reperibili nel testo, ma anche di schemi della mente, fra i quali vi sono gli schemi testuali. Nei testi espositivi, dove non è individuabile una struttura testuale forte che guidi la comprensione, sono l'intelaiatura gerarchica delle informazioni e le connessioni logico-testuali tra le parti che aiutano a mettere a fuoco la macrostruttura. Il percorso didattico proposto, di tipo laboratoriale, rivolto a studenti del primo anno di università che devono assolvere agli Obblighi Formativi Aggiuntivi, cerca di seguire e supportare le tappe del processo di comprensione che portano dall'individuazione della coerenza locale alla rappresentazione semantica globale del testo. Schemes and macrostructures in expository texts: an active role in und...
e riformulavano riflessioni precedenti della studiosa nell'ambito della linguistica del testo, in... more e riformulavano riflessioni precedenti della studiosa nell'ambito della linguistica del testo, in dialogo anche con altre discipline, come la pragmatica (particolarmente Sbisà), o la grammatica della fase semplice e complessa (particolarmente Prandi). Anche in relazione alle collane che li ospitano, i volumi sopracitati sono diversi fra loro: fondamentale, appunto, e approfondito, con linguaggio da 'addetti ai lavori', il primo (2014); maggiormente divulgativo il secondo (2019) e con taglio didattico (condensato rispetto al primo, approfondito rispetto al secondo) quest'ultimo volume Le strutture del testo scritto, quasi un piccolo manuale per studenti universitari, dove la parte teorica (scritta da Angela Ferrari) viene accompagnata da esercizi che sono curati, per i capitoli 3 e 5, da Luciano Zampese, e per i capitoli 4 e 6 da Letizia Lala. Si tratta di esercizi di riconoscimento, di modifica e di correzione, sempre in funzione testuale-comunicativa, dei fenomeni osservati. Una batteria significativa di attività, in cui si opera, come per la parte teorica, quasi esclusivamente su testi reali (equamente distribuiti tra articoli tratti da giornali nazionali e saggi anche di natura linguistica) e, in sott'ordine, testi narrativi, e che possono essere un utile sussidio alla didattica rivolta a studenti universitari, funzionale sia all'analisi dei fenomeni linguistici, sia alla scrittura. Gli esercizi contengono dei piccoli box, chiamati Avvertenze, che hanno espliciti intenti didattici: segnalare difficoltà, richiamare concetti, dare indicazioni pratiche sulla soluzione degli esercizi. Le modalità espositive della parte teorica del volume sono simili a quelle dei saggi precedenti. Si procede per cerchi concentrici: prima una caratterizzazione generale del testo scritto (cap. 2), poi la presentazione delle unità del testo (cap. 3, con esercizi). Vengono di seguito analizzati in sequenza i piani all'interno dei quali si collegano le unità del testo: quello tematico referenziale, quello logico-argomentativo e quello enunciativopolifonico (capitoli 4, 5, 6, con apparato didattico). L'impianto risulta più compatto e chiaro rispetto al saggio di riferimento del 2014: qui, ad esempio, vengono parzialmente integrate nei capitoli 4-6 le osservazioni su coerenza e coesione che lì vedevano invece dei capitoli dedicati. Questa scelta risulta maggiormente coerente con il taglio complessivo del modello, dove gli aspetti della coerenza e della coesione sono integrati tra loro e costituiscono una parziale novità rispetto al modo di procedere (ormai divenuto familiare anche attraverso i manuali scolastici) dove coerenza e coesione sembrano spesso porsi su piani diversi.
Quale importanza ha rivestito la rappresentazione grafica della frase semplice nella grammatica t... more Quale importanza ha rivestito la rappresentazione grafica della frase semplice nella grammatica tradizionale? E la rappresentazione della frase complessa? È utile, una volta scelto un modello, rappresentarne graficamente i nodi fondanti e le relazioni che li legano? Quale impatto ha la visualizzazione degli schemi negli studenti, non solo della scuola primaria, ma anche in quelli della secondaria di primo e di secondo grado? La rappresentazione più nota e diffusa del modello valenziale è in grado di rispettare coerentemente la scientificità del modello e i rapporti gerarchici tra i costituenti, in particolare quelli della frase complessa? Queste sono sostanzialmente le domande che le autrici del contributo si sono poste e alle quali hanno cercato di dare risposta sulla base della loro esperienza didattica nella scuola secondaria di primo e secondo grado, dei numerosi corsi di formazione e dell'analisi della rappresentazione radiale finora più coerente con il modello valenziale. ...
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