Conference Presentations by Roberta Colavecchio
Roberta Colavecchio in conversation with Dacia Manto
video-essay (texts by Roberta Colavecchio, ... more Roberta Colavecchio in conversation with Dacia Manto
video-essay (texts by Roberta Colavecchio, images by Dacia Manto, editing by Fabio Tiriticco)
A contribution to the official presentation of the digital platform "M.A.M. - Matri-Archive of the Mediterranean" and research project by Prof. Silvana Carotenuto (Università di Napoli, L'Orientale) with researchers Beatrice Ferrara, Annalisa Piccirillo, Manuela Esposito, Celeste Ianniciello, and Roberta Colavecchio. Graphics by Alessandro Ventura, Intuizioni Creative.
The theoretical reflections and the cultural challenges the paper intends to propose come directl... more The theoretical reflections and the cultural challenges the paper intends to propose come directly from my PhD research project. Based on postcolonial and cultural studies stance on complex cultural processes and expressions, my PhD research approaches the question of ‘nature’ from a double perspective, that attempts to put the complex debate about ecology (for which I especially draw on the transversal and networked vision theorized by Félix Guattari and then further elaborated by Bruno Latour) in intra-action with the feminist theoretical contribution to the recent controversial debate on New Materialism, and particularly with the evocations inspired by Karen Barad’s intra-disciplinary, intra-acting, and diffractive approach to complex cultural issues. Given this premise, the paper will depict a contact-zone where disciplinary boundaries among philosophy, art, ecology, technology and science fall down to allow for new hybrid cultural challenges to arise. In the frame of contemporary ecological debate and starting from Derridean concept of difference the paper will be an attempt to connect the issues of Deconstruction to those of New Materialism, and make them intra-acting. The intra-action of Deconstruction and feminist neo-materialist thought will be specifically examined through a diffractive analysis of two new media art installations/performances, that actually enact and perform this complex practice: Tantalum Memorial (Mongrel, 2008) and Composting the City| Composting the Net (Shu Lea Cheang, 2012). The former an installation centered on telephone communication, re-cycling human voices in recorded bits of information performed by electric switches, the latter a performance composting organic residues with data debris of archival nets, both the performances enact a process of the de-construction and re- construction, unfolding as re-cycling processes of human as well as non-human matter. This post- human entangled matter arises to challenge established, fixated conceptions of being and make them ceaselessly become in the unfolding of complex networks of relations between matter and culture. In the light of the contemporary cultural debate about the relationship between art and the politics of ecology; in the light of the cultural perspective the paper attempts to suggest by registering the intra-action of deconstructive theoretical practices and neo-materialist ones, traceable in both the performances mentioned above, how can we address the question of ecology and re-think a real as well as a virtual ecosystem that ensures residues, debris, remains not only to survive but also to creatively re-cycle into new, unprecedented subjectivities? The cultural challenge the paper will pose is whether it is possible or not for Deconstruction to open up to a chaosmotic vision of culture, as it has been theorized by Félix Guattari.
Contributions to Art Projects by Roberta Colavecchio
A profound evolutionary reflection based on the comparison between the dynamics of the animal and... more A profound evolutionary reflection based on the comparison between the dynamics of the animal and the human world in relation to their food and constructed habitats.
Una profonda riflessione evolutiva basata sul confronto tra le dinamiche del mondo animale e di quello umano in relazione al cibo e all’habitat costruito.
"L’atto performativo della scrittura, che regolarmente si ripeterà durante i dieci giorni di resi... more "L’atto performativo della scrittura, che regolarmente si ripeterà durante i dieci giorni di residenza presso Castel Sant’Elmo, in occasione del progetto NATO – L’arte del presente. Il presente dell’arte, avrà come scopo quello di elaborare una risposta adeguatamente complessa, nonché formulare ulteriori interrogativi, alla domanda posta dal performer Diego Cibelli: “Come, attraverso le pratiche culturali, si possono sviluppare tecnologie dell’appartenenza?” Avvalendomi delle riflessioni di teorici che s’inseriscono all’interno di un dibattito che guarda al panorama culturale come ad una costellazione o ecologia di fenomeni in divenire, come al complesso dispiegarsi – in termini neomaterialisti – di processi che costantemente ridisegnano i rapporti e le relazioni di causalità che li determinano; accogliendo gli ulteriori stimoli, spunti di riflessione e interrogativi suggeriti dagli ospiti chiamati ad arricchire, ampliare e complessificare la prospettiva transdisciplinare che qui si è scelto di adottare rispetto alle dinamiche culturali contemporanee, il saggio che scriverò esplorerà il concetto di ‘senso di appartenenza’ (inteso come ‘attaccamento’ autocosciente e consapevole ad un sistema culturale di cui si è al contempo produttori e consumatori, fautori e fruitori, autori e destinatari), a partire dal quale le soggettività possano avanzare tentativi assertivi di riappropriazione ed empowerment controegemonico. Attraverso una lettura della cultura in chiave cibernetica, ispirata alle riflessioni di teorici quali Norbert Wiener e Gregory Bateson, che ne mettono in evidenza il carattere relazionale, processuale e sistemico, il saggio tenterà di esplorare le complesse dinamiche che vengono a delinearsi all’interno del panorama culturale contemporaneo tra la moltitudine di soggetti che lo compongono. Ricorrendo ai concetti di ‘cultura convergente’ e ‘cultura partecipativa’ introdotti da Henry Jenkins nel 2006, si riconcettualizzerà il ruolo dell’utente, dell’audience, del pubblico, in quanto ‘prosumer’, al contempo produttore e consumatore dei prodotti culturali con i quali si relaziona. Tale riconcettualizzazione atta ad enfatizzare il carattere agentivo ed assertivo dell’audience, quanto mai urgente alla luce del più recente e controverso dibattito culturale neomaterialista che registra la persistenza di una passività dei soggetti rispetto alle attuali pratiche discorsive egemoniche, sarà sostenuta attraverso esempi di agende e pratiche culturali che sono state in grado di attualizzare, in senso bergsoniano, ed attivare le potenzialità latenti dei soggetti a partire dalle quali sviluppare il suddetto ‘senso di appartenenza’, in termini politici, sociali e culturali. (Il Mondo Come l’ho Trovato – Deconstruct it. Occupy it, 2013 di Cibelli e Ciniglio; Telephone Trottoire, 2006 Tantalum Memorial e Phone Wars, 2008 di Mongrel) Tenendo a mente la carica liberatoria e democratica che già nel 1936 Walter Benjamin riconosceva alla riproduzione tecnica dei prodotti culturali, ci si interrogherà sul rapporto tra le istituzioni culturali e le loro audiences. Facendo dialogare i concetti di ‘contagio’ e ‘viralità’ con le teorie dell’imitazione e della viralità sociale di Gabriel Tarde, il saggio tenterà di porre interrogativi che possano aprire spazi di discussione, confronto e dialogo sulla maniera in cui l’istituzione museale influenzi e si lasci contaminare dal suo pubblico, sull’efficacia delle strategie di comunicazione adottate e sulla misura in cui essa sia in grado di riconoscere la complessità e la pluralità culturale che caratterizza l’attuale congiuntura storico-sociale. (E’ possibile immaginare un museo “a venire” (Derrida), un museo postcoloniale?)
Articles by Roberta Colavecchio
Until now it were mostly humans that benefited from machines, which take over difficult tasks. Bu... more Until now it were mostly humans that benefited from machines, which take over difficult tasks. But what if plants, animals and ecosystems could also take advantage of new technology? What would the world look like?
In the context of the 34th World Expo on show in Milan from May 1st to October 31st, "Garden of Machines" – a collective exhibition recently concluded at Het Nieuwe Instituut in Rotterdam – wondered about and explored the possibilities of (re)creating kinship and worlds in our next nature: a composite dynamic reality both here and yet to come. By proposing a radical vision of the future, "Garden of Machines" problematizes neo-colonial anthropocentric entanglements and announces the emergence of a potential ecosystem in which technical and organic bodies learn to live together.
Read my comment on the exhibition on my blog: http://residues.ghost.io/garden-of-machines/
R. Colavecchio, "Arte Processuale e la Condizione Post-Umana. Una Prospettiva Caosmotica sulle Pratiche Artistiche Contemporanee/Processual Art and the Post-Human Condition. A Chaosmotic Perspective on Contemporary Art Practices" in EQUIPèCO, Anno XI, n.39, 2014, pp.26-31
una prospettiva caosmotica sulle pratiche artistiche contemporanee Maglioni, Thomspon, In Search ... more una prospettiva caosmotica sulle pratiche artistiche contemporanee Maglioni, Thomspon, In Search of UIQ, 2013 "La digitalizzazione di un numero sempre più crescente di operazioni mentali e materiali non è sempre facile da riconciliare con i territori esistenziali che segnano la nostra finitudine e il desiderio di esistere."
R. Colavecchio, "Under Neon Lights: Cartografie di Parole e Materia. Una lettura Neo-Materialista della Pratica del Raccontare", in EQUIPèCO, Anno X, n.37, 2013, pp.38-45
"Un'analisi critica e una lettura neomaterialista di "Under Neon Lights", (2010) Documentario di ... more "Un'analisi critica e una lettura neomaterialista di "Under Neon Lights", (2010) Documentario di Ivano De Simone – durata 24:51 min.
Umberto Pintore è un artigiano napoletano: sagomature di luci al neon. I suoi manufatti spaziano dall’insegna da bar alle commissioni di artisti di fama internazionale (Kosuth, Merz). Diramandosi all’interno di uno spazio urbano diversificato, i neon di Pintore tracciano molteplici traiettorie di senso accuratamente ripercorse da De Simone nel suo documentario. Facendo interagire linguaggi differenti (materico, percettivo, verbale, filmico e sonoro), senza perdere la dimensione sensoriale, materiale e viscerale alla base del rapporto tra artista e materia, Under Neon Lights offre molteplici spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura di una Napoli globalizzata, contaminata e tuttavia resistente a quell’omologazione e appiattimento culturale in cui, solitamente, il senso comune traduce i processi di globalizzazione.
A critical analysis and a neomaterialist reading of "Under Neon Lights", (2010) Documentary by Ivano De Simone – 24:51 min.
Umberto Pintore is a Neapolitan artisan shaping neon tubes. His products range from bar signs to works commissioned by famous international artists (Kosuth, Merz). Branching off in a diversified urban space, Pintore’s neon tubes mark multiple trajectories of meaning accurately retraced by De Simone in his documentary. By putting in interaction different languages (material, perceptual, verbal, filmic, auditory), and keeping the sensorial, material, and visceral dimension at the basis of the relationship between artist and matter, Under Neon Lights offers multiple starting points and possible interpretations of a globalized Naples, contaminated and yet resistant to that cultural uniformity into which common sense generally translates the processes of globalization.
trailer: http://www.youtube.com/watch?v=DYwg_KQvf04
full documentary: http://www.youtube.com/watch?v=n62jGdQ8QVI "
Papers by Roberta Colavecchio
Putting the complex debate about ecology (for which the essay will draw on the transversal and ne... more Putting the complex debate about ecology (for which the essay will draw on the transversal and networked vision theorized by Félix Guattari) in dialogue with Rosi Braidotti's neomaterialist, postanthopocentric and zoepolitical perpective on contemporary posthuman condition, the article will attempt to reflect on the dynamics of contemporary postcolonial capitalism. The paper will propose a posthuman analysis of a series of works by the art collective Mongrel and its spin-off YoHa, which focus on hegemonic ecologies of power connected to mineral matters that are central to the assemblage of technological devices: Tantalum Memorial (Mongrel, 2008), Aluminium (YoHa, 2008), Coal Fired Computers (YoHa, 2010). The first an installation centered on telephone communication, re-cycling human voices in recorded bits of information; the second a graphic book and a video, compos(t)ing images and data debris of archival nets; the last one an installation of intra- acting human (lung), natura...
Books by Roberta Colavecchio
Ritorni Critici - La sfida degli studi culturali e postcoloniali, I. Chambers, L. Curti, M. Quadraro (Eds.), Meltemi, 2018
https://www.meltemieditore.it/catalogo/ritorni-critici/
Femminismi Futuri, Teorie | Poetiche | Fabulazioni, Lidia Curti (Ed.), Iacobelli Editore, 2019
https://www.iacobellieditore.it/catalogo/femminismi-futuri/
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Conference Presentations by Roberta Colavecchio
video-essay (texts by Roberta Colavecchio, images by Dacia Manto, editing by Fabio Tiriticco)
A contribution to the official presentation of the digital platform "M.A.M. - Matri-Archive of the Mediterranean" and research project by Prof. Silvana Carotenuto (Università di Napoli, L'Orientale) with researchers Beatrice Ferrara, Annalisa Piccirillo, Manuela Esposito, Celeste Ianniciello, and Roberta Colavecchio. Graphics by Alessandro Ventura, Intuizioni Creative.
Contributions to Art Projects by Roberta Colavecchio
Una profonda riflessione evolutiva basata sul confronto tra le dinamiche del mondo animale e di quello umano in relazione al cibo e all’habitat costruito.
Articles by Roberta Colavecchio
In the context of the 34th World Expo on show in Milan from May 1st to October 31st, "Garden of Machines" – a collective exhibition recently concluded at Het Nieuwe Instituut in Rotterdam – wondered about and explored the possibilities of (re)creating kinship and worlds in our next nature: a composite dynamic reality both here and yet to come. By proposing a radical vision of the future, "Garden of Machines" problematizes neo-colonial anthropocentric entanglements and announces the emergence of a potential ecosystem in which technical and organic bodies learn to live together.
Read my comment on the exhibition on my blog: http://residues.ghost.io/garden-of-machines/
Umberto Pintore è un artigiano napoletano: sagomature di luci al neon. I suoi manufatti spaziano dall’insegna da bar alle commissioni di artisti di fama internazionale (Kosuth, Merz). Diramandosi all’interno di uno spazio urbano diversificato, i neon di Pintore tracciano molteplici traiettorie di senso accuratamente ripercorse da De Simone nel suo documentario. Facendo interagire linguaggi differenti (materico, percettivo, verbale, filmico e sonoro), senza perdere la dimensione sensoriale, materiale e viscerale alla base del rapporto tra artista e materia, Under Neon Lights offre molteplici spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura di una Napoli globalizzata, contaminata e tuttavia resistente a quell’omologazione e appiattimento culturale in cui, solitamente, il senso comune traduce i processi di globalizzazione.
A critical analysis and a neomaterialist reading of "Under Neon Lights", (2010) Documentary by Ivano De Simone – 24:51 min.
Umberto Pintore is a Neapolitan artisan shaping neon tubes. His products range from bar signs to works commissioned by famous international artists (Kosuth, Merz). Branching off in a diversified urban space, Pintore’s neon tubes mark multiple trajectories of meaning accurately retraced by De Simone in his documentary. By putting in interaction different languages (material, perceptual, verbal, filmic, auditory), and keeping the sensorial, material, and visceral dimension at the basis of the relationship between artist and matter, Under Neon Lights offers multiple starting points and possible interpretations of a globalized Naples, contaminated and yet resistant to that cultural uniformity into which common sense generally translates the processes of globalization.
trailer: http://www.youtube.com/watch?v=DYwg_KQvf04
full documentary: http://www.youtube.com/watch?v=n62jGdQ8QVI "
Papers by Roberta Colavecchio
Books by Roberta Colavecchio
video-essay (texts by Roberta Colavecchio, images by Dacia Manto, editing by Fabio Tiriticco)
A contribution to the official presentation of the digital platform "M.A.M. - Matri-Archive of the Mediterranean" and research project by Prof. Silvana Carotenuto (Università di Napoli, L'Orientale) with researchers Beatrice Ferrara, Annalisa Piccirillo, Manuela Esposito, Celeste Ianniciello, and Roberta Colavecchio. Graphics by Alessandro Ventura, Intuizioni Creative.
Una profonda riflessione evolutiva basata sul confronto tra le dinamiche del mondo animale e di quello umano in relazione al cibo e all’habitat costruito.
In the context of the 34th World Expo on show in Milan from May 1st to October 31st, "Garden of Machines" – a collective exhibition recently concluded at Het Nieuwe Instituut in Rotterdam – wondered about and explored the possibilities of (re)creating kinship and worlds in our next nature: a composite dynamic reality both here and yet to come. By proposing a radical vision of the future, "Garden of Machines" problematizes neo-colonial anthropocentric entanglements and announces the emergence of a potential ecosystem in which technical and organic bodies learn to live together.
Read my comment on the exhibition on my blog: http://residues.ghost.io/garden-of-machines/
Umberto Pintore è un artigiano napoletano: sagomature di luci al neon. I suoi manufatti spaziano dall’insegna da bar alle commissioni di artisti di fama internazionale (Kosuth, Merz). Diramandosi all’interno di uno spazio urbano diversificato, i neon di Pintore tracciano molteplici traiettorie di senso accuratamente ripercorse da De Simone nel suo documentario. Facendo interagire linguaggi differenti (materico, percettivo, verbale, filmico e sonoro), senza perdere la dimensione sensoriale, materiale e viscerale alla base del rapporto tra artista e materia, Under Neon Lights offre molteplici spunti di riflessione e possibili chiavi di lettura di una Napoli globalizzata, contaminata e tuttavia resistente a quell’omologazione e appiattimento culturale in cui, solitamente, il senso comune traduce i processi di globalizzazione.
A critical analysis and a neomaterialist reading of "Under Neon Lights", (2010) Documentary by Ivano De Simone – 24:51 min.
Umberto Pintore is a Neapolitan artisan shaping neon tubes. His products range from bar signs to works commissioned by famous international artists (Kosuth, Merz). Branching off in a diversified urban space, Pintore’s neon tubes mark multiple trajectories of meaning accurately retraced by De Simone in his documentary. By putting in interaction different languages (material, perceptual, verbal, filmic, auditory), and keeping the sensorial, material, and visceral dimension at the basis of the relationship between artist and matter, Under Neon Lights offers multiple starting points and possible interpretations of a globalized Naples, contaminated and yet resistant to that cultural uniformity into which common sense generally translates the processes of globalization.
trailer: http://www.youtube.com/watch?v=DYwg_KQvf04
full documentary: http://www.youtube.com/watch?v=n62jGdQ8QVI "