Papers by Masecchia Anna
Arzanà, 2012
Depuis ses origines, le cinema, cette ecriture de la realite en mouvement, a su faire de la reali... more Depuis ses origines, le cinema, cette ecriture de la realite en mouvement, a su faire de la realite quotidienne quelque chose de remarquable, d’admirable, de surprenant. En Italie, cette caracteristique du cinema est devenue centrale au sein du Neorealisme, pour etre ensuite remise en question par Cesare Zavattini et Roberto Rossellini, au moment de la crise de ce mouvement. Au cours des dix dernieres annees, de nombreux realisateurs italiens (Marco Tullio Giordana dans I cento passi, Marco Bellocchio dans Buongiorno, notte et Vincere, Paolo Benvenuti dans Segreti di stato) ont reinterprete la lecon du Neorealisme et concu des films de fiction ou, grâce a l’insertion d’images d’origines diverses (televisuelles, documentaires, photographiques), le “fait divers”, entendu comme une narration de la realite prise en charge par les media, se conjugue avec la reconstitution de la memoire historique de l’Italie.
Laboratoire italien, 2021
Il cinema francese
Analisi filmica e storico-culturale del film di Marcel Carné
Il saggio analizza la particolare gestione della temporalità in "Les plages d'Agnès" di Agnès Var... more Il saggio analizza la particolare gestione della temporalità in "Les plages d'Agnès" di Agnès Varda, "Un'ora sola ti vorrei" di Alina Marazzi e "Of Time and the City" di Terence Davies. Si tratta di registi che partono da una materia autobiografica per elaborare, attraverso il montaggio di girato o fotografie preesistenti, un personale rapporto con il tempo, passato, presente e futuro. Il filtro soggettivo con cui guidano lo spettatore tra i materiali utilizzati insegna a resistere al flusso indistinto di immagini in cui ogni soggetto si trova ad essere immerso nella nostra contemporaneità. La voce, traccia umana tra le immagini riprodotte e riciclate, consente di ri-narrare il tempo, restituendo a dei frammenti la dimensione di un'esperienza da condividere.
Storia delle donne
Il saggio traccia un’ampia ricognizione critica, ricca di esempi e approfondimenti analitici, sul... more Il saggio traccia un’ampia ricognizione critica, ricca di esempi e approfondimenti analitici, sulla rappresentazione della bellezza femminile da parte del cinema. A una fase iniziale, rappresentata dalle prime proiezioni dei fratelli Lumière, in cui la bellezza nel cinema coincide con lo stupore e la bellezza stessa del cinema, segue uno sviluppo più complesso nel corso del quale nasce la “donna visibile” (parafrasando le riflessioni di Béla Balázs), la cui bellezza angelicata o minacciosa, austera o vibrante di erotismo, incide una traccia profonda nella storia culturale del Novecento. È questa storia che il saggio racconta procedendo per tappe e figure esemplari: le dive italiane degli anni Dieci (Lyda Borelli, Francesca Bertini, ecc.), il divismo ambiguo di Alla Nazimova, la bellezza dinamica della new woman nel cinema hollywoodiano negli anni Trenta, il volto “al naturale” delle attrici del neorealismo, il biondo glamour di Marilyn Monroe e la chioma “selvaggia” di Brigitte Bardot.
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale... more I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. L'editore potrà concedere a pagamento l'autorizzazione a riprodurre una porzione non superiore a un decimo del presente volume. Le richieste di riproduzione vanno inoltrate all'Associazione italiana per i diritti di riproduzione delle opere dell'ingegno (AIDRO), corso di Porta Romana 108 -20122 Milano -Tel. 02/89280804 -Fax 02/89280864.
conference presentations by Masecchia Anna
Sin dai titoli di molti suoi film, la dicotomia del due – o dell’opposto che si specchia – sembra... more Sin dai titoli di molti suoi film, la dicotomia del due – o dell’opposto che si specchia – sembra tornare con ossessiva puntualità nell’opera di Agnès Varda. Du côté de la côte (1958), L'une chante, l'autre pas (1977), Mur murs (1981), Sans toit ni loi (1985), Jane B. par Agnès V. (1988), Les Glaneurs et la Glaneuse (2000), Cinévardaphoto (2004), Agnès de ci de là Varda (2011), Visages, villages (2017), Varda par Agnès (2019) sono esempi di come il gioco delle opposizioni binarie inneschi, fin dal principio, una forte tensione, un pendolarismo tra condizioni apparentemente separate, ma in realtà fortemente integrate e basculanti. È il caso evidente della costruzione stevensoniana dell’identità d’artista, tra Agnés e Varda; è il caso della forte attrazione tra i registri espressivi usati, tra cinema, fotografia e poi installazioni; è il caso più conflittuale tra singolare e plurale (Mur Murs, Glaneurs, Glaneuse) o tra privato e collettivo (Toi e Loi, Visages e Villages).
Forse meno evidente, ma altrettanto decisiva è, a mio modo di vedere, la trazione/tensione che si stabilisce tra un “di qua” (de ci) e un “di là” (de là) e ancor meglio tra un qui e un altrove, in una rincorsa tra i due poli tanto delicata quanto determinata che si compie nelle logiche (di rappresentazione) del viaggio, dell’esserci precario (del cinema o dell’installazione) o del muoversi immobile (della fotografia). Ecco, nel quadro di una complessa e stratificata opera non-solo-cinematografica, la mia relazione al convegno intende indagare le forme di emersione odeporica che troviamo nella produzione più che cinquantennale di Varda, in modo particolare quella che si riferisce a viaggi in paesi «esotici» (eppure terribilmente concreti) come la Cina, l’Iran, Cuba o più recentemente, il Brasile e la Russia nella serie televisiva Agnès de ci de là Varda (2011).
Books by Masecchia Anna
I saggi raccolti in questo volume muovono tra studi culturali, star studies e gender studies per ... more I saggi raccolti in questo volume muovono tra studi culturali, star studies e gender studies per riflettere sulla messa a tema delle identità femminili nel cinema italiano, con qualche incursione feconda nei territori francese e hollywoodiano, appuntando lo sguardo sulle narrazioni del divismo e sul ricorrere, al loro interno, delle figure di Cenerentola, di Galatea e di Pigmalione. Sono costrutti figurativi e simbolici che, a ben guardare, rimandano a una fioritura di racconti polimorfi che non chiudono le figure femminili nelle linee di un disegno prevedibile ma le rilanciano e moltiplicano. Le Cenerentole-Galatee si fanno sante o perdute; si ribellano ai Pigmalioni-principi azzurri o li rimodellano a loro volta; rivendicano una autogenesi nelle scelte e nei ruoli che interpretano; reclamano un’identità molteplice nell’ironia affilata della scrittura o nei passi leggeri delle protagoniste dei melodrammi; così che è sempre il passo di Galatea-Cenerentola a condurre la danza.
Uploads
Papers by Masecchia Anna
conference presentations by Masecchia Anna
Forse meno evidente, ma altrettanto decisiva è, a mio modo di vedere, la trazione/tensione che si stabilisce tra un “di qua” (de ci) e un “di là” (de là) e ancor meglio tra un qui e un altrove, in una rincorsa tra i due poli tanto delicata quanto determinata che si compie nelle logiche (di rappresentazione) del viaggio, dell’esserci precario (del cinema o dell’installazione) o del muoversi immobile (della fotografia). Ecco, nel quadro di una complessa e stratificata opera non-solo-cinematografica, la mia relazione al convegno intende indagare le forme di emersione odeporica che troviamo nella produzione più che cinquantennale di Varda, in modo particolare quella che si riferisce a viaggi in paesi «esotici» (eppure terribilmente concreti) come la Cina, l’Iran, Cuba o più recentemente, il Brasile e la Russia nella serie televisiva Agnès de ci de là Varda (2011).
Books by Masecchia Anna
Forse meno evidente, ma altrettanto decisiva è, a mio modo di vedere, la trazione/tensione che si stabilisce tra un “di qua” (de ci) e un “di là” (de là) e ancor meglio tra un qui e un altrove, in una rincorsa tra i due poli tanto delicata quanto determinata che si compie nelle logiche (di rappresentazione) del viaggio, dell’esserci precario (del cinema o dell’installazione) o del muoversi immobile (della fotografia). Ecco, nel quadro di una complessa e stratificata opera non-solo-cinematografica, la mia relazione al convegno intende indagare le forme di emersione odeporica che troviamo nella produzione più che cinquantennale di Varda, in modo particolare quella che si riferisce a viaggi in paesi «esotici» (eppure terribilmente concreti) come la Cina, l’Iran, Cuba o più recentemente, il Brasile e la Russia nella serie televisiva Agnès de ci de là Varda (2011).