L'11 dicembre 2001 la Cina diventa il 143esimo Stato Membro del World Trade Organization (WTO). Q... more L'11 dicembre 2001 la Cina diventa il 143esimo Stato Membro del World Trade Organization (WTO). Questa data segna l'inizio dell'ultima fase di quel processo di riforma che, come abbiamo visto sopra, iniziava già nel 1978. In particolare, questa adesione, frutto di quattordici anni d'intense negoziazioni della diplomazia cinese, rappresenta anche la raggiunta normalizzazione dei rapporti prima politici, nel 1999, e poi anche economico-commerciali sino-statunitensi, nel 2000 . 1 L'ingresso nel WTO rappresenta quindi il punto di svolta dell'economia cinese e della percezione che il mondo avrà di essa. Basti solo pensare che la quota percentuale delle esportazioni cinesi attribuibili alle imprese a capitale estero sono passate dal 1,9% del 1986 al 57% del 2004: più in generale, dal 2002 le esportazioni cinesi sono cresciute ad un tasso di crescita annuo del 20% . Per 2 far fronte alle liberalizzazioni che l'ingresso nel WTO implicava, la Cina, dal 2001 ad oggi, ha già emendato più di 2500 regolamenti e leggi e circa 800 sono stati aboliti . Gli accordi prevedevano, 3 infatti, in sintesi 4 punti. In primis l'abolizione progressiva delle quote d'importazione e decremento dei dazi e barriere non tariffarie, in tutto circa 7000, in particolare per il settore tessile (dal 34% al 14% ad valorem) e automobilistico (che ha visto un calo della protezione ad valorem dal 80%-100% al 25%); in secondo luogo, l'adesione ai principi che regolano il WTO: trasparenza delle disposizioni economiche e rispetto delle regole; in terzo luogo la possibilità per gli investitori stranieri di accedere ai settori della distribuzione e (in maniera più ristretta) a quelli della vendita al dettaglio entro il 2004; infine un aumento delle province e dei settori economici dove per gli stranieri è possibile investire (in particolare in telecomunicazioni, servizi finanziari ed assicurativi) ed abolizione dei requisiti sull'obbligo di entrare in società con un partner cinese . In particolare in 4 quest'ultimo settore si può notare che il 13,5% degli investimenti diretti esteri americani sono ritornati in Cina, contro il solo 9,7% del livello mondiale, nel 2007 il flusso d'investimenti diretti esteri nel paese era di circa 84 miliardi di dollari in partecipazioni azionarie. Altro mito da sfatare a ormai 12 anni dall'ingresso del celeste impero nel WTO riguarda il primo punto, ovvero quello dell'abbassamento delle tariffe e dazi doganali che la Cina ha abbassato molto più di India e Brasile Vedi Guerrero D.G., "Il Ruolo Mondiale della Cina nel XXI Secolo", in Treccani 2009.
In my Thesis i study in deep the applicability and his limit of traditional jus in bello to cyb... more In my Thesis i study in deep the applicability and his limit of traditional jus in bello to cyberwarfare, even taking into account the developments of NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence Tallinn's Tallin Manual
L'11 dicembre 2001 la Cina diventa il 143esimo Stato Membro del World Trade Organization (WTO). Q... more L'11 dicembre 2001 la Cina diventa il 143esimo Stato Membro del World Trade Organization (WTO). Questa data segna l'inizio dell'ultima fase di quel processo di riforma che, come abbiamo visto sopra, iniziava già nel 1978. In particolare, questa adesione, frutto di quattordici anni d'intense negoziazioni della diplomazia cinese, rappresenta anche la raggiunta normalizzazione dei rapporti prima politici, nel 1999, e poi anche economico-commerciali sino-statunitensi, nel 2000 . 1 L'ingresso nel WTO rappresenta quindi il punto di svolta dell'economia cinese e della percezione che il mondo avrà di essa. Basti solo pensare che la quota percentuale delle esportazioni cinesi attribuibili alle imprese a capitale estero sono passate dal 1,9% del 1986 al 57% del 2004: più in generale, dal 2002 le esportazioni cinesi sono cresciute ad un tasso di crescita annuo del 20% . Per 2 far fronte alle liberalizzazioni che l'ingresso nel WTO implicava, la Cina, dal 2001 ad oggi, ha già emendato più di 2500 regolamenti e leggi e circa 800 sono stati aboliti . Gli accordi prevedevano, 3 infatti, in sintesi 4 punti. In primis l'abolizione progressiva delle quote d'importazione e decremento dei dazi e barriere non tariffarie, in tutto circa 7000, in particolare per il settore tessile (dal 34% al 14% ad valorem) e automobilistico (che ha visto un calo della protezione ad valorem dal 80%-100% al 25%); in secondo luogo, l'adesione ai principi che regolano il WTO: trasparenza delle disposizioni economiche e rispetto delle regole; in terzo luogo la possibilità per gli investitori stranieri di accedere ai settori della distribuzione e (in maniera più ristretta) a quelli della vendita al dettaglio entro il 2004; infine un aumento delle province e dei settori economici dove per gli stranieri è possibile investire (in particolare in telecomunicazioni, servizi finanziari ed assicurativi) ed abolizione dei requisiti sull'obbligo di entrare in società con un partner cinese . In particolare in 4 quest'ultimo settore si può notare che il 13,5% degli investimenti diretti esteri americani sono ritornati in Cina, contro il solo 9,7% del livello mondiale, nel 2007 il flusso d'investimenti diretti esteri nel paese era di circa 84 miliardi di dollari in partecipazioni azionarie. Altro mito da sfatare a ormai 12 anni dall'ingresso del celeste impero nel WTO riguarda il primo punto, ovvero quello dell'abbassamento delle tariffe e dazi doganali che la Cina ha abbassato molto più di India e Brasile Vedi Guerrero D.G., "Il Ruolo Mondiale della Cina nel XXI Secolo", in Treccani 2009.
In my Thesis i study in deep the applicability and his limit of traditional jus in bello to cyb... more In my Thesis i study in deep the applicability and his limit of traditional jus in bello to cyberwarfare, even taking into account the developments of NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence Tallinn's Tallin Manual
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