Roberto Franco Greco
In 2014, I graduated in Law at the University of Salento, discussing a thesis in
administrative law of the Environment entitled: «Multifunctional agriculture: the challenge of
complexity in legal relations between rurality, environment and society» (Tutor: Prof. Massimo
Monteduro). In 2016, still at the University of Salento, I obtained a Master's Degree in «Management
of environmental resources. Water, soil, waste and energy», discussing a thesis entitled:
«Environmental accounting and legal protection of the environment. The enhancement of biodiversity
as a precondition of sustainable development» (Tutor: Prof. Massimo Monteduro). In the same year,
I obtained the qualification of «Guest Researcher of the Rural Sociology Group» at the University of
Wageningen after a research period of three months (March 2016 – May 2016) in which I studied the
«Legal and Social Aspects of Agro/Food Biotechnologies and Perspectives of Commons» (Tutor:
Prof. Guido Ruivenkamp). From February 2018, I am a PhD student in Human and Social Sciences
at the University of Salento (Tutor: Prof. Alessandro Isoni).From March to August 2019, I was a visiting PhD student at the Danish Center for Rural Research (CLF) of the University of Southern Denmark (SDU) in Esbjerg (DK) (Tutor: Egon Noe).
administrative law of the Environment entitled: «Multifunctional agriculture: the challenge of
complexity in legal relations between rurality, environment and society» (Tutor: Prof. Massimo
Monteduro). In 2016, still at the University of Salento, I obtained a Master's Degree in «Management
of environmental resources. Water, soil, waste and energy», discussing a thesis entitled:
«Environmental accounting and legal protection of the environment. The enhancement of biodiversity
as a precondition of sustainable development» (Tutor: Prof. Massimo Monteduro). In the same year,
I obtained the qualification of «Guest Researcher of the Rural Sociology Group» at the University of
Wageningen after a research period of three months (March 2016 – May 2016) in which I studied the
«Legal and Social Aspects of Agro/Food Biotechnologies and Perspectives of Commons» (Tutor:
Prof. Guido Ruivenkamp). From February 2018, I am a PhD student in Human and Social Sciences
at the University of Salento (Tutor: Prof. Alessandro Isoni).From March to August 2019, I was a visiting PhD student at the Danish Center for Rural Research (CLF) of the University of Southern Denmark (SDU) in Esbjerg (DK) (Tutor: Egon Noe).
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Papers by Roberto Franco Greco
2014 che consiste nell’applicazione della logica open source ai semi. Con l’espressione ‘sementi open source’ si intendono le sementi non brevettate e riseminabili a cui può accedere chiunque ne faccia richiesta, a patto che si impegni contrattualmente a non trasformare il prodotto e i suoi derivati in beni su cui vantare diritti commerciali esclusivi. La logica è quella tipica dei software open source, fondati sulla gratuità, condivisione e co–creazione dei contenuti. Questi principi hanno da sempre caratterizzato l’attività agricola, facendo dell’agricoltore quel custode della biodiversità da ultimo riconosciuto, in Italia, dalla legge 194/2015. L’iniziativa si colloca in una dimensione giuridica parallela al sistema closed shop dei diritti di proprietà intellettuale sulle risorse biologiche, nel quale l’agricoltore è spesso il passivo acquirente delle risorse biologiche e biotecnologiche di proprietà delle multinazionali. Nel contributo si evidenzia il valore socio–ecologico degli strumenti di open innovation e si esamina l’iniziativa dalla prospettiva della tutela giuridica dell’ambiente, interpretandone i contenuti alla luce dei principi dello sviluppo sostenibile e dell’uguaglianza sostanziale e indagandone le relazioni con i diritti alla diversità e sovranità alimentare dei popoli.
dibattito sulla valorizzazione dei prodotti agroalimentari consente – alla luce
del nuovo approccio del giudice comunitario al concetto di territorialità del
segno - di considerare, in prospettiva, i marchi territoriali pubblici come
strumenti di sviluppo territoriale integrato e di reinterpretarne il rapporto con
gli altri segni distintivi della qualità. Quella di sistema è una nozione di qualità
di tipo multidimensionale. Essa - oltre che indicare le caratteristiche
nutrizionali, sensoriali, organolettiche e igienico-sanitarie dei prodotti -
comprende anche le dimensioni giuridiche di ordine ambientale, sociale,
culturale ed economico sottese alle produzioni. La titolarità pubblica del
marchio lo rende strumento dell’amministrazione per la tutela di interessi
pubblici come – nel caso delle produzioni agroalimentari di qualità – la tutela
del paesaggio e dell’agrobiodiversità. Il prodotto agroalimentare “marchiato”
assume così i connotati di bene giuridico polisenso, tramite della tutela di
questi interessi e sintesi fisica delle variabili territoriali materiali e immateriali
che incidono sulla sua produzione. In quest’ottica l’efficienza dell’attività
agricola non dipende esclusivamente dalle performance di mercato
dell’impresa utilizzatrice del segno, ma dai servizi agroecosistemici che essa è
in grado di fornire alla collettività. Il contributo intende analizzare i marchi
territoriali pubblici mediante la riflessione sull’operatività, attuale e futura,
dell’istituto in termini di valorizzazione delle produzioni agroalimentari di
qualità e sviluppo del territorio nel suo complesso.
PAROLE-CHIAVE: segni distintivi della qualità; marchi territoriali
pubblici; produzioni agroalimentari di qualità; agrobiodiversità; servizi
agroecosistemici; sviluppo territoriale integrato.
The position of the paradigm regarding the quality system at the base
of the debate about the valorisation of food products allows - in light of the
new approach by the judicial community towards the territoriality concept of
marks - for future consideration of public territorial marks as instruments of
integrated territorial development and reinterpretation of their relationship
with other distinctive marks or quality. That system is a multidimensional
notion of quality. In addition to indicating nutritional, sensory, organoleptic
and sanitary characteristics of the products, it also includes the legal
dimensions of the environmental, social, cultural and economic order
underlying the production. The public ownership of the mark renders it an
administrative instrument for the protection of the public interest such as, in
the case of quality food production, the protection of the countryside and
agrobiodiversity. The “marked” food product thus takes on the connotation of
a multipurpose legal good, through the protection of these interests and
physical synthesis of the territorial material and immaterial variables that have
effects on the production. In regards to this, the efficiency of the agricultural
activities does not depend exclusively on the performance of the company
utilising the mark, but on the agroecosystem services which it is capable of
providing to the collective. The contribution intends to analyse the public
territorial marks through reflection on its operativity, current and future, in
terms of valorisation of the quality food production and development of the
territory in its completeness.
KEYWORDS: distinctive quality marks; public territorial marks;
quality food production; agrobiodiversity; agroecosystem services; integrated
territorial development.
dalla FAO sui Globally Important Agricultural Heritage Systems (GIAHS) e
si propone di indagare le ragioni della sua rilevanza per il diritto dell’ambiente.
I GIAHS identificano quei «sistemi di uso agricolo della terra e paesaggi, ricchi
di biodiversità significativa a livello globale, che sono il risultato del
coadattamento evolutivo di una data comunità al suo ambiente e alle sue
esigenze e aspirazioni di sviluppo sostenibile». Questa definizione può essere
interpretata alla luce della nozione giuridica di ambiente, inteso come sistema
di relazione tra fattori, nell’ambito della cornice teorico-metodologica
rappresentata dal paradigma dell’agroecologia. I GIAHS sono chiari esempi di
attività antropica connessa alla produzione agricola compatibile con la tutela
giuridica dell’ambiente; dalla combinazione del programma GIAHS con altri
istituti, quali il programma UNESCO e la disciplina sui paesaggi rurali e di
interesse storico, può derivare la preservazione e la valorizzazione delle
diverse vocazioni dei territori e lo sviluppo sostenibile di questi ultimi.
PAROLE-CHIAVE: GIAHS; coadattamento evolutivo tra uomo e
natura; nozione giuridica di ambiente; agrobiodiversità; agroecologia;
sviluppo sostenibile.
This paper focuses on the “Globally Important Agricultural Heritage
Systems” (GIAHS) Program, which was launched by FAO in 2002, and
investigates the reasons of its relevance for the environmental law. GIAHSs
are defined as «remarkable land use systems and landscapes which are rich in
globally significant biological diversity evolving from the co-adaptation of a
community with its environment and its needs and aspirations for sustainable
development». This concept can be interpreted in the light of the legal notion
of environment, understood as a system of relationships between factors,
within the theoretical and methodological framework represented by the
Agroecology paradigm. The GIAHS are examples of anthropic activity related
to agricultural production and compatible with the legal protection of the
environment. The combination of the GIAHS program with other ones such as
the UNESCO program, or and the national register of historical rural
landscapes, may preserve the different vocations of the territories and promote
their sustainable development.
2014 che consiste nell’applicazione della logica open source ai semi. Con l’espressione ‘sementi open source’ si intendono le sementi non brevettate e riseminabili a cui può accedere chiunque ne faccia richiesta, a patto che si impegni contrattualmente a non trasformare il prodotto e i suoi derivati in beni su cui vantare diritti commerciali esclusivi. La logica è quella tipica dei software open source, fondati sulla gratuità, condivisione e co–creazione dei contenuti. Questi principi hanno da sempre caratterizzato l’attività agricola, facendo dell’agricoltore quel custode della biodiversità da ultimo riconosciuto, in Italia, dalla legge 194/2015. L’iniziativa si colloca in una dimensione giuridica parallela al sistema closed shop dei diritti di proprietà intellettuale sulle risorse biologiche, nel quale l’agricoltore è spesso il passivo acquirente delle risorse biologiche e biotecnologiche di proprietà delle multinazionali. Nel contributo si evidenzia il valore socio–ecologico degli strumenti di open innovation e si esamina l’iniziativa dalla prospettiva della tutela giuridica dell’ambiente, interpretandone i contenuti alla luce dei principi dello sviluppo sostenibile e dell’uguaglianza sostanziale e indagandone le relazioni con i diritti alla diversità e sovranità alimentare dei popoli.
dibattito sulla valorizzazione dei prodotti agroalimentari consente – alla luce
del nuovo approccio del giudice comunitario al concetto di territorialità del
segno - di considerare, in prospettiva, i marchi territoriali pubblici come
strumenti di sviluppo territoriale integrato e di reinterpretarne il rapporto con
gli altri segni distintivi della qualità. Quella di sistema è una nozione di qualità
di tipo multidimensionale. Essa - oltre che indicare le caratteristiche
nutrizionali, sensoriali, organolettiche e igienico-sanitarie dei prodotti -
comprende anche le dimensioni giuridiche di ordine ambientale, sociale,
culturale ed economico sottese alle produzioni. La titolarità pubblica del
marchio lo rende strumento dell’amministrazione per la tutela di interessi
pubblici come – nel caso delle produzioni agroalimentari di qualità – la tutela
del paesaggio e dell’agrobiodiversità. Il prodotto agroalimentare “marchiato”
assume così i connotati di bene giuridico polisenso, tramite della tutela di
questi interessi e sintesi fisica delle variabili territoriali materiali e immateriali
che incidono sulla sua produzione. In quest’ottica l’efficienza dell’attività
agricola non dipende esclusivamente dalle performance di mercato
dell’impresa utilizzatrice del segno, ma dai servizi agroecosistemici che essa è
in grado di fornire alla collettività. Il contributo intende analizzare i marchi
territoriali pubblici mediante la riflessione sull’operatività, attuale e futura,
dell’istituto in termini di valorizzazione delle produzioni agroalimentari di
qualità e sviluppo del territorio nel suo complesso.
PAROLE-CHIAVE: segni distintivi della qualità; marchi territoriali
pubblici; produzioni agroalimentari di qualità; agrobiodiversità; servizi
agroecosistemici; sviluppo territoriale integrato.
The position of the paradigm regarding the quality system at the base
of the debate about the valorisation of food products allows - in light of the
new approach by the judicial community towards the territoriality concept of
marks - for future consideration of public territorial marks as instruments of
integrated territorial development and reinterpretation of their relationship
with other distinctive marks or quality. That system is a multidimensional
notion of quality. In addition to indicating nutritional, sensory, organoleptic
and sanitary characteristics of the products, it also includes the legal
dimensions of the environmental, social, cultural and economic order
underlying the production. The public ownership of the mark renders it an
administrative instrument for the protection of the public interest such as, in
the case of quality food production, the protection of the countryside and
agrobiodiversity. The “marked” food product thus takes on the connotation of
a multipurpose legal good, through the protection of these interests and
physical synthesis of the territorial material and immaterial variables that have
effects on the production. In regards to this, the efficiency of the agricultural
activities does not depend exclusively on the performance of the company
utilising the mark, but on the agroecosystem services which it is capable of
providing to the collective. The contribution intends to analyse the public
territorial marks through reflection on its operativity, current and future, in
terms of valorisation of the quality food production and development of the
territory in its completeness.
KEYWORDS: distinctive quality marks; public territorial marks;
quality food production; agrobiodiversity; agroecosystem services; integrated
territorial development.
dalla FAO sui Globally Important Agricultural Heritage Systems (GIAHS) e
si propone di indagare le ragioni della sua rilevanza per il diritto dell’ambiente.
I GIAHS identificano quei «sistemi di uso agricolo della terra e paesaggi, ricchi
di biodiversità significativa a livello globale, che sono il risultato del
coadattamento evolutivo di una data comunità al suo ambiente e alle sue
esigenze e aspirazioni di sviluppo sostenibile». Questa definizione può essere
interpretata alla luce della nozione giuridica di ambiente, inteso come sistema
di relazione tra fattori, nell’ambito della cornice teorico-metodologica
rappresentata dal paradigma dell’agroecologia. I GIAHS sono chiari esempi di
attività antropica connessa alla produzione agricola compatibile con la tutela
giuridica dell’ambiente; dalla combinazione del programma GIAHS con altri
istituti, quali il programma UNESCO e la disciplina sui paesaggi rurali e di
interesse storico, può derivare la preservazione e la valorizzazione delle
diverse vocazioni dei territori e lo sviluppo sostenibile di questi ultimi.
PAROLE-CHIAVE: GIAHS; coadattamento evolutivo tra uomo e
natura; nozione giuridica di ambiente; agrobiodiversità; agroecologia;
sviluppo sostenibile.
This paper focuses on the “Globally Important Agricultural Heritage
Systems” (GIAHS) Program, which was launched by FAO in 2002, and
investigates the reasons of its relevance for the environmental law. GIAHSs
are defined as «remarkable land use systems and landscapes which are rich in
globally significant biological diversity evolving from the co-adaptation of a
community with its environment and its needs and aspirations for sustainable
development». This concept can be interpreted in the light of the legal notion
of environment, understood as a system of relationships between factors,
within the theoretical and methodological framework represented by the
Agroecology paradigm. The GIAHS are examples of anthropic activity related
to agricultural production and compatible with the legal protection of the
environment. The combination of the GIAHS program with other ones such as
the UNESCO program, or and the national register of historical rural
landscapes, may preserve the different vocations of the territories and promote
their sustainable development.