in Alberto Sciumè, Aldo A. Cassi, Elisabetta Fusar Poli (a cura di), HISTORY&LAW ENCOUNTERS Lezioni per pensare da giurista, Giappichelli, Torino, 2021
Il discorso universalistico del diritto internazionale trova uno dei suoi assi fondanti nel Sette... more Il discorso universalistico del diritto internazionale trova uno dei suoi assi fondanti nel Settecento. Impostazioni di lungimiranza e apertura come quelle riferibili, tra le altre, a Vattel o a Kant, hanno ricevuto riletture tardive e corrotte dalle ambizioni di controllo degli Stati civili, investitisi nell’Ottocento del ruolo-guida dei «nuovi mondi» sulla via della civiltà. Paradigmi come quelli della summa justitia, degli officj di umanità o del diritto di visita, ai quali avrebbe dovuto ispirarsi il nuovo linguaggio dello jus publicum universale, si scontrarono presto con le pratiche di conquista, scongiurate e stigmatizzate dopo le esperienze del primo colonialismo oltreoceano, e ora rinverdite, mitigate e legittimate dalla capacità argomentativa degli internazionalisti del nuovo secolo. Il discorso sulla modernità, la rilettura del tempo e dello spazio, la gestione del vuoto, e ancora, le politiche globali, le ambizioni degli Stati-nazione, gli interessi commerciali e la first global competition stressarono il diritto internazionale portando il progetto di costruzione di un «mondo unico» ad una sostanziale impraticabilità. Al suo posto, si imbastì un percorso di civilizzazione che la nuova scienza del diritto internazionale approvò e portò avanti con determinazione, legittimata dalla storia e da quelle idee «ingéenieuses et instructives» suggerite dai vecchi padri del diritto pubblico universale e ora declinate all’uopo. Gli esiti di un percorso calibrato solo sulla civiltà europea e ispirato a logiche colonialistiche e di supremazia del modello occidentale furono però deludenti e alimentarono nel lungo periodo spinte contrarie, di rottura e opposizione.
Il global different approach su culture e tradizioni extraeuropee e la presa d’atto di una graduale obsolescenza dei modelli occidentali oggetto di transfer tra Otto e Novecento hanno determinato gli studiosi ad assumere una prospettiva più ampia rispetto al diritto e alla cultura, e a porre una maggiore attenzione della storia verso realtà che oggi come non mai appaiono essere il risultato di innegabili «mishmash, borrowings, mixtures» succedutisi nel tempo. Le istanze multietniche e multiculturali stanno facendo il resto, rompendo il logocentrismo e l’autoritarismo dei sistemi concettuali e comportamentali di una cultura che si riteneva superiore o unica, di una cultura che, invece, non si tiene più insieme determinando la perdita di influenza delle sue ideologie “forti” e l’indebolimento delle sue storiografie tradizionali.
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Papers by Eliana Augusti
Il global different approach su culture e tradizioni extraeuropee e la presa d’atto di una graduale obsolescenza dei modelli occidentali oggetto di transfer tra Otto e Novecento hanno determinato gli studiosi ad assumere una prospettiva più ampia rispetto al diritto e alla cultura, e a porre una maggiore attenzione della storia verso realtà che oggi come non mai appaiono essere il risultato di innegabili «mishmash, borrowings, mixtures» succedutisi nel tempo. Le istanze multietniche e multiculturali stanno facendo il resto, rompendo il logocentrismo e l’autoritarismo dei sistemi concettuali e comportamentali di una cultura che si riteneva superiore o unica, di una cultura che, invece, non si tiene più insieme determinando la perdita di influenza delle sue ideologie “forti” e l’indebolimento delle sue storiografie tradizionali.
moved in step with the westernization/modernization process of the Ottoman empire and
its attempt to survive the crisis and keep up with the first ‘global’ competition. This article
investigates the effects of the ambiguous European inclusion/exclusion policies towards
the empire, highlighting the interplay of the Christian paradigm and international law.
The aim is to reveal the responsibilities and wrongs of international law as a premature
and undefined law, and to apply the appealing concept of ‘entanglement’ to a new, more
global historiography on the fall of the Ottoman empire.
Il global different approach su culture e tradizioni extraeuropee e la presa d’atto di una graduale obsolescenza dei modelli occidentali oggetto di transfer tra Otto e Novecento hanno determinato gli studiosi ad assumere una prospettiva più ampia rispetto al diritto e alla cultura, e a porre una maggiore attenzione della storia verso realtà che oggi come non mai appaiono essere il risultato di innegabili «mishmash, borrowings, mixtures» succedutisi nel tempo. Le istanze multietniche e multiculturali stanno facendo il resto, rompendo il logocentrismo e l’autoritarismo dei sistemi concettuali e comportamentali di una cultura che si riteneva superiore o unica, di una cultura che, invece, non si tiene più insieme determinando la perdita di influenza delle sue ideologie “forti” e l’indebolimento delle sue storiografie tradizionali.
moved in step with the westernization/modernization process of the Ottoman empire and
its attempt to survive the crisis and keep up with the first ‘global’ competition. This article
investigates the effects of the ambiguous European inclusion/exclusion policies towards
the empire, highlighting the interplay of the Christian paradigm and international law.
The aim is to reveal the responsibilities and wrongs of international law as a premature
and undefined law, and to apply the appealing concept of ‘entanglement’ to a new, more
global historiography on the fall of the Ottoman empire.
http://www.centropgm.unifi.it/quaderni/44/index.htm
Esiste un diritto plurale dell’integrazione? Sì. Inteso come insieme di diritti e doveri di comunità ‘in dialogo’ attraverso lo spazio e il tempo, il diritto dell’integrazione esiste e deve riemergere dalle riletture dei singoli studiosi: dalla storia del diritto al diritto costituzionale, dalla filosofia del diritto al diritto penale, dall’economia politica al diritto civile, passando per il diritto internazionale, il diritto del lavoro, il diritto amministrativo, mantenendo viva la prospettiva comparatistica, attraverso la lente del fenomeno dell’integrazione, per evidenziare esempi virtuosi e criticità emerse e risolte dal nostro ordinamento nel tempo, grazie al lavoro di sensibilità e lungimiranza di giuristi e operatori del mondo del diritto. Dall’interazione degli studiosi tra loro, dal dialogo con soggetti e gruppi sociali sensibili nasce un diritto nuovo, calibrato sulle dinamicità e sulle trasformazioni sociali in atto, bene scientifico di pubblico servizio per la comunità, strumentale alle attività di formazione, conoscenza e consapevolezza civica, all’attivazione di modelli partecipativi e innovativi, dispositivo unitario e fondamentale di pacificazione e coesione sociale.
Parte integrante del Progetto, e momento applicativo della ricerca, è la "Scuola Civica. Vita Sociale. Percorsi di cittadinanza consapevole", un laboratorio di didattica sperimentale sui temi oggetto di studio e approfondimento e che, in linea con le priorità Horizon 2020, vuole «costruire in Europa società inclusive e flessibili» e promuovere strategie di formazione innovative e percorsi diffusi di cittadinanza consapevole consolidando, attraverso un approccio scientificamente rigoroso e un taglio divulgativo, una migliore conoscenza dei profili giuridici legati al tema dell’integrazione.