Papers by sebastiana nobili
"Studi sul Boccaccio" n. 48, 2020
Il topos della corteccia ritorna più volte nella Genealogia degli dèi pagani, come metafora per i... more Il topos della corteccia ritorna più volte nella Genealogia degli dèi pagani, come metafora per indicare il senso letterale delle favole antiche, dietro al quale si può scoprire quello allegorico (procedimento tipico dell'esegesi scritturale). Boccaccio legge così il mito antico, presentandolo come un salutare "innesto" di classicità sulla cultura cristiana del tardo Medioevo, che apre la strada all'Umanesimo.
Da Dante al Novecento, 2014
Il canto XII dell'Inferno è stato visto prevalentemente come un'unione di parti diverse: il Minot... more Il canto XII dell'Inferno è stato visto prevalentemente come un'unione di parti diverse: il Minotauro, i centauri, poi i peccatori immersi nel sangue bollente: un canto privo di un centro vero e proprio. Ma è il fiume, in realtà, ad assicurare unità al canto: alla luce degli studi più recenti sul tema del sangue, il canto appare come un atto di denuncia fortissimo contro la violenza politica dei tempi di Dante. Dai predoni locali come Rinieri da Corneto ai signori feudali come Ezzelino da Romano, ai protagonisti dei più cupi intrighi internazionali, si può dire che la cronaca del Duecento europeo si ritrovi tutta in questi versi. Il canto non a caso culmina con l'immagine del cuore di Enrico di Cornovaglia, trafitto in chiesa e grondante sangue per sempre: per comprenderla bisogna accostare la visione classica del cuore e del sangue, quella degli scienziati tardoantichi e medievali, con il punto di vista dei maggiori pensatori cristiani.
LIV Convegno storico internazionale del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo – Accademia Tudertina, 2018
Fondazione CISAM, 2014
Elia da Cortona, nella Cronica di Salimbene de Adam, riveste il ruolo del personaggio demoniaco, ... more Elia da Cortona, nella Cronica di Salimbene de Adam, riveste il ruolo del personaggio demoniaco, traviato dalla frequentazione di Federico II di Svevia e venuto meno per sempre al proprio compito: l'evoluzione di Elia, da francescano esemplare a ministro indegno, se da una parte mostra le capacit\ue0 narrative dello scrittore Salimbene, dall'altra dimostra come la cronaca possa farsi tendenziosa, e sovrapporre a una biografia i tratti della leggenda nera
All'interno della sua Cronaca, fra Salimbene da Parma stende un "Liber de prelato" ... more All'interno della sua Cronaca, fra Salimbene da Parma stende un "Liber de prelato" nel quale dichiara di volere indicare quali siano i doveri di un buon prelato: il "Liber" si rivela per\uf2 come una dura requisitoria contro il ministro francescano Elia da Cortona, rappresentato prima in antitesi e poi in parallelo con l'Anticristo, Federico II di Svevia. L'analisi del "Liber" mostra cos\uec un Salimbene narratore, accanto al cronista dei suoi tempi, che con abilit\ue0 inventa i suoi personaggi attraverso la costruzione delle loro biografie. Salimbene de Adam non \ue8 soltanto uno storico ma anche un abile narratore, come dimostra il montaggio della Cronica che contiene al suo interno un\u2019altra opera, il Liber de prelato. Se si confronta il testo complessivo (la cronaca latina compilata dal frate parmense secondo la tradizionale struttura annalistica) con quello in esso contenuto (il pamphlet contro la corruzione degli ecclesiastici) si scopre che in realt\ue0 le due opere sono comprensibili solo se lette in modo contrastivo. I due testi iscritti l\u2019uno nell\u2019altro contengono infatti al loro interno biografie esemplari \u2013 nel caso specifico, quella di Elia da Cortona e quella di Federico II di Svevia \u2013 nelle quali la storia diviene epopea della lotta tra Dio e le incarnazioni del maligno che si susseguono sulla terra, in un gioco di prefigurazioni e di profezie post eventum dove la narrazione tradisce continuamente il percorso lineare della cronaca per seguire quello oscillante del mito
Fabrizio Serra, Studi e Problemi di Critica Testuale ; Istituti editoriali e poligrafici internazionali ; Fabrizio Serra, 2011
Arti grafiche Tamari, 2016
Il contributo traccia un quadro globale del panorama storico-culturale italiano del primo Novecen... more Il contributo traccia un quadro globale del panorama storico-culturale italiano del primo Novecento antecedente, contemporaneo e successivo all'assegnazione del premio Nobel all'artista Luigi Pirandello, il dieci dicembre del 1934. Le fonti principali utilizzate per ricostruirlo sono sia l'epistolario e le opere teatrali redatte e rappresentate nel '34 - "Non si sa come", "Quando si e qualcuno" e "Favola del figlio cambiato" - sia la descrizione delle relazioni che lo scrittore siciliano intrattenne, in quegli anni, con l'attrice Marta Abba, di cui era innamorato, e il primogenito Stefano, 'segretario, ghost writer, aiutante, portavoce e sostegno psicologico'. 'Nei mesi che precedono il Nobel - riferisce la studiosa Sebastiana Nobili nell'incipit del saggio -, Luigi Pirandello si sente sempre piu vicino a un riconoscimento sperato da tempo, nel quale vede il coronamento della propria carriera ma anche il traguardo che mettera fine alle sue preoccupazioni economiche'
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Nell'annunciare le date del Congresso, si offrono alcune informazioni preliminari, mentre il bando per l'invio delle proposte di partecipazione sarà pubblicato a gennaio 2023.