“Andiamo a mare a Meta?”… ecco la frase tipica di ogni estate, pronunciata puntualmente quando il caldo torrido assale la città, generando una sensazione di passività fisica, nonché mentale.
E allora zaino in spalla, colazione a sacco ed eccoci pronti per una giornata di relax e frescura.
Gruppi di ragazzi percorrono la strada che dalla stazione della vesuviana conduce fino alla spiaggia e che si accompagna ad un numero, quasi impossibile da ricordare, di scalini.
Un arioso viale, leggermente in discesa e alberato, fa strada ai “turisti da un giorno” proponendo baretti, salumerie ed empori, lungo i lati.
Una fantastica veduta di tutto il panorama di Meta preannuncia la fine del percorso. Dall’alto, le file degli ombrelloni sembrano nascondere, con i loro colori vivaci, la tinta di marroncino della sabbia. Mentre il mare, azzurro mescolato al verde, diventa l’obiettivo più invitante del viaggio di tutti i ragazzi.
Stradine soleggiate dai caldi raggi del sole e rinfrescate dalle ombre degli alberi, qualche autobus che accompagna villeggianti e non, e aria fresca che accarezza, di tanto in tanto, i capelli.
E’ questa l’immagine che mi salta alla mente se penso a Meta: bella, colorata e fresca!
Il paesino, attrazione turistica estiva, è posizionato nella penisola sorrentina, lì dove gli agrumi sono ancora uno dei fattori principali dell’economia, da cui si ricavano varie qualità di liquore esportate a livello nazionale, come il limoncello e l’agrumetto.
Non è stata sempre una cittadina ridente Meta, anzi, in passato ha dovuto battersi per l’indipendenza da Sorrento e soprattutto da Piano di Sorrento, ottenendo la definitiva autonomia soltanto nel 1946. Ottimo porto per gli scambi con l’Oriente, conserva diverse interpretazioni del suo toponimo. Probabilmente il nome deriva da un’antica casa mai completata, oppure da una qualità d’uva, o ancora dalla sua posizione geografica.
Tuttavia, il ridente centro, pur apparendo quasi del tutto moderno, conserva una tradizione molto antica e di rilievo. Si narra, difatti, che il popolo fosse, nell’antichità, devoto alla Madonna del Taborre, la cui statua fu trasferita a Meta. In seguito, vi fu una visione divina tra alcuni rami di un albero di lauro, lì dove, oggi, sorge la Basilica a lei dedicata. Da quel momento il nome della Santa fu trasformato in Madonna del Lauro e fu costruita la chiesa, attualmente in stile neoclassico con un alto campanile di fianco, che scandisce le ore con il suo maestoso orologio.
Feste annuali, sagre e celebrazioni religiose rallegrano il luogo durante l’anno e attirano, anche in inverno, cittadini di zone limitrofe e gente del posto.
Un delizioso centro abitato dalle mille sfaccettature, che si caratterizza per una forte attrazione d’estate, per il suo mare e le ampie spiagge, e per un richiamo di persone in inverno, grazie alle tradizioni che la sostengono.
Strade in curva, asfaltate o ancora con sanpietrini, uniscono gli aspetti moderni a quelli del tempo andato. Negozietti di ogni tipo regalano ai turisti splendide passeggiate: dalla bottega artigianale, agli empori di souvenir, fino ai classici negozi per l’assaggio e la vendita dei liquori. Il tutto in una atmosfera di tranquillità, unita, a volte, al caos dei visitatori in cerca di refrigerio.
Verso le 18 la cittadina si spopola, per dedicarsi soltanto ai suoi abitanti. Gli ospiti tornano in città e il treno della vesuviana si riempie, lasciando Meta nella fresca brezza serale che accarezza il mare, illuminato dal chiarore della luna. Solo per poco, però, perché di sera tutto si rianima richiamando all’ordine i giovani, pronti a dedicarsi alla movida dei locali!
(Foto 1 di Kekko 14 in Pubblico Dominio, foto 2 di Linoizzo in licenza GFDL)
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