Books by Sara Sermini
Meltemi, 2022
È ormai da circa un decennio che il dibattito culturale registra un ritorno del materialismo; un ... more È ormai da circa un decennio che il dibattito culturale registra un ritorno del materialismo; un ritorno che si delinea innanzitutto come un suo aggiornamento ai temi contemporanei (post-umanesimo, ecologia, femminismi), svolto attraverso la riattivazione di quella materia che il materialismo si porta sempre in qualche misura dietro, nella sua declinazione filosofica come nei suoi usi politici. Pur inserendosi in questo movimento diffuso, il volume prova a riconfigurare i termini del dibattito attraverso uno spostamento prospettico: da un centro unico – la materia, che nella sua pervasività rischia di descrivere un determinismo in grado di trasmettersi dalla dimensione fisica a quella sociale, politica, estetica – a due fuochi, la materia e la forma. La scommessa è che dalla lunga vicenda filosofica di questi due concetti affiorino dei momenti in cui la loro dialettica lasci intravedere percorsi differenti rispetto a quelli che si sono dati storicamente, e configurazioni inedite di senso, capaci di concepire un materialismo che non cerchi solo la legittimazione materiale di lotte e pratiche, ma che trovi le parole e gli strumenti per immaginarne di nuove.
Il saggio ripercorre gli anni di formazione di Amelia Rosselli, seguendo due fils rouges che si d... more Il saggio ripercorre gli anni di formazione di Amelia Rosselli, seguendo due fils rouges che si dipanano dalla materia complessa delle sue raccolte poetiche: il tema della povertà e quello della follia. Strettamente correlati, essi danno conto di una riflessione filosofica e politica che, iniziata negli anni giovanili, viene rimeditata e ridiscussa nell’arco dell’intera esistenza. Sara Sermini indaga il contesto politico-culturale al quale si possono ricondurre le letture giovanili di Rosselli, così come le frequentazioni familiari connesse ai fautori delle “terze vie”, l’impiego presso gli uffici romani della Olivetti, la partecipazione alle attività promosse da Ernesto De Martino, l’amicizia con Rocco Scotellaro e, non da ultimo, l’incontro con il mondo della psicanalisi junghiana. Il ritratto di Amelia Rosselli da giovane è affiancato dall’analisi interpretativa dei suoi versi alla luce delle due tematiche indagate. Il volume è corredato infine da una lettera di Amelia Rosselli al fratello John, contenente due poesie inedite, e da alcune lettere, anch’esse inedite, al poeta Giovanni Giudici.
---
This essay examines Amelia Rosselli’s formative years according to two closely entwined themes that characterize her complex poetry: poverty and foolishness.This specific focus enlightens the political and cultural context in which her life and work are situated while shedding new light on her verses.The volume also presents a letter from Amelia Rosselli to her brother John containing two unpublished poems, as well as other unpublished letters to the poet Giovanni Giudici.
Book chapter by Sara Sermini
La poesia italiana degli anni Ottanta Esordi e conferme IV, a cura di Sabrina Stroppa, 2022
I poveri possono parlare? Soggetti, problemi, alleanze (a cura di Lorenzo Coccoli, Ediesse Futura, 2021), 2021
Articles by Sara Sermini
antinomie.it, 2022
Quando è che una cosa diventa un'altra? Osservo la domanda che Antonella Anedda pone come titolo ... more Quando è che una cosa diventa un'altra? Osservo la domanda che Antonella Anedda pone come titolo di una delle prose che compongono Geografie; il movimento di transizione da una cosa a un'altra, l'incertezza dello sguardo disorientato che si accorge del cambiamento quando ormai è già avvenuto. A questa domanda seguono una serie di interrogazioni che, scivolando da un oggetto a un altro, traslano anche lo sguardo di chi legge, muovendolo da una questione a un'altra:
antinomie.it, 2021
Raschiate dal fondo: nature morte (viventi) di Alessandra Carnaroli e Anne Imhof antinomie.it/ind... more Raschiate dal fondo: nature morte (viventi) di Alessandra Carnaroli e Anne Imhof antinomie.it/index.php/2021/11/12/raschiate-dal-fondo-nature-morte-viventi-di-alessandra-carnaroli-e-anne-imhof/ Nel Giudizio universale di Michelangelo San Bartolomeo regge in una mano il suo corpo sventrato, nell'altra lo strumento del suo martirio: un coltello. La veste di pelle che pende nel vuoto ha il volto di chi l'ha dipinto. Martirio e creazione si incontrano nel gesto dello scorticamento. Lo stesso gesto che si riconosce nella raccolta di Alessandra Carnaroli, appena uscita per Einaudi: 50 tentati suicidi più 50 oggetti contundenti. 50 sono le pelli che Carnaroli ci mostra in una mano e 50 sono gli oggetti acuminati che espone nell'altra mano. Nessun martirio, però, se non quello etimologico della testimonianza, dal tono pungente, dissacrante. Le pelli che pendono sono quelle di 50 donne, 50 desperate housewives-si legge nella quarta di copertina, 50 vivissime scorticate (come le sorelle della fiaba di Basile di recente messe in scena da Emma Dante), alle quali sono affiancati 50 strumenti quotidiani e potenzialmente letali.
antinomie.it, 2021
Visioni di gioco e giochi di visione. Laura Accerboni e Carmen Gallo antinomie.it/index.php/2021/... more Visioni di gioco e giochi di visione. Laura Accerboni e Carmen Gallo antinomie.it/index.php/2021/09/16/visioni-di-gioco-e-giochi-di-visione-laura-accerboni-e-carmen-gallo/ La radice etimologica del termine 'posizione' (dal latino positiōnem, che l'italiano mutua dal francese position) non indica soltanto quello stato di arresto del movimento che prelude alla costruzione di un luogo di riposo, ma si apre a ogni possibile moto di fuga. Definisce il luogo in cui situarsi, facendo ben attenzione alla realtà circostante, dalla quale si è al tempo stesso attratti e respinti. La postura di ogni 'posizionamento' è dunque per forza di cose incerta, contratta in uno stato di allerta, dal quale tuttavia si può sgusciare rapidamente, innescando uno spostamento nello spazio. Nel calcio si usa l'espressione "gioco di posizione" (positional play)-probabilmente modellata sulla locuzione "guerra di posizione"-per parlare di un gioco pressoché fermo, nel quale non è il giocatore ad andare incontro al pallone, ma il pallone a raggiungerlo, all'interno di un disegno condiviso con la propria squadra. È un gioco di intese con i proprî compagni in grado di spiazzare gli avversari, ed è al tempo stesso una strategia che permette ai giocatori di riprendere fiato, riducendo i tempi della corsa. Sembrano incontrarsi nello spazio ambiguo attorno a questo termine, 'posizione', due libri molto diversi entrambi pubblicati nel 2020: Acqua acqua fuoco di Laura Accerboni e Le fuggitive di Carmen Gallo. Fin dai titoli si disegnano movimenti, si esplorano posizioni 2/14 diverse, spesso scomode, e si inseguono linee di fuga per lo sguardo e per il pensiero; è così anche per noi lettrici e lettori: cambiando posizione si moltiplicano i punti di vista; nello slancio visuale innescato dalla nuova dimensione prospettica si spalancano vedute inattese. Prendono forma delle vere e proprie figurazioni, immagini modellate dalle due autrici con attenzione alle arti visive, dalle quali le loro parole traggono nutrimento. Acqua acqua fuoco è gioco di bambini, un gioco di allontanamento/avvicinamento a un oggetto nascosto che il giocatore-o, meglio, la giocatrice-dovrebbe riuscire a individuare seguendo le voci degli altri partecipanti: "acqua acqua", a volte "fuochino" o "fuocherello" e, infine, "fuoco". Si gioca al chiuso generalmente, piuttosto che all'aperto. In una stanza, spesso, dove gli oggetti e i dettagli si moltiplicano, i movimenti si fanno ravvicinati e il ritmo di gioco più serrato.
This article explores the theme of violence in the autobiographical work of Joyce Salvadori Lussu... more This article explores the theme of violence in the autobiographical work of Joyce Salvadori Lussu, an Italian partisan, political activist, writer and translator, who experienced many wars and violent conflicts throughout her life: the Great War; the Second World War; the anti-imperialistic struggles; and the protests of 1968. As a premise, the author will reconsider the philosophical notions of violence and force in relation to the concept of resistance, by first situating all these categories within a physical sphere. Second, the author proposes a rethinking of the subject of violence from a female perspective, by studying Joyce Lussu’s theoretical discourse about women and war.
Therefore, through the analysis of images of violence gathered from Lussu’s literary work, the author interprets the essential role of women as ‘resistants’ as well as bearers of pacifist values. Finally, the author uses the category of minority revolution, inspired by Deleuze and Guattari, to underline Lussu’s political commitment on the side of renegades through her activity as a translator of minor literature. The methodological perspective adopted aims at challenging the contemporary domination of the anti-humanist discourse, by endorsing the secular values of Humanism, reemerged and theorized in Italy between the 1930s and 1960s.
Partendo dall’articolo su Boris Pasternak scritto da Amelia Rosselli nel 1966 e attraverso l’inda... more Partendo dall’articolo su Boris Pasternak scritto da Amelia Rosselli nel 1966 e attraverso l’indagine delle edizioni del poeta russo conservate presso la biblioteca di Rosselli, mi propongo in questo breve scritto di studiare i motivi letterari e politici della vicinanza di Amelia Rosselli all’opera di Boris Pasternak.
In this article, which examines the collection of poems Marmo by Silvia Bre (2007), I reconsider ... more In this article, which examines the collection of poems Marmo by Silvia Bre (2007), I reconsider her book from a sensorial perspective. In particular, I analyze the poetical motives connected to the sensorial system, in order to demonstrate how the ‘low-high movement’ of Bre’s poetry informs how she prioritizes the corporeal sphere over thought. Moreover, I demonstrate how the symmetrical oppositions in her verses witness her own positioning in the ever-contemporary issue of form and content.
Talks by Sara Sermini
Se nel corso dei secoli la letteratura italiana si è occupata di raffigurare la povertà, spesso c... more Se nel corso dei secoli la letteratura italiana si è occupata di raffigurare la povertà, spesso cercando di produrre un calco della realtà sociale nel solco del cosiddetto realismo, a partire dal secondo dopoguerra essa è stata costretta ad affrontare il discorso sulla povertà da prospettive inedite. Quasi anticipando la domanda di Spivak, Can the subaltern speak? (1988), scrittori e poeti italiani si sono infatti interrogati sul perché "dare voce" ai poveri e in che modo. Nel corso del seminario rifletteremo proprio sul senso e sulle modalità del "dare voce", sui meccanismi di potere in gioco e sulla lingua stessa della povertà, prendendo in considerazione un campionario di testi eterogenei: i Racconti siciliani di Danilo Dolci e i Contadini del sud di Rocco Scotellaro; la riflessione teorica di Pier Paolo Pasolini sul dialetto; le notazioni poetiche di Amelia Rosselli sulla «difficilissima lingua del povero»; il diario del pittore-contadino Pietro Ghizzardi intitolato Mi richordo anchora o quello del cantoniere semianalfabeta Vincenzo Rabito, pubblicato soltanto di recente con il titolo Terra matta; infine le traduzioni di Joyce Lussu delle voci delle cosiddette minorities.
Amelia Rosselli (Parigi, 1930 – Roma, 1996) nasce in esilio, a causa dell’attività antifascista d... more Amelia Rosselli (Parigi, 1930 – Roma, 1996) nasce in esilio, a causa dell’attività antifascista della madre Marion Cave e del padre Carlo Rosselli, ucciso dai cagoulards nel 1937 insieme al fratello Nello. Tra le mura di una dimora continuamente dislocata altrove – prima in Francia, poi in America, in Inghilterra e, infine, in Italia – vive il travaglio della storia: in forma di storia personale, nel «senso di non corporeità» lasciato dalla figura paterna nonché nella strenua attività politica proseguita dalla madre e dall’entourage familiare; e, ben presto, in forma di memoria collettiva, letta sulle pagine dei libri, o nei ritagli di giornale da lei scrupolosamente conservati. Eppure, nella poesia di Amelia Rosselli la storia entra soltanto obliquamente per costruire una «grammatica» dell’inclusione, per farsi «difficilissima lingua» di resistenza. I profili appena abbozzati di poveri o contadini che fanno comparsa nei suoi versi, i temi-chiave della follia, della malattia, della povertà che attraversano carsicamente la sua opera – da La Libellula a Variazioni belliche, da Serie ospedaliera a Impromptu, dal Diario in Tre Lingue al Diario ottuso – danno voce alla storia, scardinando al tempo stesso il suo apparato mitico.
Podcast: https://www.rsi.ch/rete-due/speciali/Archivi-del-Novecento.-Dieci-autori-letti-attraverso-le-teche-RSI-10153316.html
Conference Presentations by Sara Sermini
In 1947, Farrar, Straus and Giroux published the English translation of Carlo Levi’s Cristo si è ... more In 1947, Farrar, Straus and Giroux published the English translation of Carlo Levi’s Cristo si è fermato ad Eboli. In the same year, Adriano Olivetti became Commissioner of the United Nations Relief and Rehabilitation Administration Housing Program (UNRRA-CASAS), promoting the study of the South Italian city and territory of Matera in collaboration with American researchers such as Donald S. Pitkin, George Peck and Friedrich G. Friedmann (Bilò-Vadini, 2013; Zeier Pilat, 2014), who decided to reach Italy after reading Levi’s book. Two years later, Olivetti proposed the English translation of Movimento di Comunità’s program, pursuing the dream to spread his political project in the United States.
To better understand what lies behind these facts and their relation with the Cold War context, I propose to reconsider the notion of “rurality” – which replaced that of “backwardness” to define the Italian South society – and to examine the transmission and circulation of the so-called “philosophy of la miseria“ (Friedmann, 1953) within the American culture.
9th Annual Symposium of the Research Network on the History of the Idea of Europe. Napoli, Istitu... more 9th Annual Symposium of the Research Network on the History of the Idea of Europe. Napoli, Istituto di studi filosofici, 4-6 luglio 2018
Seminario internazionale dottorale e postdottorale “Oltre le righe. Usi e infrazioni dello spazio... more Seminario internazionale dottorale e postdottorale “Oltre le righe. Usi e infrazioni dello spazio testuale”, Pisa, Scuola Normale Superiore, 21 ottobre 2017.
As Giorgio Maria Nicolai has illustrated in his regesta of Italian travelogues from Soviet Union ... more As Giorgio Maria Nicolai has illustrated in his regesta of Italian travelogues from Soviet Union (Sovietlandia. Viaggiatori italiani nell’Unione Sovietica, 2009), many Italian intellectuals visited Russia from the beginning of the Soviet revolution till the end of the Cold War. In this paper, I aim to analyse and compare a selection of travelogues written during the so-called ‘Italian Reconstruction’ (approximately between 1945 and 1960) by Libero Bigiaretti, Giuseppe Di Vittorio, Danilo Dolci, Tommaso Fiore, Carlo Levi and Anna Maria Ortese.
Moving between clichéd statements about USSR and, on the other hand, acute as well as unexpected annotations, these written testimonies are essential to understand the political tendency in the aftermath of the Second World War and, in some cases, the influence of the so-called ‘Third Ways’. Elaborated around 1920s, those political paths started from the problem of poverty, in the attempt of solving the aporia between liberalism (in his moral, not in his economic/Keynesian sense) and Communism.
What unifies the analysed travelogues is indeed the idea of poverty, strictly related to the political context. They demonstrate how the Russian experience informs the way Italian intellectuals reconsider poverty in Italy, with a peculiar attention to the ‘Southern Question’ and the ‘Peasant Question’.
Starting from the idea of Russia emerging from these pages, it is possible to shed new light on what happened in the so-called ‘Italian Reconstruction’.
VI Colloquio Internazionale di Letteratura italiana: Povertà, Napoli, Università Suor Orsola Beni... more VI Colloquio Internazionale di Letteratura italiana: Povertà, Napoli, Università Suor Orsola Benincasa, 27- 29 maggio 2015.
Papers by Sara Sermini
Versants. Revista suiza de literaturas románicas, 2017
Partendo dall’articolo su Boris Pasternak scritto da Amelia Rosselli nel1966 e attraverso l’indag... more Partendo dall’articolo su Boris Pasternak scritto da Amelia Rosselli nel1966 e attraverso l’indagine delle edizioni del poeta russo conservate presso labiblioteca della poetessa, mi propongo in questo breve scritto di studiare i motiviletterari e politici della vicinanza di Amelia Rosselli all’opera di Boris Pasternak.
Uploads
Books by Sara Sermini
---
This essay examines Amelia Rosselli’s formative years according to two closely entwined themes that characterize her complex poetry: poverty and foolishness.This specific focus enlightens the political and cultural context in which her life and work are situated while shedding new light on her verses.The volume also presents a letter from Amelia Rosselli to her brother John containing two unpublished poems, as well as other unpublished letters to the poet Giovanni Giudici.
Book chapter by Sara Sermini
Articles by Sara Sermini
Therefore, through the analysis of images of violence gathered from Lussu’s literary work, the author interprets the essential role of women as ‘resistants’ as well as bearers of pacifist values. Finally, the author uses the category of minority revolution, inspired by Deleuze and Guattari, to underline Lussu’s political commitment on the side of renegades through her activity as a translator of minor literature. The methodological perspective adopted aims at challenging the contemporary domination of the anti-humanist discourse, by endorsing the secular values of Humanism, reemerged and theorized in Italy between the 1930s and 1960s.
Talks by Sara Sermini
Podcast: https://www.rsi.ch/rete-due/speciali/Archivi-del-Novecento.-Dieci-autori-letti-attraverso-le-teche-RSI-10153316.html
Conference Presentations by Sara Sermini
To better understand what lies behind these facts and their relation with the Cold War context, I propose to reconsider the notion of “rurality” – which replaced that of “backwardness” to define the Italian South society – and to examine the transmission and circulation of the so-called “philosophy of la miseria“ (Friedmann, 1953) within the American culture.
Moving between clichéd statements about USSR and, on the other hand, acute as well as unexpected annotations, these written testimonies are essential to understand the political tendency in the aftermath of the Second World War and, in some cases, the influence of the so-called ‘Third Ways’. Elaborated around 1920s, those political paths started from the problem of poverty, in the attempt of solving the aporia between liberalism (in his moral, not in his economic/Keynesian sense) and Communism.
What unifies the analysed travelogues is indeed the idea of poverty, strictly related to the political context. They demonstrate how the Russian experience informs the way Italian intellectuals reconsider poverty in Italy, with a peculiar attention to the ‘Southern Question’ and the ‘Peasant Question’.
Starting from the idea of Russia emerging from these pages, it is possible to shed new light on what happened in the so-called ‘Italian Reconstruction’.
Papers by Sara Sermini
---
This essay examines Amelia Rosselli’s formative years according to two closely entwined themes that characterize her complex poetry: poverty and foolishness.This specific focus enlightens the political and cultural context in which her life and work are situated while shedding new light on her verses.The volume also presents a letter from Amelia Rosselli to her brother John containing two unpublished poems, as well as other unpublished letters to the poet Giovanni Giudici.
Therefore, through the analysis of images of violence gathered from Lussu’s literary work, the author interprets the essential role of women as ‘resistants’ as well as bearers of pacifist values. Finally, the author uses the category of minority revolution, inspired by Deleuze and Guattari, to underline Lussu’s political commitment on the side of renegades through her activity as a translator of minor literature. The methodological perspective adopted aims at challenging the contemporary domination of the anti-humanist discourse, by endorsing the secular values of Humanism, reemerged and theorized in Italy between the 1930s and 1960s.
Podcast: https://www.rsi.ch/rete-due/speciali/Archivi-del-Novecento.-Dieci-autori-letti-attraverso-le-teche-RSI-10153316.html
To better understand what lies behind these facts and their relation with the Cold War context, I propose to reconsider the notion of “rurality” – which replaced that of “backwardness” to define the Italian South society – and to examine the transmission and circulation of the so-called “philosophy of la miseria“ (Friedmann, 1953) within the American culture.
Moving between clichéd statements about USSR and, on the other hand, acute as well as unexpected annotations, these written testimonies are essential to understand the political tendency in the aftermath of the Second World War and, in some cases, the influence of the so-called ‘Third Ways’. Elaborated around 1920s, those political paths started from the problem of poverty, in the attempt of solving the aporia between liberalism (in his moral, not in his economic/Keynesian sense) and Communism.
What unifies the analysed travelogues is indeed the idea of poverty, strictly related to the political context. They demonstrate how the Russian experience informs the way Italian intellectuals reconsider poverty in Italy, with a peculiar attention to the ‘Southern Question’ and the ‘Peasant Question’.
Starting from the idea of Russia emerging from these pages, it is possible to shed new light on what happened in the so-called ‘Italian Reconstruction’.