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venerdì 18 aprile 2014

i pasticciotti


Quello che vi presento oggi è un cavallo di battaglia per noi, un dolcetto che viene preparato con soddisfazione quando si può (e quasi mai da me, devo essere sincera). Anche quelli che vedete qui in foto non sono opera mia, ma ne sono talmente fiera che sono felice di presentarveli.
Nella nostra tradizione si chiamano Pasticciotti, e possono avere ripieni differenti, i più tradizionali sono di marmellata, ma possono essere efficacemente riempiti con quello che più ci piace, crema bianca, crema al cioccolato, crema alle nocciole, ecc...
In questo caso il ripieno è al cioccolato. E il risultato davvero eccellente.
Gli ingredienti sono semplici:
200 gr.  di farina 0
60 gr di zucchero di canna
70 gr. di burro
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
scorza di limone
marmellata o crema di nocciole o crema al cioccolato o bianca per il ripieno
zucchero a velo per la decorazione

Aggiungere alla farina lo zucchero, il burro i tuorlo d'uovo, il lievito e la scorza di limone e impastare il tutto fino ad ottenere una pasta liscia, fare una palla e mettere a riposare in frigo, almeno per un'ora.
Stendere la pasta a uno spessore di 3-4 mm e con le apposite formine creare i dischi. Per formare il pasticciotto basta mettere al centro un po' di ripieno, poi spalmare il contorno con l'albume sbattuto, quindi sovrapporre un altro dischetto facendo aderire bene. Mettere in forno a 120° per 20-30 minuti. Appena usciti dal forno spolverizzare lo zucchero.
E infine, gustare!




mercoledì 16 aprile 2014

i biscotti della "piccola" (senza glutine e lattosio)




Questi sono giorni speciali, ci si prepara ai giorni di festa. E quindi si lavora con le mani e con il cuore per produrre qualcosa di dolce, più spesso del solito.
Questi biscotti in fondo sono molto semplici, l'impasto è base, praticamente una frolla. L'unica particolarità è che si tratta di impasto senza glutine.


In casa abbiamo appositamente un burro senza lattosio, per usarlo in occasioni speciali come questa. In linea di massima non amo molto comprare prodotti che si dichiarano "privi di" perché si tratta di prodotti rimaneggiati, lavorati con procedure spesso ignote o peggio discutibili. Meglio trovare in natura un sostituto  dell'alimento incriminato. Sostituisco il burro efficacemente con l'olio praticamente sempre. Ma devo ammettere che ho provato tante volte questa ricetta con l'olio, senza avere un risultato accettabile. Il burro da friabilità e compattezza, che non si riesce ad ottenere senza. Perciò, eccezionalmente, useremo il burro senza lattosio.

 
La ricetta  è molto semplice e la dose consente di realizzare una bella dose di biscotti, come vedete. Ecco gli ingredienti:
400 gr. di farina integrale di riso
180 gr di burro senza lattosio
1 uovo
80 gr di zucchero di canna (ma per me sono ancora troppo dolci)
un cucchiaino di lievito per dolci
scorza di limone tritata finemente
a piacere zucchero a velo o codette per la decorazione
facoltative le gocciole di cioccolato


Unire il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e mescolare energicamente fino ad ottenere una crema. Aggiungere l'uovo battuto e incorporare, poi a poco a poco la farina e il lievito, la scorza di limone.
Lavorare fino ad ottenere una pasta liscia e lasciarla riposare in frigo almeno 1 ora. Quindi stendete e con le formine ricavate i biscotti. Se preferite potete anche creare un cilindro da lasciare rassodare in frigo e poi tagliarlo a fette con spessore omogeneo, come abbiamo fatto per questi biscotti che vedete in basso, anche se poi la forma è riuscita schiacciata. 


Ma a noi le cose piace personalizzarle.
Si cuociono a 180° per 15 minuti. Una volta raffreddati si spolverizza con zucchero a velo e cannella, se piace. 
Ottima anche una versione con gocce di cioccolato da mettere dentro l'impasto.
Buon assaggio!

P.S. anche questi per gentile concessione di piccole mani.









lunedì 14 aprile 2014

Torta salata agli spinaci (gluten free e vegan)


Da un po' di tempo pensavo di scrivere questa ricettina, che ho potuto sperimentare di recente, grazie anche al fatto che mi serviva sperimentare con farine senza glutine.

In più ho usato spinaci freschi, prodotto di stagione, che avevo comprato in quantità, e visto che è il prodotto del mese ho pensato di partecipare alla raccolta di Salutiamoci, ospitato questa volta dal blog Passato tra le mani di  Annalisa, che vi consiglio di visitare perché è pieno di tantissime notizie sul mondo vegetale.

L'esperimento per la prima volta mi è riuscito bene sin da subito, l'impasto è gradevolmente morbido ma non si sfarina e si può anche tenere in mano. Una torta salata che mi soddisfa insomma, con una ricetta nata per caso.
Per la base:
150 gr di PM senza glutine (esubero)
100 gr, di farina di grano saraceno
100 gr. di farina integrale di riso
100 ml acqua circa
sale q.b.
olio e.v.o. due cucchiai

Per il ripieno:
300-400 gr di spinaci freschi
erba cipollina
coriandolo
noce moscata
sale e pepe

Impastare rapidamente tutti gli ingredienti e fare riposare in frigo qualche ora. Poi stendere in una teglia e cuocere in forno a 200° per una decina di minuti. Poi farcire con il ripieno preparato in precedenza: spinaci cotti senz'acqua, strizzati e tagliati grossolanamente, erba cipollina, coriandolo, sale, pepe e una leggerissima grattata di noce moscata, mischiare il tutto e versare sulla base. Decorare a piacimento, io ho usato pomodorini a pezzetti, e infornare per l'ultima fase di cottura.


il risultato, vi assicuro, merita!!

Questa ricetta partecipa anche alla raccolta "Integralmente" promossa dal blog Gocce D'aria




sabato 12 aprile 2014

gli involtini di verza (vegan)


Per non parlare sempre di piatti dolci, ve ne propongo oggi uno salato.
A dire il vero io preferisco il salato al dolce, ma qualche dolce serve sempre per la sperimentazione delle capacità esperienziali dei minori (eheheh).
Giusto ieri pensavo che mi piacerebbe fotografare a proporre più spesso i piatti che cuciniamo quotidianamente, perché potrebbe essere utile a chi come noi, vuole variare il proprio modo di alimentarsi aggiungendo pietanze nuove
Solo che poi, non ho mai il tempo di fotografare quello che metto in tavola, a volte la luce è scarsa, si ha troppa fretta di assaggiare, insomma, è davvero complicato!
Ieri per esempio ho preparato dei gustosissimi gnocchi di fagioli e mentre li mangiavo pensavo: che peccato non averli fotografati! Ma vi assicuro che erano buonissimi! (prima o dopo riuscirò pure a fotografarli, prometto)
Ma torniamo a noi e a questo piatto dalle tante varianti. In definitiva si tratta di prendere una verza e di scottare le foglie in acqua calda, poi rapidamente immergerle in acqua fredda per mantenere il verde carico delle foglie.

Intanto si procede con il ripieno. Questa volta ho optato per pomodorini secchi, olive nere e pinoli tritati sottilmente col coltello e mischiati a altre foglie di verza, sempre tritate. Si richiude la foglia e si ottiene un involtino (e poi tanti altri) che cuoceremo in padella coperta o al forno per una decina di minuti.
In realtà questo piatto ci piace molto e variamo spesso i ripieni. Per esempio si può usare anche una patata bollita e schiacciata, condita con gli aromi che più ci piacciono, per es, prezzemolo, cipollina, o coriandolo, menta. Si possono aggiungere dadini di tofu, volendo.
Il risultato è molto buono e può essere usato efficacemente come contorno anche in un pranzo più importante.

lunedì 7 aprile 2014

le colombe con e senza glutine, primo esperimento con PM

Ed eccomi a presentarvi un nuovo esperimento fatto la settimana scorsa: si tratta di due colombe, di cui una senza glutine.
Diciamo che già l'esperimento di creare una colomba è già di una certa complessità, se poi vogliamo crearne una senza glutine, allora l'esperimento diventa ancora più complesso. La colomba è un grande lievitato per cui di solito si usano farine "forti", ossia molto glutinose: capirete quindi che realizzarne una senza glutine è particolarmente difficile.
Dopo le varie lievitazioni previste l'aspetto della mia colomba "normale" era molto invitante e molto lievitato

mentre la mia colomba senza glutine mi ha dato molte soddisfazioni raggiungendo quasi lo stesso livello di lievitazione della prima, anche se per molto tempo era rimasta quasi ferma, tanto che temevo che il risultato finale sarebbe stato un assoluto disastro. Invece poco a poco, soprattutto nell'ultima ora di lievitazione, si è sollevata!


Quindi procedo alla cottura, e qui sorge il primo problema, la colomba n.1 (quella normale) si "affloscia" un poco e si livella allo stampo, addio bel gonfiore!

Quella senza glutine invece rimane più o meno come prima


e questo è il risultato finale di entrambe

Di questo esperimento posso dire che ho ancora molto da imparare, moltissimo, ma ogni esperienza aggiunge qualcosa. Ci sono varie cose che questa esperienza mi ha suggerito
1) Mi ha stupito la mia colomba senza glutine, perché non immaginavo potesse gonfiare tanto fino al bordo dello stampo. Il sapore era molto buono, ma la sua consistenza non era morbida come ci si deve attendere da una colomba.
2) Sono convinta di avere cotto troppo entrambe, e non ho nemmeno pensato per un attimo a rovesciarle a testa in giù, sarebbero certamente crollate, entrambe erano troppo pesanti. 
3) Sono piuttosto soddisfatta, nonostante tutto, perché il mio esperimento è stato condotto senza l'ausilio di una planetaria, che in effetti tutti dicono essere indispensabile per questo genere di lievitati. A mia discolpa posso dire di avere ottenuto un risultato migliore col panettone di Natale, ma c'è ancora molta strada da fare.
4) E' sempre una bella avventura, quando ci si lancia nel mondo della cucina, comunque vada!

mercoledì 2 aprile 2014

la torta fondente senza glutine


Quella che vedete è una torta realizzata (dall'impasto alla cottura) da una bimba di 9 anni, da sola, a mia insaputa.
Quello che manca è ovviamente il pezzo assaggiato dalla stessa e dal resto della famiglia prima di rivelarmi la sorpresa, quindi mi è stato impossibile fotografarla prima, quando era ancora intera.
Questo per dire che se riesce a farla da sola una bambina, sebbene già molto allenata in cucina per sua vocazione, penso che possano farla proprio tutti.
Si tratta come da titolo, di una torta gluten free, quindi può essere mangiata anche da chi ha problemi con il glutine e anche da chi non mangia latte.
La ricetta stata modificata da un originale tratto dal libro "Dolci leggerezze" di Veronica Lavenia, che ho già citato varie volte e mi piace particolarmente perché propone l'uso di una farina quasi dimenticata, quella di castagne, che invece è molto buona oltre che molto nutriente.
Penso che tutti faremmo bene a variare il più possibile la nostra dieta, arricchendola di cibi nuovi, di ingredienti dai sapori differenti, perché fa bene al cuore oltre che al corpo. Quello che mi più mi piace di questa mia avventura degli ultimi due anni di esperimenti culinari è proprio questo, la scoperta di nuovi sapori, di nuovi ingredienti. 
Ve la propongo quindi con grande soddisfazione, anche se io non sono tra gli amanti del dolce, devo però ammettere che il sapore di questa torta fondente mi ha davvero conquistata. Provatela anche voi, prima di immergerci definitivamente nel caldo estivo.
Vi metto qui la ricetta, rivista rispetto all'originale nelle quantità per avere un risultato ottimale rispetto al nostro gusto e al nostro stampo.

TORTA FONDENTE SENZA GLUTINE

Ingredienti per una torta di cm 24: 2 uova, 90 g di zucchero di canna, 300 g di farina di castagne, 150 gr di cioccolato fondente 70%, 3 cucchiai di cacao amaro, 130 ml di latte di soia, 40 ml di olio extravergine di oliva, una bustina di lievito per dolci, una presa di sale.

Cominciare con i tuorli che devono essere ben battuti con lo zucchero. Aggiungere il lievito facendo attenzione a non formare grumi. Incorporare il cacao e il cioccolato fuso a bagnomaria. A poco a poco aggiungere il latte e poi l'olio. In ultimo incorporare al composto gli albumi montati a neve con un pizzico di sale, avendo cura di non fare smontare l'impasto. Versare nello stampo unto d'olio o coperto con carta forno, e infornare a 180° per 25 minuti circa. 


Buon divertimento!





venerdì 28 marzo 2014

i miei pani gluten free: dalla pasta madre in poi

Da più di un anno ci siamo lanciati nella sperimentazione sui lievitati gluten free e vi dico subito che è un'avventura davvero complessa. Ma come si dice "la necessità fa virtù", quindi ci si attrezza in ogni modo per ottenere qualcosa di decente. In realtà il nostro sperimentare è partito perché il pane gluten free che si trova in vendita ha un sapore davvero poco gradevole e a leggere le etichette del contenuto non mi sento poi così tranquilla.

Così siamo partiti dalla Pasta madre gluten free, che abbiamo realizzato diverse volte piuttosto facilmente anche perché riesce in fretta e più facilmente della sua parente stretta con il glutine. Io la realizzo con metà farina di riso e metà di mais (uso in genere farine integrali). Basta impastarne complessivi 100 gr. con un po' di acqua, quanto basta a ottenere una pasta morbida e poi lasciare in barattolo coperto da un panno per un paio di giorni. Poi basta prendere 100 gr. di questo impasto e reimpastarlo con uguale quantità di farina (sempre metà riso e metà mais) con circa 150 gr di acqua. Dopo qualche ora sarà gonfiato e sarà utilizzabile. E' una pasta madre piuttosto reattiva anche se si nota meno alla vista, perché gonfia poco. Ma del potere lievitante sono certa avendola usata anche con farine di frumento e avendo osservato un ottimo risultato.

Dalla pasta madre al pane poi il passo è breve. Si tratta di impastare la farina scelta con la pasta madre, io di solito uso circa 350 gr di farina (250 di riso e 100 di mais o anche 300 riso e 50 mais) e 200 gr. di Pasta madre, aggiungo acqua fino ad ottenere un composto morbido, da trattare con un cucchiaio. In realtà prima pensavo di dover ottenere un panetto solito simile a quello di frumento, ma il risultato finale era un pane super compatto, praticamente una mattonella. Ho imparato quindi con l'esperienza che l'impasto deve essere molto morbido. Lascio a lievitare intorno alle 5-6 ore, poi verso in uno stampo da plumcake coperto di carta forno, e lascio a lievitare ancora un'oretta, poi inforno per circa un'ora complessiva, di cui 20 minuti a 220° e i successivi a 200°. 
Il risultato non è male, di solito lo taglio a fette e lo congelo, usandolo all'occorrenza.

Quello che vedete in queste foto invece è il mio pane meglio riuscito, ottenuto usando 150 gr di farina di soia, 150 di riso e 50 di mais, con l'aggiunta di semi di sesamo leggermente tostati in cima, e aghi di rosmarino nell'impasto. E' il pane che preferisco perché è molto più morbido dell'altro, e poi mi piace molto il sapore.


Nel tempo ne abbiamo sperimentati altri, con varie miscele di farine. Purtroppo la farina di grano saraceno, che io amo, non ha un sapore molto gradito in famiglia, quindi la uso sempre in piccole quantità, però vi consiglio di provare. E' davvero un'ottima e divertente occupazione quella che ci porta a sperimentare.
E che altro aggiungere, se non che in qualche modo, anche senza glutine, riusciamo ad avere un pane mangiabile e saporito (oltre che molto più economico e sano).
Buon appetito!

con questo post partecipo alla raccolta di ricette "Integralmente" del Blog della Daria




lunedì 24 marzo 2014

mani al lavoro: gli arancini vegani e gluten free

In questi ultimi giorni sono stata occupatissima in imprese culinarie, la Primavera inizia con una serie di avvenimenti da festeggiare in famiglia, perciò ho dovuto sperimentarmi in varie preparazioni. Quella di cui vorrei parlarci soprattutto oggi sono gli arancini vegani e gluten free che ho preparato per due feste per bambini. Sono stati un successone, letteralmente divorati, spariti in un secondo!
Ne sono particolarmente fiera perché avevo l'impressione che la versione con spinaci non sarebbe piaciuta ai bimbi, invece sono stati graditissimi anche da quelli che di solito non mangiano mai "cose verdi". E questo conferma la mia ipotesi che i bimbi in realtà sono curiosi, amano sperimentare, che siamo noi adulti a dover dare qualche sforzo in più per presentare loro i cibi.
Ma torniamo a noi, gli arancinetti rossi e verdi. Cominciamo da quelli rossi: ho preparato il giorno prima un sugo con granulare di soia, in modo da essere già pronta. Chi non ha familiarità con la soia deve sapere che prima di cucinarla nel modo desiderato occorre reidratarla, cuocendola in brodo vegetale già bollente per una decina di minuti, poi lasciarla altri dieci minuti a fuoco spento nel brodo, e infine scolarla bene e strizzarla del brodo residuo. Solo a quel punto sarà pronta per essere usata, in questo caso nel sugo. Preparo un battuto di cipolle, sedano e carote e lo lascio cuocere 5 minuti a fuoco lento poi aggiungo la soia, e lascio insaporire bene, salando, pepando e aggiungendo una grattatina di noce moscata. Aggiungo del vino rosso e lascio sfumare, e infine aggiungo del concentrato di pomodoro sciolto in acqua tiepida. Lascio cuocere bene a fuoco lento per un'oretta circa, stando attenta che non si asciughi troppo. 
Il secondo condimento è ancora più semplice. Ho cotto a vapore un bel po' di spinaci freschi, e a parte ho bollito per 5 minuti del tofu al naturale. Infine ho frullato entrambi con un filo l'olio, ho aggiustato di sale e aggiunto un pizzico di noce moscata anche qui. Ho cotto il riso e l'ho diviso in due parti che ho condito con le due salse. Infine ho creato le palline, le ho rotolate nella farina di mais e fritte in olio di arachidi.
E il risultato è quello che vedete.
abbiamo preparato varie altre cose tra cui anche mini pizzette al pomodoro e origano e soprattutto due torte di compleanno

E' inutile dirlo, ci divertiamo a pasticciare, e a mangiare. Anche se la panna (una eccezione che abbiamo voluto fare) ha lasciato le sue conseguenze. Me ne ricorderò sicuramente in futuro e troverò un'alternativa per la decorazione.


lunedì 9 settembre 2013

L'Oro verde: il pistacchio!


Ci sono cose che la Natura crea che mi lasciano incantata, una di queste è la visione del pistacchio fresco, ancora racchiuso nel suo mallo.


L'odore che ne viene fuori, il senso di morbido al tatto quando lo liberi dal suo involucro e mentre lo fai, inevitabilmente ne sgusci completamente qualcuno, e lo assaggi.


Uno, un solo pistacchio, fresco. Ha un sapore leggero, un aroma che quasi non si apprezza se si ha fretta di mangiarne tanti. Ma se hai pazienza, se aspetti, si libera piano piano, in bocca.
Che altro posso dire. Sono fortunata di avere ricevuto questo regalo, perché il pistacchio di Bronte si raccoglie ogni due anni, e la sua produzione è assai limitata. Non è affatto facile trovarlo così, ancora con il mallo. Anzi, tutt'altro.

Questa abbondanza che mi riempie il cuore e l'anima mi rassicura e mi da la forza per tutti i giorni in cui sento invece prepotentemente il desiderio di fuggire da questa bellissima e struggente terra.


sabato 10 agosto 2013

E' la volta degli arancini



E per tornare a bomba sull'argomento cucina, con questo caldo io non ho trovato di meglio che cimentarmi nell'esecuzione di un classico dei classici, gli arancini alla catanese.
Squisitezza della nostra cucina, ma laboriosi e soprattutto fritti!!


Nel nostro caso arancini un po' rivisti, a causa di alcuni problemi alimentari, per cui li abbiamo realizzati con ragù di soia e con "formaggio" di riso. Quelli scuri invece sono agli spinaci, con un cuore di formaggio di riso.
E vi assicuro che erano buonissimi.
Già, erano. 
Buona giornata a tutti!

mercoledì 7 agosto 2013

Dolcetti un po' speciali



Torno a scrivere dopo tanto tempo per raccontarvi che in questi ultimi mesi sono stata impegnata nella rivoluzione della alimentazione familiare, in senso più salutare e soprattutto evitando sostanze che a uno di noi erano vietate. Diciamo che l'impegno ha sortito un buon effetto, ma con alcune pecche (mie), soprattutto sui dolci.
Devo ammettere che i dolci non sono mai stati la mia passione, ed è forse per questo che non mi riescono mai troppo bene, per fortuna adesso c'è chi può sostituirmi e anche (per fortuna) migliorarmi! Ma forte del fatto che non so nascondere (e manco potrei) certi miei limiti, mi è arrivato in regalo un libro... che casualità!!! 


Si tratta di "Dolci leggerezze" di Veronica Lavenia, che vi consiglio ardentemente per la chiarezza e per la semplicità delle ricette a risultato garantito!!! (e detto da me...) Fra l'altro mi piace molto perché sono ricette sempre con ingredienti naturali e senza aggiungere altro, che spesso è dannoso per chi già possiede intolleranze, e quindi un fisico intossicato.
Vi presento i miei primi due dolci decenti senza glutine!!
Questo è un plumcake morbidissimo


e dei biscotti (eccezionali)
tutti realizzati con farina di mais o di riso, che non contengono glutine :)
Che dire se non che ho appena fatto in tempo a scattare le foto???

mercoledì 7 novembre 2012

Rame di Napoli (di farro)

Oggi la mia giornata si è aperta così!
Da qualche tempo cucino in maniera differente dal solito per via di alcune (sospette) intolleranze, così questa è la seconda volta che provo questo dolce tipico delle mie zone in questo periodo dell'anno, con alcune varianti dalla ricetta originale, per adeguarla alle nostre esigenze. Il dolce si chiama "Rame di Napoli" ed è tipico della Festa dei Morti. 
Gli ingredienti sono: 200 gr. di farina di farro, circa 200 ml di latte vegetale, 40 gr. di cacao amaro, 40 gr. di margarina o olio, un uovo, uno-due cucchiai di miele e uno di sciroppo d'acacia, due cucchiaini di lievito per dolci, 3/4 chiodi di garofano tritati, cannella a piacere. Per la decorazione, 100 gr di cioccolato fondente e pistacchi tritati.
La ricetta è semplicissima nella realizzazione, basta unire tutti gli ingredienti e mettere per ultimo il lievito, poi creare piccole noci sulla placca del forno, badando che siano distanti, e infornare 10 minuti a 180°. Io preferisco farli in formato non troppo grande, con queste dosi ne sono venuti fuori 28.
Solo a raffreddamento completato si aggiunge il cioccolato fondente fatto sciogliere a bagnomaria e i pistacchi tritati al momento.
Gnam!

domenica 14 ottobre 2012

Torta di farro alle mele


Buona domenica!
In attesa della nuova settimana, intanto ci godiamo (un po' ammaccati) questo fine settimana, dal tempo meraviglioso e caldo! Ebbene sì, è ancora molto caldo, sui 27°, nonostante siamo già a metà ottobre! 
Non ricordo un'estate tanto lunga come questa. Tutto sommato non mi dispiace, anzi vivrei volentieri sempre a questa temperatura, se potessi escludere quelle superiori starei indubbiamente meglio!
Godiamoci perciò questa bella giornata!!
E siccome ci è difficile stare con le mani in mano, ci diamo da fare per accontentare anche il palato. 
La torta è al farro per accontentare tutti, le dosi sono semplici: 350 di farina di farro (io uso quella integrale), 100 gr olio di girasole (o quel che preferite), 150 di latte vegetale (quello che preferite, io uso quello di riso), 1 uovo, 2-3 cucchiai di malto di riso, una manciata di uvetta sultanina, buccia di limone grattugiata, 3 mele a fette, lievito.

Buona domenica anche a voi!!

mercoledì 3 ottobre 2012

Autoproduzioni estive: melanzane sott'olio


Prima che questo scorcio d'estate sparisca definitivamente vi presento le mie ultime autoproduzioni. 
Mi piace proprio conservare i sapori dell'estate, per poterli nuovamente assaporare anche quando la stagione sarà cambiata.
Così da qualche anno, cerco di trovare il tempo e il modo per fare le conserve, un po' come mia nonna, insomma!! E di conserve ce ne sono di tutti i tipi, come tutti sappiamo.
Ho già parlato della conserva di pomodori e della caponata. Questa volta si tratta di melanzane (e zucchine) sott'olio.
Il procedimento è molto semplice, basta tagliare le melanzane (o le zucchine) a striscioline, metterle in acqua e sale per una ventina di minuti, quindi sbollentarle per un paio di minuti in una pentola in cui avrete messo per metà acqua e per metà aceto e un pizzico di sale. Quando parlo di aceto ovviamente parlo di quello vero, quello di vino, non di quello da supermercato, fatto chissà come!
Una volta sbollentate, vanno stese su un panno ad asciugare, almeno per qualche ora. Poi invasare, facendo strati e aggiungere aromi a piacere. Io uso grani di pepe nero, origano, aglio a fettine sottili e un pizzico di sale grosso, ma si può aggiungere quello che si preferisce.
Aggiungere l'olio e aver cura di non lasciare bolle d'aria. Chiudere i vasetti e conservare al buio.
Consumare all'occorrenza quando ce ne viene voglia!!


domenica 30 settembre 2012

Cucina: barchette di melanzane con quinoa



Qui è ancora estate! Ecco la vera notizia!
Per cui riesco ancora a cucinare tipici piatti estivi, cosa che non mi riuscirebbe affatto se la stagione autunnale fosse (finalmente) iniziata!
Così, avventurandomi nel mondo dei cibi mai provati, ho deciso di assaggiare la quinoa.
Avevo visto questa ricetta, che è abbastanza tradizionale, le melanzane a barchetta con la variante quinoa, cotta abbondantemente in molta acqua e poi condita con pomodoro fresco appena passato in padella e i cubetti di melanzana appena saltati.
Mettere in forno per circa venti minuti a 180-200°.
Devo dire che la differenza con il riso o la pasta è evidente, anche come consistenza, ma mi piace molto il sapore della quinoa, e credo che troverò presto altri modi di cucinarla.
Coraggio gente, la varietà di cibi garantisce la nostra sopravvivenza in salute e ci apre a nuovi sapori!!!


Aggiornamento Marzo 2014: con questo post partecipo a Salutiamoci! ospitato dal Blog Gocce D'Aria

venerdì 14 settembre 2012

autoproduzione di fine estate: la caponata


Diciamo che io se non mi complico la vita non sono contenta! (come direbbe qualcuno)

In realtà anche se faccio fatica, io sono contenta! Così anche se non ho ancora ultimato il mio lavoro di sistemazione della stanza da lavoro ho voluto approfittare delle ultime melanzane e dei peperoni direttamente dall'orto della mia amica-fornitrice per realizzare l'ultima caponata della stagione. Non potevo aspettare, erano così freschi che sarebbe stato un peccato non cucinarli subito!! 
Quindi melanzane a tocchetti 


e peperoni fatti a pezzi


e poi olive verdi, capperi, sedano, cipolle, pomodoro, e infine aceto e poco zucchero e il gioco è fatto!!!
Il segreto è cuocere tutto separatamente e solo alla fine unire tutti gli ingredienti per il tocco finale: l'agrodolce! Ahhhh quanto mi piace!!!

Lo so, lo so cosa state pensando. Le melanzane e i peperoni non sono certo finiti oggi. Ma io amo consumare i prodotti di stagione e per me le melanzane sono estive, passato quel momento non riesco proprio più a cucinarle. Ecco perché ho preferito cucinare tutto ciò che avevo e conservarlo in comodi vasetti sotto vuoto, per poterne gustare il sapone in inverno. E' anche un valido metodo per avere sempre qualcosa in dispensa, pronto da consumare, quando non si ha tempo (o voglia). Ma è pur sempre qualcosa fatto con le nostre mani, e con gli ingredienti che abbiamo scelto.
Che ne dite?




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