Selinunte | |
Stato | Italia |
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Regione | Sicilia |
Territorio | Belice |
Superficie | 270 ha |
Sito istituzionale |
Selinunte (nome completo: Marinella di Selinunte), è un sito archeologico del comune di Castelvetrano, in provincia di Trapani, sulla costa meridionale della Sicilia, dal quale dista circa 14 km. È famoso soprattutto per le rovine vicine della città greca di Selinunte, situata nel Parco Archeologico di Selinunte, una delle principali attrazioni turistiche di questa regione.
Da sapere
[modifica]Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinûs; in latino: Selinus) era una antica città greca; oggi costituisce il Parco archeologico più grande d'Europa. Nel sito archeologico, sull'acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su di una collina poco lontana. Molti edifici sono rovinati in seguito a sismi avvenuti in epoca medievale; tuttavia alcuni interventi di anastilosi hanno permesso di ricostruire quasi completamente il Tempio E (il cosiddetto tempio di Hera), e di rialzare in gran parte uno dei lati lunghi del Tempio C. Le sculture trovate negli scavi sono state collocate soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l'opera più famosa, l'Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano.
Cenni geografici
[modifica]Il sito archeologico di Selinunte è diviso in più parti. La zona collinare orientale con i templi E, F e G. Un chilometro più in alto sul mare le rovine della vecchia città murata con l'Acropoli e i templi A, B, C, D e O. Più a ovest presso la collina Gàggera si trova il santuario Malaphoros con la necropoli. Nella parte nord vi è una grande necropoli.
Quando andare
[modifica]Clima | gen | feb | mar | apr | mag | giu | lug | ago | set | ott | nov | dic |
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Massime (°C) | 15 | 15 | 17 | 19 | 23 | 27 | 29 | 30 | 28 | 24 | 19 | 16 |
Minime (°C) | 8 | 7 | 8 | 10 | 14 | 17 | 20 | 21 | 19 | 16 | 12 | 9 |
Fonte: Meteo Castelvetrano |
Il parco è visitabile al meglio in primavera con i campi di fiori e con molti meno turisti che durante l'alta stagione. Si aggiunga inoltre che le alte temperature e le grandi distanze rendono poco piacevole la visita in piena estate.
Cenni storici
[modifica]Selinunte fu fondata intorno al 700 a.C. da coloni della città greca Megara (una città-stato indipendente a 35 km da Atene ). Intorno al 580 a.C. scoppiò un conflitto con gli indigeni nativi di Segesta. Per ottenere supporto i greci di Selinunte entrarono in un'alleanza con Cartagine e in seguito con Siracusa. Persino in tempi di pace, il conflitto rimase con Segesta. Nel 415 a.C. Segesta persuase gli Ateniesi a inviare una spedizione, tuttavia ciò non sfociò in uno scontro con Selinunte. Nel 409 a.C. Marsala combatté contro Selinunte. Presero possesso della città dopo un assedio di dieci giorni. I residenti sfollati tornarono dopo la demolizione delle mura della città ed entrarono in un patto con i Cartaginesi. Come alleata dei Cartaginesi, la città riacquistò potere e grandezza. Intorno al 250 a.C., dopo la prima guerra punica contro i Romani, i Cartaginesi distrussero la città e si ritirarono a Lilibeo (sotto l'attuale Marsala). Selinunte non fu mai ricostruita. Nel XIX secolo le rovine della città erano a malapena riconoscibili. Nel XX secolo, furono scavati i templi sulla collina orientale. Nel 1950 il tempio E fu ricostruito in modo controverso e furono avviati gli scavi dell'Acropoli.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]Aeroporto Vincenzo Florio (IATA: TPS) di Trapani e Aeroporto Falcone e Borsellino (IATA: PMO) di Palermo.
In auto
[modifica]Uscendo da Trapani, prendere la verso sud, quindi uscire a Castelvetrano e seguire la fino a Marinella di Selinunte. Prendere la prima uscita a destra alla rotonda di Marinella. Dopo 50 metri si incontra un parcheggio e l'accesso al parco.
In treno
[modifica]La stazione ferroviaria più vicina è a Castelvetrano. Informazioni sui collegamenti ferroviari sono disponibili sul sito di Trenitalia.
In autobus
[modifica]La compagnia di autobus Salemi gestisce 4 volte al giorno dalla stazione ferroviaria di Castelvetrano fino a Marinella di Selinunte.
Permessi/Tariffe
[modifica]Gli ingressi al parco sono due. Uno dal lato est dalla frazione di Marinella di Selinunte (collina orientale), e uno dal lato ovest dalla frazione di Triscina di Selinunte (santuario della Malophòros).
- 1 Parco Archeologico di Selinunte (Ingresso principale), ☎ +39 0924 46277, +39 338 7842978, [email protected]. Intero € 6, ridotto 3€. La prima domenica di ogni mese l'accesso è gratuito (set 2020). Ingresso: 9:00-18:00.
- 2 Ingresso acropoli.
Come spostarsi
[modifica]Tutte le aree sono collegate da percorsi pedonali, tuttavia è possibile prendere il trenino turistico per € 6,00. Poiché potrebbe fare molto caldo, è consigliabile andare il più presto possibile in quanto c'è poca ombra. Indossare scarpe comode e portare con sé molta acqua. Di fronte all'ingresso del parco è possibile acquistare bibite e panini. Sulla collina orientale e vicino all'Acropoli ci sono i servizi igienici. La mappa completa del parco può essere scaricata qui.
Cosa vedere
[modifica]Collina orientale
[modifica]- 1 Tempio E. Tempio dorico dedicato a Hera, ha una superficie di 70,2 x 27,6 m (15 x 6 colonne) e venne costruito tra il 460 e il 450 a.C. Quattro metope (elementi decorativi) si trovano nel museo archeologico di Palermo. Il tempio, appartiene al periodo di transizione tra dorico arcaico e periodo classico. Fu ricostruito nel 1959 tra le polemiche, oggi tuttavia è il soggetto più fotografato del parco.
- 2 Tempio F. Questo è il tempio più piccolo dei tre appaiati, con un'area di 61,8 - 24,4 m (6 x 14 colonne). Si presume che fosse dedicato a Dioniso o ad Atena. Fu costruito tra il 550-520 a.C. Le pietre del tempio furono usate per altri scopi dopo il suo crollo. Le metope di questo tempio sono anch’esse ospitate nel Museo Archeologico di Palermo. Se si eccettuano le colonne della facciata, ai fusti delle colonne manca l'entasi, ossia il rigonfiamento del fusto della colonna a circa un terzo della sua altezza per mettere in evidenza lo stato di tensione della colonna che reagisce alla compressione a cui è sottoposta.
- 3 Tempio G. Questo tempio è dedicato probabilmente ad Apollo con un'area di 113 x 54 m (17 x 8 colonne). È il più grande di Selinunte e uno dei più grandi della Sicilia dopo quello di Agrigento. La sua costruzione fu iniziata nel 530 a.C. e si ritiene che i lavori non fossero ancora completi quando la città fu distrutta. Viene ipotizzato anche a causa delle dimensioni che si trattasse di un tempio ipetrale, cioè non coperto.
- 4 Museo Baglio Florio. Ricavato da una struttura ottocentesca della famiglia Florio. Raccoglie reperti che vanno dall'età arcaica a quella ellenistica.
Acropoli
[modifica]L'impianto urbano è suddiviso in quartieri da due strade principali (larghezza m 9) che si incrociano ad angolo retto, intersecate a loro volta – ogni m 32 – da altre vie minori (larghezza m 5). Questa sistemazione urbanistica – che riproduce quella più antica – risale al IV secolo a.C., cioè alla Selinunte punica.
- 5 Mura della città. Le mura della città furono restaurate dopo la distruzione della città da parte dei Cartaginesi e circondavano l'intera città vecchia. Si articolano come una lunga galleria (originariamente coperta), parallela al tratto delle mura nord, con numerosi passaggi chiusi ad arco, seguita da un profondo fossato difensivo varcato da un ponticello, e con tre torri semicircolari ad ovest, nord e ad est. Girando all'esterno della torre nord – con un deposito di artiglieria alla base – si entra nella trincea rettilinea est-ovest con passaggi in entrambe le pareti. I resti maggiormente visibili si trovano nella parte orientale dell’acropoli.
- 6 Tempio O. Fu costruito assieme al tempio A tra il 490 ed il 460 a.C. Solo poche parti sono rimaste di questo tempio più meridionale dell'acropoli. Il tempio aveva un'area di 40,2 x 16,2 m (14 x 6 colonne) ed era probabilmente dedicato a Poseidone.
- 7 Tempio A. Questo tempio è identico al tempio O. Qui si trova l'altare così come le scale a chiocciola che conducono al Naos (la stanza più sacra del tempio). Il pronao ha un pavimento a mosaico dove sono rappresentati la figura simbolica della dea fenicia Tanit, un caduceo, il sole, una corona e una testa bovina: esso testimonia il riutilizzo dell'ambiente in epoca punica come luogo religioso o come abitazione. Sembra che fosse dedicato ai Dioscuri.
- 8 Mègaron (A sud del tempio C). Questo edificio è un sacello di lunghezza m 17,65 e larghezza m 5,50, che risale al 580-570 a.C. Possiede la struttura arcaica del mègaron, e forse era destinato a conservare le offerte dei fedeli. Privo di pronao, ha l'entrata ad est che dà direttamente nella cella (al centro della quale vi sono due basi per le colonne lignee che sostenevano il tetto), racchiusa in fondo da un adyton quadrato, al quale venne aggiunto in epoca successiva un terzo ambiente. Il sacello era forse dedicato a Demetra Tesmofòros.
- 9 Tempio B (A sud del tempio C e a est del Megaron). Di dimensioni modeste (lunghezza m 8,40; larghezza m 4,60) si trova in cattive condizioni. Consisteva in un'edicola prostila di 4 colonne cui si accedeva per una scala di 9 gradini, con pronao e cella. Nel 1824 fu scoperto da J. Hittorf emostrava ancora chiare tracce di intonaci policromi. Costruito probabilmente intorno al 250 a.C., poco tempo prima che Selinunte venisse definitivamente evacuata, rappresenta il solo edificio religioso che attesta la modesta rinascita della città dopo la sua distruzione. Oscura resta la sua destinazione: in passato si era creduto trattarsi dell'heroon (tempio sede di un culto eroico) di Empedocle, bonificatore delle paludi selinuntine, ipotesi non più sostenibile per la cronologia dell'edificio; oggi si pensa più ad un culto punico fortemente ellenizzato, come quelli di Demetra o di Asclepio-Eshmun.
- 10 Tempio C. È il tempio più antico di quest'area e risale al 550 a.C. era dedicato ad Apollo. Nel 1925-27 sono state ricomposte e rialzate sul lato N numerose colonne (per la precisione 14 colonne su 17) con parte della trabeazione. Presenta un peristilio (lunghezza m 63,70; larghezza m 24) di 6 x 17 colonne (altezza m 8,62). È caratterizzato a est dall'ingresso preceduto da una scalinata di 8 gradini, un vestibolo con una seconda fila di colonne, quindi il pronao, la cella e l'adyton collegati in un insieme stretto e lungo; ha sostanzialmente la stessa planimetria del Tempio F sulla collina orientale. Mostra in diversi elementi una certa inesperienza costruttiva e lo sforzo di giungere alla perfezione tecnica del tempio dorico: per esempio le colonne sono tozze e massicce, alcune di esse sono ancora monolitiche, manca l'entasi (rigonfiamento della colonna), vi sono variazioni nel numero delle scanalature, oscillazioni nelle misure degli intercolumni, le colonne angolari hanno un diametro maggiore delle altre, ecc.
Nel tempio sono stati rinvenuti dalla decorazione della cornice alcuni frammenti di terrecotte policrome (rosso, bruno, porpora); dalla decorazione del frontone un gigantesco gorgoneion fittile (altezza m 2,50); dalla facciata tre metope esposte al Museo Archeologico di Palermo. Questo tempio probabilmente aveva anche una funzione di archivio: infatti vi furono ritrovati centinaia di sigilli. - 11 Grande altare rettangolare (A est del tempio C). Un altare (lunghezza m 20,40; larghezza m 8) di cui restano le fondazioni e qualche gradino, poco oltre resti di case.
- 12 Tempio D. Questo tempio si data al 540 a.C. e si affaccia col suo fronte ovest direttamente sulla strada nord-sud. Presenta un peristilio (lunghezza m 56; larghezza m 24) di 6 x 13 colonne (altezza m 7,51). È caratterizzato da un pronao in antis, una cella allungata conclusa con l'adyton. È più progredito del Tempio C (le colonne sono lievemente inclinate, più slanciate e con èntasis; il vestibolo è sostituito da un pronao distilo in antis), ma mostra ancora incertezza nelle misure fra gli intercolumni e nei diametri delle colonne, come pure nel numero delle scanalature. Come già il Tempio C, mostra nel pavimento del peristilio e della cella molte cavità circolari o quadrate di cui si ignora la funzione. Era dedicato ad Atena. Il grande altare esterno, non in asse col tempio ma posto obliquamente presso il suo angolo sud-ovest, fa supporre che l'attuale Tempio D occupi il luogo di uno precedente.
- Edifici bizantini. Intorno ai Templi C e D vi sono le rovine di un villaggio bizantino del V secolo d.C., costruito con materiale di recupero. Il fatto che alcune case risultavano sepolte dal crollo delle colonne del Tempio C, ha dimostrato che il terremoto che ha portato al crollo dei templi selinuntini deve essere avvenuto in epoca altomedievale.
Collina Gàggera
[modifica]Sulla collina occidentale vi si giunge per un sentiero che parte dall'acropoli ed attraversa il fiume Modione.
- 13 Tempio di Hera (Poco prima del santuario). È un tempietto con un grande altare dedicato alla dea Era.
- 14 Santuario di Demetra Malophoros. Costruzione complessa, molto rimaneggiata ed altrettanto danneggiata, fu eretta nel VI secolo a.C. sul declivio sabbioso della collina; serviva probabilmente da stazione dei cortei funebri che proseguivano poi per la necropoli di Manicalunga. Agli inizi il luogo, sicuramente privo di qualsiasi costruzione, prevedeva pratiche cultuali all'aperto intorno a qualche ara; solo in seguito all'erezione del tempio e dell'alto muro di recinzione (tèmenos), esso fu trasformato in santuario.
Subito oltre il canale vi è il vero e proprio Tempio di Demetra a forma di mègaron, (lunghezza m 20,40; larghezza m 9,52), privo di basamento e di colonne, con pronao, cella e adyton con nicchia voltata nella parete di fondo; un ambiente di servizio rettangolare si appoggia al lato nord del pronao. Il mègaron ebbe una fase più antica, riconoscibile però solo a livello di fondazione. A sud del tempio vi sono una struttura quadrata e una struttura rettangolare a ridosso del muro di cinta, di non chiara funzione; a nord del tempio, un'altra struttura a due vani, comunicante sia con l'interno sia con l'esterno del recinto sacro, costituisce forse un ingresso secondario al tèmenos, rimaneggiato in epoca tarda.
Moltissimi sono i reperti provenienti dal santuario (tutti conservati al Museo di Palermo): arule scolpite con scene mitologiche; circa 12.000 figurine votive di offerenti maschili e femminili in terracotta, databili tra il VII e il V secolo a.C.; grandi busti-incensieri che raffigurano Demetra e forse Tanit; una grande quantità di ceramica corinzia; un bassorilievo raffigurante il ratto di Persefone da parte di Ade proviene dalla zona dell'ingresso al recinto. I materiali cristiani rinvenuti, provano la presenza dal III al V secolo d.C. di una comunità religiosa cristiana nell'area del santuario.
- 15 Temenos di Zeus Meilichios (immediatamente a destra del santuario Demetra Malophoros). Questo consiste in un recinto quadrangolare (m 60 x 50) al quale si accede sul lato E attraverso un propileo quadrato in antis – costruito nel V secolo a.C. – preceduto da una piccola gradinata e da una struttura circolare; all'esterno del muro di recinzione, il propileo è affiancato dai resti di un lungo porticato (stoà) fornito di sedili per i pellegrini, davanti al quale si evidenziano diversi altari o donarii. All'interno del temenos, invece, al centro, vi è il grande altare (lunghezza m 16,30; larghezza m 3,15), rinvenuto colmo di ceneri, di ossa animali e di altri resti di sacrifici; esso mostra un'aggiunta verso sud-ovest, mentre i resti di un precedente altare arcaico sono visibili presso la sua estremità nord-ovest, ed un pozzo quadrato è posto in direzione del tempio. Tra l'altare ed il tempio vi è inoltre un canale in pietra che, provenendo da N, attraversa tutta l'area portando al santuario acqua da una vicina sorgente.
A sud del propileo, addossato al muro di cinta, vi è un recinto dedicato ad Ecate: di forma quadrata, il sacello è posto nell'angolo E presso un ingresso al recinto, mentre nell'angolo sud vi è un piccolo spazio quadrato pavimentato a lastre, di ignota destinazione. A m 15 in direzione nord, un altro recinto quadrangolare (m 17 di lato) è dedicato a Zeus Meilìchios e Pasikràteia (Zeus "dolce come il miele" e Persefone): molto rimaneggiato – tanto che non sempre è facile comprenderne le varie strutture – fu eretto alla fine del IV secolo a.C. È costituito da: un recinto circondato su due lati da colonne di tipo diverso, attribuibili ad un porticato rifatto in epoca ellenistica; un piccolo tempio prostilo in antis (lunghezza m 5,22; larghezza m 3,02) posto in fondo al recinto, con colonne monolitiche di tipo dorico, ma trabeazione di tipo ionico; due altari al centro dell'area. All'esterno, ad ovest, erano state collocate dai fedeli diverse piccole stele coronate dalle immagini della coppia divina (due volti: uno maschile e l'altro femminile) rese con pochi tratti incisi: rinvenute insieme a ceneri e resti di offerte, testimoniano il convergere del culto greco di divinità ctonie con la religiosità punica. - 16 Case della Gaggera (Antiquarium). È un piccolo museo che è parzialmente costruito sul bordo antico dell’omonima fonte.
- 17 Cosiddetto Tempio M. In realtà si tratta di una fontana monumentale. Di forma rettangolare (lunghezza m 26,80; larghezza m 10,85; altezza m 8), costruita con blocchi squadrati, era formata da una cisterna (cosiddetta "cella"), un bacino chiuso protetto da un portico a colonne (cosiddetto "pronao"), e una gradinata di accesso a quattro gradini (cosiddetto "altare") con vasta area lastricata antistante. L'edificio, che aveva forme doriche, si data alla metà del VI secolo a.C. principalmente per le terrecotte architettoniche rinvenutevi. I frammenti di metope con Amazzonomachia, invece, seppure rinvenuti nei paraggi, non sono pertinenti all'edificio, che aveva metope lisce e di misura minore.
Necropoli
[modifica]- 18 Necropoli. alcune parti delle pitture tombali che si trovano sulla necropoli sul lato est sono esposte nel centro visitatori dell'Acropoli.
Cosa fare
[modifica]Nella stagione estiva, subito dopo la visita si suggerisce un bagno rinfrescante nella vicina spiaggia da dove è possibile vedere i tempi dal mare.
- Visite guidate (Vie di Sicilia), ☎ +39 3770872496. Visite guidate di gruppo o private a Selinunte, Trapani e in tutta la Sicilia.
Acquisti
[modifica]Bancarelle di souvenir si trovano di fronte all'ingresso. Vendono ceramiche con immagini archeologiche. Le cartoline sono probabilmente una buona scelta.
Dove mangiare
[modifica]Non ci sono ristoranti all'interno del parco. Molti ristoranti si trovano a Marinella di Selinunte.
- 1 Trattoria Pizzeria Olimpo, Via Giovanni Caboto, 132 - Marinella, ☎ +39 0924 46876.
- 2 Ristorante Fontana Natale, Via Marco Polo, 49 - Marinella, ☎ +39 0924 46680.
- 3 Ristorante Giulio Cesare, Via degli Argonauti, 10 - Marinella, ☎ +39 0924 46335.
Bere
[modifica]- 1 Bar Pinguino, Via del Cantone, 3 - Marinella (vicino al porto turistico), ☎ +39 0924 46231, [email protected].
Dove alloggiare
[modifica]- 1 Hotel Miramare Selinunte, Via Antonio Pigafetta, 2 - Marinella, ☎ +39 0924 46666, [email protected]. Da € 70. Alcune camere nella parte anteriore hanno ampie terrazze con vista sul mare.
- 2 Hotel Oasi di Selinunte, Via Pitagora, 63 - Marinella, ☎ +39 0924 46885, [email protected]. Da € 65 pp.. Hotel a 4 stelle con spa e piscina.
- 3 Triscinamare, Viale Mediterraneo (ex Via Uno), 233 - Triscina, ☎ +39 0924 84082. Da € 45. Terrazza con piscina.
- 4 Camping Il Maggiolino, ss 115 Dir. A, 106 - Marinella, ☎ +39 0924 46044, [email protected]. Chalet in affitto.
Sicurezza
[modifica]Nel periodo estivo, ma anche nelle belle giornate primaverili, il più grande problema è il caldo. Essendo il sito vasto è necessario essere adeguatamente vestiti indossando un copricapo e occhiali da sole. Inoltre è fondamentale rifornirsi di adeguiata quantità di acqua potabile.
- Emergenza ☎ 112
- Polizia ☎ 113
- Vigili del fuoco ☎ 115
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 3 Ufficio Postale, Via Vittorio Emanuele, 60 - Castelvetrano, ☎ +39 0924 81504.
Internet
[modifica]- Internet point, piazza Carlo d’Aragona, angolo via Vespri - Castelvetrano. gratuito. In locali messi a disposizione dal comune di Castelvetrano.
Nei dintorni
[modifica]- Palermo — Dopo aver visitato l'area archeologica sarà indubbiamente interessante vedere presso il Museo archeologico Salinas le spettacolari metope dei templi e gli altri reperti provenienti da Selinunte.
- 4 Cave di Cusa (Rocche di Cusa) (A 11 km da Selinunte). Era una vecchia cava che era già stata utilizzata nel VI secolo a.C. per ottenere pietre da costruzione per Selinunte. In questi giorni è una destinazione turistica archeologica ufficiale. Il biglietto d'ingresso è di 2 €. Il posto si trova a 3 km a sud di Campobello di Mazara, che dista 12,5 km a ovest di Marinella di Selinunte. Soprattutto in primavera, è un posto meraviglioso per un picnic.
- 5 Triscina di Selinunte. A circa 10 km ad ovest del parco si trova la località Triscina di Selinunte. Questo posto ha ampie spiagge ed è libero dal turismo di massa. È solo una passeggiata di 2 km tra Marinella e Triscina che attraversa il sito archeologico.
- 6 Tre Fontane. A pochi chilometri a ovest di Triscina c'è Tre Fontane. In estate questo è un vero resort sulla spiaggia con molti servizi e un parco acquatico (Acqua Splash).
- 7 Museo civico di Castelvetrano, Via Giuseppe Garibaldi, 50 Castelvetrano, ☎ +39 0924 909605. lunedì-sabato: 09:00 - 18:30 - domenica: 09:00 - 13:00. Qui si trova l'Ephebo di Selinunte, scultura in bronzo del 480-460 a.C.