Vai al contenuto

Vincenzo Contratti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vincenzo Contratti
NascitaTorino, 22 aprile 1894
MortePortobuffolé, 28 ottobre 1918
Cause della morteFerite riportate in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero di Portobuffolé
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armata Regio Esercito
CorpoCavalleria
Anni di servizio1915-1918
GradoSottotenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia del solstizio
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Vincenzo Contratti (Torino, 22 aprile 1894Portobuffolé, 28 ottobre 1918) è stato un militare e aviatore italiano, particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale nei reparti da ricognizione del Servizio Aeronautico del Regio Esercito, e designato a prendere parte al volo su Vienna da Gabriele D'Annunzio.

Nacque a Torino il 22 aprile 1894, figlio di Luigi, un famoso scultore.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, lasciò gli studi liceali per arruolarsi nel Regio Esercito, assegnato all'arma di cavalleria.[2] Poco tempo dopo chiese, ed ottenne, di essere assegnato al Battaglione aviatori, e fu mandato in Francia, preso la scuola di volo di Lione, per ottenere il brevetto di pilota.[2] Ritornato in Italia completò l'addestramento presso il campo d'aviazione di Pisa, dove nel gennaio 1916 conseguì il brevetto di pilota militare.[2] Promosso caporale, fu inviato al fronte in forza alla 43ª Squadriglia, passando poi alla 48ª Squadriglia da ricognizione di stanza a Belluno con la promozione a sergente. Il 29 agosto 1917, nel corso di una missione, fu costretto da un temporale a compiere un atterraggio di fortuna a Nebbiù, presso Pieve di Cadore.[2] Divenuto sottotenente fu decorato con una prima Medaglia d'argento al valor militare[1] per aver compiuto 90 missioni, tra cui i bombardamenti su Lubiana e Bolzano.[2] Dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto, la sua squadriglia si trasferì sul campo d'aviazione di Castello di Godego, sito ad est di Treviso.[2] Nel maggio 1918 fu trasferito alla 87ª Squadriglia,[1] equipaggiata con gli Ansaldo SVA, con cui effettuò missioni sui cieli di Ceggia, Latisana e Oderzo.[2] Il 7 giugno effettuo una nuova missione su Lubiana, ripetuta il 24 dello stesso mese al termine della battaglia del solstizio. Prese parte al volo su Vienna effettuato dalla squadriglia agli ordini di Natale Palli e Gabriele D'Annunzio, ma dovette ritornare al campo di San Pelagio per problemi al motore.[2] Fu decorato con la seconda Medaglia d'argento al valor militare.[2] Il 27 ottobre decollò per una missione di ricognizione sul Livenza, in particolare sul campo d'aviazione nemico di Prà dei Gai.[3] Giunto sui cieli di Sacile e Portobuffolé il suo aereo fu attaccato da 4 accia nemici, ed abbattuto nei pressi di Ghirano[3] dall'asso austro-ungarico Ludwig Hautzmayer, comandante della squadriglia di caccia Flik 61J di stanza a Motta di Livenza che conseguì la sua sesta, e ultima vittoria.[2] Recuperato dal relitto dell'aereo ancora vivo fu trasferito presso l'ospedale di Portobuffolé, dove spirò il giorno seguente[N 1], 28 ottobre.[3] La salma fu tumulata nel locale cimitero dove tuttora si trova.[3] Per onorarne la memoria gli vennero intitolate la scuola primaria e una via di Portobuffoée.[2] La sua storia è narrata nel libro di Vito Marcuzzo 1918 Cielo di Portobuffolé-Vincenzo Contratti e gli altri.[2]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di provata capacità, in ventuno mesi di guerra, con costante buon volere e tenacia, compiva numerosissimi voli di guerra sul nemico, coadiuvando abilmente l'ufficiale osservatore in importanti voli di ricognizione e osservazione di tiro. Mantenne spesso quote basse, navigando a lungo su zone ristrette, fato segno all'intenso fuoco antiaereo nemico, che colpì molte volte il suo apparecchio. Rientrò una volta al campo con l'apparecchio colpito in pieno ad un'ala, sì da avere un largo squarcio, una cinquantina di buchi e tre montanti spezzati. Volò più volte in condizioni atmosferiche avverse. Diede sempre esempio di ardire e di alto sentimento del dovere. Cardo, gennaio-maggio; Trentino, giugno-luglio 1916; Carso, agosto 1916-luglio 1917; Cadore, luglio-settembre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Meraviglioso pilota d'aeroplano, eseguiva numerose ed utilissime incursioni sui lontani centri di vita del nemico, volava ripetutamente su Lubiana e partecipava ai bombardamenti a bassa quota di Franzenfeste e Bolzano. Il 27 ottobre 1918, assalito da quattro apparecchi nemici, mentre eseguiva un'audace missione offensiva, si difendeva da solo con grande ardimento, finché, sopraffatto e colpito a morte, precipitava al suolo. Cielo di Portobuffole, 27 ottobre 1918
  1. ^ La salma fu pietosamente ricomposta da una certa Emma Battistella, aiutata da alcune profughe triestine.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Enrico Rebora, I precedenti del volo su Vienna, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1973.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]