Vai al contenuto

Vijnana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Viññāṇa)

Vijñāṇa (sanscrito, viññāṇa, pāli) è, nel canone pāli del buddismo theravāda, il termine che indica il quinto degli aggregati dell'esistenza, ossia la coscienza. È anche il terzo elemento della genesi dipendente. Come pure gli altri elementi degli aggregati dell'esistenza non è un unicum indivisibile, persistente e statico, ma è un flusso, un processo composto e in divenire. Non è quindi considerabile un'anima[1]. Nei testi canonici, come ad esempio nell'Anattalakkhana Sutta (Saṃyutta Nikāya, XXII, 59) vi sono frequentemente attribuite le caratteristiche di impermanenza, sofferenza e non sé. In Majjhima Nikāya 38 è detto che «al di la delle condizioni, non c'è un sorgere della coscienza». Tuttavia nell'antico canone Pali è ben chiaro che il Buddha non enuncia nessuna teoria del non-Sé. Resta fuori da ogni teoria non essendo un filosofo. Insegnare una dottrina del Sé oppure del non-Sé avrebbe ricondotto nel pieno dualismo, appunto ciò che va superato.

  1. ^ Da ricordare come il buddismo canonico respinga l'idea di una siffatta anima incorruttibile, come si spiega nel collegamento a proposito della dottrina del non sé.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Buddismo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Buddismo