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Torre de' Busi

Coordinate: 45°46′42.95″N 9°29′04.24″E
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Torre de' Busi
comune
Torre de' Busi – Stemma
Torre de' Busi – Bandiera
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
CapoluogoSan Michele
SindacoEleonora Ninkovic (lista civica) dal 7-6-2009
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°46′42.95″N 9°29′04.24″E
Altitudine472 m s.l.m.
Superficie8,97 km²
Abitanti2 233[2] (31-7-2023)
Densità248,94 ab./km²
FrazioniFavirano, San Gottardo, San Marco, San Michele (sede comunale), Sogno, Valcava[1]
Comuni confinantiCalolziocorte (LC), Caprino Bergamasco, Carenno (LC), Cisano Bergamasco, Costa Valle Imagna, Monte Marenzo (LC), Roncola
Altre informazioni
Cod. postale24032
Prefisso035
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016215
Cod. catastaleL257
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 698 GG[4]
Nome abitantitorrebusini
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Michele
San Michele
Torre de' Busi – Mappa
Torre de' Busi – Mappa
Sito istituzionale

Torre de' Busi [ˈtorːe deˈbuːzi] (Tór di Büs [ˈtoɾ dɛˈbys] in dialetto bergamasco[5]) è un comune italiano sparso di 2 233 abitanti[2] della provincia di Bergamo, situato nella Valle San Martino e bagnato dal torrente Sonna. Il comune è tornato a far parte della provincia di Bergamo dal 27 gennaio 2018[6][7][8] dopo un periodo di venticinque anni trascorso in provincia di Lecco (16 aprile 1992[9] - 26 gennaio 2018). Fa parte della Comunità montana Lario Orientale - Valle San Martino.

Origini del nome

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Il toponimo deriva dalla presenza di una torre di proprietà della famiglia Busi.

Si ipotizza che il comune sia di origine romana, anche se non si sono riscontrate testimonianze: si ritiene che nelle vicinanze dell'abitato passasse la via militare romana che collegava Bergamo e Como. Certa è l'esistenza in epoca longobarda, periodo a cui risalgono gli affreschi nella chiesa di San Michele. Nel XIV secolo Torre de' Busi fu paese famoso per l'attività molitoria, dovuta alla presenza dei ruscelli Sonna e Bratta. Prima di mutare nome in Torre de' Busi il nome del luogo era Bretta, poiché il borgo era feudo dei Capitani della Bretta, probabilmente milanesi, che avevano proprietà in Brianza e a Cisano. Durante il periodo veneziano fiorì l'attività tessile, soprattutto quella della seta.

Lo stemma del comune di Torre de' Busi è stato concesso con decreto del Presidente della Repubblica del 6 agosto 1988.[10]

«D'azzurro, alla torre d'argento, merlata alla ghibellina, chiusa e finestrata di due in fascia, di nero, murata dello stesso, fondata sulla collina di verde, fondata in punta, essa torre sostenuta con le zampe anteriori dai due leoni di rosso, affrontati e poggianti le zampe posteriori sulla collina. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma riprende, con qualche variante negli smalti, quello della famiglia Busi[11], presente nel territorio almeno dal 1287 e che rivestì importanti incarichi ecclesiastici e amministrativi. I leoni sono il simbolo della Serenissima, che sostenne questa casata come ricompensa per i suoi servigi. La torre si riferisce al feudo e ricorda l'antica opera fortificata di cui ora non rimangono che pochi resti; la collina su cui è fondata simboleggia il territorio e la Valle San Martino dove è ubicato il paese.[12][13]

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Tra i monumenti va indicata la chiesa di San Gottardo del XVI secolo presente nella frazione omonima, la chiesa di San Michele, la chiesa dedicata a San Marco e Santa Maria delle Vittorie del Novecento nella frazione di San Marco.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[14]

Etnie e minoranze straniere

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Gli stranieri residenti al 1º gennaio 2018 erano 58, ovvero il 2,7% della popolazione[15].

  1. ^ Comune di Torre de' Busi - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 luglio 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  6. ^ Legge 29 dicembre 2017, n. 225, in materia di "Modifica al decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 250, e aggregazione del Comune di Torre de' Busi alla Provincia di Bergamo, ai sensi dell'articolo 133, primo comma, della Costituzione", in vigore dal 27 gennaio 2018.
  7. ^ Torre de' Busi, lascia Lecco: torna nella provincia di Bergamo, in Il Giorno, Monrif Net, 22 dicembre 2017. URL consultato il 15 gennaio 2018.
  8. ^ Marco Cangelli, Torre de’ Busi è terra bergamasca, la cerimonia ufficiale, in BergamoNews, Bergamo, 13 gennaio 2018. URL consultato il 15 gennaio 2018.
  9. ^ Data di entrata in vigore del Decreto legislativo 6 marzo 1992, n. 250, in materia di "Istituzione della provincia di Lecco", pubblicato in GU Serie Generale n. 77 del 1º aprile 1992.
  10. ^ Torre de' Busi, decreto 1988-08-06 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 281, fascicolo 4594.6.
  11. ^ Busi, su stemmi.vallebrembana.org. URL consultato il 4 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2021).
  12. ^ Comune di Torre de' Busi, su araldicacivica.it. URL consultato il 4 settembre 2021.
  13. ^ Torre de' Busi, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 4 settembre 2021.
  14. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  15. ^ Residenti stranieri al 1º gennaio 2018, su tuttitalia.it, ISTAT. URL consultato il 1º novembre 2018.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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