Thomas Charles Van Flandern
Thomas Charles Van Flandern (Cleveland, 26 giugno 1940 – Seattle, 9 gennaio 2009) è stato un astronomo statunitense.
Thomas Charles Van Flandern, più conosciuto come Tom Van Flandern è stato un astronomo statunitense specializzatosi in Meccanica celeste e divenuto noto internazionalmente anche al di fuori dell'ambiente professionale per le sue teorie, spesso non condivise dalla maggior parte dei suoi colleghi. Si è interessato all'astronomia fin da giovanissimo[1]. In campo astronomico e fisico si è interessato in particolare di meccanica celeste, del sistema solare, di eclissi solari, di asteroidi, di asteroidi binari, di comete, di relatività, di fisica quantistica, di scale temporali[2]: oltre all'astronomia si è interessato anche alla biochimica[3].
Nel 1991 ha fondato la Meta Research, un'organizzazione non a scopo di lucro che si occupa di ricerche astronomiche al di fuori dei filoni di ricerca supportati dalla maggioranza degli astronomi; in tale ambito era l'editore del Meta Research Bulletin[4][5][6].
Van Flandern è stato membro dell'Unione Astronomica Internazionale[7], dell'American Astronomical Society[3], dell'American Association for the Advancement of Science, del National Capital Astronomers[8], dell'American Geophysical Union e della Society for Scientific Exploration[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Van Flandern si è sposato nel luglio 1963 con Barbara Ann Weber: hanno avuto quattro figli, Michael, Constance, Brian e Kevin. Van Flandern è morto a causa di un tumore del colon[3]. Van Flandern ha vissuto e lavorato principalmente a Washington (Distretto di Columbia) e ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a Sequim (Washington)[1].
Studi
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1958 Van Flandern entrò nella Xavier University a Cincinnati (Ohio) ottenendovi nel 1962 un B.S. in Matematica: durante lavori effettuati nelle vacanze estive imparò anche a programmare computer creando software astronomici. L'anno seguente studiò Astronomia all'Università di Georgetown a Washington[3]. Nel 1969 ha conseguito il Ph.D. in Astronomia presso l'Università Yale a New Haven (Connecticut) con la tesi "A discussion of 1950-1968 occultations of stars by the Moon" (Disamina delle occultazioni lunari di stelle avvenute nel periodo 1950-1968)[3].
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Mentre frequentava la scuola secondaria organizzò un gruppo, il Cleveland Moonwatch team, per osservare i primi satelliti artificiali[1][3].
La parte principale della carriera di Van Flandern si è svolta presso l'United States Naval Observatory (USNO) ove ha lavorato dal 1963 al 1983[3] iniziando dall'ufficio dell'Almanacco nautico[3] fino a ricoprire la carica di responsabile della Direzione Meccanica celeste[5]. All'USNO si è occupato dell'edizione dell'Almanacco nautico (The Nautical Almanac)[1], delle occultazioni di stelle da parte della Luna.
Tra la fine del 1981 e l'inizio del 1982 insegnò presso l'Università della Florida Meridionale a Tampa (Florida)[2]. Dal 1992 al 2000 ha lavorato presso il dipartimento di Fisica dell'Università del Maryland e dall'ottobre 1997 all'ottobre 1998 anche come consulente presso l'Army Research Laboratory ad Adelphi (Maryland) per il miglioramento del sistema GPS[2].
Ricerche astronomiche
[modifica | modifica wikitesto]Dall'eclissi solare del 7 marzo 1970 Van Flandern ha cominciato osservazioni del limite Nord e Sud della fascia di totalità delle eclissi totali di sole per determinare il diametro solare[8].
Nel 1976 Van Flandern affermò che 60 comete a lungo periodo avevano un'origine comune[3].
Nel 1978 teorizzò la possibile esistenza di asteroidi binari[3][9] che cominciarono ad essere effettivamente scoperti solo anni più tardi, il primo dei quali, 243 I Dattilo un satellite dell'asteroide 243 Ida fu scoperto dalla Sonda spaziale Galileo il 28 agosto 1993[10].
Nel 2000, assieme a Esko J. Lyytinen, fece delle previsioni sull'attività delle Leonidi[11].
Altre attività
[modifica | modifica wikitesto]Van Flandern ha svolto nel corso degli anni parecchie attività:
- dal 1982 al 1991 ha venduto personal computer[2].
- ha organizzato viaggi per osservare le eclissi solari[5] e sciami meteorici[2].
- ha sviluppato software per la predizione di occultazioni lunari[3] ed in particolare per le occultazioni lunari radenti[8].
- ha partecipato alla scelta e stesura delle traiettorie di numerose missioni spaziali tra le quali la ISEE-3/ International Cometary Explorer e la NEAR Shoemaker[8].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Selezione di articoli significativi di Van Flandern:
- Minor satellites and the Gaspra encounter (1992)[12].
- Dark Matter, Missing Planets and New Comets (1993)[1]
- The Speed of Gravity – What the Experiments Say (1998)[13].
- Predicting the strength of Leonid outbursts (agosto 2000)[14].
- What the Global Positioning System Tells Us about theTwin’s Paradox (gennaio 2003)[15].
- The challenge of the exploded planet hypothesis (luglio 2007)[16].
- The nature of comets: big surprises. (2008)[17].
- Centerline or Edge: Where to View a Total Solar Eclipse (2015)[18].
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio 1974 gli fu assegnato il secondo premio della Gravity Research Foundation[2].
Nel 2000 gli fu assegnato il premio Washington Academy of Sciences Awards per l'Astronomia[19].
Gli è stato dedicato un asteroide, 52266 Van Flandern[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g (EN) Thomas Van Flandern
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) Tom C. Van Flandern (1940 - 2009) Archiviato il 23 settembre 2019 in Internet Archive.
- ^ (EN) "Meta" Researcher Champions New Funding Sources for Independent Science, APS NEWS, aprile 1996 (Volume 5, numero 4)
- ^ a b c (EN) Tom VanFlandern
- ^ a b (EN) M.P.C. 65123 del 9 febbraio 2009
- ^ (EN) Tom van Flandern
- ^ a b c d (EN) Obituary for Long-Time NCA Member Tom Van Flandern, Star Dust, National Capital Astronomers, febbraio 2009, vol. 67, n. 6 Archiviato il 17 luglio 2016 in Internet Archive.
- ^ (EN) Main Belt Binary Asteroidal Systems With Eccentric Mutual Orbits
- ^ (EN) Asteroid Ida and its Satellite Dactyl in Enhanced Color
- ^ (EN) Predicting the strength of Leonid outbursts
- ^ (EN) MINOR SATELLITES AND THE GASPRA ENCOUNTER
- ^ (EN) The Speed of Gravity – What the Experiments Say
- ^ (EN) PREDICTING THE STRENGTH OF LEONID OUTBURSTS
- ^ (EN) What the Global Positioning System Tells Us about theTwin’s Paradox
- ^ (EN) The challenge of the exploded planet hypothesis
- ^ (EN) The nature of comets: big surprises.
- ^ (EN) Centerline or Edge: Where to View a Total Solar Eclipse, Mercury, vol. 44, n. 4, autunno 2015 Archiviato il 29 aprile 2019 in Internet Archive.
- ^ (EN) Awards History Archiviato il 30 gennaio 2018 in Internet Archive.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su metaresearch.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 29618500 · ISNI (EN) 0000 0001 0883 5692 · LCCN (EN) n93025237 · GND (DE) 1089175744 · BNF (FR) cb12400519x (data) |
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