Vai al contenuto

Tempio bahai

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Casa di Culto, denominata negli scritti bahá’í Mashriqu’l-Adhkár, significa “Oriente della Lode di Dio”
Case di Culto bahá'í nel mondo

Il tempio bahá’í è indicato specificamente anche col nome arabo di Mashriqu'l-Adhkár (in arabo مشرق اﻻذكار?), che significa "Alba del ricordo di Dio", o casa d'Adorazione, com'è altresì definito dagli Scritti bahá’í. È l'edificio dedicato, secondo le indicazioni di Bahá'u'lláh, il fondatore della fede bahá’í, all'elevazione di lodi a Dio, alla meditazione e alla preghiera, sia in forma comunitaria che individuale[1][2]. Tutti i templi bahá'í hanno una forma regolare a nove lati e nove porte, ciò come invito a qualsiasi Fedele ad entrare per lodare il Dio unico, comune ad ogni storica Religione: esso simboleggia l'unità spirituale del genere umano. I Templi sono circondati da nove sentieri che conducono a nove giardini. Gli scritti bahá'í prevedono che i Templi saranno, nel tempo, circondati da una serie di dipendenze dedicate ad attività sociali, umanitarie, educative e scientifiche.[3]

Al 2023 sono stati completati quattordici Templi bahá’í nel mondo. Nove sono i Templi 'madre', contando anche quello di Ashgabat - Turkmenistan, inaugurato nel 1908 e successivamente espropriato ai bahá'í dalle autorità di Governo dell'URSS e poi demolito nel 1963, essendo stato danneggiato durante la confisca da un forte terremoto e trascurato per quindici anni. Le otto case di culto continentali attualmente esistenti sono situate negli Stati Uniti, Uganda, Australia, Germania, Panama, Samoa, India; e nel 2016 è stato completato il nono tempio nel territorio di Santiago, in Cile; la prima Casa di Culto bahá'í nel continente sudamericano. Due delle case di culto continentali, il Tempio del Loto e il Tempio bahá’í di Santiago, hanno vinto diversi premi e riconoscimenti nel campo dell’architettura.

Delle altre cinque case di adorazione esistenti, quattro sono case di culto locali e una è una casa di culto nazionale. Attualmente sono in costruzione altre due case di adorazione, e le comunità nazionali bahá’í hanno già oltre 120 proprietà destinate a dei futuri Templi.

Dislocazione nel mondo dei templi bahai[4]

I templi bahai sono aperti a tutti, indipendentemente dal credo professato[5] e senza distinzione di sesso, etnia o nazionalità: questo principio è ampiamente enfatizzato[6] nelle scritture sacre bahá’í[7].

I templi, nei quali sono vietati sermoni o prediche di qualsiasi natura o fede, sono riservati alla preghiera, alla meditazione e alla lettura di testi sacri anche di altre fedi[8].

Le attività devozionali non seguono una particolare liturgia né sono dirette da operatori preposti allo scopo in quanto nella religione bahá’í non esistono né clero né liturgie[9].

Al di là dei templi, i bahá’í si incontrano per le attività devozionali o per altre attività comunitarie presso abitazioni private o presso locali apprestati per l'occasione[8].

Caratteristiche

[modifica | modifica wikitesto]
Simbolo del "Più Grande Nome".

I dettagli istituzionali dei templi furono elaborati da Bahá'u'lláh e dal suo successore 'Abdu'l-Bahá[8].

Il tempio bahai è, oltre che centro spirituale della comunità bahai nella città dove è stato costruito, anche un luogo aperto a tutti, come espressione dello spirito umanitario e unitario della comunità stessa.

Secondo la prospettiva a lungo termine, insita negli Scritti bahá’í, in futuro quando le risorse umane lo consentiranno, il Tempio, o in questo caso più precisamente il Mashriqu'l-Adhkár, costituirà il centro principale di un insieme di istituzioni formate da: un ospedale, un dispensario di cibo per i poveri, un ospizio per viaggiatori, una scuola per gli orfani, una struttura per infermi e disabili, un'università per studi avanzati e altri edifici filantropici, aperti a persone di ogni estrazione etnica e religiosa.

Sotto l'aspetto architettonico e funzionale i templi devono rispondere ad alcune norme particolari.

La loro struttura, dall'aspetto tondeggiante, deve avere nove lati con nove ingressi[10] ed eventualmente una cupola[11], nove è il valore numerico del lemma Bahá' secondo la numerazione abjad. Un'altra interpretazione è che ogni porta rappresenti una Manifestazione di Dio in epoca storica: Abramo, Mosè, Krishna, Zoroastro, Buddha, Cristo, Muhammad, il Bab, Bahá'u'lláh, ognuna con i relativi simboli. Chi vi entra, crederà di essere così nel proprio tempio, indipendentemente dalla religione professata.

All'apice interno della cupola viene sempre riprodotto il simbolo del Più Grande Nome.

Nei templi, la cui costruzione è molto curata sotto tutti gli aspetti, sono vietati immagini ed effigi di qualsiasi natura, pulpiti e altari[12]

Nei templi non sono ammessi gli strumenti musicali mentre sono permessi i canti corali, ciò perché l'anima dev'essere attratta e corroborata, in questi luoghi speciali, soprattutto dalla melodia e dal significato più profondo delle parole rivelate piuttosto che da suoni strumentali, musica che però viene considerata come un'arte importante che può elevare l'anima e lo spirito umano in varie altre occasioni[12].

Le panche o sedie sono orientate in direzione del mausoleo di Bahá'u'lláh, che si trova ad Acri in Israele, la Qiblih[12].

Non esiste uno stereotipo architettonico unico per tutti i templi in quanto ognuno d'essi, attraverso la scelta dei materiali, del disegno, della sua posizione, riflette le caratteristiche ambientali e culturali della comunità sociale a cui si riferisce[12].

La costruzione dei templi bahai e il loro mantenimento sono finanziati con i contributi volontari dei soli Bahai e la loro gestione è affidata all'Assemblea Spirituale Nazionale del luogo; non sono ammesse contribuzioni da parte di non aderenti alla Fede bahá’í[12].

Il mausoleo del Báb e gli altri edifici del Centro Mondiale Bahá’í, anche se sono oggetto di pellegrinaggio, non sono dei templi.

Templi bahá'í

[modifica | modifica wikitesto]

I templi "principali" bahá’í o templi "madre" costruiti finora ammontano a otto, uno dei quali, quello di Aşgabat in Turkmenistan, fu completato nel 1919 ma successivamente espropriato ai baháʼí e infine demolito. [13] [14].

Tempio baha'i - Aşgabat (Turkmenistan)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Aşgabat

Il primo tempio bahá’í è stato costruito nella città di Aşgabat, allora sotto il governo della Russia e in seguito capitale del Turkmenistan.

La sua progettazione, a cura di Ostad Ali-Akbar Banna, iniziò nel 1902 e la sua costruzione, sotto la direzione di Vakílu'd-Dawlih un Apostolo di Bahá'u'lláh, fu completata nel 1908[12][15].

Nel 1928, durante il periodo sovietico, il tempio fu espropriato dalle autorità e poi affittato ai Bahá’í, e ciò fino al 1938 quando fu definitivamente secolarizzato e trasformato in una galleria d'arte[12].

Il 5 ottobre 1948 un devastante terremoto distrusse la città di Aşgabat e lo danneggiò gravemente, rendendolo insicuro e inagibile. La mancanza di manutenzione e la sua esposizione alle intemperie ne minò definitivamente la struttura portandolo, nel 1963 alla demolizione e alla trasformazione del suo sito in un parco pubblico[12].

Tempio baha'i a Wilmette - Illinois (USA)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Wilmette

La costruzione del tempio di Wilmette iniziò nel 1921 e fu completata nel 1953, con un grande ritardo sui tempi stabiliti a causa della Grande depressione prima e della II guerra mondiale dopo.

Questo, che è il più storico tempio bahá’í esistente ed è il Tempio Madre del Nord America, si trova a Wilmette, un villaggio situato a circa cinque chilometri a nord di Chicago, nella Contea di Cook nel nord-est dell'Illinois (USA), sulle rive del Lago Michigan, 42°04′27.88″N 87°41′05.89″W.

Il tempio fu disegnato dall'architetto Louis Bourgeois e realizzato in calcestruzzo e quarzo bianchi.

L'edificio, che è parte importante del panorama dell'area, ne è anche un punto di riferimento architettonico per la sua tipicità. Ha ricevuto diversi riconoscimenti e nel 1978 è stato iscritto nel National Register of Historic Places degli Stati Uniti d'America[16].

Il 30 aprile 2007 il tempio è stato nominato dall'Illinois Bureau of Tourism come una delle sette meraviglie dell'Illinois[17].

Tempio baha'i a Kampala (Uganda)

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Bahai in Uganda.
Tempio di Kampala

Il tempio di Kampala si trova sulla Kikaya Hill nelle immediate vicinanze di Kampala, in Uganda.

L'edificio è stato progettato da Charles Mason Remey, la sua prima pietra è stata posta nel gennaio del 1958 ed è stato inaugurato il 13 gennaio 1961.

Il tempio è alto oltre 39 metri e ha un diametro alla base superiore ai 50 metri, mentre quello della cupola è di 13 metri; le fondamenta sono profonde 3 metri a causa dell'instabilità del terreno dovuta ai frequenti terremoti.

Le piastrelle che ricoprono la cupola sono di colore verde e provengono dall'Italia, quelle del piano sottostante provengono dal Belgio.

Le pareti esterne sono in pietra squadrata ugandese, le vetrate colorate provengono dalla Germania e il legno usato per le porte è ugandese.

Il tempio è circondato da un ampio giardino che comprende una casa per gli ospiti e un centro amministrativo[18].

Tempio baha'i a Sydney (Australia)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Sydney

Il tempio di Sydney, Australia, fu inaugurato il 17 settembre 1961 dopo quattro anni di lavori per la sua costruzione.

Il progetto disegnato inizialmente da Mason Remey fu approvato nel 1957 e fu successivamente affidato all'architetto John Brogan perché lo sviluppasse ulteriormente.

L'edificio, alto 38 metri con un diametro alla base di 20 metri, si erge con la sua cupola sul panorama di Sydney di cui è un punto di riferimento architettonico ed è visibile dalle spiagge settentrionali della città[19].

I giardini che lo circondano sono piantumati con essenze locali e con tre specie di eucaliptus oltre che abbelliti da una grande varietà di fiori.

Il complesso è inserito in un'area boscosa nelle vicinanze dell'Oceano Pacifico.

Nel 2005-2006 il tempio è stato minacciato dagli incendi che avevano imperversato sulla boscaglia circostante senza, tuttavia, rimanerne finora colpito.

Tempio baha'i a Francoforte (Germania)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Francoforte

Il tempio di Francoforte si trova ai piedi dei monti Taunus nel territorio di Langenhain, un quartiere di Hofheim am Taunus nel circondario di Francoforte in Assia, Germania.

Il progetto di questo tempio bahá’í, che è il tempio madre per l'Europa, è stato eseguito dall'Architetto Teuto Rocholl.

L'edificio, costruito in acciaio, alluminio e vetro, è stato completato nel 1964.

La cupola presenta 540 finestrelle a forma di diamante dalle quali passa la luce solare che illumina l'interno con un gioco di luci che varia con lo spostarsi del sole

L'acustica interna è influenzata positivamente dalla cupola e dalla risonanza dei davanzali delle finestrelle.

Tale sistema acustico viene ben sfruttato dai cori che si dispongono lungo la circonferenza interna del pianoterra e attorno all'auditorio posto al centro.

Tempio baha'i a Panama (Panama)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Panama

Il tempio di Panama è stato disegnato dall'Architetto Peter Tillotson e completato nel 1972.

L'Arch. Tillotson, si è ispirato alle costruzioni dei nativi, ha usato la pietra locale sistemandola secondo il disegno tipico degli edifici indigeni.

La cupola è coperta da migliaia di piccole tegole ovali e l'ingresso del tempio è stato costruito secondo un disegno geometrico triangolare le cui linee si intersecano fra di loro.

Tempio baha'i a Tiapapata (Samoa)

[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio di Tiapapata, che si trova a circa otto chilometri da Apia, Samoa, fu completato nel 1984 e svolge le funzioni di Tempio madre per le Isole del Pacifico.

Il progetto del tempio è di Hossein Amanat, l'architetto iraniano-canadese bahá'í che ha disegnato fra l'altro la Casa Universale di Giustizia, il Centro per lo studio dei testi sacri bahai, il Centro Internazionale di Insegnamento: tre edifici dell'Arco Bahai ad Haifa.

Il tempio fu inaugurato da Malietoa Tanumafili II, (1913-2007), re di Samoa.

Malietoa Tanumafili II è stato il primo monarca regnante ad avere abbracciato la Fede bahá’í.

Il tempio, alto 30 metri, è aperto, come tutti i templi bahai, al pubblico di tutte le religioni per meditare, pregare o incontrarsi per attività devozionali.

Tempio baha'i a forma di fior di loto - Nuova Delhi (India)

[modifica | modifica wikitesto]
Il Tempio baha'i a forma di fior di loto fotografato di notte. 28°33′11.46″N 77°15′35.1″E Nuova Delhi - India
Lo stesso argomento in dettaglio: Tempio del loto.

Il Tempio del loto è il tempio madre del subcontinente indiano, costruito nel villaggio di Bahapur nel territorio di Delhi, India. Rúhíyyih Khánum pose la prima pietra il 17 ottobre 1977. [20] L'edificio, dall'originale struttura è stato progettato da Fariborz Sahba, l'architetto Iraniano-Canadese che, fra l'altro, ha disegnato le terrazze bahá'í circostanti il Mausoleo del Báb. L'Architetto, dopo aver ricevuto l'incarico della progettazione, ha dedicato una considerevole quantità di tempo alla visita di alcuni templi in India ed allo studio dell'arte e dell'architettura tradizionale di questo paese al fine di poter comprendere appieno lo spirito degli abitanti del territorio nel quale si apprestava ad operare. Influenzato da questa indagine diretta ed approfondita, egli è giunto ad identificare i concetti di purezza, di semplicità e di freschezza, insiti nella Fede Bahá'í, con la forma del fiore di loto, spesso ricorrente nella cultura artistica orientale, associato alla dea indù Lakshmi;[21] come conseguenza il suo progetto rappresenta proprio un fiore di loto, sbocciato a metà, galleggiante sull'acqua e circondato dalle sue foglie.[22] Il tempio, completato nel 1986, è formato da 27 petali marmorei alcuni alti oltre 30 mt. che si schiudono, raggruppati in tre gruppi, ognuno con uno scopo preciso: i nove petali d'ingresso accolgono i visitatori, i petali esterni formano un tetto per spazi secondari e i petali interni culminano in una sala centrale[22] che ha un'area sufficiente a ospitare oltre 2.500 persone. Ciascuno dei petali che compongono le pareti della struttura è realizzato in cemento colato su forme di acciaio (le pareti esterne sono ricoperte di marmo).[23] Il tempio, alto oltre 40 metri brilla per il marmo bianco da cui è ricoperto, e sembra galleggiare sui nove laghetti che lo circondano, con un effetto scenografico di grande suggestione. Dalla sua inaugurazione il tempio è stato visitato da decine di milioni di persone che l'hanno reso una delle opere architettoniche moderne più visitate al mondo, superando la Torre Eiffel e il Taj Mahal.[24] Nel 2017 è stato istituito accanto al tempio un centro educativo.[24] Il tempio utilizza pannelli solari per produrre 120 kw dei 500 kw di elettricità utilizzata.[25]

Tempio baha'i a Santiago (Cile)

[modifica | modifica wikitesto]
Tempio di Santiago, Cile

Nel 2002 l'Assemblea spirituale nazionale cilena e la Casa Universale di Giustizia hanno lanciato una gara internazionale per la progettazione del tempio madre del Sud America da costruirsi nei dintorni di Santiago.

Il progetto vincitore è risultato quello disegnato dall'Architetto Siamak Hariri di Toronto, Canada[26], con una struttura architettonica leggerissima dove l'elemento più caratteristico è la luce, sia riflessa sia permeante la struttura stessa.

L'edificio è stato completato ad Ottobre 2016, ed aperto al pubblico il 19 dello stesso mese.

Le pareti sono formate da una sorta di vele traslucide che si avvolgono riunendosi verso l'apice, creando così un'immagine che si avvicina al bocciolo di una rosa bianca chiuso o a una nuvola.

Le vele sono costituite da pannelli di alabastro e vetro che, pur delimitando l'area, consentono ai visitatori la sensazione di uno spazio aperto.

La struttura interna, in lattice e acciaio, culmina nella cupola la cui leggerezza e trasparenza trasmette l'idea di una nuvola flottante.

Obelisco eretto sul posto destinato al futuro Tempio baha'i ad Haifa (Israele)

[modifica | modifica wikitesto]
Obelisco indicante il sito del futuro tempio di Haifa, Israele

La Casa Universale di Giustizia ha avvalorato il sito, già acquisito a suo tempo da Shoghi Effendi, dove verrà costruito il futuro tempio bahá’í d'Israele nell'ambito del Centro Mondiale Bahai, sul Monte Carmelo a Haifa.

Si tratta di un posto simbolico dal grande valore spirituale per i Bahá’í, è, infatti, il luogo in cui Bahá'u'lláh recitò la Lawḥ-i-Karmil (in persiano ﻟﻮﺡ ﻛﺮﻣﻞ), o "Tavola del Carmelo".

L'intera area di quella parte d'Israele è particolarmente importante e sacra per i Bahai perché in essa si trovano tutti gli edifici dell'Arco bahá’í e alcuni di massima e suprema valenza religiosa come il mausoleo del Báb e quello di Bahá'u'lláh.

Il progetto del Tempio predisposto da Charles Mason Remey fu approvato da Shoghi Effendi.[27]

Nel dicembre del 1971 la Casa Universale di Giustizia ha finalmente seppur simbolicamente fatto erigere sul luogo un obelisco, in quanto esso era già coricato sul posto dal 1954/55 ma allora non fu possibile innalzarlo, in quanto prima esisteva un divieto del governo israeliano di erigere, per motivi di sicurezza, l'edificazione di strutture troppo visibili, ciò in un tempo in cui le relazioni con i Paesi vicini erano molto molto tese.

  1. ^ O gente del mondo! Costruite nel nome di Colui Che è il Signore di tutte le religioni case di culto in tutte le terre. Fatele quant'è possibile perfette nel mondo dell'essere e adornatele con ciò che è confacente e non con immagini ed effigi. Indi, con radiosità e con gioia, celebratevi la lode del vostro Signore, il Più Compassionevole. In verità, al Suo ricordo l'occhio si allieta e il cuore si colma di luce." (Bahá'u'lláh, Kitáb-i-Aqdas, p. 29 § 31)
  2. ^ Peter Smith, Mashriqu'l-Adhkhár, in A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith, Oxford, Oneworld Publications, 2000, pp. 235, ISBN 1-85168-184-1.
  3. ^ Casa Universale di Giustizia, L'istituzione del Mahriqu'l-Adhkár, CAsa Editrice Bahá'í, 2018.
  4. ^ In verde i paesi in cui esiste un tempio bahai, con un punto blu indicante la città; in rosso quelli in cui è esistito, ma non più attualmente; in verde chiaro i paesi dove ne è stata programmata, nel 1963, la costruzione.
  5. ^ Nel tempio del Signore, nella casa di Dio, l’uomo deve essere sottomesso a Dio. Deve stringere un patto con il suo Signore per obbedire ai comandamenti divini e unirsi con il prossimo. Non deve considerare divergenze di razza o differenze di nazionalità, non deve vedere variazioni di denominazione o di credo e non deve tenere conto dei diversi livelli del pensiero. Deve invece vedere tutti come essere umani e capire che tutti devono unirsi e andare d’accordo. Deve riconoscere tutti come un’unica famiglia, un’unica razza, un’unica patria. Deve vedere tutti come servitori di un unico Dio, che dimorano all’ombra della Sua misericordia. Il significato di tutto questo è che la chiesa è un centro collettivo. I templi sono simboli della realtà e della divinità di Dio, il centro collettivo del genere umano... Per questa ragione in tutte le religioni divine ci sono stati chiese e templi. Ma il vero Centro collettivo sono le Manifestazioni di Dio, delle quali la chiesa o il tempio sono un simbolo e un'espressione. Vale a dire, la Manifestazione di Dio è il vero tempio divino e il Centro collettivo del quale la chiesa esteriore non è altro che un simbolo. (La promulgazione della pace universale - p.179 § 1)
  6. ^ I pensieri, le patrie, le razze e le lingue sono molte. È ovvio che occorre un centro collettivo, dal quale queste differenze siano controbilanciate e i popoli del mondo siano unificati. Considerate: solo una forza spirituale può realizzare questa unificazione, perché le condizioni materiali e gli aspetti mentali sono così diversi, che l’accordo e l’unità non sono possibili con altri mezzi. Ma è possibile che tutti si unifichino attraverso lo stesso spirito, come tutti possono ricevere luce dallo stesso sole. Perciò, con l’aiuto del centro collettivo e divino che è la legge di Dio e la realtà della Sua Manifestazione, noi potremo superare queste condizioni, finché esse non cesseranno e le razze non progrediranno. Considerate i tempi di Cristo. I popoli, le razze e i governi erano molti, le religioni, le sette e le denominazioni erano svariate. Ma quando Cristo è apparso, la realtà messianica ha dimostrato di essere il centro collettivo che li ha unificati sotto lo stesso tabernacolo della concordia. Riflettete su questo. Avrebbe potuto Gesù Cristo unire questi fattori divergenti o produrre questi risultati con il potere politico? Sarebbe stato possibile ottenere questa unità mediante forze materiali? Evidentemente no. Questi vari popoli sono stati invece uniti grazie a una forza divina, grazie agli aliti dello Spirito Santo. Sono stati amalgamati e vivificati dall’infusione di una nuova vita. La spiritualità di Cristo ha vinto le loro difficoltà, così che i loro disaccordi sono completamente scomparsi. In questo modo questi popoli divergenti sono stati unificati e amalgamati in un vincolo d’amore, il solo che possa unire i cuori. Perciò è dimostrato che le Manifestazioni divine, i santi Portavoce di Dio, sono i Centri collettivi di Dio. Questi Messaggeri divini sono i veri Pastori dell’umanità, perché quando appaiono nel mondo Essi uniscono le pecorelle sbandate. Il Centro collettivo è sempre apparso in Oriente. Abramo, Mosè, Gesù Cristo, Muḥammad furono Centri collettivi dei Loro giorni e dei Loro tempi e sono tutti sorti in Oriente. Oggi Bahá’u’lláh è il Centro collettivo dell’unità di tutto il genere umano e anche lo splendore della Sua luce è sorto dall’Oriente. (La promulgazione della pace universale pp. 180-181 § 3-4)
  7. ^ M. Momen, The Bahá'í Community. A Short Introduction to the Bahá'í Faith. Oxford, One World Publications, 1997. ISBN 1851682090. 5. THE BAHA'I COMMUNITY
  8. ^ a b c M. Momen, Ibidem.
  9. ^ Bahá'u'lláh, Kitáb-i-Aqdas, v. 115
  10. ^ `Abdu'l-Bahá, The Promulgation of Universal Peace, Hardcover, Wilmette, Illinois, USA, Bahá'í Publishing Trust, 1982 [1912], p. 71, ISBN 0-87743-172-8.
  11. ^ Shoghi Effendi to an individual believer, Lights of Divine Guidance (volume 1), pg 311
  12. ^ a b c d e f g h V. Rafati, Sahba, F., Bahai temples, in Encyclopædia Iranica, 1989.
  13. ^ Moomen Moojan, La comun ità bahá'í di Ashkhabad: la sua base sociale e importanza nella storia bahá'í, Londra, Routledge, 1991, pp. 278-305, ISBN 9780203038130.
  14. ^ Mappa dei templi Baha'i
  15. ^ Baha'i House of Worship - Ashkabad, Central Asia, su bahai.us, The National Spiritual Assembly of the Baha'is of the United States, 2007 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2007).
  16. ^ Visitor's Center brochure, Ottobre 2007
  17. ^ Wonders of Illinois, su enjoyillinois.com.
  18. ^ UGPulse Uganada, su ugpulse.com.
  19. ^ National Spiritual Assembly of the Bahá'ís of Australia, Bahá'í House of Worship: Construction, su bahai.org.au, 2006 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2007).
  20. ^ The Bahá'í World, ISBN 978-0-85398-234-0.
  21. ^ Garlington William, "Tradizione indiana Baha'i", Londra, Routledge, 2006, ISBN 0415223903..
  22. ^ a b Dott. Arch. Alessandro Bolzan Mariotti Posocco, L'Industria italiana del Cemento, Roma, Arti Grafiche Scalia, gennaio 1988, pp. 4-6.
  23. ^ Victor C. Li, Can concrete be bendable?, in American Scientist, 16 ottobre 2012, pp. 484-493.
  24. ^ a b Pearson Anne M., "Capitolo 49: Asia meridionale". Il mondo della fede bahá'í, Regno Unito, Oxfordshire, 2022, DOI:10.4324/9780429027772-56, ISBN 978-1-138-36772-2..
  25. ^ Tata Power Solar e Lotus Temple collaborano per il primo progetto di energia rinnovabile del tempio 2 novembre, 2015, su tatapowersolar.com.
  26. ^ Toronto architect Siamak Hariri ascends to architectural greatness, su cbc.ca.
  27. ^ Denis MacEoin, William Collins, Architecture, su The Babi and Baha'i Religions: An Annotated Bibliography, Greenwood Press's ongoing series of Bibliographies and Indexes in Religious Studies, pp. entry #165.
  • Julie Badiee, An Earthly Paradise, Bahá'í Houses of Worship around the World. Oxford, UK, George Ronald, 1992. ISBN 085398316X.
  • Julie Badiee, Mashriqu'l-Adhkár ex Bahá'í Encyclopedia Project. Evanston, IL, National Spiritual Assembly of the Bahá'ís of the United States, 2009.
  • Alessandro Bausani, Saggi sulla fede Bahá'í, Roma, Casa Editrice Bahá'í, 1991, ISBN 8872140064.
  • John E. Esslemont, Baha'u'Llah́ e la nuova era. Roma, G. Bardi, 1954.
  • Peter Smith, A Concise Encyclopedia of the Bahá'í Faith, Oxford, UK, Oneworld Publications, 2000. ISBN 1851681841.
  • Bruce W. Whitmore, The Dawning Place, The Building of a Temple, the Forging of the North American Bahá'í Community. Wilmette, Illinois, Bahá'í Publishing Trust, 1984. ISBN 0877431922.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Bahai: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Bahai