Vai al contenuto

Tanti auguri/Amoa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Tanti auguri/Amoa
singolo discografico
ArtistaRaffaella Carrà
Pubblicazione4 marzo 1978
Durata7:15
Album di provenienzaRaffaella
GenerePop
Sigla di varietà televisivo
Italo disco
EtichettaCBS Italiana – CBS 6133
ProduttoreGianni Boncompagni
ArrangiamentiPaolo Ormi
Registrazione31 gennaio 1978
Certificazioni originali
Dischi d'oroArgentina (bandiera) Argentina
(vendite: 362 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi d'oroItalia (bandiera) Italia[1]
(vendite: 35 000+)
Raffaella Carrà - cronologia
Singolo precedente
(1978)
Singolo successivo
(1978)

«Come è bello far l'amore da Trieste in giù»

Tanti auguri/Amoa è il diciassettesimo singolo della cantante pop Raffaella Carrà, pubblicato nel 1978 dall'etichetta discografica CBS e distribuito dalle Messaggerie Musicali di Milano.[2]

Entrambi i brani sono contenuti nell'album Raffaella del 1978.[3]

La versione del singolo per il mercato estero ha come lato b la canzone California (CBS 6132).

In Italia nel 1978 ha raggiunto la 38ª posizione nella classifica settimanale delle vendite.[4]

È un "evergreen" della musica italiana e del repertorio della cantante.

Il brano fu usato come sigla iniziale del discusso programma televisivo della Rete 1 nazionale Ma che sera,[5][6] girata nel parco tematico dell'Italia in miniatura a Rimini.
Il video è disponibile sul DVD nel cofanetto Raffica Carrà del 2007.

Il testo descrive i costumi di una donna libera e indipendente, esaltando il sesso in tutte le sue forme, "in campagna ed in città",[7] riconfermando la soubrette come icona erotica degli italiani. Il ritornello è entrato poi nell'immaginario collettivo per lo slogan scanzonato ed ironico "come è bello far l'amore da Trieste in giù".[8]

La canzone è stata tradotta in spagnolo col titolo Hay que venir al sur (testo di Manuel Ángel Díaz Martínez detto Manolo) ed è disponibile sui singoli internazionali insieme a Soy negra (rimasta col testo in italiano).[9]

Nel 1999 negli album di remix Fiesta - I grandi successi per l'Italia e Fiesta - Grandes Éxitos per i mercati latini, Raffaella ripropone il brano in versione dance, rispettivamente cantandolo in italiano e in spagnolo.

La cantante estone Anne Veski ne realizzò una cover dal titolo Jätke võtmed väljapoole.

In seguito alla sua scomparsa nel 2021, è uno dei suoi brani con il successo più riprodotto su Spotify con oltre venticinque milioni di streaming e venti milioni di visualizzazioni su YouTube, conquistando il disco d'oro per aver venduto oltre 35 000 copie.[10]

Lato b del disco, era la sigla finale di Ma che sera.[5][11]
Anche il video di questo brano è disponibile sul DVD nel cofanetto Raffica Carrà del 2007.

Edizioni musicali Sugar Music (ABR Anteprima)

Lato A
  1. Tanti auguri – 3:50 (testo: Gianni Boncompagni, Daniele Pace – musica: Gianni Boncompagni, Paolo Ormi)
Lato B
  1. Amoa – 3:25 (testo: Gianni Boncompagni – musica: Gianni Boncompagni, Paolo Ormi)
Classifica (1978) Posizione raggiunta
Italia[4] 38
  1. ^ Tanti auguri (certificazione), su FIMI. URL consultato il 18 agosto 2021.
  2. ^ Carrà, discografia ITA 45 giri, su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato il 27 settembre 2021.
  3. ^ Carrà, discografia ITA 33 giri, su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato il 9 ottobre 2021.
  4. ^ a b Vendite singoli per titolo, su hitparadeitalia.it. URL consultato il 23 agosto 2021.
  5. ^ a b Carrà, televisione: Ma che sera (1978), su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  6. ^ Varietà 1978, in Rai Teche, RAI. URL consultato il 18 agosto 2021.
  7. ^ Carrà testi, Tanti auguri (PDF), su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  8. ^ Carrà, biografia, su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato il 27 settembre 2021.
  9. ^ (EN) Hay que venir al sur/Soy negra, su Discogs, Zink Media.
  10. ^ Carrà, "Tanti auguri" (Disco d'oro 2021, postumo), su fimi.it, FIMI. URL consultato il 18 agosto 2021.
  11. ^ Carrà testi, Amoa (PDF), su raffaellacarra.altervista.org, AlterVista. URL consultato l'11 ottobre 2021.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]