Vai al contenuto

Rudolf Belling

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Rudolf Belling, Triade (1929)

Rudolf Edwin Belling (Berlino, 26 agosto 1886Krailling, 9 giugno 1972) è stato uno scultore tedesco.

Nel 1932 espose una propria scultura alla competizione artistica indetta per celebrare i Giochi della X Olimpiade, ma dall'anno seguente gli fu impossibile esporre in Germania a causa delle sue posizioni politiche e artistiche, che lo portarono ad essere bollato dai nazisti come artista degenerato. Nel 1933 fu inoltre costretto a dimettersi dall'Accademia delle arti di Prussia.[1]

Nel 1935 si trasferì per otto mesi negli Stati Uniti, dove espose le proprie opere in gallerie di rilievo e tenne lezioni di scultura in tutto il paese. Successivamente tornò in Germania per portarne via il figlio Thomas: la prima moglie dello scultore (e madre di Thomas) era ebrea, il che rendeva la posizione del bambino alquanto precaria nella Germania nazista. Nel 1937 emigrò a Istanbul, dove visse e lavorò per oltre trent'anni. Professore all'Accademia di belle arti di Istanbul, Belling nel 1942 si risposò con Yolanda Carolina Manzini, da cui ebbe la seconda figlia Elisabeth l'anno successivo. Dal 1951 al 1966 fu professore all'Università tecnica di Istanbul e nel 1955 fu insignito dell'Ordine al merito di Germania. Tornò definitivamente in patria nel 1966 all'età di ottant'anni e lì trascorse il resto della sua vita a Krailling, nei pressi di Monaco, dove morì nel 1972.[2]

Gran croce al merito con placca - nastrino per uniforme ordinaria
«Per meriti artistici»
— 1972
  1. ^ (DE) Winfried Nerdinger, Rudolf Belling und die Kunstströmungen in Berlin 1918-1923: mit einem Katalog der plastischen Werke, Deutscher Verlag für Kunstwissenschaft, 1981, ISBN 978-3-87157-090-2. URL consultato l'8 giugno 2021.
  2. ^ (EN) Joan Weinstein, The End of Expressionism: Art and the November Revolution in Germany, 1918-1919, University of Chicago Press, 8 giugno 1990, ISBN 978-0-226-89059-3. URL consultato l'8 giugno 2021.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN1933149108672368780001 · ISNI (EN0000 0000 6677 3832 · Europeana agent/base/150777 · ULAN (EN500087529 · LCCN (ENn82018297 · GND (DE118508660 · BNF (FRcb14972332n (data) · J9U (ENHE987007572216805171